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Paolo Maspero, Odissea [traduzione da Omero], 1867

concordanze di «s»

nautoretestoannoconcordanza
1
1867
gorghi il mare. ¶ Oh s'ei tornasse! non aurati
2
1867
sarebbe il suo destino, ¶ S'ei cadea combattendo innanzi
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1867
frenar questi Proci. Oh! s'ei con elmo ¶ E
4
1867
lauta mensa assiso ¶ (E s'era Ulisse in Efira
5
1867
a te ritorli altri s'attenta ¶ Finché un uom
6
1867
la mente, ei pur s'avvia ¶ Il divino Ulisside
7
1867
Che nella reggia splendida s'innalza ¶ Su l'altre
8
1867
sovra il letto ¶ Telemaco s'assise, ove spogliando ¶ La
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1867
la vecchia ¶ Ad uscir s'affrettava, e l'abetina
10
1867
Il Ciclope crudele, e s'imbandìa ¶ Delle sue carni
11
1867
detto, ai tristi Proci ¶ S'era congiunto; convivean col
12
1867
non ha sempre ei s'affisa. ¶ E sempre il
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1867
sempre il chiama e s'ange e si martira
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1867
Per la tua casa ¶ S'aggireranno a struggerti gli
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1867
il mio vaticinio ecco s'avvera. ¶ E di Polibo
16
1867
in traccia, ¶ Eternamente aspetterem, s'è d'uopo: ¶ Domar
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1867
la madre. ¶ Così detto, s'assise. Alzossi allora ¶ Del
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1867
consesso: ai propri alberghi ¶ S'avvïâr susurrando i cittadini
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1867
san gli stolti che s'appressa il giorno ¶ In
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1867
La mensa in questa s'allestìano i Proci; ¶ E
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1867
che nessuno ¶ Di ciò s'accorga. Come poi la
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1867
al cader del Sole ¶ S'accogliessero al lido; e
23
1867
La Dea, ciò detto, s'incammina, e l'orme
24
1867
Nettun la sua preghiera. ¶ S'arrostîr, si spiccâr dagli
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1867
impresa ¶ Dell'armi nostre s'accoglievano i primi ¶ Duci
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1867
Sempre l'avviso vi s'udìa d'Ulisse ¶ Al
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1867
de' regi ¶ Agamennón gli s'opponea, bramando ¶ Che fosse
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1867
via, ¶ Il biondo Atride s'arrestò, d'esequie ¶ Onorando
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1867
erto e nudo ¶ Scoglio s'incontra sul cammin di
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1867
Già Febo in mar s'ascose, ed alla sacra
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1867
che nel tuo cor s'annidi. ¶ Se giovane qual
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1867
suo splendido albergo ¶ Nestore s'avviò. Quivi sui troni
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1867
E su le scranne s'adagiâro; e il vecchio
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1867
Il Sole, e tutte s'abbuiâr le vie, ¶ Arrestaronsi
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1867
due garzoni, al tetto ¶ S'avviâr dell'Atride Menelao
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1867
Al figliuol di Nestorre s'avvicina ¶ Telemaco, e sommesso
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1867
ne piangessi, incerto sempre ¶ S'egli sia vivo, o
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1867
pennecchio di purpuree lane. ¶ S'assise Elena intanto, e
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1867
giunti ¶ Alla nostra magion? S'io ben discerno, ¶ Uomo
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1867
Come del morto padre s'addolora ¶ Un giovinetto nel
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1867
altrimenti del lontano Ulisse ¶ S'addolora Telemaco, nessuno ¶ Ancor
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1867
solo Anticlo ¶ A gridar s'accingea; ma pronto Ulisse
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1867
