Lorenzo Viani, Ritorno alla patria, 1930

e si scrutavano. ¶ — Ma sei te?! ¶ — Sì! ¶ — T’avevano

sembrava sbalordito. ¶ — Di quali sei, o fratello? — gli chiese

Ma di che classe sei? ¶ — Del settantacinque. ¶ — Allora noi

Ma in licenza ci sei mai stato? ¶ — No! ¶ — Ma

di là, digrignando: ¶ — Dove sei, o malnato! — e se

ci levi il rispetto sei annientato, sprofondi qui. ¶ — Pensaci

osservava i tre. ¶ — Non sei degno di guardarci. ¶ — Se

ladro che altro non sei. Bada che ti fo

rifischiò allo Zoppo: ¶ — Tu sei un digrumatore di sangue

sangue umano. ¶ — E tu sei un malfidato ingrato. ¶ — Smettetela

hai segnato. ¶ — Te certo sei del cento; non impregnerai

grugno col granturco. Ti sei sfiancata come una coniglia

ceralaccata in cinque o sei posti ed infiammata. Egli

ubbidite alla natura. ¶ — Perchè sei ritornato? ¶ — Per legge di

l’opra dicendo soltanto: — Sei qua! ¶ Svelse malerbe, ricolse

Non hai verbo? Non sei ancora partito? E pur

m’hai detto. ¶ — Ti sei alzato con la gobba

Sicchè anche tu ti sei deciso di andare là

capo ed esclamò: — malfatto sei di nome e di

stupito Amedeo: ¶ — Di quali sei tu? ¶ — Dei Malfatti. ¶ — Di

E tu di quali sei? ¶ L’uomo poggiò le

Verdone. ¶ — Da quando ti sei messa in lusso sei

sei messa in lusso sei insuperbita. ¶ — Questi sono spogli

i raggi. ¶ — Di quali sei te? — le chiese la

Sì. ¶ — E perchè tu sei rimasto in sala? ¶ Il

Che vento ti spinge? ¶ — Sei venuto anche tu a

mani e disse: ¶ — Ma sei il Tarmito! ¶ — Sì. ¶ — Si

bordo. Tarmito, coraggio, qui sei come in casa! ¶ — Salutatemi

il profumo. ¶ — Di quali sei? ¶ — Dai nuove e novelle

orto. ¶ — E perchè tu sei venuto in America? — Il

strana, recitando dubbioso: Ma sei o non sei? Fidati

Ma sei o non sei? Fidati era buono, non

Dove t’ho rivisto? Sei o non sei? – L

rivisto? Sei o non sei? – L’ometto trasse, come

ometto al Tarmito — tu sei un compagno, ci ho

in falsetto ma non sei andato allo Stabilimento. Io

In un Tempio tu sei! ¶ La vergine una sera

sulla scapola di capretto. ¶ — Sei? ¶ L’ometto alzò il

snebbiandosi: — O di quali sei ? ¶ — Uno della gran torre

in un pozzo: ¶ — Tu sei il Tarmito! O cosa

d’imbarco. ¶ — Ma come sei cognonimato tu? — chiese il

osasti, degno altro non sei che d’andare ad

i gatti tignosi. Tu sei novo di questo fronte

Tarmito — dillo tu, che sei pratico della sassaia. ¶ — In

il Tarmito. ¶ — Ma tu sei stato avvampato da una

tu, dato l’età, sei un volontario, — disse piano

avanti. Qui alla guerra sei di quelli che sospiri

Chetati, scandaloso che tu sei morto dalla vita in

pulsazioni e i palpiti. ¶ — Sei sfebbrata. ¶ — Allora posso rimontare