Carlo Sgorlon, La conchiglia di Anataj, 1983

per tutta la vita se ne era tenuto lontano

Della città diffidava, anche se in certo modo era

Golec. Infatti intuii che, se egli avesse creduto che

nella sua vita, e se soprattutto avesse ritenuto che

il suo Kadbar, anche se non poteva più cavalcarlo

condensare stranamente attorno a sé. Tutto, vicino a lui

aveva occasione di spendere, se non quando ognuno dei

sarebbe stato veramente completo se fosse morto da deportato

e neppure lui sapeva se cercasse qualcosa di un

e averla presa con sé decise di avere finalmente

arrivare a lui, e se l’accostava all’orecchio

traccia rosata sulla neve. Se non riusciva più a

e lo portava con sé. Falalej ad uscire da

Silvestro, che parlava tra sé, perché quei due non

per le stanze come se lui non ci fosse

bello grosso. Vostro marito se l’è fatta di

tanto d’occhi, incerte se dovessero credergli o no

ne pento mica. Anzi, se potessi, tornerei a cominciare

Falalej ballava bene, anche se controvoglia e con modi

legati. Era violentemente arrossito. Se ne restava legnoso, distaccato

possibile dalla donna, come se il contatto con lei

possibile da lei, e se era costretto a starle

sentirsi turbato e strano, se sentiva la voce di

distingueva. ¶ Ma Katja non se ne accorgeva nemmeno alla

immaginava che gli altri se ne accorgessero tutti quanti

accorgessero tutti quanti, e se li mostrassero col dito

non sapeva come evitarlo se non isolandosi in solitudine

un altro posto, anche se capiva bene che nemmeno

gli fosse vicino. Anche se si fosse travestito e

il cieco, usciva da se stesso e diventava un

uscire dalla prigione di se stessi, e volare negli

di essere lontano da se stesso, in un mondo

mai saputo niente, anche se adesso conosceva di averne

gli avevano detto che se n’era andata assieme

sopra le cose, come se ci vedesse. Dalla molteplicità

dalle voci attorno a sé misurò la dimensione del

lavoro, quando la luce se n’era ormai andata

lui. Mi sarei annoiato se la mia unica preoccupazione

Ad un certo punto se ne venne fuori con

dava più notizie di sé da tanto tempo, ma

di Ghircik. Era come se un esercito battuto in

infatti mi disse che se fosse arrivato fino a

vedere cosa fosse successo. Se qualcuno sentiva il tonfo

Lui alzò le spalle. ¶ «Se io sparisco, nessuno se

Se io sparisco, nessuno se ne accorge nemmeno.» ¶ «Non

che volesse dargli bada. Se Marco proponeva a una

che ti vogliono bene.» ¶ «Se uno mi fosse amico

non li hanno, anche se ci vedono. E tu

sull’Imperatore. Era come se qualcosa sbagliasse indirizzo, e

che l’offuscavano, anche se continuava ad essere al

pensieri del popolo, e se esso seguitava ad essere

di promesse non mantenute. Se i destini della ferrovia

in un’assenza, anche se essi erano circondati di

fedeltà. Nel fondo di sé conservava intatta la speranza

lo tratteneva presso di sé, si abbandonava e si

Gli bastava pensare che, se lo Zar avesse visto

l’Imperatore dentro di sé, se gli capitava di

Imperatore dentro di sé, se gli capitava di sentire

Solo Katja e Silvestro se ne uscivano in una

disastro che poteva nascere se i cassoni venivano spiantati

pochi giorni fu come se l’intermezzo del ponte

di rinunzia. Era come se dentro di noi ronzassero

reclute, che non chiedono se non di obbedire agli

ordini ricevuti. Era come se il grido del sorvegliante

o chissà chi, anche se ne conoscevamo i fondamenti

ferrovia non era altro se non una dura milizia

era mai da scoprire se non che il lavoro

da un turbamento inquieto se pensavo a come pareva

anche dal pensiero che se un piccolo campione del

lavoro di malavoglia, come se su di esso fosse