bei coturni ¶ Ai piedi s'annodò. Quindi lasciando ¶ Il
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1867
Diva, ¶ Tu cui nulla s'asconde, a me rivela
45
1867
Il fatidico veglio, e s'addormenta ¶ In ombrosa caverna
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1867
l'usanza. Ei pria s'accosta ¶ Alle Foche e
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1867
dicendo, ne' flutti ella s'immerse; ¶ Ed io pensoso
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1867
il veglio a me: S'era tua brama, Atride
49
1867
lieta sorte a te s'appresta ¶ Perché, marito della
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1867
come ¶ Giunti vi fummo, s'allestì la mensa, ¶ E
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1867
D'Eupite al figlio ¶ S'accostò Noemon, figlio di
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1867
Ad essi in fretta s'accogliean. Profonda ¶ Caligine ad
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1867
sarà che il freni ¶ S'ei più s'avanza
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1867
freni ¶ S'ei più s'avanza? Ma il vigor
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1867
disegni ei compia! ¶ Via, s'appresti una nave a
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1867
la lingua, ¶ Gli occhi s'empïr di pianto, e
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1867
e su la soglia ¶ S'abbandona del talamo, levando
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1867
elesse, ¶ E al lido s'affrettò. Spinsero il curvo
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1867
terga. Per la toppa ¶ S'insinuò nel talamo lo
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1867
ignaro, all'onde infide ¶ S'abbandonò? Né tanto per
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1867
or mi ragiona: ¶ Dimmi s'ei vive e gode
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1867
sceso al nero Pluto. ¶ S'ei viva o già
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1867
ascende, e all'antro s'incammina ¶ Ove la Ninfa
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1867
E il farlo mi s'addica. - E qui si
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1867
i suoi comandi trasgredir, s'ei vuole ¶ Che l
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1867
eroe novamente al mar s'affidi, ¶ Non io per
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1867
Mercurio, ¶ E teco non s' adiri il gran Tonante
68
1867
io chiudo. ¶ Così dicendo, s'avviò Calipso, ¶ E il
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1867
Venuti ¶ Alla grotta, ei s'assise in su la
70
1867
raggio ¶ Del novo giorno s'indossava Ulisse ¶ Le vesti
71
1867
dimora? Egli alla Scheria ¶ S'appressa, dove per voler
72
1867
re Nettuno contro te s'accese? ¶ Ma invano la
73
1867
braccia, ¶ Curvato il capo, s'abbandona all'onde. ¶ Con
74
1867
vicino il lido. ¶ Qual s'allegra un figliuol, se
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1867
lido il saggio ¶ Laerziade s'allegra, e con le
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1867
dove le carni ¶ Lacerate s'avrebbe e l'ossa
77
1867
e senza scogli; ¶ Ma s'accorse che grossa era
78
1867
alfine, ¶ Ed al bosco s'avvia, che non lontano
79
1867
soffio; ¶ E un letto s'apprestò d'aride foglie
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1867
modo ¶ Tra le foglie s'ascose il divo Ulisse
81
1867
questo lontano, e non s'addice ¶ Alla figlia d
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1867
seco la fanciulla ¶ Non s'adirasse a stringerle i
83
1867
e vi si lavi. ¶ S'appressano a tai detti
84
1867
dir cinguettando le fantesche ¶ S'allontanâro. I larghi omeri
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1867
e poscia il corpo ¶ S'unse con l'olio
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1867
con l'olio, e s'indossò le vesti ¶ Che
87
1867
di securo ingresso ¶ Vi s'apre un porto all
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1867
In questo dir, Minerva ¶ S'incammina, e la segue
89
1867
razza, ¶ Che tutta alfin s'estinse in empie guerre
90
1867
mirar del grande Alcinoo ¶ S'arresta Ulisse, perché al
