Matilde Serao, Addio, amore!, 1890

della vasta stanza, aveva quella sera molto prolungata la

nei polmoni non ispegneva quella fiamma, non arrivava a

sospiri. Non soffriva di quella grande fiamma che le

il capo rivolto da quella parte, mentre le mani

Anna, attraversando di notte quella sua casa tranquilla, tremando

alta per corrispondere a quella commozione. Un vento freddissimo

Ma è una crudeltà, quella che egli commette! - gridò

sotto il peso di quella fatalità, sgomentò Giustino più

tutto il gelo di quella nottata invernale fosse ormai

impaurito, sempre commosso da quella voce, da quel calore

li avvolgeva. E con quella forza di rimbalzo che

per salutarlo. ¶ Egli prese quella mano: e nella stretta

nozione del tempo, nè quella dello spazio, non provando

al salotto, affascinata da quella luce; la testa le

narrarlo, il segreto di quella notte burrascosa. Cesare Dias

di Diomede, dinanzi a quella tomba di Nevoleia Tyche

fu in fondo a quella nicchia oscura, trabalzata sul

Dias la raggiungesse in quella sala, o che qualche

brunastra campagna che è quella vesuviana e che precede

smorta figura di fanciulla quella che scese dal vagone

i due preti guardavano quella solitaria viaggiatrice dal volto

porta, osservava con indifferenza quella signora taciturna e immota

trovarono di nuovo in quella sala terrena, bassa di

stupefatta, arrestandosi dinanzi a quella rettitudine, a quella virtù

a quella rettitudine, a quella virtù più forte dell

quel momento amava follemente quella fanciulla, malgrado tutto il

volte, così, macchinalmente in quella giornata che ormai declinava

ora... ¶ Già pareva che quella forza di passione avesse

E in mezzo a quella confusione di dolore dove

così triste e roca quella voce che ne ebbe

del cuore, della fantasia, quella che aveva presunto troppo

inerte, senza sentire tutta quella vita che fuggiva da

salvato Anna Acquaviva da quella furiosa e bizzarra tifoide

e costei, cullata da quella carezza, non disse altro

dolci con lei, di quella dolcezza compassionevole che si

di macchiarsi; sì, per quella poveretta della sua damigella

cara parte dell'anima: quella rinunzia parve avesse scavato

fu più ansiosa, poichè quella, invero, era la parola

Anna sentiva che, dopo quella risposta, il punto interrogativo

tacque. Era oppressa da quella filosofia così amara, così

del San Carlo, in quella sera di Natale, si

non la interrogava, rispettando quella pace. Ora che il

sentisse il magnetismo di quella occhiata lunga, insistente, poichè

avvolgente che nasceva da quella dolce musica dove pur

tante emozioni, e da quella gente agglomerata, piena di

non vedendo nulla oltre quella nuvola, sentiva avvinghiata per

tremando di gioia a quella cattività. ¶ - Quello è Luigi

di esservi entrata, in quella tenebra, smarrendovisi, in una

si sentiva riprendere da quella mano ignota, rapita in

per la ricchezza. Invero, quella gran sera, a S

erano due anelli di quella lunga e forte e

non prima, forse, in quella contemplazione della persona amata

poesia alla purità, conservava quella giovanile e serena glacialità

dire Cesare Dias con quella velatura di malinconia che

si mostravano in teatro quella sera, pensose fanciulle, spose

era raccolto, riassunto in quella compagnia così prossima, in

compagnia così prossima, in quella vicinanza così immediata: e

una sola felice impressione: quella vicinanza. I suoi occhi

una sola nota di quella fremente esplosione di affanno

e amava, non da quella sera, dal fatal giorno

il San Carlo di quella sera, tutti gli amanti

Le proteggeva correttamente, con quella fine e giusta misura

l'increscioso pensiero di quella sorveglianza, di affidare ad

bene la natura umana, quella cattiva e quella buona

umana, quella cattiva e quella buona, per credere che

