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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli esordi, 1998

concordanze di «senza»

nautoretestoannoconcordanza
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loro figure emozionate. Salivano senza fiatare per le scale
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sono vestita al buio senza farmi sentire. Mi scusi
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questo mese?» si accertava senza girarsi, dopo un po
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le mani sui capelli, senza toccarli, come se le
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cose da raccontarti!» diceva senza girarsi. «Se sapessi...» ¶ Dovevo
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breve sonno profondo e senza sogni, mi sono svegliato
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ho abbracciato la vita, senza dire niente. Lei continuava
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nel Landwehrkanal!” ha detto senza girarsi...» ¶ Il Gagà s
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o poi...» ¶ Lo guardavo senza fiatare, mentre infilava i
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smesso di nevicare...» constatava senza girarsi, dopo un po
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mi alzavo dal divano senza fare rumore, e scappavo
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po’. Le ruote giravano senza fare nessun attrito, erano
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più piano e più... Senza toccare neanche il volante
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nei bicchieri. Mandavo giù senza masticarli grandi anelli di
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il Gagà. ¶ Lo guardavo senza fiatare. ¶ «Come? Hai conosciuto
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di nuovo. ¶ Mi accostavo senza fare rumore, con la
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alla testiera. Lo guardavo senza parlare, mi stropicciavo gli
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lavoro...» cominciava a dire senza che gli avessi chiesto
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Mi dovete seguire!” disse senza guardarci. Al centro della
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fucilieri assonnati, controluce. Attraversava senza fermarsi le stazioni. Sonnecchiavo
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hanno detto...” disse ancora senza neanche girarsi, dopo un
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feste. Muoveva quella boccuccia senza denti, biascicava quando la
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Spegni la luce!» chiese senza neanche guardarmi. «Mi dà
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attacco, come sapete...” disse senza guardarci. “Ha perso l
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in attesa!” esclamava Benno senza neanche girarsi, coi calzoni
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potreste metallizzare!” suggeriva Benno senza neanche guardarci. Il professore
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tutte piene di luce, senza porte. Riconoscevo finalmente un
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il Gagà che parlava senza muovere quasi la bocca
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Stirò leggermente le labbra, senza arrivare al punto di
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era neanche accorto?» chiese senza guardarmi. ¶ «Mi ero solo
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essere in due...» diceva senza guardarmi «bisognerà vestirlo appena
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che è morto!» disse senza guardarmi. ¶ Mi alzai dalla
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correndo verso il pianterreno senza neanche vedere. ¶ Intercettavo ogni
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il campanello. ¶ Lo schiacciai senza neanche fiatare, e andava
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ai piani di sotto senza più parlare. ¶ «Allora, sei
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quando parti...» ¶ Lo guardavo senza fiatare. ¶ «Ma per quale
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Centro, della rete?» chiesi senza controllare del tutto la
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di confine!” mi dicevo senza riuscire a svegliarmi. Sentivo
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più vivo nessuno...» disse senza girarsi «mi sono messo
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pezzo. Il Sempio guidava senza parlare, teneva la testa
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pensa a guidare!» disse senza guardarmi. ¶ La macchina continuava
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anche alle nostre spalle, senza neppure abbassare gli abbaglianti
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sparita di nuovo, slittando senza mai uscire evidentemente di
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qualche giorno dopo. ¶ Rientrava senza accendere neanche la luce
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visto!» ¶ Restavo a lungo senza parlare, mi assopivo. ¶ «Ma
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sogghignava. ¶ Il treno andava senza fare rumore. La neve
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altro sfrecciare in macchina senza fermarsi, nella strada che
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neanche in quella casetta senza tetto che c’era
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smosse, entrava dalla finestra senza un’anta una striscia
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cominciava già a cadere, senza quei colpi d’avvertimento
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si aprivano istantaneamente, come senza peso, oppure bisognava spingerle
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piccoli oggetti sbriciolarsi quasi senza rumore sotto le mie
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contro la vetrata, orbitavano senza neanche tenere conto dei
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stavo disteso sul letto senza gambe, mi sembrava di
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con il filo strappato, senza spina. “Qui c’erano
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sedia, costeggiai la vetrata senza vederla, lanciandomi a precipizio
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mi dicevo volando giù senza neppure distinguere i gradini
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occhi chiusi. ¶ Lo guardavo senza fiatare. Schegge di pane
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gremite quando ci arrivi senza preavviso, verso sera, e
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lo stantuffo piombava giù senza incontrare resistenza. La smontavo