Perché? Devi farti sentire. Se vuoi ritornare, nessuno te

ormai non poteva dedicarsi se non a quello che

posto fino in fondo. Se fosse partito così, a

riesco a ricordarmeli. O, se me li ricordo, mi

Non farci caso.» ¶ «E se fosse vero? Se, una

E se fosse vero? Se, una volta tornati, fossimo

quelli di casa nostra? Se questa fosse la conseguenza

Ma lui, preso per sé solo, lui non era

si sarebbe troppo meravigliato se, mettendosi a gridare da

di un sordomuto. O se, specchiandosi nelle acque del

sapere che conta qualcosa. Se io morissi ora, sarei

per farlo rientrare in se stesso e impadronire di

di covare dentro di sé abissi oscuri di barbarie

direzione, ma senza sapere se ci riuscivo. L’angoscia

non dovevo mostrarlo, come se fossi ancora sicuro del

niente altro da fare se non camminare verso occidente

farsi sentire. Mi chiedevo se fosse il caso di

Forse avremmo potuto farcela se non ci fossimo addormentati

ci fossimo addormentati. Ma se avessimo ceduto al sonno

incertezza della direzione, perché se mancavamo il terrapieno della

numero delle possibilità, e se io resistevo a quell

resistevo a quell’idea, se la rifiutavo, accadeva perché

dilatasse e crescesse su se stesso. Non avrei mai

seppellito, accogliendomi dentro di sé, e riparandomi definitivamente con

villaggio vicino, e chissà se l’avrebbe rivista mai

troppo a lungo, come se da ciò egli potesse

fossero i colori e se li ricordava benissimo. Cercava

ci occupavano. Era come se la parte più vera

volte mi chiedevo perfino se davvero in primavera saremmo

a pieno ritmo, o se tutto ormai dovesse considerarsi

tutta la vita. Anche se era un lavoro volontario

restare vicino alla stufa. Se guardavo i compagni mi

puoi mettere tre mucche, se vuoi.» ¶ «Vuoi scherzare? Avrò

un po’ appannato, come se dentro vi fosse una

gli occhi attorno a sé, nella steppa, alla ricerca

suo sguardo di dosso se non per qualche trascurabile

perché Eroska era per se stesso una novità, nella

tanti villaggi. Lui sapeva se troike o taràntas della

la bocca aperta, anche se quelle storie le sapeva

guardava attorno, per vedere se Miscia c’era davvero

scherzo e in risata. Se lo minacciavano che andrebbe

addormentata piangendo, ripetendo tra sé il nome del ragazzo

vado. Cosa potrei fare se non andarmene? Io sono

larga e fastosa, come se lei fosse una principessa

Ajdym, eppure era come se mi trovassi fuori, nel

non arriva mai, anche se Dio lo ha fornito

più una parola, come se farlo costasse una forza

di un mantice, anche se ogni lena e ogni

dissolto, e ciascuno ormai se ne andava per conto

e la taiga, come se egli stesso volesse fuggire

del suo passato. ¶ Anche se erano trascorsi quasi vent

più suo nonno che se fosse stato il nonno

la sua pietà sopra se stessa, lo aveva fatto

amato. Sentì nascere in sé una sorta di compito

che aveva sopra di sé l’ombra e i

ognuno non poteva essere se non ciò che era

appartarsi con lei, e se ne avesse intuito il

della sua tribù, come se la sua religione fosse

distratta e come assonnata. ¶ Se Ajdym avesse voluto tornare

col fucile, per vedere se mi veniva a tiro

fallo, e avesse in se stessa, nel proprio mito

l’altra cosa, anche se erano opposte e repugnanti

essere visti da nessuno, se non dal vecchio Anataj

un po’ sempre come se l’indomani avesse dovuto

in disgelo trascinava con sé. Anataj si mise a

da un leggero smarrimento se pensavo a tutta la

dando il meglio di sé, vi era un numero

natura, e mi chiedevo se soltanto il tintinnio dei

la brutta copia di se stessa, una linea ausiliaria

bizzarri. Era così, anche se con i compagni dovevo

e anni. Chissà mai se il lavoro avrebbe visto

veramente la fine, o se invece era destinato a