91
1867
apprese. ¶ Un bell'orto s'aprìa dietro la sala
92
1867
Per la vasta sala ¶ S'inoltrò l'itacense, entro
93
1867
Così dicendo, al focolar s'asside ¶ Su la cenere
94
1867
o noia, ¶ Il riconduca: s'abbia ivi la sorte
95
1867
desco, a lui guardando, ¶ S'accôrse Arete che un
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1867
cui nessuno ¶ De' mortali s'accosta e degli Eterni
97
1867
sonno, sul tornito letto ¶ S'adagiava nel portico sonante
98
1867
Scheria innanzi a tutti ¶ S'incamminò co' principi feaci
99
1867
non conosco, ¶ Né so s'ei venga donde nasce
100
1867
del franco tuo parlar s'offende. ¶ Dalle ingiuste rampogne
101
1867
Entrâr nel letto, e s'abbracciâr. Ma tosto ¶ La
102
1867
Potean gli amanti, e s'accorgeano in breve ¶ Come
103
1867
Tutto di plausi rimbombar s'udìa. ¶ Ma qui proruppe
104
1867
stranier mi sembra. ¶ Dunque s'onori d'ospitali doni
105
1867
m'hai salvato. ¶ Ei s'inoltra, ciò detto, e
106
1867
e in aureo trono ¶ S'asside accanto al re
107
1867
ove una fiera ¶ Pugna s'accese, e, Pallade Minerva
108
1867
e palpitante ¶ Sovra lui s'abbandona e geme e
109
1867
Occidente ¶ Itaca in mar s'avanza, Itaca alpestre, ¶ Ma
110
1867
E l'aqua attinta, s'allestîr sul verde ¶ Lido
111
1867
legni, e nove capre ¶ S'ebbe ciascuno, e ne
112
1867
agnelle strascinando, al vento ¶ S'aprissero le vele. Ed
113
1867
il mostro, ¶ Ma rapido s'avventa a' miei compagni
114
1867
petto, dove il fegato s'asconde. ¶ Ma d'avviso
115
1867
che alla tua grotta s'avvicini, ¶ Se in questa
116
1867
Benché verde il legno ¶ S'infuocò prestamente, e dalle
117
1867
E l'occhio crepitar s'udìa dal fondo, ¶ Abbruciava
118
1867
palpebre. E come strider s'ode ¶ Scure o bipenne
119
1867
brancicava, e, folle! ¶ Non s'accorgea che alle lanose
120
1867
egli al mio furor s'asconde? ¶ Oh! sì che
121
1867
spiaggia, ove perir credemmo? ¶ S'ei qui gridare o
122
1867
patria non vegga. E s'è destino ¶ Ch'ei
123
1867
Il Sol disparve, e s'oscurò la terra, ¶ Ciascun
124
1867
In simil guisa ¶ Parlar s'udìa taluno, e al
125
1867
ricacciava la crudel bufera. ¶ S'afferrò quella spiaggia, e
126
1867
presso i curvi abeti ¶ S'apparecchiâr le mense: e
127
1867
Un miserando ¶ Strepito allor s'udìa di peste navi
128
1867
tergo, ¶ E tutto vi s'immerse il ferro acuto
129
1867
consumi. - A questi accenti ¶ S'inanimâro i miei compagni
130
1867
sorti ¶ Di noi due s'agitâro, e il generoso
131
1867
uscìa. Senza dimora ¶ Ei s'avvïò, da venti accompagnato
132
1867
la Ninfa; ¶ Né questi s'avventâr contro i compagni
133
1867
allo scampo ancor ne s'apre un varco. ¶ E
134
1867
Come la ricciuta ¶ Ninfa s'avvide ch'io pensoso
135
1867
Ma Circe a me s'appressa, e così parla
136
1867
i vorticosi ¶ Flutti, e s'ode il rimbombo dei
137
1867
impedirai che al sangue ¶ S'accostino de' morti i
138
1867
guarda, ¶ Sia ch'ei s'innalzi alla siderea vòlta
139
1867
che i vaganti simulacri ¶ S'accostassero al sangue, anzi
140
1867
profeta ¶ Al negro sangue s'avvicina, e beve. ¶ Ed
141
1867
ancora io sono, ¶ O s'altri vi comanda, come
142
1867
altri vi comanda, come s'io ¶ Più tornar non
143
1867
Penelope e i disegni: ¶ S'ella vive col figlio
144
1867
Agli onesti conviti egli s'asside, ¶ A cui spesso
145
1867
e nella fredda ¶ Stagion s'addorme al focolar vicino
146
1867
disse, ¶ D'Eolo figliuolo. S'invaghì costei ¶ Del divino
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1867
l'ora ¶ Del dormir s'avvicina. ¶ Ei disse; e
148
1867
sono. ¶ Ma l'ospite s'indugi, ancor che tanto
149
1867
ferro. A quella vista ¶ S'arretrò Clitennestra; ed al
150
1867
toccarne la cima, egli s'arresta ¶ A mirare i
151
1867
turba infinita ¶ Di spettri s'accostò con urli e
152
1867
affascinar le genti. Chi s'arresta ¶ Delle Sirene alle
153
1867
In mezzo al masso ¶ S'apre una spaventosa atra
154
1867
caverna, ¶ Che all'Orco s'inabissa; e tu la
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1867
tuo legno ei non s'avventi. ¶ Dell'isola Trinacria
156
1867
E l'onde azzurre s'agguagliâr, sopite ¶ Da un
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1867
un'onda immensa, e s'ode ¶ Un gran fragore
158
1867
