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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Italo Calvino, Fiabe italiane, 1956

concordanze di «rispose»

nautoretestoannoconcordanza
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1956
voce: – Butto? ¶ E Giovannino rispose: – E butta! ¶ Dal camino
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portate? ¶ – Croste di formaggio, – rispose il vecchio marinaio. ¶ – Buono
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domandò. ¶ – Olio bollente, – gli rispose il marinaio. ¶ Allora il
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Allora il Mago le rispose: – A te posso dirlo
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stato troppo ambizioso. ¶ – Signorsì, – rispose, – ma se a Vostra
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mia figlia? ¶ – Sì, Maestà, – rispose il Principe. ¶ – Come? Vuoi
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mese? ¶ E il barbiere rispose: ¶ Barbe lunghe e barbe
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lo darò. ¶ E Perina rispose: – La cassa di carbone
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1956
voleva sposarla, ma lei rispose che doveva pensare ai
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ti faccio marchese. ¶ Portacalcina rispose: – Non può essere che
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E la ragazza gli rispose: ¶ O bel nobile cavaliero
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qua vicino. ¶ La Marietta rispose: – Sì, sì. Vienmi a
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sa, non è permesso, – rispose quella, – in questo palazzo
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per comprare la polenta. ¶ Rispose il Re: – Ma cosa
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ho capito, – lei gli rispose, soltanto, perché non aveva
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è qua? ¶ Nessuno le rispose. ¶ La ragazza andò in
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sola a vegliarmi? ¶ Gli rispose la schiava: – Avevo chiamato
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dimenticato niente? ¶ – No, niente, – rispose, ma poi andò a
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morto? ¶ E il coltello rispose: – Sì che mi ricordo
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morto? ¶ E il coltello rispose: – Sì che mi ricordo
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sposata? ¶ E il coltello rispose: – Purtroppo mi ricordo. ¶ – A
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1956
giorni? ¶ E il coltello rispose: – A te. ¶ – Visto che
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La figlia del Mago rispose di sì; si nascosero
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il telescopio d’argento, rispose che tutto quel che
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lavori. ¶ – Dormi e taci, – rispose il Signore, e San
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i servitori, ma nessuno rispose. Accorsero invece il cane
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E perché no? – lui rispose, – ma dov’è che
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fico. ¶ – Non posso, – lui rispose, – voglio stufare la figlia
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fratello. Il Drago le rispose che suo fratello non
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contadina. ¶ – Abbi pazienza, – le rispose suo padre. ¶ Ma un
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bene? Siete contenta? ¶ Stellina rispose di sì, lui le
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su scritto E saprai rispose: – Sei in un luogo
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dormito bene. Stellina gli rispose gentilmente come tutte le
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somma pattuita. ¶ – Fa niente, – rispose Sandrino, – un po’ di
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lì, Signora? ¶ E lei rispose: – È il buon vento
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Come volete, signor Arciprete, – rispose Fiore. E andarono insieme
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al diavolo anche quello! – rispose Fiore; fece fagotto e
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Ma il Re gli rispose: – Giovanotto ardito, sappi che
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mangerà voi pure? ¶ – Giustappunto, – rispose il giovane, – sono qui
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1956
quell’accoglienza, e piagnucolando rispose: – Ma non avete proprio
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volontà, franca franca gli rispose di sì. ¶ Il Mostro
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1956
cenate? ¶ Bellinda, garbata, gli rispose: – Siete voi il padrone
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si fece coraggio e rispose: – Se ho da dirvi
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ve ne voglio, – lei rispose. ¶ – E mi sposeresti? ¶ – Ah
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tovagliolo? ¶ – Perché no, Maestà? – rispose lui. – Ma a patto
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vendi? ¶ – Perché no, Maestà? – rispose lui. – Ma a che
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da quelle parti remote? – Rispose un anziano della Corte
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voce che diceva: – Comandi! – Rispose Menichino: – Comando una carrozza
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Corte, con codesti scarponi? ¶ Rispose il giovane: – Sono il
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spasso pieno di pericoli, – rispose il Re, – per chi
