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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alessandro Baricco, Castelli di rabbia, 1991

concordanze di «sempre»

nautoretestoannoconcordanza
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di marcire a stare sempre quaggiù... ¶ – Hai un calesse
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disfaceva, perlopiù sorridendo, come sempre, ma con la paziente
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insomma, lo era da sempre. E iniziò a pensarci
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e se la vedeva sempre più distintamente – così distintamente
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sarebbe portate dietro per sempre. Perché è così che
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E già sei, per sempre, un esule: a migliaia
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eppure con sottile e sempre maggiore violenza, e furore
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risultava evidente, anzi quasi sempre, e forse sempre, l
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quasi sempre, e forse sempre, l’unica cosa era
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che potrebbe farlo per sempre, non smettere mai più
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prof. Dallet non è sempre illuminato dal più puro
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di gerarchie. Le annotazioni – sempre molto sintetiche, quasi telegrafiche
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la luna non è sempre uguale, cos’è la
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intrattenuto una fitta e sempre più intima corrispondenza. L
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iniziarono a figurare con sempre maggiore frequenza spiritosi aneddoti
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Bene. ¶ Pekisch non condivideva sempre lo stile vagamente militare
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rito, essendo il rito, sempre, la ricomposizione di milioni
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che il gioiello era sempre lo stesso. Cambiavano le
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scatole ma lui era sempre quello. Partiva con l
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corsa poteva smascherarli per sempre. La velocità. Gli dev
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che spaventa si dà sempre un nome, come dimostra
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Vedi come ogni volta, sempre, il passato resiste al
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in velocità restava pur sempre un’immagine che da
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istante dal cedere per sempre, e arrotolarsi su se
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geometrie perfette perse per sempre, squallido bolo di cervello
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quiete, la sciolga per sempre nel fango di una
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Nel senso che forse, sempre, e per tutti, altro
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Un libro aperto è sempre la certificazione della presenza
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Questo è importante, e sempre bisognerà ricordarlo, e tramandarlo
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di nessuno, che sopravviva sempre nella memoria di almeno
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allontanandosi dalle strade di sempre e scatenando i binari
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Tutti a posto. Come sempre: dimenticatevi chi siete e
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non è possibile iniziare sempre con mezz’ora di
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Tutti a posto. Come sempre: dimenticatevi chi siete e
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Ti lasciava sbagliare, quasi sempre. ¶ – Di’, Pekisch... ¶ – Mmmh... ¶ – Tu
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che lo faceva sembrare sempre sul punto di andarsene
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la campagna di Quinnipak, sempre dritto davanti a sé
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il signor Pekisch ha sempre sostenuto che era proprio
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non so... non capisco sempre quello che dice il
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Pekisch’, e lui niente, sempre là, come una statua
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è nella vita è sempre un segreto... per me
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me è successo così, sempre... e io dico che
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con prudente lentezza poi sempre più veloci, tutti si
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davanti a sé, mentre sempre più acute schioccavano le
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sguardo unico: lui taceva. ¶ Sempre. Da quando era arrivato
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E in effetti “Hanno sempre un nome le cose
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fiume che la porta sempre più lontano – ci sarà
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sua corsa e sgranare sempre più dietro di sé
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lanciarsi una volta per sempre e poi mai più
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una città qualunque, andrà sempre dritto e alla fine
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un istante, sparita per sempre. Nella sua rimase impressa
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gara se la perdeva sempre. Inchiodato alla partenza, rapito
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e l’altra: sembra sempre che suonino la stessa
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Jun lo guardava e sempre più pensava: “Quella donna
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Pekisch, mi si incastra sempre questo maledetto tasto... ¶ – Ehi
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Il vecchio Andersson aveva sempre vissuto in due stanze
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luce. Entrava e diceva, sempre ¶ – Salve, sono quello a
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E il vecchio Andersson, sempre, rispondeva ¶ – Che promessa delle
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Che promessa delle balle. ¶ Sempre, tranne quel giorno, che
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del vecchio Andersson, Elisabeth sempre là, le carezze di
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nella testa, la giacca sempre più giusta, ritrovare Jun
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l’architetto e da sempre coltivava un’idea molto
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le due affilate lame, sempre più divaricate. Brillavano, in
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avrebbe potuta squarciare per sempre. Così, quando un suo
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una sola. ¶ – E suona sempre così? ¶ – Così come? ¶ Horeau
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suona al paese... suona sempre così? ¶ – Così come? ¶ Arold
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ad allinearle in file sempre più lunghe. Chissà dove
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a quel ragazzo... giravano sempre insieme, tu pensa che
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cose così, ma... erano sempre musiche di qualcun altro
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e due avrebbero continuato, sempre dritto, fino alla fine
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ne sai... c’è sempre un piano preciso, dietro
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è già lì da sempre, ad aspettarti... anche tu
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metà esatta della strada, sempre più fitta si fa
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per altro: ma è sempre un qualche meraviglioso silenzio
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scivolò lentamente indietro – passi sempre più piccoli, ma bellissimi
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da lontano e da sempre / si passa una mano
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fine c’è poi sempre un mare dove sfociare
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in quel momento e sempre. ¶ Lì sta l’orribile
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so, lui ti guardava sempre con quegli occhi pazzeschi
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potesse finire lì, per sempre. Gli era rimasto appiccicato
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fiamme che si alzavano sempre più alte. Poi fu
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in due, vinto per sempre, gli si ruppe in
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è arreso, sfumato per sempre, sparito, svanito, e basta
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tutto, questa volta per sempre, finito, nel nulla, per
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finito, nel nulla, per sempre. Chiunque sia stato a
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nel vostro testo, ha sempre ragione). Né mi permetterei
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proprio vivere allo scoperto, sempre sporti sul cornicione delle
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di quelli. ¶ Si guardava sempre l’infinito, a Quinnipak
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Ma non riuscirò per sempre a tenerla qui, gliel
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potrà stare lì per sempre. Un giorno ripiglierà il
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del signor Rail sta sempre là. Semivuota, ma da
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si era inceppato per sempre. Nei sei anni che
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i toni possibili ma sempre il suono del pianoforte
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nostro mondo, insomma. Da sempre. Uscito di galera Tool