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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giuseppe Marotta, L'oro di Napoli, 1947

concordanze di «quella»

nautoretestoannoconcordanza
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acqua lieta, non in quella imbronciata, che bisogna inzuppare
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avevo più lacrime, odiai quella mia seria faccia di
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un’altra nostra separazione, quella del mio primo giorno
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che non piango, mamma, quella poesiola la imparai a
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guarderò le gambe di quella formosa giovinetta, non voglio
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di limoni, acconsentivano a quella musica un po’ aspra
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qualsiasi vecchio edificio di quella che doveva diventare la
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mia nonna materna stipò quella anonima casa di novene
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i mobili, e lasciammo quella casa per una stamberga
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po’ che serviva in quella casa, mia madre ebbe
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e il tepore di quella cara mano nelle dita
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perfidia domestica e distratta; quella mattina lo scialle in
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madre me la faceva quella sua incessante fatica, come
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scoperte e accese da quella gaudiosa ilarità, i grumi
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boccetta che era sempre quella dell’aceto) cominciavo a
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un po’ sorrido. Chiudi quella finestra, non voglio che
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cessò e sparì a quella svolta. Rientravo sempre più
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tutte le campagne, da quella eritrea a quella libica
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da quella eritrea a quella libica; ma le ore
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me è rimasta sempre quella di Sant’Agostino degli
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mio berretto; l’abitai quella chiesa, non esagero. Una
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era che da sciogliere, quella carne risentita, contratta... io
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io mi aggrappai a quella sua occhiata per concludere
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non mancavano davvero in quella stanza! ¶ Sono magari Satana
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quel mio orgoglio e quella mia umiliazione di neofita
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quanto valeva per me quella lira, sbirciavo le colonne
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candide o bizzarre, come quella in cui le donne
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un tornese?», o come quella in cui lo sposo
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e per disegno, a quella che mancava. ¶ Oppure le
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la quindicesima lettera, arrivò quella mattina di marzo alla
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ogni modo, assaporando femminilmente quella tragedia, sentendosene appesantiti e
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pizza” aveva soddisfatto anche quella volta i gusti dell
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di don Rosario. ¶ «E quella è una pietra dura
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smunto, Petrillo Saverio; e quella mattina agonizzava su un
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singhiozzando, donna Carolina ghermiva quella povera testa grigia e
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si schiaffeggiò? ¶ Così venne quella inaudita domenica sul finire
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con l’alito in quella direzione. Sul serio dopo
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aria di subirli che quella di desiderarli; anzi procede
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senz’altra speranza che quella di poter vedere Giraci
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tutto. ¶ Avrebbe dovuto capire, quella notte, che Lucia gli
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manette, e impercettibilmente gemeva. ¶ Quella faccia di annegata nella
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la propria firma in quella imitata senza grazia dal
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Sul serico letto nuziale, quella sera stessa, il conte
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l’onorario erano: «E quella è scienza. Buongiorno a
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dolci e concitate strofe: quella sottile riga di sangue
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uomo completo e preciso. Quella sera io mi sentii
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don Gennarino, come in quella del suo antagonista, è
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non era una corsia, quella, bensì un’abitazione; tanto
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che le aveva venduto quella mattina dodici spilli; passava
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don Ciccio era infatti quella di socio in un
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l’insegnante ricordava di quella mattina ; poi lo condusse
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che aveva loro inviato, quella sera, sei piedi di
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senza altra consolazione che quella di veder piovere o
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per lunghissimi mesi a quella stessa bottega che avete
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emiliana che serviva in quella casa di forestieri e
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a toccar terra: in quella penombra la signora Cammarota
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Per la prima volta, quella notte, don Peppino osò
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della città alta e quella di riprendere la via
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immemorabile voleva bene a quella Sant’Anna e si
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fenomeni di suggestione collettiva. ¶ Quella notte, don Bernardo scivolò
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primaverile, partecipò al dibattito, quella sera stessa don Raffaele
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indocile onda di capelli, quella vegetazione irrompente: poi composta
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riverite a Napoli, da quella del Carmelo a quella
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quella del Carmelo a quella di Pompei; la notte
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viaggiava per Napoli; forse quella sera stessa il moribondo
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o del polso, in quella montagna di adipe, il
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e sincera Napoli in quella atmosfera da presepe, come
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della precedente mostra natalizia, quella ruga; Don Aniello impigriva
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l’indomito fruttivendolo, accettando quella diagnosi come un elogio
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con la manica, dietro quella dei fichi biondi striati
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reggere) senza volergli bene. Quella sua irrevocabile volontà di
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più importante lampadina elettrica, quella che illumina ogni sera
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vapore la carne e quella che diluisce o assimila
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miracoli degli spaghetti in quella sontuosa università. (Vidi nei
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al Tondo di Capodimonte, quella lunga e malinconica fila