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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Enzo Striano, Il resto di niente, 1986

concordanze di «sempre»

nautoretestoannoconcordanza
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espressione infelice, malaticcia, di sempre. «Noi siamo peggio dei
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perseguita.» ¶ «Esagerati che siete sempre!» li sgridò papài, infastidito
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loro voci querule di sempre. Li comprendeva, adesso: anche
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insicurezza infelice. ¶ L’era sempre parso d’essere una
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Ormai la scena appariva sempre uguale, monotona, infelice. D
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i denti, ma sorrideva sempre. ¶ «Jammo, Zizi’» gridò al
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puzza. Il rigagnolo correva sempre al centro della strada
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delle esplorazioni. ¶ Andava quasi sempre sola. Miguelzinho non si
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man. ¶ S’era sbirciata, sempre un po’ colpevole. Pareva
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essendo egli comunque e sempre uomo di chiesa». ¶ «Eeeh
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del progresso vi fa sempre paura» ribatté, sardonico, Giordano
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convento... E poi? Comandano sempre gli stessi.» ¶ «Tanucci l
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fra le domande di sempre, forse iniziava a comprendere
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stiratrici, create. ¶ Papài inseguiva sempre l’improbabile riconoscimento delle
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i letterati la tenevano sempre, nonostante avesse fatto il
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volte: «Cosa succederà?». Lui, sempre più arcano: «Vedrete. Lo
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spenta, la monarchia è sempre monarchia! Che ha da
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de ducati e fai sempre ’sta faccia!» ¶ «Questo è
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solo è ancora e sempre un dio, Piccinni.» «La
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dal mondo familiare, però sempre “altro da sé”, dei
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o carrozza. Non poteva sempre accettare che Vincenzo pagasse
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discorrere. Fu sincero come sempre: «Perché nessuno di noi
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Questo Dio impoverito aveva sempre la faccia dolce, un
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per i legulei!» ¶ «Potete sempre sperare in un appannaggio
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non era andata avanti sempre in questo modo? ¶ S
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eterna la si trova sempre. E, se proprio non
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crederete». ¶ «A te crediamo sempre» sorrise Giulia Carafa. «Ma
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era stato ad ascoltare sempre più aggrondato. «Non potete
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a Roma per periodi sempre più lunghi, tio Antonio
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colaticci fumosi, maleolenti, gettando sempre più la camera nel
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libri. Tante cose banali, sempre le stesse. Forse aveva
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ne restano infettati per sempre. ¶ Decise di parlarne con
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nella scollatura. Il vestito, sempre quello invernale di velluto
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prestarmelo.» ¶ Vovó la fissava sempre. Mosse la mano a
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sola, il padre quasi sempre a Roma per le
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aria di guappo. Vestiva sempre da cavallerizzo, gli stivali
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la zucasse. Ci ha sempre combinato solo guai.» ¶ «Sambuca
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dal letto, rigovernò, pulì. Sempre sudata, ansante, mise il
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tratti malinconica, o era sempre lei che provava tristezza
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Al sentore muffoso di sempre si mescolava grassume di
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Io ce la faccio sempre». ¶ «Tu farai la fine
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non dici niente. Stai sempre zitta. E che litterata
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tu.» ¶ Riprese a sbottonarsi. Sempre ansimando si levò la
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fatto Primicerio, il respiro sempre più frequente. Prese a
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Presero a rimbombarle dentro, sempre più frequenti, le spinte
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Eleonora?» mormorò. «Mi sono sempre chiamata Lenòr. A me
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uscir di scena. Per sempre? ¶ 3 ¶ Invece è ritornata. Dopo
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secrezioni, vita, tenerezza. ¶ Guardava sempre e solo lui, ogni
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sonno lontanissimo. ¶ «Farà così, sempre più a lungo. Fin
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o leite”. ¶ «Lo metti sempre contro a me! Manco
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casa. Una fatica provvedersi sempre d’acqua, bollirla, lavarsi
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figli se so’ cresciuti sempre de ’na manera! Chi
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a papài, che dorme sempre: nella scarsa luce le
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un fazzoletto? Il portare sempre lo stesso vestito a
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stava per concludersi. «Succede sempre così. Pover’uomo, non
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no. Ti cancella per sempre l’infanzia che, nonostante
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Trovò una nuova casa, sempre a Sant’Anna. Giù
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Largo d’Arianello. ¶ Gaetano sempre bassino, smilzo, appena irrobustito
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s’incupì. ¶ «Nel cuore, sempre. Ma le cose cambiano
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molto contenta. Ci sono sempre io dentro, come mi
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in sorriso malinconico. ¶ «Sono sempre la vostra amica. Le
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po’ torva, continuò: «Sono sempre solo. Costretto ad abbozzare
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te» ripigliò, in tono sempre più galante e distratto
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alla Villa c’erano sempre gruppi di giovanotti e
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popolo. A me fan sempre paura quelli convinti di
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pensare a Rousseau. ¶ «Ha sempre in testa i ruscelli
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Manthonè» ammonì Lauberg. «Parliamo sempre e solo in napoletano
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bel viso liscio, sereno, sempre un po’ pallido, sulla
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invece, ve ne sarò sempre, sinceramente, grato» sorrise, accennando
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come ne avesse avuti sempre sedici. Una volta s
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Ero lazzaro. E tengo sempre nostalgia. Mo’ aggia veni
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è grande, c’esce sempre qualcosa.» ¶ «E allora?» ¶ «E
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parevano ammattiti. S’appellavano sempre e solo “citoyens”, accentuavano
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ch’io sostengo da sempre. Le opinioni di Genovesi
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aspettare. Lei guardava Gennaro, sempre più preoccupata: avevano concordato