credibile una cosa simile, se, a quanto si diceva

guerra contro quei popoli, se i loro operai con

arcaici e selvaggi, come se sul trono sedessero ancora

poteva all’interno di se stesso, aspettando da Mosca

fatica degli uomini come se ci fosse tra loro

cui veniva costruita. Ma se guardavo a livelli più

il nostro lavoro, anche se gli operai seguitavano a

esilio babilonese, e non se la sentiva di suonare

dubitasse sottilmente dentro di sé che la ferrovia potesse

invisibili per chiedere loro se valesse la pena di

Ognuno la teneva per sé, in una radura segreta

non concedeva neppure a se stesso di esplorare, se

se stesso di esplorare, se non al crepuscolo o

e ci avvolgevano come se il cantiere non fosse

il terrapieno appena abbozzato. Se non fosse stato per

lavoro sarebbe scomparsa, come se gli uomini non fossero

più alberi da abbattere, se non al di là

Non avevamo da fare se non i lavori casalinghi

scrupolosi e diligenti, come se sopra la nostra casa

e Silvestro, portando con sé la bottiglia di vodka

limbo di attesa, anche se attraversato da sbadigli e

con il lavoro, anche se esso ora ristagnava, e

esso ora ristagnava, e se noi eravamo in licenza

taiga per dimostrare a se stesso che non la

di neve da niente. Se cominciano le grandi nevicate

impossibile.» ¶ «Chiedilo ad Anataj. Se Anataj ci accompagna, io

una sua contenutezza, anche se era ansioso di crescita

sentiero che non esisteva se non nella sua mente

Gli animali sono dentro.» ¶ Se lui non ce l

istinto del cacciatore, anche se aveva sparato pochissime volte

svegliarlo. Ancora non sapeva se avremmo sparato o no

un silenzio quasi irreale, se noi stessi col nostro

fermi, a scrutarsi, come se entrambi dovessero prendere decisioni

guardando la volpe come se il suo sguardo fosse

di solidarietà. ¶ Mi chiedevo se stessimo andando in direzione

era tutto felice, come se il muro della incomprensibilità

grande e vistoso, anche se un po’ sciupato e

Bastiano e Arrigo come se dentro di lei ci

mondo, secondo lei, anche se non se ne avevano

lei, anche se non se ne avevano notizie precise

della guerra era come se Katja l’avesse vista

di ebrei. La guerra se la figurava come un

andasse fiutando attorno a sé un odor cadaverico, senza

lo Zar non desideravano se non di tornare a

diceva nel villaggio, che se i lupi a Kirkovsk

rendeva docili come cuccioli. Se voleva poteva condurli al

Mi mette uno spavento, se sapessi…» ¶ Aveva paura per

e s’abbandonava a se stesso all’aperto anche

invischiarlo e legarlo a sé, ma in maniera rovesciata

su di lui? Come se anche lui, che in

lastroni di ghiaccio, anche se hanno uno spessore di

di quel colore anche se messa in una caraffa

e settimane, e poi se ne ripartivano senza essere

e pareva concentrarsi in se stesso, sdegnoso e corrucciato

le notizie dentro di sé, e le rimeditava con

quello che mi occorre. Se volete, date qualche rublo

coprifuoco. Non prendeva con sé la lanterna e neppure

alla data, e subito se la dimenticava. A nessuno

numeri del calendario, come se in Siberia non avessero

consumato, di vizzo, come se un gran fuoco fosse

agitazione senza perché. Anche se andavo a letto e

il loro respiro pesante. Se restavo alzato, quando li

da chiedere. Ma quali? Se tentavo di definire le

vivere più padrone di sé. Essi erano quelli di

qualcosa, lavorando. Che importava se si trattava dell’impresa

generali. Allora ci domandavamo se valesse la pena di

pena di continuare, e se la nostra fatica non

Per la figura almeno, se non per il viso

più voglia di uscirne. Se mi sedevo su uno

acquistato da Eroska perché se ne era lasciata sedurre

si sentiva restituito a se stesso e alla propria

