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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Federigo Tozzi, Tre croci, 1920

concordanze di «s»

nautoretestoannoconcordanza
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perché il fattore mi s'è ammalato. Come si
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prenderò seimila. ¶ E siccome s'era rimesso a sedere
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Niccolò smise istantaneamente; e s'avventò alla porta, come
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quel che vuoi. ¶ Enrico s'avviò verso l'uscio
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mezz'ora, Giulio, che s'era seduto allo scrittoio
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Stanotte, la mia moglie s'è destata e m
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il codrione. ¶ Egli, quando s'arrabbiava, aveva la voce
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una mano. ¶ Il Corsali s'era incuriosito, ma ormai
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vuole. ¶ Il cavaliere, allora, s'intenerì; ed essi, avvedendosene
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Ma il cavaliere non s'era ancora sfogato, e
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preparargli la cioccolata. Egli s'affrettò a mettersi la
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Ella non sapeva se s'ingannava o se aveva
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era restato antipatico, ma s'era subito rimproverata; come
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a quel modo. Non s'aspettava né meno che
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in cima al quale s'attacca una pianta d
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fuori di Porta Romana s'appiana, aprendosi con le
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sorella. Si vergognava; e s'impensieriva senza saper perché
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della fonte di Follonica s'interrano fino a mezzo
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avanti, più che ci s'avvicina all'abisso, voglio
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comparve Niccolò, ghignando; e s'accomodò a sedere senza
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di un tale che s'è fatto pagare i
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intrattabile. In casa ci s'era trovato bene, specie
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sempre diffidente. ¶ Ora che s'avvicinava la scadenza di
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litro di vino; perché s'erano scordati di portarglielo
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di tutto? ¶ Enrico non s'arrischiò a rispondere. Ma
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riescì a velare: ¶ — Non s'incomodi per me. Io
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agito bene. Ora, finalmente, s'era fatto intendere! Gli
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dopo a trovarli, ma s'avvide che non avevano
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questa stanza. ¶ Ma non s'era ancora fermato; e
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Qualcuno potrà dire che s'era sbagliato ad avermi
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l'ora dell'appuntamento s'era sempre più persuaso
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non era vero, quando s'accorse che il cavaliere
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scadenza d'una cambiale. S'allontanava agevolmente dalla realtà
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a meno di riavvicinarcisi. ¶ S'accorse che non parlavano
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oggi! ¶ Niccolò a Firenze s'era divertito a girare
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parlare a nessuno. Egli s'incoraggiava con energia ad
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basilica, la vallata che s'allargava in pianura, non
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di lui; e, perciò, s'era imbroncito. Dopo, però
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era imbroncito. Dopo, però, s'avvide ch'egli avrebbe
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occhi. Le mani gli s'erano affilate e parevano
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I due fratelli, che s'aspettavano di meglio, restarono
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retta. ¶ Allora, il Corsali s'arrischiò: ¶ — Se io posso
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ne conosceva parecchi e s'affrettava a salutarli. Giunto
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colpo è fatto!". Ma s'accorgeva che la sua
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come se li accarezzasse. S'intendeva bene di stampe
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scuoteva la testa. Poi s'impennò: ¶ — Se io fossi
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fratello come un morto s'infuriava; e lo sollevò
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persone, sorprese e vergognose, s'allontanarono. ¶ — Credono che io
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voleva sentirne parlare, e s'impazientì di più. ¶ — Giulio
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in salotto. Egli non s'aspettava che sapessero già
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calma della sera innanzi s'era già rivelata per
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Svoltando per una strada, s'imbatté con il Nisard
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in mezzo; su cui s'arrampicavano un branco di
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erano veramente commossi. Giulio s'era preso la responsabilità
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tornava dal cimitero e s'affrettò a trovare il
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le cento lire, che s'era tenute in tasca
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gotta lo perseguitava e s'era ridotto molto male
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dargli retta, prima che s'avvicinasse. Ma Enrico era
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quasi sempre: ¶ — Niccolò non s'è vergognato a mandarmi
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perso il fidanzato; ma s'era fatta anche più
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ringraziava Dio che Niccolò s'ingegnasse a quel modo
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diceva: ¶ — Gli occhi mi s'annebbiano: non so perché
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corna che quattrini, non s'è vergognato di mettermi
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era arrabbiato e gli s'arricciava la bocca, gli
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andare al cimitero. Egli s'era soffermato, ma siccome
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potersi confessare; e Giulio s'è ucciso. Forse, stanno