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da compiere la tormentava sempre più: la sua stupida
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a torcersi in convulsioni sempre più orrende, accompagnate dal
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alla salute umana vivere sempre e solo nell’una
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dolorose, angoscia.» ¶ «Ne varrebbe sempre la pena. Perché l
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sua vita. In fondo, sempre qualcuno s’è occupato
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verso il mare. È sempre più stupita: Napoli non
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paure? Tutto va come sempre, anzi meglio. La città
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le care musiche di sempre: Pergolesi, Leo, Durante. ¶ Incredibile
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ammazzare a Valmy. Sono sempre i ragazzi a crederci
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puliti di noi. Stanno sempre a mare.» ¶ «Devono lavarsi
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tanto bello restare così, sempre, in questo caro affetto
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apparecchia al Natale come sempre, coi suoi poveri sciali
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Toledo il frastuono di sempre. Troppi soldati in giro
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succede la guerra.» ¶ «Grazie’, sempre domani!» ride lei. «Chi
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poco eguali. Ma isso sempre ommo è. La femmena
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Graziella, scuotendo il capo sempre più implume. ¶ «Per leggere
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e gira, si torna sempre lì. Chissà se i
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Accudisce a un fornello sempre acceso un cuoco dal
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con sofferenza proterva, restano sempre accanto ai servitori. ¶ «Ma
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in giro, De Deo: sempre in lite col padre
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i fischi napoletani di sempre. I primi venditori, con
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Deo sembra insensibile. Fissa sempre avanti. Che guarda? Le
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incenerito. È rigido, guarda sempre in avanti. Ma perché
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occhi sono sbarrati, guardano sempre avanti, come prima. ¶ La
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corsè. Fissa il ragazzo sempre più gonfio appeso al
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ride, per rassicurarla: «Abbiamo sempre questo bel grottone!». ¶ Arriva
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e commercio, perciò ha sempre avuto bisogno della guerra
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nulla. La Cimino è sempre attraente, sebbene intonacata più
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Un’aristocrazia si sostituisce sempre a un’altra» conferma
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In fondo lo aveva sempre trattato male, respinto. Lui
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a pettegolare. Chiara legge sempre più distrattamente il «Moniteur
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salotto venisse chiuso per sempre? Il tapezziere De Simone
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col sigillo rosso, aggiunse, sempre senza guardare in viso
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giuro io, ca sto sempre qua, insieme a essa
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de Fonseca?» borbottò, infine, sempre più infastidito. ¶ Possibile fosse
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identità e abitazione.» Poi, sempre senza guardare: «Conoscevate Mario
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si strinse nelle spalle, sempre più sconcertata. ¶ «Scrivi. Ammette
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stuorto. Accossì se fa.» ¶ Sempre lavorando, le domandò perché
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quieto. Lo re sta sempre a Roma, non si
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tutto, come fa quasi sempre. Ma non dev’essere
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lo sa, lo sente. Sempre per colpa del re
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è raggomitolata in terra, sempre gli occhi stretti: attorno
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allegro, fortissimo. L’ufficiale, sempre più torvo, gira le
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quanto a scrivere... Sono sempre figli del glorioso e
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azzurrissimo: sullo sperone fiottano sempre le bandiere bianche. ¶ Anche
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un mare di foglie sempre verdi. ¶ Il Petraio piega
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napoletano! Dichiaro decaduta per sempre la monarchia borbonica nelle
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che paghi vien fuori sempre! Adesso abbiamo il potere
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a festa. Tutto come sempre: davanti la balaustra dell
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ha fatto altro. È sempre seccata per la stampa
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Si potrebbero distribuire gratis; sempre meglio che farle marcire
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no?» ¶ Scuote il capo, sempre più avvilita. ¶ «Non si
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fruga nuovamente nella cartella, sempre in modo svogliato, sebbene
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perde un giorno. ¶ «Ah. Sempre tanto carina, la Sanfelice
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bel divorzio alla repubblicana, sempre “coram populo”. In fondo
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faccia, non sostanza: vanno sempre comme hanno da ì
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cose le ha sapute sempre, come volete che si
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il resto, li han sempre lasciati fare a modo
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così? Com’essi vogliono? Sempre il vecchio problema: s
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Ciaia «Napoleone non resterà sempre in Egitto! Un giorno
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In Francia?» ¶ «C’è sempre il Grottone di Palazzo
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per Caracciolo? ¶ È stato sempre personaggio un po’ misterioso
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vuol dimostrargli, ancora e sempre, che il mare napoletano
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lui, disperata, sogghigna: «Possiamo sempre far trovare a Capeto
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a très peur. Domandare sempre a cavaliere: “Dove tu
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per uscire» fa lui, sempre più cupo. «Ma ve
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Ferri saranno rovinati per sempre. I loro nomi di
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sai» dice lui. «Ho sempre saputo che la tua
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un poco cavernoso. Sorride sempre, mentre lei s’arrovella
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piegherò. Com’è avvenuto sempre, come, in fondo, m
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fondo, m’ha fatto sempre comodo. È così vantaggioso
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che la sbalordisce. ¶ «Sei sempre tu. Provi piacere nel
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col naso. «Sono stata sempre e solo scelta. Tutti
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riveste in fretta. ¶ «Pensi sempre che mi piaccia tanto
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Nel vestito nero di sempre, calvo, il viso umile
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non c’era da sempre?) nella dimensione stordita della
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scappato.» «Quello è stato sempre un negromante. M’era
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ciuffo, ora molto lungo, sempre di traverso, i bellissimi