parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Dante Alighieri, Divina Commedia, 1321

concordanze di «quella»

nautoretestoannoconcordanza
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1321
giunto, ¶ là dove terminava quella valle ¶ che m'avea
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m'era cagione ¶ di quella fiera a la gaetta
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tu quel Virgilio e quella fonte ¶ che spandi di
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feltro e feltro. ¶ Di quella umile Italia fia salute
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per recarne conforto a quella fede ¶ ch'è principio
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mi fec' ïo 'n quella oscura costa, ¶ perché, pensando
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volse: ¶ d'inanzi a quella fiera ti levai ¶ che
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nel viso mi dipigne ¶ quella pietà che tu per
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volere esser certo ¶ di quella fede che vince ogne
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Abèl suo figlio e quella di Noè, ¶ di Moïsè
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dire: ¶ «Mira colui con quella spada in mano, ¶ che
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i dubbiosi disiri?». ¶ E quella a me: «Nessun maggior
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li occhi ci sospinse ¶ quella lettura, e scolorocci il
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Noi aggirammo a tondo quella strada, ¶ parlando più assai
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Poi si rivolse a quella 'nfiata labbia, ¶ e disse
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che si frange con quella in cui s'intoppa
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sciocche, ¶ quanta ignoranza è quella che v'offende! ¶ Or
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acqua verso noi in quella, ¶ sotto 'l governo d
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alte fosse ¶ che vallan quella terra sconsolata: ¶ le mura
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giù fui, ¶ congiurato da quella Eritón cruda ¶ che richiamava
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Megera dal sinistro canto; ¶ quella che piange dal destro
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del viso su per quella schiuma antica ¶ per indi
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alletta? ¶ Perché recalcitrate a quella voglia ¶ a cui non
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stringa e morda ¶ che quella di colui che li
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ti fa manifesto ¶ di quella nobil patrïa natio, ¶ a
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al dolce raggio ¶ di quella il cui bell' occhio
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cor negando e bestemmiando quella, ¶ e spregiando natura e
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che l'arte vostra quella, quanto pote, ¶ segue, come
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sarebbe schiva. ¶ Qual è quella ruina che nel fianco
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che si slaccia in quella ¶ c'ha ricevuto già
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in arco torta, ¶ come quella che tutto 'l piano
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anima fuia. ¶ Ma per quella virtù per cu' io
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aver dolorosi anni. ¶ E quella fronte c'ha 'l
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deitade, negando e bestemmiando quella; e nomina qui spezialmente
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e altra andava continüamente. ¶ Quella che giva 'ntorno era
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era più molta, ¶ e quella men che giacëa al
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le quali, accolte, fóran quella grotta. ¶ Lor corso in
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apparve, tornand' ïo in quella, ¶ e reducemi a ca
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Priscian sen va con quella turba grama, ¶ e Francesco
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i passeggiati marmi. ¶ E quella sozza imagine di froda
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un poco insino a quella ¶ bestia malvagia che colà
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la coda rivolse, ¶ e quella tesa, come anguilla, mosse
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l'occhio attinghe ¶ di quella sozza e scapigliata fante
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de lo scoglio in quella parte ¶ ch'a punto
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porti ¶ là giù per quella ripa che più giace
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a lui fu vista; ¶ quella che con le sette
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la tua conversion, ma quella dote ¶ che da te
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la veduta tronca. ¶ E quella che ricuopre le mammelle
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navicar non ponno - in quella vece ¶ chi fa suo
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torno per anche ¶ a quella terra, che n'è
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quel furore e con quella tempesta ¶ ch'escono i
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che 'l cane a quella lievre ch'elli acceffa
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tosto a me, che quella dentro 'mpetro. ¶ Pur mo
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ma per lo peso quella gente stanca ¶ venìa sì
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la settima bolgia.] ¶ In quella parte del giovanetto anno
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altra scheggia ¶ dicendo: «Sovra quella poi t'aggrappa; ¶ ma
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dove si tratta di quella medesima materia che detta
