Alberto Moravia, L'uomo che guarda, 1985

VITA ¶ COME PROLOGO ¶ Ore sei e trenta. Dormo poco

poco, non più di sei ore per notte e

non mi piaci affatto: sei un borghese, un barone

establishment.” “E tu, professore, sei un fallito della contestazione

studio, con un: “Ah sei tu” superfluo, e una

stessa ora, per me sei una vecchia conoscenza. Ma

poesia sulla negra. Domando: “Sei senegalese?” ¶ La vedo sorridere

indovina di dove sono?” ¶ “Sei della Costa d’Avorio

della Costa d’Avorio.” ¶ “Sei del Mali?” ¶ “Neppure.” ¶ A

non so neppure chi sei.” ¶ Mi presento, pronto: “Mi

razza la insospettisce. “Non sei italiano?” ¶ “Certo che sono

nella mia vita. ¶ “Allora sei innamorato di un’africana

ben pensarci, il personaggio sei tu.” ¶ Si mette a

vista, alla finestra, ti sei deciso e mi hai

lo sai che cosa sei tu?” ¶ Sono al tempo

di fotografarti per strada. Sei tu che mi hai

trappola: “Lo vedi che sei un voyeur!” Quindi spiega

Poi dici che non sei un voyeur!” ¶ “Io non

tratto: “Perché mi guardi?” ¶ “Sei tu che mi guardi

po’ falso: “Ah come sei intelligente, Dodo. Sei un

come sei intelligente, Dodo. Sei un voyeur tremendo, di

questo sono sicura, ma sei anche molto, ma molto

ne parli più: tu sei curioso di me e

E allora perché non sei rimasta?” ¶ “Oh Dio, Dodo

di vita e poi sei venuta tu e tutto

prima di conoscere te. Sei tu, invece, che non

più, che te ne sei andata per evitare il

dirmi perché te ne sei andata. Ma allora perché

Dico con decisione: “Non sei capace di dirgli che

nel momento in cui sei entrato, ha dato un

mia gratitudine: “Non so, sei, otto stanze, certo è

obiezione. ¶ Proseguo: “Naturalmente tu sei libera di non accettare

di aiutarti.” ¶ Esplodo: “E sei proprio tu che vieni

di me, continua. Allora sei andato da tuo padre

fartelo capire; ma tu sei come acciecato, e poi

ci sposassimo?” ¶ “Quale frase?” ¶ “Sei l’uomo della mia

se ti dico che sei un voyeur e hai

per facilitare la confidenza: “Sei la seconda persona che

giorno dopo, quando ti sei fatto presentare, ho avuto

mi dice: ‘Dimmi che sei la mia porca.’ E

Lo sai, Pascasie che sei intelligente!” ¶ Risponde un po

lo so, ma tu sei più intelligente di me

il professore dice che sei brava.” ¶ Non so che

la prima volta che sei venuto qui? Tu mi

mio silenzio; domanda: “Adesso sei offeso. Ma sta tranquillo

tu, non te lo sei fatto per te?” ¶ “Per

che fa per me. Sei un intellettuale e mi

in quella posizione.” “Se sei stata buona per il

farle piacere.” “Si capisce, sei una buona ragazza. Lo

è ancora accesa: “Perché sei venuta?” ¶ Mi fissa con

volta di più, perché sei venuta?” ¶ Ribatte arditamente: “E

prima di tutto perché sei venuta?” ¶ Spiega ingenuamente: “Perché

l’hai fatto perché sei buona.” ¶ Non rileva la

madre che diceva: “Ah sei tu, aspetta un momento

ha visto: “Ah, ma sei tu”, dove quel “ma

silenzio: “Allora dimmi che sei la mia porca, dimmelo

soffrirmi, ma allora perché sei qui?” ¶ A queste parole

Gli domando: “Perché? Non sei contento? ¶ Riflette un momento

Dico: “Ma tu non sei vecchio.” ¶ “Certo che lo

questi tre mesi che sei stato a letto, scusa

fatto di dimenticare che sei mio padre.” ¶ Ribatte con

Lo informo: “Tu ti sei svegliato molto tardi e

all’orecchio: “Dimmi che sei la mia porca.” ¶ Ma

nell’imitazione: “Dillo, che sei la mia porca, dillo

piaceva, pensavo di fotografarla.” ¶ “Sei strano, in mancanza di

padre, e due perché sei suo figlio.” ¶ Rido di

vedi che alla fine sei un buon figlio e

tua moglie perché ti sei vendicato con me del

dire: “Via, che ci sei già venuta una settimana

sua fuga? Domando: “Perché sei turbata?” ¶ Risponde, con un

piacere: non sapere se sei tu o il portiere

Ma quando esattamente ti sei, come dici, gettata nelle

berlo a pranzo; e sei scappato via. Allora, un

ne frega proprio niente. Sei tu che poco fa

tutta tua per cui sei fuggita e mi hai