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altro ancora: nessuno gli rispose. Era buio. Il leprotto
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novità da queste parti? ¶ Rispose l’oste: – No che
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a voi vi sposo. ¶ Rispose la ragazza: – Io per
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pianto nella voce, gli rispose: – Ho paura che mi
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di Bufala. ¶ – Sì, mamma, – rispose lei, – e nella fretta
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chiese. E la ragazza rispose che le era venuta
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di tutte le donne! ¶ Rispose Testa di Bufala: – E
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città? ¶ – Perché no? – gli rispose quello. – C’è un
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più ti piace, – gli rispose la moglie. – Per non
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Signor padre! Che avviene? ¶ Rispose il Re: – Ho ricevuto
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usi cristiani. ¶ L’Ebreo rispose: – Non importa, dovete farmi
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Questo non m’importa, – rispose l’Ebreo, – se non
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Re, mammalucca? ¶ E Caterina rispose: – Vedrete che il Re
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E il contadino gli rispose come la Regina gli
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tuo mestiere di contadina. ¶ Rispose Caterina, tutta umile: – Come
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casa tua? ¶ – Sì, Maestà, – rispose lei, – ma non è
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il finto stalliere, che rispose: – Mah, a me dei
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e gliene domandarono ragione, rispose: – Non è nulla, è
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a imparare l’istruzione. ¶ Rispose l’assassino: – Se vuoi
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come mai? ¶ Il Re rispose: – Avrei cavalli da farmi
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e castigalo come merita. ¶ Rispose la cavallina: – Basta che
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femmina per fuggire? – e rispose: – Una femmina per fuggire
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E la mamma gli rispose: – Va’. ¶ S’alzò di
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Maga. ¶ E il nonno rispose: – Proprio quel che volevo
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tagliarle la testa, – lui rispose. ¶ – Ah, caro mio! Ti
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d’essere mangiata. ¶ Lui rispose: – No, no, bella ragazza
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tutto io. ¶ E Prezzemolina rispose: ¶ Preferisco dalle Fate esser
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del Bel-Giullare. ¶ – Sissignora, – rispose Prezzemolina, e la mattina
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giardino che avete! ¶ – Maestà, – rispose la ragazza. – C’è
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che c’è pericolo? ¶ Rispose il giovane: – Pericolo quanto
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pari vostro? ¶ Il Re rispose: – Non ci pensate. Io
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disastri», e al legnaiolo rispose: – Allora sposerò la terza
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dove sei? ¶ – Sono qui, – rispose una vocina, – sono in
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c’è di sicuro, – rispose quello. ¶ – E com’è
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vuoi che ne sappia? – rispose la bruttaccia. ¶ – Ecco il
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perle e diamanti avrai, – rispose la vecchia. E dopo
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per non esser scortese rispose: – Rose e gelsomini. ¶ – E
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oro. ¶ – Vieni giù, – gli rispose Lucibello. Quando fu giù
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volta. ¶ Il Gigante gli rispose: – Lascia andare: non mi
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alle nozze di Pollicino, – rispose il gallo. ¶ – Ci vengo
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fame. ¶ Il gallo gli rispose: – Io da darti non
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fame –. La gallina gli rispose come aveva risposto il
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del Re? ¶ – Volentieri, – gli rispose quello. – Aspetta solo che
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figlia ve la do, – rispose il Re, – a patto
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è visto niente? – lui rispose: – No, no, è tutto
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è successo niente? – gli rispose: – Niente; puoi startene tranquillo
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ebbe detto quello, le rispose: – Ragazza mia, è meglio
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Se m’aiuti, – le rispose la vecchia. ¶ – Aiuti a
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vai? ¶ E la ragazza rispose: – Vado cercando il Re
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ragazza appena li vide rispose: – Questi braccialetti metteteveli per
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giorno, dalla quarta finestra, rispose ai servitori che portavano
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le chiesero. ¶ E Maria rispose: ¶ Sono Maria di Legno
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campare mille anni, e rispose: – E perché mi dici
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E la Brutta Saracina rispose: ¶ È venuto fuori il