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di Pistoia; ed è quella medesima bolgia.] ¶ Al fine
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gran di pepe; ¶ e quella parte onde prima è
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quello in serpente e quella in fonte ¶ converte poetando
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si facea molle, e quella di là dura. ¶ Io
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crollarsi mormorando, ¶ pur come quella cui vento affatica; ¶ indi
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un legno e con quella compagna ¶ picciola da la
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tardi ¶ quando venimmo a quella foce stretta ¶ dov' Ercule
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cieco ¶ caduto se' di quella dolce terra ¶ latina ond
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state al verno. ¶ E quella cu' il Savio bagna
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mi vidi giunto in quella parte ¶ di mia etade
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che non erra, ¶ con quella che sentio di colpi
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e soggiugnendo: «Dentro a quella cava ¶ dov' io tenea
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era a veder per quella oscura valle ¶ languir li
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XXX, ove tratta di quella medesima materia e gente
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ad un sasso; ¶ e quella s'annegò con l
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percosse l'epa croia. ¶ Quella sonò come fosse un
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te ne cangi, ¶ se quella con ch'io parlo
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giacere; altre stanno erte, ¶ quella col capo e quella
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quella col capo e quella con le piante; ¶ altra
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L'una dinanzi, e quella era vermiglia; ¶ l'altr
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lasciò qui loco vòto ¶ quella ch'appar di qua
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non mi può, per quella legge ¶ che fatta fu
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da lui ricolto. ¶ A quella foce ha elli or
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maestro e io e quella gente ¶ ch'eran con
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cura; ¶ così vid' io quella masnada fresca ¶ lasciar lo
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una scala, ¶ verso di quella, agevole e aperta. ¶ «Or
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eletti», ¶ Virgilio incominciò, «per quella pace ¶ ch'i' credo
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venir la testa ¶ di quella mandra fortunata allotta, ¶ pudica
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Così 'l maestro; e quella gente degna ¶ «Tornate», disse
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ch'altra potenza è quella che l'ascolta, ¶ e
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ascolta, ¶ e altra è quella c'ha l'anima
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è quasi legata e quella è sciolta. ¶ Di ciò
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allor chi era, e quella angoscia ¶ che m'avacciava
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e io farò per quella pace ¶ che, dietro a
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dove si tratta di quella medesima qualitade, dove si
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Tal era io in quella turba spessa, ¶ volgendo a
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non ti fermar, se quella nol ti dice ¶ che
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soletta, inverso noi riguarda: ¶ quella ne 'nsegnerà la via
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la miglior salita; ¶ e quella non rispuose al suo
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vedrai te somigliante a quella inferma ¶ che non può
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tenebra, ad ir suso; ¶ quella col nonpoder la voglia
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n là guardasse. ¶ Da quella parte onde non ha
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li occhi suoi belli quella intrata aperta; ¶ poi ella
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diserri, ¶ perch' ella è quella che 'l nodo digroppa
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distorti ¶ li spigoli di quella regge sacra, ¶ che di
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noi fossimo fuor di quella cruna; ¶ ma quando fummo
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anco, ¶ quand' io conobbi quella ripa intorno ¶ che dritto
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perché iv' era imaginata quella ¶ ch'ad aprir l
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che m'avea ¶ da quella parte onde 'l cuore
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retro da Maria, da quella costa ¶ onde m'era
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ch'i' torni»; e quella: «Segnor mio», ¶ come persona
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tempo, sì che 'n quella ¶ materia non potea parlarmi
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Virgilio mi venìa da quella banda ¶ de la cornice
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Tu li vedrai tra quella gente vana ¶ che spera
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questi il vocabol di quella riviera, ¶ pur com' om
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vi sarebbe al petto quella tema; ¶ ché, per quanti
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ci terrà giunti in quella vece». ¶ Allora incominciai: «Con
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vece». ¶ Allora incominciai: «Con quella fascia ¶ che la morte
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natura ¶ liberi soggiacete; e quella cria ¶ la mente in
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correndo ¶ si movea tutta quella turba magna; ¶ e due