presentandosi alle ragazze con quella fine eleganza di modi

e Anna Acquaviva era quella comune alla gente aristocratica

sentiva che non era quella tutta la verità, e

sfogava trattando Caracciolo con quella scortesia che è sempre

venisse ogni giorno, a quella tale ora ed ella

così tutto lui in quella condotta, che Anna si

gran fortuna aver procurato quella pace, senza bisogno di

vita morale opposta a quella di Anna. Accettarlo così

mancato un minuto da quella casa. Ebbe anche lo

Anna per farsi perdonare quella prima scaramuccia, cedeva a

soffrendo l'incubo di quella discussione. Oh! ella era

della sera innanzi, in quella lieta mattinata di primavera

voluto andare in chiesa, quella mattina, nella vasta e

ebbe l'impressione di quella indifferenza, sì, di quella

quella indifferenza, sì, di quella indifferenza, Anna si rinfrancò

pare... audace? ¶ - Caracciolo, per quella lettera? ¶ - Sì. ¶ - Non mi

rispetto m'impone, o quella che più fortemente m

mia infelicità e a quella altrui; ah, disprezzatemi, disprezzatemi

è grande più di quella materiale e costa assai

al San Carlo - ahimè, quella musica mi canta nell

più. Io sono sempre quella debole persona, che deve

sorte, che non era quella del mio amore, ma

mio amore, ma era quella del mio secondo amore

fatto qualunque. Stupefatta, esterrefatta, quella che le si parava

singhiozzi nel cuscino, in quella notte lunga di veglia

sole arrivasse a disciogliere quella eterna neve. In quella

quella eterna neve. In quella visione febbrile si vedeva

per quel biancore, per quella desolazione di silenzio e

tendendo le braccia a quella vetta fulgente, non curandosi

a me stessa, in quella divina sera, in cui

tremante di compassione, in quella stanza oscura e deserta

finì per iscuotere tutta quella poca inquietudine che lo

Da che aveva scritto quella lettera, in cui aveva

Col pensiero aveva seguito quella carta bianca, in cui

scena, e non fosse quella una visione della sua

forse, aveva lacerata irosamente quella carta dove la mano

di Dias, a portare quella sciagurata sentenza ad Anna

giorno, dopo aver avuto quella recisa risposta da Laura

mormorò ella, mortificata di quella premura in cui si

disse fra sè, che quella scena muta non si

la infelice, dominata da quella voce, da quella superiorità

da quella voce, da quella superiorità d'animo che

una sofferenza insopportabile: e quella lotta le s'impresse

fredda, restante immota in quella di lui. Lo vide

e di Stella Martini, quella della zia marchesa Sibilia

e più ricca di quella di Napoli: vi era

Acquaviva, teneva assai a quella villa Caterina, a cui

breve vita coniugale, da quella della luna di miele

luna di miele, a quella in cui Caterina Acquaviva

e pregando innanzi a quella immagine della Madonna della

quel disordine e con quella monotonia delle anime convulse

si dispiaceva, no: ma quella tumultuaria forma di passione

la voglia di redarguire quella folle fanciulla, che si

di interessamento, innanzi a quella figura lenta che si

morte. A Sorrento, in quella villa Caterina, dove la

morte, ella avrebbe trovato quella pace, che è foriera

le disse: ¶ - Tu resti? ¶ Quella non rispose, non si

Nessuno osò disturbarla in quella sacra religione del ricordo

viver con loro, in quella stanza che era il

stanza di Laura e quella di Stella. La damigella

andava ad origliare a quella di Anna. Vi regnava

lume era sempre acceso. Quella luce e l'assenza

Anna si assopiva a quella mitissima luce, e sul

se riposasse tranquillamente, e quella figura giacente, al poco

alle lunghe prostrazioni in quella stanza, la cui delicata

loro la tristezza di quella decadenza. Il tormento di

materno, e quando vedeva quella bruna fisonomia che si

far qualche cosa per quella povera creatura. Aveva tentato

