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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Renzo Bistolfi, Il segreto del commendator Storace ovvero, quando si dice morire sul più bello, 2019

concordanze di «quella»

nautoretestoannoconcordanza
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vecchio tassista. ¶ PROLOGO ¶ Anche quella sera aveva alzato il
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cosa non voleva capire quella brutta gallina incipriata! ¶ E
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era niente da fare, quella era una faccenda delicata
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per cortesia, ma di quella faccenda lì, dell’Alighieri
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e grigio con tutta quella gente nuda su un
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quando gli è capitata quella faccenda là... si è
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mai potuto parlare, di quella faccenda là...» ¶ «Diventa intrattabile
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non esageriamo. È che quella faccenda là lo ha
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magro. ¶ Per fortuna anche quella notte l’incubo che
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lo svegliava di soprassalto, quella notte non sarebbe arrivato
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ne sapeva lui di quella persona che emergeva all
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andata a vuoto anche quella, e quando era tornato
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Poi c’era stata quella faccenda là, della quale
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su, reverendo, non faccia quella faccia scandalizzata. È solo
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ci fosse attinenza con quella faccenda là? Era un
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i suoi timori. ¶ Così quella sera, davanti a un
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Nick rimase senza fiato: quella visione era meravigliosa, incantata
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circolo della musica? È quella specie di palco rotondo
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chiesetta e accanto a quella il palazzo che cercava
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nella camera degli ospiti, quella celeste. Rimane con noi
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e, in fondo a quella, attraverso un’altra porta
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domestica lo fece sussultare. «Quella porta lì è il
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nodo più volte, perché quella mattina difficilmente sarebbe riuscita
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posizione di «attenti» a quella di «riposo». Fumava una
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soddisfatto. Era contento di quella secca risposta. ¶ Sia fatta
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più delle volte è quella che conta. ¶ Difficile farsene
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Perché mai aveva sposato quella donna, così, all’improvviso
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seduta su quel divano, quella domenica pomeriggio d’ottobre
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a fare proclami? Su quella faccenda là, poi, che
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fosse andata a finire quella matta della moglie, ma
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camera caritatis, senza tutta quella messinscena del ricevimento. ¶ E
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la seconda parte, cioè quella del testamento. Ma di
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morte a farle provare quella bizzarra sensazione? Che fosse
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di rispondere. Ormai, anche quella era acqua passata. ¶ Ficcò
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tabaccaia di via Borzoli, quella col figlio che studiava
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bene, lo purificasse da quella specie di carezza gelida
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la conosceva a menadito, quella patrimoniale la intuiva, il
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da meno, morta pure quella. ¶ Un orfano del quale
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intendeva fare. ¶ A Damonte quella sembrava una vera beffa
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messa funebre, ma di quella si sarebbe occupata lei
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porta dello spogliatoio e quella dell’andito delle scale
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pratico, ma a Nick quella figura alta e solida
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Jole sembrò impressionata da quella improvvisa e inaspettata determinazione
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essere una barriera anticomunista, quella, e invece ne era
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a cosa era dovuta quella visita? «Si accomodi figliolo
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bello che sposato con quella giovane signora. Mi disse
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che facesse freddo, anzi. Quella mattina autunnale sembrava quasi
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propria. A partire da quella lingua di ciabatta del
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muso nei creditori? Se quella là crede che non
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una pianta debiti di quella forza, si immagini un
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macchina di piazza, era quella del vecchio Celesia, me
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a domandarci cosa fosse quella novità. A quel punto
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a quell’ora, ma quella mattina avrebbe fatto un
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metteva di solito con quella pelliccia. Lo portava sulle
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suo ufficio senza che quella se ne adontasse... ci
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parlo un po’ di quella faccenda là che le
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dire e non dire quella buonanima di suo zio
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arrivo e adesso, in quella sala dalle pareti coperte
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con un’espressione sorpresa. «Quella è solo una piccola
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mai varcato. ¶ Damonte aprì quella porta, entrò nella stanza
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crociera, interamente affrescata. Da quella partiva uno scalone d
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una robusta porticina, anche quella fermata da chiavistelli e
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Accidenti...» mormorò Nicolò meravigliato. ¶ Quella casa era un vero
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a lui era rimasta quella strana tonalità alta, e
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nella camera degli ospiti, quella celeste...» La camera degli
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sensazione che in tutta quella storia vi fosse una
