Ugo Ojetti, Mio figlio ferroviere, 1922

nostro Governo, oggi nessuno sa quel che può capitare

generosi, più sobrii, chi sa, magari più sani e

qualunque massaia che non sa più che cosa comprare

ancóra possiede o guadagna, sa risparmiare per assicurarsi, alla

scrivania a contatto, chi sa, con la firma del

è gente che lo sa, – e nominò due o

della vecchiaja che non sa liberarsi dalle abitudini e

con la forchetta. ¶ — Si sa, i fatti ormai sono

e portafortuna: tutti, si sa, cointeressati all’azienda. Un

a nessun partito. Grazie, sa. M’affido a lei

anch’io allora, si sa, quindici o vent’anni

i tumulti in città. ¶ — Sa che scoppieranno? ¶ — C’è

dir: – Donne.... –, ma chi sa dove si sarebbe andati

solo ad immaginare, chi sa, rivi di sangue e

di voce, – non si sa mai, può andare perduto

giudice. Ma Pópoli non sa: Pópoli, per lo più

salvato Nestore da chi sa quali donnáccole, miserie e

porticina sull’avvenire. Chi sa, Nestore poteva essere anche

un vecchio medico che sa quanto rara sia la

proprio al sindaco, chi sa magari pensando a Cencina

morte, vedere, giudicare, chi sa, descrivere agli altri, magari

raccontasse tutto quel che sa.... – Non sapeva di dire

e d’estrarne chi sa quali tesori. E poi

mia confidenza; e, chi sa, che ella non fosse

cagnesco: ¶ — Il regolamento, si sa, è per loro che

giorni. ¶ — Cavaliere, lei lo sa se le vogliamo bene

sua mano sinistra: ¶ — Lo sa, dottore, che questo gatto

lì per terra, e sa che ho fatto per

L’altra sera lo sa che è accaduto quando

quella medaglia rubata chi sa a chi, e se

giù. Avrei pagato chi sa che per sapere che

cattolica, la sora Giuditta sa salvare le apparenze e

il cavallo spaventato chi sa dove li sbalzava. Canaglie

imporrà al mondo. Lei sa cos’è il ciurlo

i capelli; e si sa quanto facilmente le onde

l’amico Pazzotti lo sa), del nostro preciso programma

caro cavaliere. Ella lo sa: se le posso essere

rimproverato.... ¶ — Tua madre lo sa? ¶ — Si capisce. ¶ — E i

vassojo della limonata. Nessuno sa fare la limonata come

e sì, forse, chi sa, ricordiamo, ponderiamo, confrontiamo, speriamo

sconfitto, mi chiese: ¶ — La sa la malinconica istoria del

casa a quest’ora? ¶ — Sa, oggi è meglio non

riafferrò mentre uscivo: ¶ — Lo sa chi l’ha bastonato

avere. Non da lui, sa, ma da un galantuomo

oliveto io avrei, chi sa, dovuto perdere o ipotecare

tu eri beata.... ¶ — Nestore sa sempre quello che si

corde che, non si sa mai, potevano impastojarlo e

leggero, la testa, si sa, un po’ vuota. Quando

di Luigi Luzzatti, mi sa dire lei che altro

tempi passati e, chi sa, avvenire. ¶ Pópoli si scosse

marito ci ha sofferto, sa. Ma io sono contenta

e in pantofole. Chi sa, in cuor suo riandava

adesso me ne accorgo, sa risparmiare. Io che non