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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Egisto Roggero, I racconti della quiete, 1896

concordanze di «quella»

nautoretestoannoconcordanza
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avea quasi riso.... Ma quella sera non più. Nel
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mattino di poi, dopo quella prima bizzarra notte passata
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bizzarra fanciulla. Là, in quella grande sala, ella mi
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una ben paziente artefice, quella bizzarra bambina di mia
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lunghe ore passavan in quella quieta e paziente occupazione
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trecento. ¶ Io finiva – in quella quiete che vinceva ogni
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un’altra sera come quella, in altro paese; una
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nota voce sorella a quella di mia madre, per
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ancora, sentivamo venire da quella luminosa visione di dama
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vecchia donna spaventata da quella mia paurosa rigidezza mi
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mente da fanciulletto. ¶ In quella luce blanda, tra quel
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il giorno innanzi, in quella notte. ¶ Guardando ancora trasalii
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volto di bambinone ventenne quella triste aria di contrarietà
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poco d’ordine in quella rovina miseranda. Si stette
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osò fare capolino fra quella triste nuvolaglia color della
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sembra. Fu precisamente dopo quella deliziosa passeggiata sulle rive
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Alle dieci precise di quella sera la buona Agnese
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e di Roma, in quella mia cara Italia, così
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nel tuo paese, in quella tua bella Toscana: tre
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i miei numeri e quella bambina lì, te la
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indossava. ¶ La stazioncina in quella primissima ora del mattino
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si accendeva sul volto. Quella piccola piazza, quel silenzio
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rievocare. ¶ Venticinque anni prima quella strada lo aveva veduto
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paurosa. ¶ Ma vano! di quella notte terribile, ormai, null
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trascorsi! Ed era precisamente quella la strada. Que’ macigni
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terrore e di raccapriccio. Quella valle, quelle colline dirute
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d’allora: quelli che, quella notte, avevan guardato la
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nell’altra stanza. ¶ Era quella da letto. Anch’essa
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sdegnata, offesa. Lì, in quella stanza, essa era morta
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tremava di rivedere, con quella della madre, l’altra
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madre, l’altra immagine: quella del suo uccisore. ¶ Si
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sala, poi salutò anche quella, con la mano. ¶ La
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Ma una scolarina di quella sorta, una contessina, che
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senso di malessere, tutta quella dolcezza di paesaggio che
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volta, questa, che faceva quella strada. Il Conte partiva
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dovevano mancare, laggiù in quella Milano benedetta! e poi
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trarlo d’imbarazzo in quella cotal selva che sapete
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e intanto pensò che quella doveva essere, quella, non
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che quella doveva essere, quella, non altra, la «bella
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staccava dalla via maestra, quella grande bianca e polverosa
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Piero viveva solo in quella sua piccola casa. Aveva
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mondo, chissà come, da quella sua testa pazza d
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era corso dietro a quella bella signora con le
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scritta appiccicatavi che su quella vecchia tastiera gialla e
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mani Maria Antonietta. Sicuro, quella spinetta aveva appartenuto alla
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pezzo.... ¶ La famosa spinetta, quella di Maria Antonietta, troneggiava
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vapore, ne avevano cavato quella palazzina lì tutta bianca
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da’ suoi rapitori in quella stanza. Ad un tratto
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villa di suo padre, quella villa ove in quel