dentro la salsa onda s'aggira, ¶ Orribilmente ne rimbomba
159
1867
greggi, ¶ E i belati s'udìan, s'udìan dall
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1867
i belati s'udìan, s'udìan dall'ampie ¶ Stalle
161
1867
Io tacqui; ¶ E persuasi s'acchetâr gli amici. ¶ Un
162
1867
giovenchi, e in sacrificio ¶ S'offrano agl'immortali abitatori
163
1867
Ove alla colpa ¶ Non s'adegui la pena, al
164
1867
fòro, e a cena s'incammina, ¶ Fuor dell'abisso
165
1867
lucenti e coi lebeti ¶ S'avviarono al lido, e
166
1867
Al solenne banchetto ognun s'assise, ¶ E, toccando la
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1867
su l'onde, e s'allontana. ¶ Ciò visto, i
168
1867
ma l'astuto ¶ Eroe s'accascia, ed il baston
169
1867
tra gente sconosciuta ¶ Ei s'aggira mendico ed affamato
170
1867
tunica, e ai presepi s'incammina: ¶ Due porcelli ne
171
1867
sorte mi toccâr, presto s'accrebbe ¶ Il mio retaggio
172
1867
flutti. Simili a cornacchie ¶ S'aggiravano gli altri intorno
173
1867
ben altro divisâr costoro. ¶ S'era tolto di vista
174
1867
e famoso ¶ Col suo s'udrebbe di suo figlio
175
1867
Delle nostre fatiche altri s'ingrassa. ¶ Eumeo, ciò detto
176
1867
sé pensiero ¶ Di tentar s'egli stesso, o per
177
1867
e ratto ¶ Alle tende s'avvia. Quel manto io
178
1867
Ma fallirà l'impresa, ¶ S'io non m'inganno
179
1867
letto, ¶ Ai due garzoni s'avvïò. Lo vide ¶ D
180
1867
La leggiadra sua tunica s'avvolse, ¶ Si gittò su
181
1867
restar lo caccia. ¶ Quando s'indugi, festeggiarlo, e pronto
182
1867
urna d'argento. Allor s'accosta ¶ Col vago peplo
183
1867
A quella vista ¶ Ognun s'allegra; e il figlio
184
1867
Il Sol disparve e s'oscurò la terra, ¶ Giunsero
185
1867
su la poppa ¶ Ei s'assise, e seder fece
186
1867
qualche dono, ¶ Onde tanto s'allegra il cor de
187
1867
e cattivello ¶ Così, che s'io nol veglio, ad
188
1867
seguo. Il cielo omai ¶ S'offuscava e la terra
189
1867
da voi discende. ¶ Oh, s'avveri il presagio, ospite
190
1867
prora ¶ Sciolta la fune, s'adagiâr sui palchi. ¶ Al
191
1867
il limitar Telemaco varcando, ¶ S'inoltrò nell'ostello. Allor
192
1867
quel parlar l'eroe s'assise; ¶ E di freschi
193
1867
d'Ulisse ¶ Il figliuol s'adagiò. Poi l'arrostite
194
1867
tazze, e anch'ei s'assise ¶ Ad Ulisse di
195
1867
Gli fornirei. Ma che s'accosti ai Proci ¶ Patir
196
1867
il garzone ¶ Di lei s'accorse; ché scoprirsi a
197
1867
allora, ¶ In lagrime scoppiando, s'abbandona ¶ Fra le braccia
198
1867
fossi ed oltraggiato, o s'anco ¶ Strascinar mi vedessi
199
1867
più tardi noi potrem, s'è vero ¶ Che l
200
1867
ora del conflitto omai s'appressa. ¶ Mentre così nella
201
1867
pingui ¶ Doni alla casa s'avviâr di Clito. ¶ Ma
202
1867
Ad avvisar Penelope che s'era ¶ Alle stalle d
203
1867
giunto. ¶ Quindi a lei s'accostando, Eumeo del caro
204
1867
lasciò scornati. Or via, s'appronti ¶ Con esperti nocchieri
205
1867
servi. Indi a consesso ¶ S'adunarono in loco, ove
206
1867
consulti la mente; e s'ei l'approva, ¶ Leverommi
207
1867
consiglio ¶ Lasciarlo in pace. - S'acquetar gli amanti ¶ Al
208
1867
d'Anfinomo; e sorgendo ¶ S'avvïâro alla reggia, ove
209
1867
lor di fronte ¶ Penelope s'assise, ricamando ¶ Un suo
210
1867
udita, e non sapea s'ei pure ¶ Ancor vivesse
211
1867
nella patria terra ¶ Già s'asconde o s'aggira
212
1867
Già s'asconde o s'aggira, e l'opre
213
1867
Immortali, ¶ Che il presagio s'avveri, ospite amico! ¶ Penelope
214
1867
gli porgea; quindi ambedue ¶ S'avvïâr, delle mandre alla
215
1867
Melanzio, ¶ Figliuol di Dolio, s'incontrâr, che pingui ¶ Capre
216
1867
nel suo cor volgendo ¶ S'ivi il ribaldo uccida
217
1867
noi là dentro ¶ Prima s'avanzi, e co' Proci
218
1867
cani da trastullo, ¶ Che s'impinguano al desco de
219
1867
lui vicino, e vi s'adagia; ¶ E il banditore
220
1867
vivande. ¶ Indi a poco s'inoltra a lento passo
221
1867
la soglia ¶ Di frassino s'asside, con le spalle
222
1867
il mandrïano all'ospite s'appressa, ¶ E gli dice
223
1867
suol deposta, ¶ l'eroe s'assise, e favellò: M
224
1867
brani. ¶ Ma contro Antinoo s'adirâr gli amanti, ¶ E
225
1867
ferir quell'infelice. ¶ E s'egli fosse un qualche
226
1867
costretto, ¶ Entrando, ai Proci s'appressò. Ciascuno ¶ Gli diede