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risposta. Una risposta a quella richiesta che lei mi
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in maniera diversa da quella genovesissima ed ecclesiasticissima del
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poi c’era sempre quella sensazione di mancanza di
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sulla partita. «Mica come quella gente là che le
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se mi spiego. Vede quella là? È la mia
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si abbassava, e su quella ci si legavano i
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avere una moglie come quella.» ¶ Nicolò lo incalzò. «E
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incalzò. «E cioè? Come quella come?» ¶ Il tassista scosse
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più una sgarzellina, come quella lì. Ha ragione lei
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radiografia, per vedere se quella benedetta bronchite che si
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punto della situazione, ma quella non era stata per
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l’aveva detta. ¶ Ma quella l’aveva fissata dal
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più attenta, perché con quella non si scherzava mica
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E la Gioconda, poi! Quella stupida. Ci si era
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il tutto stipato in quella specie di budello largo
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ora di levarsi da quella insopportabile confusione. ¶ A un
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Pescetto fu felice, perché quella domanda le dava occasione
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voltò lo sguardo da quella parte. Un’infermiera non
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Madonna del Gazzo! È quella chiesetta che c’è
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che tutto dipendeva da quella malaugurata lettera che lei
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una decisione complicata e quella non gli veniva. A
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telefonare alla gente perbene, quella. ¶ Bah, ormai il numero
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chi vuole che fosse? Quella non si perde nemmeno
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una delle due finestre, quella di destra. «Venga un
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ha portato in casa quella donna. Giovane, bella. Per
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trovato il commendatore, in quella specie di gallina spaventata
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lunga Ersilia Pittaluga, perché quella invece di carattere ne
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uscì nella scala comune: quella settimana la pulizia toccava
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pensosa. Come doveva interpretare quella sparizione? Era un caso
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e arrivato a sera quella preoccupazione gli impediva di
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facciata sulla piazza a quella posteriore. Alla sua sinistra
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nessuna di esse apriva quella vecchia serratura. Stava per
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si incaponisse tanto su quella porticina preclusa. Fatto sta
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che decise di aprirla quella notte stessa, tanto per
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una cosa senza senso quella che stava facendo, ne
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roba da autorità costituita quella, da celerini o da
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altra disgrazia e se quella disgrazia stavolta fosse andata
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buone intenzioni. ¶ Giunto a quella conclusione non vedeva cos
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coscienza e se uno quella laboriosa coscienza ce l
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delle vecchie damigiane. Da quella stanza un’altra scala
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Nicolò rimase paralizzato da quella visione inaspettata. Era talmente
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passato per cretino con quella inutile telefonata. ¶ Meglio una
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contessa Conti Sinibaldi, e quella gli aveva detto: «Il
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un’espressione incredula e quella aveva continuato: «Se non
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non capiva più niente. Quella donna doveva essere pazza
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compagnia a Gilda in quella vecchia cisterna ammuffita. Per
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magari la salsa verde, quella che si mette sulle
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penso quel che dice quella scrittrice inglese di gialli
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Già m’è scappata quella bagascia dell’Ersilia, vuole
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vite come i gatti quella, e adesso...» ¶ «Ma perché
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era portato in casa quella matta furiosa che ci
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Ecco cosa doveva dire quella maledetta domenica!» ¶ Ed ecco
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effetti dalla porta posteriore, quella in fondo allo scalone
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e sono tornata indietro.» ¶ Quella donna era diabolica, completamente
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Sciortino si lanciò da quella parte, mentre Marini a
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ospedale per degenti privati, quella dal lambris verdino: lo
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con la Pescetto, ma quella è una stupida e
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inizio sapeva benissimo che quella donna non era normale
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in realtà Gilda da quella casa non era mai
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aria quanto mai concentrata. ¶ «Quella domenica c’è stato
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far nulla: dovevo fermare quella pazza. Difatti quel giorno
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la porta della cantina, quella nell’atrio comune, era
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visita di monsignor Malacalza, quella di Gioconda Pescetto e
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Pescetto e di nuovo quella di Ersilia Pittaluga, che
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era morta e che quella donna era sua madre
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Dopotutto era stata proprio quella la sua famiglia. ¶ Epilogo
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voglia di tornare in quella casa, che per lui
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Salvo forse... Salvo forse quella vaga idea, quella voglia
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forse quella vaga idea, quella voglia confusa che ogni