e dello starosta, come se il fatto di venire

neppure guardare la donna; se lo faceva era per

con molta serietà, come se dentro ci fosse un

di essere al sicuro. Se era come gli esploratori

camera, e mi chiedevo se il giovane potesse essere

egli parlò. Fu come se fossi stato Balaam, e

tentare la fuga, anche se credeva che non sarebbe

periodo della sua presenza, se ne parlò dopo la

facesse ancora parlare di sé, da qualche parte, anche

da qualche parte, anche se era andato ormai così

sentii come ribadivano tra sé la convinzione che Ghircik

Che da anni non se ne sentisse dire più

degli anni più che se fossero una spolverata di

menadito le imprese, come se una voce gliele avesse

permesso con uno sguardo, se l’avvicinavano all’orecchio

sempre piena di speranza. Se essa veniva demolita, subito

tempo di pensare a se stessi, subito parevano mettere

dando il meglio di sé. Fui raggiunto dalla convinzione

non è veramente tale se non ha un fine

ferrovia voleva dire realizzare se stessi, giorno per giorno

giorno per giorno, anche se si trattava di un

lavoro preparatorio, preliminare, anche se era già cominciato da

di orfani, abbandonati a se stessi, perché i capisquadra

e di invertebrato. Anche se sapeva il fatto suo

sotto la pelliccia, come se, anziché tra operai, si

salotto, tra fatui conversari. Se i capicantiere gli si

qualsiasi fuoco dentro di sé. ¶ I suoi occhi gelatinosi

conclusione dei lavori, come se la sua partecipazione all

di Ulan Ude, eppure se la immaginava in viaggio

e di dilatato, come se dentro di lui avessero

che andasse riscoprendo in sé dei riti, che non

erano alberi caduti da sé, abbattuti dai grandi carichi

potesse esserci più niente, se non boschi di cedri

da un ingegnere, anche se in realtà sarebbe dovuto

Non si sapeva neppure se stessero a Mosca, in

potuto mettere piede, oppure se viaggiassero su e giù

perdita d’occhio. Non se ne vedeva la fine

nuovo lavoro nessuna difficoltà, se non una vaga delusione

roteando, come trascinassero con sé un lembo del nitido

fosse strapazzato da altri, se non era ancora un

ostacolavano in ogni modo. Se la ferrovia fosse stata

cosa diventava un dio, se nessuno credeva più in

grande impresa scartava da sé quelli che avevano troppa

cresceva, pian piano, anche se dov’ero io non

dov’ero io non se ne vedevano i risultati

i giovani ci starebbero…» ¶ Se lo Zar fosse venuto

anche lui. Era come se i giovani, arrivati all

agli altri e a se stessi di essere diventati

e per la guerra. Se fosse rimasto, se non

guerra. Se fosse rimasto, se non avesse fatto anche

disperato, chiese a tutti se li avessimo visti. Io

responsabili per Marco, come se la madre, le zie

a sentire attorno a sé una specie di alone

lasciavano un istante, anche se sbiadivano sempre più. Neanche

redenzione per nessuno. ¶ Ma se era convinto che per

cercava di non dimenticare se stesso e la propria

si fosse mai occupato se non di tronchi, tavole

noi aveva sviluppato in sé la benché minima speranza

distinguere a prima vista se v’erano delle sabbie

che non erano altro se non oro in polvere

s’era sparato da sé, per essersi perduto e

il suo cadavere. ¶ Ma se il miraggio dell’oro

benché fosse cacciatore. Anche se ne parlava pochissimo, e

suo cranio e non se ne volevano più andare

cacciarli, quei pensieri. Non se ne andavano. Se ne

Non se ne andavano. Se ne stavano rintanati come

e di maestoso, come se nessun piede umano l

nel ventre della notte, se il cielo era coperto

che eravamo tal forest. Se esso ci sorprendeva nel

più lontane, per vedere se il bianco della neve

lavoro dei campi, perché se gli abitanti del villaggio