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figlia. E il viaggiatore rispose: – Sì che l’ho
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qua? ¶ E il giovane rispose: – Il mio padrino! ¶ – No
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aranci a quel modo. ¶ Rispose il tignoso: – Maestà, voi
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E voltati! – Il giovane rispose: – No. Se mi volto
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il collo torto? ¶ – Sai, – rispose la seconda figlia, – la
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fa per me. ¶ Gli rispose la madre: – Figlio mio
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di notte. ¶ Il romito rispose: – Non dubitare, sor padrone
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glielo chiese. ¶ – È semplice, – rispose la giovane: – Moro bevo
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Per avere la grazia, – rispose la Regina, – deve spiegare
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il marito, e gli rispose: – E dormi! Non ti
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giunto fin qua? ¶ – Maestà, – rispose il garzone, – mi chiamo
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come ti chiami? ¶ – Ciecadritto, – rispose. ¶ – Che nome è questo
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Come ti chiami? ¶ – Orecchialepre, – rispose. – Sento tutti i discorsi
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chiami? – gli chiesero. ¶ – Soffiarello, – rispose. – Io son capace di
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Voglio tentare. ¶ – Figlio mio, – rispose il maggiordomo, – te lo
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ebbe riflettuto ben bene rispose così: – Tata, ho sentito
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farmelo riconoscere. ¶ – Bravo, bravo! – rispose il Maestro, – ma sta
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marito e i figli. Rispose che non si sentiva
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domani c’è tempo, – rispose lo sposo e congedandosi
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alla chiamata del rubino rispose mandando l’ultima delle
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penne vuoi. ¶ Ma Filomena rispose: – Se foste Filo d
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mille baci vi darei, – rispose Filomena, – ma piuttosto che
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questo batuffolino di bambagia, – rispose la vecchia, – ma non
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ma la madre non rispose. ¶ Il terzo giorno, i
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vuoi maritare? ¶ – Papà, – lei rispose, – se volete che mi
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non parla! ¶ Lei gli rispose: – Aspetta, a suo tempo
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ferita. La Reginotta gli rispose che gli animali feroci
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di cera. Il Re rispose che non gl’importava
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mezzo morto dal dispiacere, rispose di aspettare il suo
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domandano ospitalità. ¶ – Piacere nostro, – rispose lei, – stavo proprio preparando
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Teresa, tutta tremante, gli rispose: – Signorsì, signor Drago, la
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Sì che lo vedo! – rispose lui. – Perché me lo
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domanda. La Bella gli rispose: – Quando trovi un uomo
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lo sposalizio. La Bella rispose che aveva bisogno di
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parlar di danari, le rispose subito: – Sì, sì, andiamo
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come governatore. Il contadinello rispose che se voleva che
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tomba sua madre le rispose: – Sposa pure il serpente
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E quella trista donna rispose: – Vedete voi come bisogna
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queste parti? ¶ – Compare leone, – rispose lui, – io sono venuto
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fare qui? ¶ – Compare orso, – rispose lui, – sono venuto da
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figlio il granchio. ¶ – Sì, – rispose il muratore, – basta che
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è mio, – il giovane rispose. ¶ Entrato dalla Principessa, lei
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non è che questo, – rispose la serpe, – io ho
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che castigo meriterebbe? ¶ – Oh, – rispose la Regina, – e chi
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suo fratello innocente. Ella rispose: – Non pensiamo al passato
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del naso. ¶ Il Consiglio rispose: – Vostra figlia è per
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la notte? ¶ – Bella fresca, – rispose Caterina. ¶ – Ci pensi al
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vi scomoda. ¶ – Padrone! – lei rispose. ¶ Venne il Reuzzo in
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chiese il Reuzzo. ¶ – Vedova, – rispose Caterina. – E voi? ¶ – Anch
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Parlo coi pianeti, Maestà, – rispose il vecchio. ¶ – E che
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tovaglia in bocca? ¶ – Sì, – rispose il giovane, – quella colomba
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chiederla in sposa. ¶ – Ditegli, – rispose la Reginella, – che m