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Le avrò rimesse dentro senza farci caso, prima di
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pare...” ¶ Manovravo la pompa senza neppure fiatare. Sotto le
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l’aria doveva passare senza stracciarsi nella valvola, e
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dal varco della finestra senza un’anta, la motocicletta
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accensione tutto svasato e senza più gommino, saltarci sopra
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piccolo oggetto di metallo, senza respirare. “Ma questa è
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non avevo ancora depennato, senza fermarmi, cercavo di leggere
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il nome della strada senza rovesciare troppo la testa
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forno centrale, nero e senza più portella. Ne usciva
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faceva sembrare liquefatta. Suonavo senza fiatare uno dei tanti
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calzoncini corti, le scarpe senza calze. ¶ Mi bloccavo di
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sussultare di colpo. Scendevo senza fiatare per le scale
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risalire. Mi guardavo attorno senza vedere, finché qualcosa saltava
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rotto. Cominciavo a mangiare senza neanche accendere la luce
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mi staccavo le scarpe senza guardare, con un dito
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la motocicletta dal letto senza gambe, quando restavo per
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nudi la moto. Attraversavo senza quasi vederlo l’intero
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Il ragazzo mi guardava senza parlare. Respirava a fatica
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Seguivo la sua schiena senza fiatare, vedevo da dietro
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tutta arrugginita e scentrata, senza più le ruote. ¶ Mi
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una parte all’altra senza fiatare, per un po
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la Signora.» ¶ Lo guardavo senza fiatare, eravamo già rientrati
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fronte. ¶ Restò un istante senza parlare. ¶ Si tolse il
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la mano. ¶ Stavo ancora senza fiatare nel vano del
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controllare i contatti!» dissi senza girarmi. «Ti insegnerò a
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al portafoglio. ¶ Lo guardavo senza fiatare. Alle sue spalle
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veniva ad aprire. ¶ Restavo senza parole sulla porta. Fissavo
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andavo da solo, suonavo senza fiatare il campanello. ¶ «È
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la macchina?» mi domandava senza girarsi, dopo un po
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in fretta la porta, senza una parola. ¶ Aprivo la
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mi dicevo correndo giù senza fare rumore dalle scale
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campanello riprese a suonare, senza più fermarsi. ¶ Corsi fino
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rimase per un po’ senza parlare. Si sentivano ancora
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Aprivo la busta, contavo senza fiatare le banconote fresche
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un’opzione...» ¶ Lo guardavo senza parlare mentre si metteva
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quelle stelle?” mi dicevo senza fiatare. ¶ «Vuoi venire domani
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più spostare la testa, senza respirare. ¶ La suora nera
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del formaggio!” mi dicevo senza fiatare. “E poi se
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Si deformavano un po’, senza mai spaccarsi. La sentivo
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ancora imparato a illuminare senza cancellare. ¶ Ci rimettevamo di
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con la macchinina gialla senza portapacchi e con il
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tettuccio dell’auto, restavo senza parlare per un po
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guardavo da molto vicino, senza respirare. ¶ «E dovrebbe salire
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Le fissavano dal finestrino, senza respirare, per paura che
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Anche Sonnolenza è rimasto senza parole, lì vicino, guardava
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sbadigliato...» ¶ La macchinina correva senza rumore, le sue ruote
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larghe e deserte, quasi senza case. ¶ «Lo vede che
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giusto!» disse il cieco senza girarsi. ¶ Stavamo già costeggiando
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fiato mentre mi parlava senza guardarmi. ¶ «È un buon
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la testa del cane, senza girarsi. ¶ «Va bene, vado
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queste parti?» mi chiese senza girarsi. ¶ «Oh, no, non
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La donna mi fissava senza parlare, non fiatava. ¶ «Be
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vede adesso...» ¶ La guardavo senza fiatare, capivo da un
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Andavo verso la porta, senza vedere, senza respirare. ¶ «Aspetti
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la porta, senza vedere, senza respirare. ¶ «Aspetti, aspetti, le
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due potremo vivere liberamente, senza doverci nascondere?” diceva tenendomi
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macchina di mia madre, senza dirlo a lei. “Dov
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scappare in fretta e senza farmi vedere nella mia
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mi baciava, lo baciavo senza capire niente su quel
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avvisarci!» disse il cieco senza girarsi. «Lo sa quanto
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sono stato bene.» ¶ Guardavo senza fiatare l’operaio dalla
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restare tutto il tempo senza aprire mai bocca al
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maniglia, perché potesse espandersi senza impedimenti in ogni direzione