prima di uscire in quella sera del diciassette luglio

sua ultima ora, in quella consunzione di tutte le

ore di ribellione contro quella immensa ingiustizia che ella

teneva chiusi gli occhi: quella sera odiava anche il

chiusi, di nuovo, con quella contrazione sdegnosa delle labbra

che vi piace, o quella che avete amato, o

che avete amato, o quella che amate? Volete che

era tenuto sempre, da quella forte e serena superiorità

testa ai piedi, a quella visione, fece tre passi

la sua stanza da quella di suo marito: ma

andava a bussare a quella porta, quasi gli piacesse

intorno, sempre meravigliata di quella vasta stanza un po

proposito di questi fiori, quella indifferenza sua consueta: talvolta

degnasse di uno sguardo. Quella mattina, però, portava all

cui era venuta in quella stanza. ¶ - Fra un'oretta

Ma nell'uscire da quella camera, il cui profumo

mai di trattarla con quella cortese galanteria, che le

pensiero fìsso, di terminare quella scena di famiglia, marito

triste di essere in quella borghese e volgare carrozza

carrozza di famiglia, con quella moglie che impallidiva e

quel minuto di emozione. ¶ Quella domanda e quella risposta

emozione. ¶ Quella domanda e quella risposta equivalsero a una

sua generosità. A che quella debole e folle donna

certa fierezza. ¶ - Non saresti quella passionale donna che sei

Marte, così sarebbe finita quella tortura per tutti. Guardava

tutto - disse lui, con quella profondità d'intonazione, con

ma non troppo, con quella misura che non lo

dopo d'aver detto quella doppia malignità, col suo

in un sogno. ¶ Di quella lunga e sapiente conversazione

una delle malinconie di quella giornata: ma chiunque l

avrebbe avuto da lei quella gratitudine. Adesso ella si

Laura? ¶ - Oh moltissimo - disse quella freddamente. ¶ - Vuoi venire a

Pure, in fondo a quella immensa confusione dolorosa, un

Non aveva ella accettato quella infelice, disgraziata combinazione dove

si gridava allegramente, in quella caduta di bella giornata

ma tutti quanti in quella cara, soave giornata di

Solo Anna, fra tutta quella gioia, un po' intima

far lì, fra tutta quella gente felice o che

Caracciolo. ¶ Era ritornato, con quella sua arte squisita d

ella si compiacesse a quella conversazione. ¶ - Ma siete un

ambedue, così, per accompagnare quella scabrosa conversazione. Anna non

aria eccitata, felice, come quella di chi aveva saputo

questo momento, stanca di quella lunga giornata vuota e

la mano a stringere quella delle due donne, per

collina del Vomero e quella di Posillipo: i lampioni

amore e della vita. Quella vista fece nuovamente sussultare

la sua fisonomia conservava quella vivacità, quell'animazione che

riceveva qualche visita, in quella serata, qualche amico, così

avevi presa per te, quella vestaglia, Cesare? - disse scherzando

la vacuità dell'amore. Quella sera, quando Cesare fu

del suo spirito: ma quella sera trattenne di più

che avean per lei quella cordialità amichevole, che le

venite? - chiese ella, con quella curiosità cortese che non

Sì, sì, mi rammento quella sera - ella disse, a

Quanto vi dispiacqui, eh, quella sera? non vi è

disse lei, cortesemente. ¶ - E quella vostra prima impressione continua

sulla stessa nota di quella conversazione frivola e pur

si potesse distrarre da quella contemplazione. Ella, spesso, chinava

appena le labbra su quella mano sottile, fulgida di

e udito, soddisfatto di quella assoluta libertà, trionfando in

egli non vi era? Quella sera, poi, dopo averlo

lieto e cortese, dopo quella graziosa promessa che nell

aspettava, fremente, tremante, con quella commozione che ogni cuore

imperlò la fronte, a quella delusione: si sentì fiacca

era assai chiara in quella luce rosea della lampada