che andavano al lavoro. Se il fieno era sparso

parlava del Bajkal come se il lago fosse stato

Aveva sempre attorno a sé un mare di piccoli

stare in piedi, anche se cercava di tenere duro

non era mai stato se non due braccia da

dimensioni trascurabili. Era come se fossi calato nel rullo

non mi dicevano niente, se non che da quando

e mi chiedevo adesso se abbandonare il cantiere di

al quale eravamo destinati. Se anche esisteva non l

Vi rendete conto? E se succede, cosa dobbiamo fare

ai lati del convoglio. Se i predoni ci attaccavano

facce asiatiche e misteriose. Se si scambiavano una parola

lo si capiva anche se erano coperti di neve

non sarebbe stata più se stessa ma un’altra

filavano veloci, sicuri, come se la neve fosse il

ben bene davanti a sé, per vedere in viso

a guardare per vedere se finalmente apparisse l’immensa

dissi a Bastiano. ¶ «Ma se lo abbiamo già attraversato

da me, era come se tutto rientrasse in una

ogni altra cosa, anche se sapevo bene che Kirkovsk

a fissarlo. Mi chiesi se nel suo cuore inquieto

era un po’ come se me lo fossi aspettato

grattava i capelli, come se il gesto dovesse rivelarci

la taiga. Lo starosta se ne andò quasi all

tremendo freddo siberiano, anche se le porte e le

alcuna causa precisa, come se il viaggio tanto lungo

su un pancone, e se ne stavano lì fermi

dire. Nei loro occhi, se ogni tanto li alzavano

e fu davvero come se un treno si fosse

presso di me, come se io e loro non

seccata e sonnolenta, come se avere a che fare

bisogno di parlare di sé, e non mi lasciava

bisognava pur dirlo, anche se era lì suo nipote

gli animali strillavano come se li scannassero. Lui, durante

vita suonasse per rallegrare se stessa. Nasarka invitava i

loro memoria. Era come se temesse che i due

una casa sistemata come se in essa ci fosse

pareti dell’isba come se da un momento all

di polvere dietro di sé, che brillava come una

render conto a nessuno. Se riuscivo a far pronunciare

sull’argomento, era come se parlassero di un gioco

che si muoveva da sé, gettando un diavolio di

Siberia non poteva essere se non un’invenzione del

giorno, e parlava di se stesso come avesse accumulato

Si tossiva in continuazione. Se non era per il

tutto. ¶ Del resto cosa se ne faceva, lui, di

uscirne com’era entrato, se lei non voleva. Bastava

sicuro…» Katja rise, come se Silvestro scherzasse, oppure fosse

farci niente, assolutamente niente, se non accettare quello che

lo trascinava dietro di sé impetuosamente. Se avesse potuto

dietro di sé impetuosamente. Se avesse potuto sarebbe andato

infatti chiese a Silvestro se lì prendevano anche ragazzi

di legno. Era come se, prima, non avessi mai

che guardava la moneta. ¶ «Se volete osservarla con comodo

un po’ allungati, come se in lei ci fosse

completo della mia situazione. ¶ «Se cercate una stanza, si

voi potrebbe andare bene, se vi contentate.» ¶ Cosa pensava

le sue cose da sé. Non mi guardò nemmeno

riusciva a tenere per sé niente di preoccupante, e

Era un po’ come se avessi perduto di vista

braccio per la strada, se v’era da attraversare

l’avrebbero abbandonata e se ne sarebbero andati per

aveva ingoiato. «No, no. Se avessi dei figli, un

il caso di meravigliarmi se ci mettevo un periodo

sicché io mi chiedevo se per caso la taiga

e prendeva coscienza di sé nell’uomo. ¶ Francesco per

grande…» ¶ «E allora?» ¶ «Allora se ne andrà per conto

grado di cacciare da sé…» ¶ «Che vuoi farci? Così

esiliare in Siberia da sé, per non essere arrestato

che volatile si trattasse. Se riuscivamo a individuare le

popolo, perché da decenni se ne discorreva. Ne parlavano

nell’opera collettiva, anche se non ci lavoravano direttamente