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mani, in modo ritmato, senza mai fermarsi. “Vedranno i
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parte attraverso lo spazio, senza neanche vedere, senza rallentare
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spazio, senza neanche vedere, senza rallentare. ¶ «Non si era
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che mi stava guardando senza vedermi e sorrideva. ¶ Il
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che ci precedeva sterzò senza preavviso, tutte le altre
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tutto, le mani spostavano senza sosta tutte quelle striscioline
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palmo della mia mano, senza dire niente. Mi guardava
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cranio rasato lo guardava senza fiatare. Bisbigliava qualcosa ogni
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avevo acceso i fari senza che fosse ancora interamente
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uomo calvo mi fissava senza parlare. Doveva sorridere e
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passo nel corridoio, quasi senza vedere, e intanto sentivo
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come di sassi tirati senza guardare, controluce. ¶ La centralinista
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non facevano che arrivarci senza curarsi delle probabilità statistiche
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che era rimasta quasi senza muso. Potevo vedere dentro
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ad arrovesciare la testa senza batticuore eccessivo, anche se
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quello stesso istante, ancora senza pelle, non si capiva
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che qualcuno accende quasi senza pensare, facendo irruzione in
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pavimento batterie d’auto senza tappini, prosciugate. “Chissà quando
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stanza di mezzo era senza finestre, la rischiarava un
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grande telaio di ferro senza più vernice. Si vedeva
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appena usciti!” mi dissi senza fiatare. ¶ Mossi alcuni passi
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lo rasava...” mi dissi senza fiatare. ¶ Si allargava sempre
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addobbi” mi dicevo turibolando senza guardare, “e camminato avanti
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rovesciasse. Ci saliva su senza scarpe, si sedeva per
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oscillava per conto proprio senza fare rumore, faceva ruotare
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i soffici gradini, scendendo senza quasi fiatare. Qualche cane
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scendere piano dal traliccio, senza guardare in giù. Mi
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diresse verso la porta senza neppure togliersi la stola
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me continuando a suonare senza neanche guardare più i
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primo pomeriggio, nelle giornate senza contorni della prima estate
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tanto aprire gli occhi, senza avere neanche bisogno di
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portiere di dietro sbattevano senza riuscire a chiudersi del
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in silenzio la strada senza dire niente. La sua
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Uscimmo dall’auto, richiudendo senza fare rumore le portiere
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improvvisamente l’uomo calvo, senza staccare gli occhi dalla
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d’erba impolverato, scendendo senza parlare verso il raccordo
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è tutta aperta!» ¶ Salivamo senza parlare. Sembrava di stare
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finita...» ricominciava a dire senza guardarmi, dopo un po
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prendere altre reti, architettare senza pensare a nessuna architettura
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la macchina si sposta senza rumore sui crinali, e
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tratti più silenziosi e senza traffico sentivo crepitare le
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solo, per un po’, senza muovere neppure il volante
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volante, scuotevo la macchina senza smettere di andare, per
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una casa isolata, salivo senza fare rumore per una
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diversa del lago, scivolando senza spostare l’acqua. Qualche
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copia del nuovo giornale, senza respirare. Le sue pagine
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dalle unghie tagliate corte, senza smalto. Finché un altro
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dal resto dell’auto, senza dire niente. ¶ Sentii che
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di piante dai rami senza foglie. Il ticchettio di
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disse l’uomo calvo senza guardarmi. ¶ La parte inferiore
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uomo calvo stava spingendo senza alcuno sforzo la macchina
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sulla sua testa calva senza che lui se ne
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C’era gente?» chiesi senza girarmi, afono. ¶ «Capisco che
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in fretta di casa, senza neanche finire bene di
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sua pedana.» ¶ Lo guardavo senza fiatare. ¶ «Davvero? È venuto
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raccogliere indirizzi...» ¶ Lo guardavo senza fiatare. ¶ «Allora siamo intesi
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intesi!» disse l’uomo senza neanche aspettare la mia
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là. La macchina filava senza rumore, arrivavamo in un
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priva delle gambe. Tentavo senza successo di aiutarlo. ¶ «Vuole
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parte opposta. Mi avvicinavo senza farmi sentire, cercavo di
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affacciato...» cercavo di obiettare senza alzare la voce. ¶ Mi
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discorso... O ancora rimanere senza parlare, affacciato alla balaustra
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Spalancavo gli occhi, restavo senza parlare per un po