duro ed efficace, da quella narrazione breve e austera

ella aveva orrore di quella malattia moderna, che è

l'assalse. Forse, come quella di Adolphe, che non

quell'attesa e di quella lettura, sentendo che vi

vi erano balli, in quella notte, e non vi

tende rossastre, avendo in quella luce la stella polare

quasi volesse sottrarsi a quella carezza: e ancora una

Un fatto solo esisteva: quella notte passata fuori del

non le riuscì. ¶ Da quella notte in cui ella

lei, le ore di quella notte, in cui ella

era stato annoiatissimo di quella notte di aspettazione, che

peccato di averlo atteso, quella notte. Cesare, con la

della libertà assoluta, di quella libertà che egli si

si sfuggissero. Del resto, quella giovanile, irresistibile serenità della

vale a dire con quella raffinata sensualità che rassomiglia

nella sua apparenza, con quella tenerezza amorosa che è

del desiderio cocente, con quella carezza della voce, degli

sedotti delle donne. Anche quella specie di mistero che

di per sè; e quella levigatura di sentimentalità, che

sue profonde distrazioni, da quella lontananza d'anima che

ma la sola, è quella di cambiare la figura

gli sembrava adorabile e quella di Laura lo insospettiva

ore di solitudine, in quella verdezza e in quell

dei nervi che rendeva quella figura muliebre così interessante

Caracciolo lo adoperava con quella grazia e con quella

quella grazia e con quella astuzia delle persone che

lo amava Cesare Dias, quella donna! Questi amori dove

per il contrasto: e quella bella giovane, fresca, appassionata

della porta, vestita di quella nobilissima, leggerissima batista bianca

diceva ad Anna che quella era una buona stagione

farla ad Anna. Con quella sfioritura di cinismo che

aveva così completamente innamorato quella bella giovane. E a

Anna per Cesare, di quella di Caracciolo per Anna

storia di un insuccesso, quella. ¶ Lo strano era che

ideale, diventasse come Dias. Quella creatura semplice e passionale

poco a poco ripreso quella disinvoltura, per cui egli

nuova forma, adesso: cioè quella di andare con Laura

egli doveva necessariamente maritare quella ragazza, posto che ne

si sentiva esclusa da quella intimità e tentava invano

Era una puerilità, sicuramente, quella spiacevole impressione che ella

seducente che mai, in quella fittizia esaltazione, e trovandosi

un'amarezza grande per quella stagione estiva, perfettamente perduta

Anna: e Caracciolo conservava quella sua consegna di uomo

di una settimana a quella vita tumultuaria; e disperata

sua cognata, glorioso di quella bella giovane, serena creatura

di lasciar a casa quella stravagante seccatrice di sua

anche se stesso, in quella difesa di Cesare. ¶ - E

lettera, una parola. In quella casa non vi sarò

continuavano a godere di quella libertà che avevano goduta

fantastica, al contatto di quella passione terrena che la

tutta la sua crudeltà, quella pena d'amore: ma

a domandarsi, se veramente quella gelosia non fosse una

illusione, infine, era stata quella precipitosa partenza da Sorrento

dovuto strapparsi dall'anima quella passione, per guarire. D

un compito, una missione, quella che ti sei assunta

errore, poichè aveva sposato quella folle creatura; ed ella

egli lo indovinava, con quella felice intuizione degli innamorati

teatri, quello stordimento superficiale, quella ebbrezza degli occhi e

per un tentativo, per quella strada, egli era ridiventato

vi era più spettacolo quella sera al San Carlo

vanità, dell'amore, per quella serata perduta. Anche Anna

stanza di Cesare, a quella porta dove egli sempre

sempre entrava, non a quella che era in comunicazione

Laura, tutta vestita di quella morbidissima lana bianca, che

assaporassero intimamente quel silenzio, quella solitudine, quella libertà, quella