227
1867
nel mio consorte egli s'avvenne, ¶ O se n
228
1867
è lungi Ulisse. ¶ Oh s'ei tornasse, ben saprìa
229
1867
Tu sappi intanto, ¶ Che s'ei mi dice il
230
1867
pastore, nella sala entrando, ¶ S'avvicina a Telemaco, e
231
1867
intorno ¶ Ai due pezzenti s'affollâr. Compagni, ¶ Prese quindi
232
1867
Né mai più qui s'aggiri altro mendico. ¶ Piacque
233
1867
E il prode ¶ Laerziade s'avvolse un cencio ai
234
1867
gli sovrasta ch'ei s'andò cercando: ¶ Tali braccia
235
1867
Sì diceano; ed Iro ¶ S'arretrò, gravemente in cor
236
1867
siede. Sorridendo allora ¶ Gli s'accostano i Proci, e
237
1867
il garzone, e vi s'assise. ¶ A Penelope, in
238
1867
Le irrorava, onde Venere s'asperge ¶ Quando move di
239
1867
nostro albergo: l'ospite s'oltraggia, ¶ E tu lo
240
1867
fra loro. Alla regina ¶ S'appressa intanto Eurimaco, e
241
1867
statura e di beltà s'agguagli. ¶ Eurimaco, rispose la
242
1867
ecco si compie, e s'avvicina ¶ L'infausto giorno
243
1867
D'alcun ricco signor s'ambìa la mano, ¶ Alla
244
1867
A questi fuochi; e s'anco in fino all
245
1867
la spada in brani. ¶ S'impaurîr le ancelle, e
246
1867
primavera, quando il dì s'allunga, ¶ Gara fra noi
247
1867
aspri detti, di furor s'accese ¶ Eurimaco, e con
248
1867
amara, ¶ Né l'ospite s'oltraggi o servo alcuno
249
1867
Ebbe a sua voglia, s'avvïò ciascuno ¶ Al proprio
250
1867
Ivi la casta ¶ Penelope s'assise; e dalla mensa
251
1867
vello il coprìa. Quivi s'assise ¶ Il figliuol di
252
1867
vita. ¶ A questi detti s'acchetâr gli ardenti ¶ Spiriti
253
1867
chi pietà non usa ¶ S'ode vivo imprecar miserie
254
1867
sparve il Sole ¶ E s'oscurò la terra, a
255
1867
terra, a dolce sonno ¶ S'abbandonâro. Ma non anco
256
1867
Penelope, di nulla ¶ Ella s'accòrse, Pallade Minerva ¶ Ad
257
1867
olio cosperso, ¶ Di novo s'appressò col seggio al
258
1867
lucid'arco a maneggiar s'avvezzi ¶ E tutti possa
259
1867
in amor. D'ira s'accende ¶ A quella scena
260
1867
Minerva: Ahi tristo! altri s'affida ¶ In un mortale
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abbracci, né di me s'allegri ¶ Altr'uom, che
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Anch'ei dal letto ¶ S'alza pari ad un
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Questa gente punir, che s'abbandona ¶ Nell'altrui casa
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altrove un desco ¶ Non s'imbandisce, che di te
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legate, al buon porcaio ¶ S'appressa, e, Chi, domanda
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frutto. Ma qual pro, s'io deggio ¶ Tutto condurlo
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altro ¶ Un insensato, che s'è fitto in mente
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divo Ulisse di valor s'agguaglia. ¶ Io stesso, essendo
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posto, e al vincitore ¶ S'offre in premïo una
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il nervo ¶ A piegarne s'accinse, il grave telo
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suo consiglio; ¶ E Leode s'alzò, germe d'Enope
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il fulgido strale, indi s'asside. ¶ Ma sclamava Antinòo
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onde si scaldi ¶ E s'unga al fuoco e
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unga al fuoco e s'ammollisca il nervo, ¶ E
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o per rumor che s'oda, ¶ Fuor non escano
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su la scranna ¶ Onde s'era levato; i due
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spense. ¶ A queste voci s'infiammâr di sdegno ¶ I
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Lapiti ¶ E i Centauri s'accese orrenda guerra. ¶ Ma
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chiara ¶ Vanta la stirpe. S'abbia l'arco ei
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recusarlo, solo ¶ A me s'aspetta; né verun de
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corrucciato ¶ Telemaco gridò: Mal s'obbedisce ¶ Al comando di
