Egisto Roggero, Komokokis, 1902

ospitale città dal cielo sempre azzurro e dal lago

della sera parigina aumentava sempre più intorno a noi

là pel mondo, cambiando sempre, in cerca sempre di

cambiando sempre, in cerca sempre di nuovi orizzonti, dal

sonno. ¶ Il treno correva sempre, nella notte tenebrosa, il

E la voce continuò, sempre sullo stesso tono: ¶ — Svegliati

del nostro treno, animato sempre dalla sua furia divoratrice

Jean Bonnin. ¶ Egli dormiva sempre. ¶ Una forte tentazione colse

svolto della viuzza, incassata sempre nella roccia viva, apparve

parlava mai con nessuno. Sempre solitario e pensieroso.... Non

lui.... Li faceva partir sempre contenti; ma tant’è

questo.... che lo vedevano sempre arrampicato, solo, sulle rocce

terra!... ¶ — Ed ora è sempre visibile questa nicchia col

nostro formidabile appetito, reso sempre più aguzzo dalle sottili

a montagne negli abissi sempre pronti a riceverlo. ¶ Poi

Egli parlava ancora, parlava sempre.... E noi muti, cadenti

gelosia, facesse sparire per sempre la trepida consorte, in

un sottile scudiscio, che sempre portava per abitudine, dal

della cesta si disgregavano sempre più.... ¶ Feci istintivamente un

con minore velocità sebbene sempre rapidissimamente. Scivolavamo. Come in

La situazione era pur sempre terribile, ma potevamo almeno

attimo indimenticabile di vita. ¶ Sempre abbandonati l’un sull

sospesi sull’abisso, per sempre, sino alla morte per

restare là, sospesi, per sempre, destinati ad un’orribile

percepivano nulla. Io era sempre al buio. Poi, lentamente

rendermi conto ch’eravamo sempre nella nostra cesta, che

ora innanzi la chiameremo sempre in tal modo – continuava

in tal modo – continuava sempre a dondolarsi placidamente in

tratto Edoardo, che teneva sempre gli occhi fissi sopra

una data temperatura sono sempre causa di produzione di

un istante, quindi riprese sempre più infervorandosi: ¶ — Sono forse

viventi sulla nostra terra sempre circondati da una luce

e di elettricità dia sempre luogo a luce,e

La nostra zattera correva sempre sotto la smagliante vôlta

ch’essa si andava sempre più slargando: una strana

le rive si facean sempre più folte di nuove

ombra bianca intanto errava sempre sulla spiaggia, vagolante fra

tacque. ¶ Intanto la figura, sempre fra quegli arbusti, pareva

ancora per alcun poco, sempre più indecisa fra le

sulla testa ci pendevano sempre i più strani festoni

gran fiume, dalle acque sempre limpide e correnti, che

Poichè la luce era sempre e da per tutto

nostra guida intanto procedeva sempre in silenzio, davanti a

e noi andavamo costeggiando sempre le rive del lago

imbarcazioni. Il paesaggio era sempre lo stesso: grandi cespi

la notte. ¶ — Giacchè è sempre giorno. ¶ — O sempre notte

è sempre giorno. ¶ — O sempre notte, secondo vuoi chiamarla

i nostri piedi. ¶ Salivamo sempre, e man mano che

vostro mondo? ¶ — Sì. ¶ — Per sempre? ¶ — Per sempre. ¶ — Eh!... ¶ — Non

Sì. ¶ — Per sempre? ¶ — Per sempre. ¶ — Eh!... ¶ — Non vi sorride

disorientati. Certamente dovevamo essere sempre sotto l’Europa: se

ed alla tribù: unico, sempre, era il figliuolo che

lo stesso suo spirito sempre arricchito di nuova sapienza

di cotesti misteriosi e sempre ammusoniti diavoli bianchi, che

le era abituale. ¶ — Per sempre, – mormorò. ¶ — Per sempre, – ripetei

Per sempre, – mormorò. ¶ — Per sempre, – ripetei. ¶ Sì, per sempre

sempre, – ripetei. ¶ Sì, per sempre! Ella sarebbe stata mia

la mia sposa per sempre. ¶ Attrassi a me il

e sarà mia, per sempre. Noi fuggiremo. ¶ Edoardo non

soggiunsi: ¶ — E tu? ¶ Edoardo, sempre in preda alla più

rimarrai dunque quaggiù?... per sempre?... ¶ E mormorai ancora: ¶ — Ci

un lungo tratto così, sempre in ripidissima ascesa, scavata

stendeva sotto di noi, sempre, come una grande valle

arrestammo alquanto smarriti. ¶ — Procediamo sempre, – gridai. ¶ Continuammo il cammino

membra. ¶ Ma salivamo, salivamo sempre!... ¶ Ad un tratto, dopo

lasciai cadere, con Kamelia sempre serrata al petto, sopra

alcune anche a Kamelia, sempre stretta al mio fianco

l’urto inatteso. ¶ Kamelia, sempre stretta a me, mi

nell’acqua e tenendosi sempre attaccato ai margini della

fondo della barca – Kamelia sempre al mio fianco – e

più fitte ne circondavano sempre: ma un’agitazione insolita

scroscio impetuoso, si faceva sempre più vicino e minaccioso

il foro luminoso aumentava sempre di diametro e la

a noi si faceva sempre più viva. ¶ Kamelia, sempre

sempre più viva. ¶ Kamelia, sempre nelle mie braccia, avea

che immota mi posava sempre sul petto. ¶ Volli svegliarla

bianca creatura senza vita, sempre distesa sulla sabbia, che