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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Maria Alberta Scuderi, Assassinio al Garibaldi, 1984

concordanze di «quella»

nautoretestoannoconcordanza
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e sotterraneo, comunicassero e quella comunicazione silenziosa lo appagava
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e capì che per quella notte non sarebbe rientrato
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qualcuno era pur entrato quella notte e il portacenere
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indietro per gridare a quella gente così a posto
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non c'entrava con quella morte. ¶ Ebbe paura del
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Fatebenefratelli, che lui aveva quella passione per la musica
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fretta, con fastidio. Era, quella del Garibaldi, una piccola
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signor Antonio doveva inciampare quella sera che era senza
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quello sguardo gelido, di quella espressione falsa e avida
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essere divisa in due: quella della Brianza che la
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inquieto della madre e quella di Milano che leggeva
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lei era parte di quella forza: una piccola parte
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cercarlo. ¶ Non poteva sentirgli quella voce torturata. Sapeva che
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come fare a medicare quella grande ferita. ¶ — Sì — le
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casa perché lei in quella casa c'era nata
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sospirava — peccato — alludendo a quella del terzo piano che
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vivere sulle spalle di quella povera crista. ¶ — Ma anche
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mai un rumore in quella casa. Perdio, un uomo
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asilo; ma 1'aria era quella: casalinga, di gente tranquilla
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lo sguardo. Gli piaceva quella donna grande e forte
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soffice. Parlare, nascondersi dietro quella protezione sicura! ¶ — Oh, Ma
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aglio e di basilico. ¶ — Quella volta che ho avuto
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impallidì di fronte a quella furia inaspettata e incomprensibile
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neanche una cavallona come quella riusciva a sfiancarlo e
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essere sicuri che dietro quella porta sigillata nessuno avesse
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avesse visto uscire proprio quella notte, proprio da quella
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quella notte, proprio da quella stanza. ¶ Carmela non dormiva
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ricostruire i fatti di quella notte. ¶ L'Angelo era
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scoperto il delitto, proprio quella mattina, avevano parlato del
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santarellina dell'ultimo piano, quella che non salutava mai
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puzza sotto il naso. ¶ "Quella mi piacerebbe proprio" pensò
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sulle ringhiere arrugginite, tra quella biancheria stesa ad asciugare
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in quel momento, che quella per lui non era
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tante ore felici, in quella fusione perfetta, in quello
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avrebbe detto David con quella sua voce a volte
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era andato dal vecchio quella sera glielo disse lui
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e di confusione. Proprio quella confusione lo lasciava perplesso
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a pensare se anche quella mattina ha dovuto girare
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subito a ripensare a quella mattina. ¶ La porta non
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amato la nebbia per quella sua morbidezza infida ma
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e compianto. ¶ Era stata, quella, una giornata particolare della
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certe minigonne. La Lucia, quella del Paolo, ne aveva
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non come adesso tutta quella confusione che non si
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Le piaceva stare in quella casa pulita, sentire quell
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caffè. Era un'abitudine quella di andare a berne
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da dove era uscito quella notte. Perdio, un po
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una tenerezza quasi paterna. Quella solitudine, quell'aria sempre
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e senza forza tranne quella feroce dei deboli. ¶ Proteggere
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fino alla fine con quella sua aria fredda e
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la stesse trascinando. ¶ — Anche quella sua amica, quella che
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Anche quella sua amica, quella che fa un buon
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il discorso proprio in quella direzione e decise che
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lui. ¶ Doveva indagare in quella direzione; ma la cosa
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gli piaceva. Gli piaceva quella donna forte e capace
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riusciva a distrarsi da quella che ormai era una
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avrebbe potuto farlo in quella casa aperta a tutti
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casa ad essere fuori quella notte e tutti si
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volto a cercare in quella fronte cupa, in quelle
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un po' lì, in quella casa che gli era
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la borsa. Notò anche quella, una borsa elegante e
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in pericolo, ma anche quella di Alessandro, di David
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quando? ¶ 14 ¶ — Dov'ero, io, quella sera? domandò Alessandro. ¶ La
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quegli occhi cerchiati, di quella andatura affannata. Avrebbe voluto
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era successo dietro a quella porta. Ma non poteva
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lontana ogni angoscia da quella che era ormai 1'oasi
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e faceva pena con quella faccia e le spalle
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la casa sarebbe tornata quella di prima. ¶ La Carmela
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Posò la mano su quella grande di lui. Non
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della spesa continuò con quella voce rotta e senza
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era ancora Alessandro con quella fragilità che era stata
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che senso aveva ormai quella esistenza distrutta. Poi si
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per essere lontano da quella casa, lontano da quella
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quella casa, lontano da quella storia che era una
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si sentiva responsabile di quella morte, responsabile della disperazione
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Alessandro sarebbe uscito da quella porta che interrompeva il
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saputo che Alessandro usciva quella mattina; ma la sua
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crudeli radici che di quella miseria e di quello
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la propria vita e quella di Mario. ¶ Era doloroso
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trascinarli con sé in quella vertigine di autodistruzione nella
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era indissolubilmente legata a quella del ragazzo e si
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la sua vita e quella di Mario. Mettersi tra
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si accorge che dietro quella porta vi sono altri
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incomprensioni fanno parte di quella vita e di quegli
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gran fruscio di rami. ¶ — Quella si è sistemata — borbottò