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O per rumor che s'oda in questa casa
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abbandonando, ¶ Anch'ei Filezio s'affrettò la porta ¶ A
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nervo ¶ Alla cocca adattò; s'assise ei poscia, ¶ Prese
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nessuno ¶ Finor percosse: vedrò s'io la colgo, ¶ E
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vermiglio ¶ Colma, alle labbra s'accostava Antinoo, ¶ Né in
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giusto tuo sdegno alfin s'ammorzi, ¶ Ed alla gioia
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terribil urlo ¶ A lui s'avventa; ed ecco Ulisse
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terren batte la fronte. ¶ S'arretra allor Telemaco, nel
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a sprigionarla ¶ Dalla piaga s'indugia, alcun de' Proci
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sodo ¶ Elmo al capo s'adatta, a cui sul
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qualcheduno ¶ Del mio fallo s'accòrse, e n'ha
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tua sposa. ¶ D'ira s'accende a quel parlar
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Con la fida cetra ¶ S'era all'angusta porta
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Supplicando abbracciar. Dei due s'attenne ¶ All'ultimo consiglio
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morte, ¶ Sotto una scranna s'era accovacciato, ¶ E ricoperto
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E su l'ara s'assisero di Giove, ¶ Girando
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quelle salme, ¶ La vecchierella s'accorgea che l'opra
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soglia varcando, a lei s'appressa, ¶ E così grida
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torna a' tuoi lavori: ¶ S'altra donzella fosse qui
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Così varca Penelope, e s'asside ¶ Ad un lato
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lavi ognun di noi, s'indossi ¶ Vesti novelle, indossino
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lavâro, indossâr vesti novelle, ¶ S'abbigliâr le fantesche; indi
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seppe ¶ Dell'uom, cui s'era vergine congiunta, ¶ La
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Penelope in faccia egli s'assise ¶ Sul proprio scanno
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destino ti serba; e s'io pur debbo ¶ Un
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in vista ¶ Tutto dolente, s'appressò lo spettro ¶ Del
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arrestossi, e le figliuole ¶ S'appressar di Nereo, che
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La guerra a fine, s'io per man dovea
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strida ¶ Un suon confuso s'innalzava, ed era ¶ Tutto
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poi su colmo ¶ Letto s'adagia a prendervi riposo
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d'un amico, e s'egli vive ¶ O già
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il caro padre ¶ Alfin s'avanza, se gli gitta
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Ei tacque; ed ambo ¶ S'incamminar. Come all'ostel
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Ulisse, ¶ Tutti alla soglia s'arrestâr, confusi ¶ Di maraviglia
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grida e con lamenti ¶ S'affrettava alla reggia, onde
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E il vate Femio. S'arrestâr nel mezzo ¶ Dell
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ire e crudel guerra s'accenda? ¶ E il gran
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l'un l'altro ¶ S'amino gl'Itacesi, ed
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attento ¶ Se il nemico s'appressi ai nostri campi
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il Saturnio teco non s'adiri. ¶ Tacque: ed egli