attirava, era evidente, anche se non sapeva dare forma

saggezza. Lo vedeva come se sopra i capelli spartiti

Ognuno aveva dentro di sé un’antica sete di

e metafore suntuose, come se ogni blocco venisse dal

estiva. Guardava davanti a sé in modi attenuati, esitanti

modi attenuati, esitanti, come se il futuro fosse avvolto

che era russo, come se fosse la caparra che

aveva chiamato vicino a sé, come per uno strano

avere delle colpe, anche se non conoscevo bene che

loro amichevole violenza perché se ne andassero e non

stesso tempo, era come se nello schema della mia

il mio dolore, anche se io non dicevo una

di casa sua, come se almeno a tavola volesse

e niente sarebbe cambiato. Se fossimo scomparsi pochi si

cosa, raggiungere il Bajkal. Se non fossi riuscito ad

era un po’ come se mi fossi mosso senza

di dare notizia di sé. Non mandava più un

chi spediva. Era come se l’uomo si fosse

per paura della legge, se n’era andato chissà

durante l’ospedale, anche se allora vivevo come non

e ci coinvolgeva, come se la ferrovia non fosse

passare dappertutto. Era come se i rumori confusi dei

a finire nell’Ob. Se fossimo andati anche noi

un grosso sbaglio. Ah, se uno mi avesse detto

anche laggiù, sapete! Eccome se nevicava!» Nel suo ricordo

una volta mi chiesero se fossimo rumeni. Spesso si

facce e dagli abiti se fossero operai come noi

contato niente per nessuno, se non per la sua

voci di un coro. Se veniva a mancare anche

egli avvertiva attorno a sé, come se, allo sbocco

attorno a sé, come se, allo sbocco di essa

della ferrovia attorno a sé. Il suo spirito scivolava

continua attesa della sventura se non il risvolto di

eterno dal fuoco. Esse, se crescevano d’importanza, erano

e le membra congelate. Se anche la ferrovia fosse

si sarebbe distrutta da sé. La taiga e gli

pulcino dalla poiana. Di se stesso non si preoccupava

davanti a lui, come se lui non se ne

come se lui non se ne accorgesse neppure, o

Ma no, credimi. Nemmeno se ne accorge. È una

Non dico questo. Forse se ne accorgerà. Ma è

Non chiedeva di meglio se non di poter assolvere

le magherie di Katja, se la prendeva con l

prendeva con l’Imperatore, se Falalej e Marco lo

Assurdità, capricci, spese folli se ne erano impadronite come

ferrovia veniva somigliando a se stesso. Ormai mancavano soltanto

acquistassero senso dalla ferrovia. Se la ferrovia arrivava finalmente

vita prendeva significato, come se noi stessi fossimo una

dire, la metà di se stesso da un’altra

punto fossero vere, o se, attraversando la taiga, o

già vecchie di settimane, se non di mesi, e

cause, e aveva in sé una vitalità troppo forte

arrestare. Ormai avanzava da sé, per ragioni naturali, come

inquietudine, e ci chiedevamo se valeva la pena che

era così abbondante, che, se fosse stato estratto tutto

a disposizione. Eppure, anche se il ritorno ci pareva

attesa e importante, e se l’evento andava ammantandosi

da tempo sradicate, anche se cercavo di non dare

furono nuovi arrivi, anche se non numerosi. Vennero altri

con estrema naturalezza, come se il ponte ci fosse

e la natura, come se adesso le difficoltà di

redini di Kadbar, anche se aveva ormai la sabbia

assecondarle in nessun modo. Se avessimo tentato un solo

cosa sola. Fu come se li avessimo incontrati per

pensieri alimentassero dentro di sé sopra la ferrovia o

in quel modo, come se io fossi la proiezione

e oltrepassare una porta se non con le mani

cariche di regali, anche se arrivava dappertutto con ritardo

aveva alcun dubbio che se si volevano risultati davvero

nella sua mente, anche se un po’ dispersi e

e di scampati. Quasi se la prendeva un po

