Salvatore Di Giacomo, Nella vita, 1903

Letizia si mescolò a quella folla e andò avanti

di «Riva Casilina». Letiziella. Quella del furiere. ¶ Letizia si

alito impuro emanava da quella stanza e dai suoi

rossiccio uscì, sbadigliando, da quella penombra. Avanzò nella camera

amata dopo di lei, quella per la quale l

s'era scordata di quella gran giovane fulva, rosea

fiammata di fascine, e quella di piantone alla porta

apparivano come dissolventisi in quella furia d'uragano. ¶ Come

che ti pianta lì quella creatura senza neppur dirle

arco barocco. E a quella luce indecisa che saliva

con le sostanze pur quella missione autocratica. ¶ In verità

gliela lascio più come quella sera, si ricorda? Mi

vero... E lei ricorda quella sera della fuga? Lo

serenità con cui accoglievo quella notizia pur così attesa

lì, al cospetto di quella partecipazione, che parecchi dei

cominciava di là, da quella carta. Per me, pareva

Della sua zia monaca?.... Quella è morta, la zia

penetrato tutto quanto da quella natural malinconia della sera

spirituali con le letterate. Quella calligrafia donnesca mi sorprese

scrive questa lettera è quella d'una buona vicina

più gentile delle soddisfazioni. Quella di poter vedere, di

Lago mi appariva come quella d'un personaggio poetico

poetico e tragico di quella nordica letteratura. ¶ - Sarà egli

La stanzuccia mi parve quella d'un qualche militare

lo imitassi. Guardai dentro quella celletta, a quel modo

gratitudine, l'ha fatto. Quella è la signorina che

si chiuse, sbattuta forte. ¶ QUELLA DELLE CILIEGE. ¶ Stesa supina

bagnava il divanetto e quella donna di un dolce

che gli avevano indicato. ¶ - Quella lì non ha proprio

miserie della vita, ecco. Quella signorina è un po

l'indice teso. ¶ - Ah, quella linguaccia! ¶ - Già, già: ha

mi cercano, chiedono di quella delle ciliege..... ¶ - È il

Ercolano, così conquistato da quella dolce immobilità sopita, che

de' più anziani di quella ignobile gargotte ove s

cultura quando non fosse quella delle scienze naturali e

e associata a tutta quella tristezza, a tutta quella

quella tristezza, a tutta quella miseria. ¶ - Spero che non

sentii quasi intenerito da quella innocenza pacata e soddisfatta

di doverne cavare ammaestramento: quella era una forma nulla

inferiore, tranquillamente passiva. Tuttavia quella felicità fortificante, d'un

Finii per arrendermi a quella impenetrabilità pacifica e indifferente

Legga pure. ¶ Mi pose quella carta sottocchi. ¶ - Come! De

giorno veniva dentro in quella stanza, ch'era tutto

volse e guardò da quella parte. Poi tornò a

un rigido mistero, e quella morte improvvisa non certo

attorno meravigliato, assalito, in quella desolante misera della stanzuccia

i suoi persecutori infantili. ¶ - Quella? - mi dissero, come ne

una volta tra conoscenti - Quella è donna Clorinda. ¶ Finalmente

non v'era che quella. E come ne ascendevo

una a una, in quella piccola stanza ov'era

a chiudere il robinetto! ¶ Quella della sigaretta entrò in

aveva fatta accogliere in quella casa per carità, s

aveva chiusi. Ma da quella commessura, avanzando fino a

servetta s'indugiava era quella della Marangi, la maestrina

gli occhi in su, quella fetta di cielo che

voi stesse. ¶ - Come! - disse quella che chiamavano Cocotte - Ma

assordante vocio. ¶ - Io voglio quella! ¶ - Io questa! ¶ - Io quest

La bruna! ¶ - La grassa! ¶ - Quella più modesta! ¶ - Di qua

tra quel soggolo e quella cornetta. ¶ Gli urli ricominciavano

Badi! - fece alla suora quella dell'arancia, e si

la sua guancia su quella faccia stravolta e bruttata