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questi magazzini? ¶ – Signorsì, – gli rispose la donna, – chi è
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Signora? ¶ E la Signora rispose: – Tutto può succedere… ¶ Venne
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bravo giovane, Sor Giuseppe, – rispose la donna. ¶ – E il
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fate presto, – lei gli rispose. ¶ Appena il Principe fu
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moglie. ¶ – Non può essere, – rispose il Re, – non può
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figura. ¶ – Sì, è così, – rispose il Re, – ma questo
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le sapeva tutte gli rispose: – M’ha detto che
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povera Signora, dolcemente, gli rispose in rima: ¶ Vigna ero
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Il Bracciere, allora le rispose: ¶ Vigna eri, vigna sei
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pianta? ¶ La zia gli rispose: – Maestà nipote, è mia
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dar riparo? ¶ La cameriera rispose: – Vado a dirlo alla
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Che volete che abbia? – rispose il picciotto. – Sono morto
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Chiede grazia d’uscire. ¶ Rispose il Signore: – Ma! Tua
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veglia? ¶ E il lampadario rispose: ¶ Entrate, Signora, entrate sicura
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veglia? ¶ E il lampadario rispose: ¶ Entrate, Signora, entrate sicura
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1956
E lei al solito rispose: ¶ Reuzzo, che chiedete, che
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veglia? ¶ E il lampadario rispose: ¶ Entrate, Signora, entrate sicura
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madre? ¶ E il Consiglio rispose: – Sacra Corona, fate finta
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di voce, Mastro Francesco rispose: ¶ Chi alle figlie sue
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stessa proposta. E lui rispose ancora: – A quest’ora
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ma il panettiere non rispose. Entrò da un salumaio
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ma il salumaio non rispose. Girò tutte le botteghe
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e fermezza? ¶ E lui rispose: – Sì. ¶ E lei: – Se
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di mare. ¶ – È impossibile, – rispose il padre, – perché tanto
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io che ne so? – rispose lei. ¶ – Sciocca, domandagli come
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capitano. ¶ E il capitano rispose: – Eh, lo so io
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vuole per liberarti! ¶ Lui rispose: – Ci vuole che i
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figlio, e il figlio rispose: «Quel che volete fare
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più? – chiese il contadino. Rispose il curatolo: – Quando vediamo
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diventerà? ¶ E la fontana rispose: ¶ Chi dell’acqua mia
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diventerà? ¶ E la fontana rispose: ¶ Chi dell’acqua mia
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mai diventerà? ¶ La fontana rispose: ¶ Chi dell’acqua mia
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E dal mare gli rispose quella voce: ¶ Le tue
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ti disse tua madre? – Rispose: ¶ – Sono già grandina… ¶ – Allora
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che aiuta. ¶ – No, – gli rispose l’altro, – chi va
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ragione. – Avete ragione voi, – rispose il cavaliere, – è il
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quel che ti dico, – rispose la volpe, – vedrai che
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padrone? ¶ – Il Conte Pero, – rispose Giovannuzza. ¶ – Ma come fa
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tutto quel che vuole, – rispose la volpe. – È l
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di fame! ¶ – Sta’ tranquillo, – rispose la volpe, – lascia fare
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d’occhi. – Ma io, – rispose, – non posso neanche accettare
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quel che vuoi, comare, – rispose il giovane, – ma vedrai
199
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luogo quando gli piaccia, – rispose il Re. La volpe
200
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Come volete voi, massaro, – rispose il bambino, e andò
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1956
ora d’uscire! ¶ – No, – rispose il bambino, – io resto
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1956
malumore? ¶ – Lasciami in pace, – rispose lui, – ci mancherebbe che
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1956
piacere? ¶ – Nobile signora, – lui rispose, – comandatemi. Quel che volete
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del secondo consiglio e rispose: – Penso che avrete le
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voi, a Palazzo, adesso! – rispose la sentinella. ¶ – E voi
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po’ su, e poi rispose: – Desidero un sacco nel
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voglia di ridere, signore, – rispose il ragazzo. ¶ – Cosa c
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con me? ¶ – O Morte! – rispose il vecchio Francesco, – io