Vittorio Alfieri, Polinice, 1783

più sete, ¶ se di regno, o di sangue, mal

s'ei non ha regno? E a forza darlo

Tidèo, chiedendo il pattuito regno. ¶ L'aspre minacce, i

la vita e il regno. ¶ SCENA III ¶ POLINICE, GIOCASTA

venìa chiedendo il mio regno Tidèo, ¶ recava (dimmi) ei

il saprai, s'io regno. ¶ Polinice ¶ Hai scettro, e

furor? — Non del richiesto regno, ¶ t'irrìti tu; ma

che ad ottenere il regno tuo per l'anno

offendi! E che? del regno ¶ minor mi tieni? Ah

scettro m'offre: se regno io sol volessi, ¶ già

Più che ottenere il regno, ¶ dunque abbi caro il

io ¶ qui, senza sangue, regno? ¶ Creonte ¶ — Io te solea

ingannarti, no. — Non avrai regno ¶ qui, senza sangue. ¶ Polinice

tutti, e vita e regno ¶ avria perduto ei già

misfatto? ¶ Creonte ¶ Se il regno solo toglierti ei volesse

sangue, il mal difeso regno ¶ tutto mandando. Re, tu

gli cale, ¶ che il regno: in somma, le minacce

lor giorni ¶ sotto altro regno. Alla bramata pace, ¶ madre

vivo! Io non ho regno, e tutte ¶ di re

ne do il mio regno. Io 'l cedo, il

Io 'l cedo, il regno io cedo; ¶ che a

i Numi ¶ offrir pel regno tuo voti mi udranno