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le rede sue. ¶ E quella che l'affanno non
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occhi fitti pur in quella onesta. ¶ L'altra prendea
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mio senno, ¶ trassimi sovra quella creatura ¶ le cui parole
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più salir potiesi in quella vita; ¶ per che di
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lo cammin corto ¶ di quella vita ch'al termine
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qual giostrò Giuda, e quella ponta ¶ sì, ch'a
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contrario suon prendemo in quella vece. ¶ Noi repetiam Pigmalïon
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altra vita, ¶ forse per quella cerchia dov' io era
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s'io son tra quella gente stato ¶ che piange
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trista come fue. ¶ Védeisi quella che mostrò Langia; ¶ èvvi
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sopradetto girone e di quella medesima colpa de la
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dovria dir sollazzo, ¶ ché quella voglia a li alberi
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il memorar presente. ¶ Di quella vita mi volse costui
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Bonagiunta da Lucca; e quella faccia ¶ di là da
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è in via e quella è già a riva
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si mette ¶ e in quella forma ch'è in
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voi, e chi è quella turba ¶ che se ne
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mistura alcuna ¶ verso di quella, che nulla nasconde, ¶ avvegna
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l'aura impregna ¶ e quella poi, girando, intorno scuote
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tutta in sé mutarsi; ¶ quella milizia del celeste regno
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selva vòta, ¶ colpa di quella ch'al serpente crese
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gran luce mischiata con quella ¶ che raggia dietro a
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canta ¶ l'inno che quella gente allor cantaro, ¶ né
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torna' io, e vidi quella pia ¶ sovra me starsi
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li occhi m'era ¶ quella ch'ad altro intender
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sanza fine cive ¶ di quella Roma onde Cristo è
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dirubata quivi. ¶ Qualunque ruba quella o quella schianta, ¶ con
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Qualunque ruba quella o quella schianta, ¶ con bestemmia di
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creò santa. ¶ Per morder quella, in pena e in
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aiuta?». ¶ «Perché conoschi», disse, «quella scuola ¶ c'hai seguitata
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del mondo; ma da quella ¶ che quattro cerchi giugne
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porta la virtù di quella corda ¶ che ciò che
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a sé; e però quella ¶ cui non potea mia
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il disio ¶ di veder quella essenza in che si
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voglia, se non come quella ¶ che vuol simile a
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tutta si converse; ¶ ma quella folgorò nel mïo sguardo
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e però pria ¶ tratterò quella che più ha di
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sua stella riede, ¶ credendo quella quindi esser decisa ¶ quando
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è se non di quella alcun vestigio, ¶ mal conosciuto
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sacrificio: l'una è quella ¶ di che si fa
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rivolse tutta disïante ¶ a quella parte ove 'l mondo
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le dolci stille'. ¶ Ma quella reverenza che s'indonna
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Dïone onoravano e Cupido, ¶ quella per madre sua, questo
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oltre che le fronde. ¶ Quella sinistra riva che si
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fronte la corona ¶ di quella terra che 'l Danubio
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ben far giova: ¶ «In quella parte de la terra
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pria far suole. ¶ Di quella valle fu' io litorano
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porto. ¶ Folco mi disse quella gente a cui ¶ fu
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convenne al pelo; ¶ né quella Rodopëa che delusa ¶ fu
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la vista, dritto a quella parte ¶ dove l'un
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tutta la mia cura ¶ quella materia ond' io son
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tempo ne misura, ¶ con quella parte che sù si
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suo venire. ¶ È Bëatrice quella che sì scorge ¶ di
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ti conduce su per quella scala ¶ u' sanza risalir
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io senti' dentro a quella lumera ¶ che pria m
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sua donna e con quella famiglia ¶ che già legava
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guisa del parlar di quella vaga ¶ ch'amor consunse
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disvïato si raccorse. ¶ In quella parte ove surge ad
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se non splendor di quella idea ¶ che partorisce, amando
