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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Francesco Biamonti, L'angelo di Avrigue, 1983

concordanze di «quel»

nautoretestoannoconcordanza
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casa si trovava su quel versante. ¶ Passò un botro
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da una luce minore. ¶ Quel mondo che raccoglieva i
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era una ricaduta in quel male del ferro che
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al mare invisibile; da quel nero emergeva tra le
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approdo in confronto a quel mare alto e muto
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uno sperone stranamente calmo quel mattino. ¶ Nel locale il
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ancora di vivi a quel bar? ¶ – Perché? – chiese Gregorio
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che astuti a scegliere quel posto! Lí nessuno le
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i suoi scrupoli. Se quel ragazzo s’era suicidato
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rude. Come era vero quel cielo! e quelle rocce
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che significato potesse avere quel suo rifugiarsi nell’infanzia
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Dove voleva andare su quel sentiero? Non era nemmeno
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trascinata nei carruggi. Perché quel «défilé»? V’era un
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comprato. Forse aveva ragione quel ragazzo: «Voleva cambiar vita
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Vorrei andare a rivedere quel passo, vorrei trovare qualcuno
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Parlava con Cristoforo in quel rumore, e nel contempo
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Jean-Pierre lassú a quel bar... Ha visto che
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abbandonato. ¶ Per quale ragione quel giovane dall’aria leale
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è nemmeno un sentiero. ¶ Quel colle era curioso: macigno
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di luna bastava in quel sereno a rendere vicina
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morta di crepacuore... Ma quel giorno il mare risplendeva
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Maria lo distolse da quel ricordo chiedendo ancora se
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Quando andiamo a vederlo quel cancello? – chiese lei. – Quando
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Dilaga di colpo, da quel crinale, quando meno se
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viaggio apposta per vedere quel cancello. ¶ – Porti dei fiori
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che facciamo qui oramai? ¶ – Quel pittore dice di conoscerti
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e tutto quanto. E quel cielo che tremolava, per
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fini. ¶ Gregorio ritirò fuori quel po’ di spagnolo appreso
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terrain oundado». ¶ Parlava provenzale quel pastore. ¶ Sí, laggiú nelle
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in mezzo a tutto quel sangue di dio la
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la vita di tutto quel sangue urge. ¶ Poi Gregorio
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solitudine e anche per quel sangue che li danna
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visione delle zolle, di quel guanciale. ¶ Laurence l’accompagnò
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predoni certe notti, e quel vallone abbandonato sarebbe stato
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staccò a fatica da quel mantello. Uscí dalle macerie
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Jean-Pierre a portare quel peso, anche se Jean
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altre cose, e per quel giorno non aveva intenzione
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ne aveva fatto di quel tempo che gli pareva
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Ma inutile chiedere a quel vecchio se aveva mai
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mai visto. Mai sentito quel nome doppio... E poi
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che minaccioso, disse Gregorio, quel messaggio. Ma chi erano
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Se tutte inneggiavano a quel modo, allora quei signori
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qui in occidente. Solo quel gruppo nazista assediato nel
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e carico di delitti, quel gruppetto legato a un
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volta tentò di rivedere quel volto posato sul capezzale
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facevano pregare a ripetere quel capolavoro, che aveva il
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cena fuori, le piaceva quel posto con il fuoco
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e si scaldò a quel fuoco, i gomiti poggiati
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mi ricordo. ¶ – Ti ricordi quel paesetto d’Aragona, poche
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le labbra tese in quel viottolo con rare lampade
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ella rispose. Si prodigava, quel ventenne, e lei ne
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lungo tempo) che per quel giorno non si mosse
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E cominciò a spiegare quel poco che ne sapeva
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sorta di rimorso per quel lampo di narcisismo. ¶ Si
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vi cresceva altro che quel rigido arbusto. Su quegli
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gli era andata a quel modo? chiese Gregorio. ¶ – Es
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creatura di sogno e, quel che piú sorprende, senza
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donna un riflesso di quel nirvana. Tornò a giocare
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ed era pittore. Certamente quel pittore, arguí Gregorio, che
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muove, onde ramate? Con quel duro e armonioso volto
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erano venuti a fare quel pittore e quel frate
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fare quel pittore e quel frate. Il pittore, a
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domandava di lassú, di quel convento. ¶ – Vuol dipingere il
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petto, parlava quasi ronzando quel pittore, borbottava di rocce
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rispondere a tono a quel pittore di zolle che
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sognasse, e sorretta da quel sogno. ¶ Si diressero verso
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ancora in contemplazione di quel corpo, ch’era stato
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Cercava una protezione contro quel rombo. ¶ Con la stessa
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incompiuto. Non si spiegava quel lungo silenzio, non poteva
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delle splendide marine di quel mese. «Tu eri segregato
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che la storia di quel ragazzo la dominasse come
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su quegli ulivi, su quel cielo. ¶ E subito cominciò
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rocce di Crairora. ¶ – E quel ragazzo, – chiese il vecchio
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saputo piú niente di quel ragazzo che si è
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chiara la visione, di quel ragazzo attanagliato dal male
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bar, la situazione di quel ragazzo, i motivi della
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Emergeva all’estremità di quel dosso, su una marea
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divideva il dosso da quel serro. ¶ Edoardo guardò, poi
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Gli italiani tornarono. Ma quel tenente maledetto, quel fanatico
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Ma quel tenente maledetto, quel fanatico, sparò proprio a
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ormai passato tanto di quel tempo. ¶ – Anche a te
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tornando. ¶ – Che cosa? ¶ – Che quel ragazzo sia uscito allo
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sia uscito allo scoperto, quel giovanissimo «chasseur des alpes
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li coli. ¶ Canto-bruno quel fruscio faticoso? ¶ Il pastore
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mormorava i versi di quel libretto che aveva navigato
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toccano piú. Per loro quel che è stato non
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si lasciava cullare da quel vento di terra, da
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vento di terra, da quel buon vento del Rodano
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e lei emergeva da quel buio, tesa e lucente
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per la morte di quel ragazzo! Di una cosa