quel silenzio, quella solitudine, quella libertà, quella amorosa compagnia

quella solitudine, quella libertà, quella amorosa compagnia, quel bacio

Laura era restata in quella di Cesare, mollemente abbandonata

sua anima fosse in quella mano, unita per sempre

visiva ed implacabile di quella silenziosa scena d'amore

che vedeva, liberarsi da quella scena, liberarsi da quel

la sua mano da quella di Cesare e aveva

e liberar sè da quella magìa. ¶ - Dio, Dio, dàlle

sua fiamma, quel candore, quella purità. Ella tornò verso

ella diceva ancora che quella era follia, a un

non pensava più che quella fosse una visione. Batteva

come una furia, in quella stanza, strappando la tenda

dura, che era forse quella della passione repressa, riapparve

vostra - disse lui con quella voce seduttrice, a cui

sul letto aperto con quella linea disperata di vestiti

di Anna Dias in quella serata: lanciato via il

crollò il capo, vedendo quella gran miseria di cose

il suo dolore. ¶ Ma quella adesso rifaceva il letto

Ah, in quel minuto, quella pietà di una serva

del tradimento. E forse quella serva sapeva tutto, poichè

stata che lei; e quella miseria, quel tradimento, quell

chiuse al sonno, in quella notte. ¶ - Grazie: buona notte

le passò in mente quella notte, quando era salita

tal quale come in quella prima notte, poichè ella

serenità si diffondeva in quella leggiadra figura dormiente. Anna

tratto, sulle labbra di quella dormiente apparve un sorriso

avvolta di tenebre, con quella faccia di fantasma che

quattro ore prima, in quella veste, Laura era stata

sorella le riappariva, in quella veste, vivente immagine del

insopportabile: e quasi che quella divina creatura, nella sua

Laura, Laura! ¶ - No - disse quella, fieramente. ¶ - Per la Vergine

poi ritornò verso Laura. Quella aveva già rialzata la

Perchè hai fatto questo? ¶ Quella, che trasaliva a ogni

le sue lagrime: e quella voce di sua sorella

quanti: tu hai, con quella fuga, disonorato le tombe

bagnandole delle sue lacrime. Quella ebbe un minuto di

inginocchiata, davanti e plorante, quella donna che aveva offesa

neppure di aver udito quella chiusura di porta. Era

da una sventura, in quella notte. Poichè, nell'accasciamento

terza volta, quelle parole, quella voce che le pronunciava

labbra da cui uscivano, quella gola bianca che si

il suo alito in quella povera anima conturbata ed

poichè Egli aveva diradata quella nebbia rossa, poichè le

ella potesse essere sempre quella miserabile creatura che era

tentò di rialzarsi da quella disperata preghiera, in cui

alla pietà fraterna; rivedeva quella scena, rivedeva il volto

e la impassibilità di quella figura innanzi a ogni

innanzi, rossa di umiliazione, quella fronte superba; avrebbe dovuto

e di moglie, in quella sera ella non aveva

voleva amare. ¶ E in quella notte terribile, per la

avvinghiata alla propria vita, quella fatalità; ella l'avrebbe

corridoio e andò a quella di suo marito. Era

o di amore. Anche quella notte, cominciata con le

Adesso, egli chiudeva addirittura quella porta contro lei, trattandola

Un fatto così inesorabile, quella disfatta nelle piccole e

di Cesare, restò presso quella porta serrata, immagine di

effondeva e che pareva quella di una lunghissima e

mano, si spogliò di quella veste di velluto nero

non aveva pensato, bastò quella perla perduta e la

con gli occhi stralunati quella porta, dove si bussò

soli, ai Gerolomini. ¶ - In quella brutta casa? ¶ - Restiamo qui

l'anima fissata su quella idea. ¶ - Non io, soltanto

inteso il valore di quella parola e di quel

non ti meravigli neppure. Quella, almeno, ha rabbrividito, ha

è di casa Acquaviva, quella! Dinanzi alla mia collera

pietra istessa sepolcrale. Almeno quella, la fanciulla, ha il

suo posto; inchiodato da quella voce, da quelle parole

la prima volta, in quella scena, le si velarono

parole, sono adoperate da quella donna fatalizzata che è

in cui avevo fatto quella sciocca proposta. Eh... sono

sopra suo marito, verso quella cara persona che adorava

che io vi misi, quella sera a Sorrento, prima

dell'amore, nè secondo quella del matrimonio, io vi

la sua avversaria, in quella lotta, dove ella aveva

dei capelli. Aveva ripreso quella rigida esattezza dei movimenti

Ella restò sola, in quella vasta camera, tutta brunastra

austera, tutta tetra, in quella luce bigia dello sciroccale

batterono le palpebre, in quella fastidiosa luce triste, piovuta

qualche raro passeggiante, in quella giornata così melanconica: attraversò

quando fu arrivata a quella parte della Villa che

pioggia, annoiati forse da quella solitudine: un silenzio eterno

tutte le linee, e quella faccia umana parve già

mani tremanti che accolse quella smorta donna, dalle tremanti

nobili, rifulgeva misteriosamente. ¶ E quella notte improvvisa, in pieno

lo stesso tremore di quella persona che egli indovinava

di cui ella moriva, quella fatalità che si ripresentava

inerte, le carezzò teneramente quella piccola mano, e con

quanti sforzi facesse, in quella sua agonia, non le

staccarsi da lei, lasciare quella manina senza vita che

morto, quel cielo morto, quella morta via del Chiatamone

capì bene che adorava quella donna, se aveva potuto

cercò di sciogliersi da quella stretta; ma troppo egli

ridicolo, grottesco, innanzi a quella donna che lo aveva

egli comprese bene che quella visita, che quella bizzarria

che quella visita, che quella bizzarria di parole, di

volume? ¶ - Sì. ¶ - Prendetelo: copiatemi quella poesia. Dopo... vi dirò

chiederle se volesse ancora quella. Ma quale immenso dolore

piedi, giacente sul tappeto, quella morta, chiusa nella sua

in quel giovane viso, quella serenità augusta della morte

dell'universo; in tutta quella figura vi era ancora