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il nostro Sire; ¶ ché quella viva luce che sì
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ardor la visïone, e quella è tanta, ¶ quant' ha
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l'ardor che di quella s'accende, ¶ crescer lo
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e per vivo candor quella soverchia, ¶ sì che la
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l core e con quella favella ¶ ch'è una
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mia lo 'ngegno; ¶ ché quella croce lampeggiava Cristo, ¶ sì
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iniqua, ¶ silenzio puose a quella dolce lira, ¶ e fece
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stende ¶ a piè di quella croce corse un astro
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volsi a Beatrice, e quella udio ¶ pria ch'io
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a la nequizia ¶ di quella legge il cui popolo
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Quivi fu' io da quella gente turpa ¶ disviluppato dal
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poco scevra, ¶ ridendo, parve quella che tossio ¶ al primo
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fiamma, così vid' io quella ¶ luce risplendere a' miei
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venisti. ¶ Ma conveniesi, a quella pietra scema ¶ che guarda
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Così diss' io a quella luce stessa ¶ che pria
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metter la trama ¶ in quella tela ch'io le
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dolce l'acerbo; ¶ e quella donna ch'a Dio
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la mia vista ¶ per quella croce, e Ruberto Guiscardo
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ricolto. ¶ Io vidi in quella giovïal facella ¶ lo sfavillar
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da lui si rammenta ¶ quella virtù ch'è forma
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io qui essaltato a quella gloria ¶ che non si
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solo un suon di quella image. ¶ Ond' io appresso
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l'opere d'Alberto, ¶ quella che tosto moverà la
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spirti de li quali quella Aquila è composta.] ¶ Quando
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declivo, ¶ Guiglielmo fu, cui quella terra plora ¶ che piagne
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ond' ei credette in quella, e non sofferse ¶ da
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noi volemo». ¶ Così da quella imagine divina, ¶ per farmi
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s'era tolto. ¶ E quella non ridea; ma «S
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tu m'accenne. ¶ Ma quella ond' io aspetto il
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più si confida; ¶ e quella, come madre che soccorre
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intera ¶ ciascuna disïanza; in quella sola ¶ è ogne parte
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sol cenno su per quella scala, ¶ sì sua virtù
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comparata al sonar di quella lira ¶ onde si coronava
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veloci e lente. ¶ Di quella ch'io notai di
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tuo ardente affetto ¶ da quella bella spera mi disleghe
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levai la fronte ¶ in quella luce onde spirava questo
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lume verso noi ¶ di quella spera ond' uscì la
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secondo lume ancora. ¶ E quella pïa che guidò le
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o lievemente o forte». ¶ Quella medesma voce che paura
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la prim' ora a quella che seconda, ¶ come 'l
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face ¶ stavano accese, e quella che pria venne ¶ incominciò
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mortali aperse 'l vero ¶ quella che 'mparadisa la mia
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quando soffia ¶ Borea da quella guancia ond' è più
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quai sempre fuoro. ¶ E quella che vedëa i pensier
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quali vide già collocata quella de lo imperadore Arrigo
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face ¶ lo creatore a quella creatura ¶ che solo in
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e 'l quale di quella allegrezza. ¶ Presso e lontano
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li etterni rai. ¶ Da quella regïon che più sù
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disnodi». ¶ Così orai; e quella, sì lontana ¶ come parea
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mondo, ¶ contemplando, gustò di quella pace. ¶ «Figliuol di grazia
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de l'orizzonte ¶ soverchia quella dove 'l sol declina
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si fa scemo, ¶ così quella pacifica oriafiamma ¶ nel mezzo
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Maria richiuse e unse, ¶ quella ch'è tanto bella
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create a trasvolar per quella altezza, ¶ che quantunque io
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s'impetri ¶ grazia da quella che puote aiutarti; ¶ e
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mirar faceasi accesa. ¶ A quella luce cotal si diventa
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lei, e fuor di quella ¶ è defettivo ciò ch
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te ami e arridi! ¶ Quella circulazion che sì concetta
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tal era io a quella vista nova: ¶ veder voleva