Vittorio Alfieri, Oreste, 1782

ch'io sia, ¶ mi sei pur tale) al pianger

orribil tomba,... e non sei pago? ¶ Egisto ¶ O donna

atto... — O tu, chi sei, ¶ che generoso ardisci?... ¶ Oreste

dunque, ¶ se Oreste non sei tu? ¶ Pilade ¶ Che ascolto

mi appella? ¶ Pilade ¶ Or sei perduto. ¶ Elettra ¶ Elettra ¶ ti

secondo a me tu sei. ¶ Pilade ¶ Deh! meco ¶ dunque

indugi a ferire? adulto sei, ¶ il ferro hai cinto

lingua è macchia. ¶ Oh! sei tu quella, che volea

ciascun, che degna ¶ tu sei di lui. ¶ Pilade ¶ Sarebbe

Oreste... ¶ ah! più non sei! Fuor del paterno regno

vieni... Ah! più non sei... ¶ SCENA V ¶ EGISTO, CLITENNESTRA

Or che tu re sei fatto, ¶ non sai, per

oh rea consorte! — Or, sei tu pago, Egisto? ¶ Egisto

che di' tu? Chi sei? ¶ Parla. ¶ Oreste ¶ Son tale

Traditor, codardo, ¶ tu il sei; morrai tu di mia

Ah sì; tu il sei. ¶ Oreste ¶ Va'; tue man

è questa. Ah! tu sei desso. ¶ Se non vuoi

Egisto? l'ami; ¶ e sei madre d'Oreste? Oh

primo. ¶ Egisto ¶ A me sei nota: trema ¶ anco per

anco per te, donna, sei omai... Dal fianco ¶ mio

debil tanto ¶ all'ammenda sei tu? ¶ Clitennestra ¶ Sol ch

da quel vil tu sei! — ¶ Ma, pure... io tremo

tu, codardo? ¶ Egisto ove sei tu? Vieni; ti appella

a me?... ¶ Oreste ¶ Chi sei? ¶ Egisto io voglio. ¶ Pilade