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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Cesare Pavese, La luna e i falò, 1950

concordanze di «s»

nautoretestoannoconcordanza
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cos’è suonare… ¶ Nuto s’accorse che ridevo e
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a prendermi sull’uscio, s’era fatta assumere come
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non si muoveva piú, s’era dovuta rimandare la
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vedere agli ignoranti, Nuto s’era messo sullo stradone
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Sapevo che quei boschi s’erano riempiti di gente
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tanta gente forestiera non s’era mai vista, neanche
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Senza parlare, il vecchio s’incamminò per la costa
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ragazzo… ¶ – Se glielo dicono, s’arrabbia, – disse Cinto. ¶ – Non
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e Cinto, trottandomi avanti, s’era seduto sul muretto
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figlio, il futuro Cavaliere, s’era ammazzato per un
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avevano buttato. La minore s’era sposata ragazza; l
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sette figli e poi s’era coricata con un
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stagioni non gli anni s’avvicendano. Gli industriali di
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nessuno. ¶ Quella sera mi s’impannò il camioncino in
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storie di gente che s’era messa su queste
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dei ciottoli, e già s’intravedeva il fanale. Lí
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dove magari coi serpenti s’intendevano. Bisogna che ci
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banco. – Il banco dove s’inginocchiava mia madre, – mi
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aveva sfogato il veleno. S’eran sfogati tutti quanti
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sfogati tutti quanti e s’erano messi d’accordo
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fuori. Anche ignoranti. Non s’era mai vista tanta
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e in suo nome s’erano commessi e si
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quei giorni sí che s’era fatto qualcosa. Se
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in tutto quel quarantotto s’era fatto anche del
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fatto anche del male, s’era rubato e ammazzato
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nessuno. ¶ Poi andò che s’intromise il parroco – quello
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ridere le ragazze. Nuto s’era portata la chitarra
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ogni volta, si parlava, s’incontrava qualcuno, si trovava
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una bestia mai vista, s’arrivava in un posto
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mi diceva, – una cosa s’impara facendola. Basta averne
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doveva bastarmi. – Il cavallo s’accontenta, – mi disse, – e
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lavora piú di te. S’accontentano anche i manzi
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come la guerra che s’era fatta nel ’18 – tanti
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tratto Nuto, – sbagliato! – Irene s’era già ripresa e
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aveva posato il libro, s’era chinata, tolte le
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che maltrattata diventava cattiva, s’offendevano e ci soffrivano
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noi questa carrozza non s’era mai fermata, solo
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ufficiale che la vecchia s’era sposato in Francia
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le loro sciocchezze. Poi s’apriva la porta, la
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soltanto in italiano, ma s’intendeva di musica. Questo
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cosí, Arturo e Silvia s’abbracciavano per ballare e
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sere tutt’e quattro s’imbacuccavano e uscivano sul
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volta in Acqui che s’era giocato l’ultimo
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nessuno la teneva. Adesso s’erano messe, nelle sere
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ritornavano a coppie. Silvia s’incamminava tenendo a braccetto
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bianco, e con nessuno s’irritava mai. Non ne
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Ma anche il Nido s’era riaperto, ci fu
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della Mora era pronto. ¶ S’aprí una porta e
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i capelli, dove Silvia s’era piantate le unghie
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quell’Arturo dagli stivali, s’era fermato sotto la
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piú giovani che già s’erano sposate e stavano
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andavano a piedi e s’erano portata la coperta
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morto da un pezzo, s’era rotta la schiena
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gli altri. Poi Teresa s’era spaventata, non aveva
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tutto nero e graffiato. S’era seduto nella polvere
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acqua di Belbo. Niente s’era salvato, nemmeno il
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patate e i fagioli, s’erano messi d’accordo
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era tornato era nero. S’era messo a gridare
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scappare. Allora il Valino s’era tolta la cinghia
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battesse il grano. Rosina s’era buttata contro la
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Rosina tirandosi i capelli s’era buttata sulla nonna
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un poco il Valino s’era messo a chiamare
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finestra. La stanza dove s’erano picchiati era già
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rifarsi. ¶ Il suo Matteo s’era messo con un
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nella bella stagione tornò, s’era già presa un
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lei nemmeno li guardò. S’era messa con un
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comprasse delle terre. Silvia s’incontrava con lui in
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levatrice di Costigliole e s’era fatta ripulire. Non
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fu in gamba e s’impose. Adesso, che Irene
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clarino, vedere tutti che s’inginocchiavano, correvano, e la
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chiesa cantava sempre. Irene s’era fatta su in
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disse Nuto, – una volta s’è fatta accompagnare in
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era scappata a Canelli, s’era presa una stanza
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qua, e che lui s’era deciso, lui stava
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Per uscire da Canelli s’era rimesso un vestito
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trovato quei due… ¶ Nuto s’era seduto sul muretto