sottovoce, di malavoglia, come se dentro di lui si

Si guardava attorno come se in tutto ciò che

disparte e gli chiese se gli piaceva il suo

Gli sei anche affezionato, se non mi sono sbagliato

non capiva la motivazione. «Se hai pensato a questo

due. Andremo lassù, anche se sono lontani. Troveremo isbe

di Anataj, mentre Ajdym se n’era uscita per

andremo la prossima estate, se siete sempre dello stesso

e che gli sciamani se n’erano andati. Lui

colpo di scure. Meditò se davvero gli sciamani erano

guarire la cecità, o se era soltanto una favola

sciamani da solo perché, se aveva deciso di recarvisi

come le linci, e se si era perso l

aveva ben chiarito a se stesso ciò che all

il suo destino, anche se ormai da tanto tempo

gli venne un pensiero. ¶ «Se avessi avuto le gambe

e dei principi vichinghi, se ricordavo bene ciò che

isba di Ajdym come se ci fosse ancora. Non

dove tutto era duplicato? ¶ Se lacrime ci furono davvero

o la distruzione di sé. Non avrebbe mai visto

nero dai quattro fumaioli se non dai racconti di

uomo, acquistando coscienza di sé. Gli era parso un

riavvicinava alle cose, e se non gli dava su

le braccia attorno a sé, con grave pericolo degli

padella e l’ultimo se le mangiava tutte quante

si era modificato. Anche se ad esse non credeva

lo erano, e guai se non ci fossero state

libera in casa vostra, se non ci fosse Falalej

niente che fosse suo. Se avessero tentato di prenderle

cuore, per dimenticanza, e se ne disinteressò completamente. Falalej

di dedicarsi a qualcuno. Se in Anataj per lei

una forte nostalgia di sé e della propria ricomposizione

Eroska, e recavano con sé l’odore di esso

metteva a brillare come se vi risplendesse il brulichio

sapeva di ripetere in sé l’immagine dei poeti

pazientemente formati dentro di sé sugli dèi e sugli

conto di riscoprire da sé le avventure di Polo

o vedesse davanti a sé un grosso gatto con

vide crollare davanti a sé le quinte di un

un bilancio dentro di sé. Ripensava all’epoca dell

un gran viaggio, come se gli operai della ferrovia

i burocrati sonnacchiosi che se ne erano occupati sbadigliassero

perché era convinto che se i ricordi dei suoi

sui giornali, per vedere se qualcuno li riconosce. Sapeva

pelle a casa, anche se i formicolii alle mani

di ombre, e lui se l’immaginava inquieti, con

pochi capelli ancora rimasti, se pensava ai costi umani

mai mancato sul lavoro, se non una sola volta

era stato quasi niente, se non qualche caso sporadico

malati a rannicchiarsi su se stessi o a torcersi

quanti. Ero mortificato come se la responsabilità fosse mia

i vivi non erano se non il vaso di

della morte. Stavolta non se la sarebbe cavata. La

Ma stavolta la morte se la sentiva sopra, come

subito la voce che se la fosse battuta con

distrutto e sollevato, come se la folgore si fosse

di nuovo benissimo, anche se stentava a rendersene conto

tanta vita dentro di sé, e, in definitiva, anche

e, in definitiva, anche se aveva cominciato ad attaccarsi

agitato e inquieto, come se il sangue galoppasse con

Come, quando erano entrati, se io non avevo visto

mi veniva fatto, anche se capivo che la fiammella

ma poi rientravano in se stesse, e io capivo

caldo, sempre caldo, come se la febbre mi bruciasse

esperienza conosceva, ed altri se ne faceva consigliare dalle

erbe con Ajdym, come se mi fossero stati ordinati

Lei uscì per vedere se Falalej dormisse, perché era

termine dello scavo. Come se, da anni, ognuno di

e mi riportava con sé. Davanti a me rispuntava

unico e di risonante. Se tutto aveva un punto

il mio pensiero, come se la colpa di ciò

e senza vita, come se sopra di lui fosse

Metà dei miei risparmi se ne andranno per pagare