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di un altro paese, senza più parlare. ¶ Riconoscevo in
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Basta così!» lo avvisavo senza alzare troppo la voce
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sulla spalla. Ci spostavamo senza parlare, anche le nostre
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parte. Un istante dopo, senza che nessun ordine fosse
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giravano attorno ai piumanti, senza fretta, facevano qualche passo
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non può essere...” pensavo senza più spostare la testa
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prima schermava il vano senza infissi. Stavo per mettere
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gridare. ¶ Un attimo dopo, senza neppure darmi il tempo
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tutta forza dall’alto, senza interruzione, come se disponesse
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diagonale tutto il tavolo, senza neanche ruotare su se
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Qualcun altro arrivava invece senza preavviso, mentre si stava
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restava immobile a lungo, senza sapere più dove andare
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ci interrompeva di colpo, senza che nessuno dei due
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di colpo a spostarsi senza fare il minimo suono
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saper rimanere a lungo senza respirare, perché tutta l
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il momento era passato senza che nessuno di noi
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punti lontani della sala, senza capire che la partita
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all’assalto finale...” pensavo senza neanche guardare, senza respirare
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pensavo senza neanche guardare, senza respirare. ¶ Il tempo intanto
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bassa chiesa, l’altare senza croce né candelieri né
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prendevo posto sull’inginocchiatoio, senza alzare gli occhi nella
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cascine addormentate, in fila senza parlare, rasentando siepi insostenibilmente
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posto...” si diceva Gesù senza riuscire a reprimere un
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guardavano tutti in faccia senza parlare, si era fatto
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sgranata sul terreno, puntava senza fretta verso uno dei
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all’altare nudo e senza paramenti. ¶ C’era un
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piccolo e quasi indecente senza i paramenti. Il glomere
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Turchina. ¶ Stavamo già camminando senza una direzione precisa nel
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biancheria prima di passare senza scalfirla sopra la mia
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di Turchina. ¶ Stavamo salendo senza parlare per le scale
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lampione. Stava fermo lassù senza neanche tenersi con le
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colpo nel vano ancora senza infissi, veniva giù senza
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senza infissi, veniva giù senza fare rumore, i seminaristi
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quella giornata di festa senza spari. Ora l’aliante
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Mi accostai al finestrone senza infissi. La forma tutta
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di balsa veniva via senza fatica, ne cadevano a
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a terra piccole schegge senza peso. Ora la carlinga
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dal varco del finestrone senza infissi. Mossi il braccio
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cabrate verso l’alto, senza battere ciglio. ¶ Poi il
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spalla. Mi camminava vicino senza parlare, si sentiva solo
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camminavano avanti e indietro senza aprire bocca. Il cielo
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Apriva qualcuna delle arnie senza neanche velarsi, muoveva al
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suo interno le mani senza guanti. Correva verso l
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Gatto camminavano abbracciati e senza parlare. A volte il
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movimenti della masticazione, scorrevano senza mai fermarsi sotto la
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raggiungere la sala studio, senza che il primo seminarista
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nel passare. Andavano avanti senza neanche chinarsi per raccoglierli
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la sua veste ancora senza collare, ma si vedeva
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le mani, pareva improvvisamente senza forze. ¶ «Che cosa credi
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saltimbanco!» mormorò. ¶ Lo guardavo senza parole, a tratti, con
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rapidamente anche il mio, senza guardarmi. Si sentiva solo
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il Gatto, che mangiava senza mai chinare troppo la
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letti con la camicia senza collo e qualche piccola
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passai attorno alla vita, senza alzare gli occhi. Stringevo
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sola su se stessa, senza fare il minimo rumore
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conficcato misteriosamente nel tuorlo, senza che il guscio apparisse
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sulle schegge di ghiaia senza mostrare di ferirsi. Era
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sembrava allungarsi sempre più senza spezzarsi, scivolava e brillava
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serra tremavano nelle intelaiature senza stucco, gli spigoli dei
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le mie scarpe, camminavo senza quasi fiatare verso la
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sarà stato?” mi chiesi senza fiatare. ¶ Il pentolino continuava
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un viaggio interminabile e senza ritorno nello spazio. Uscii
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stata lasciata socchiusa. Entrai. Senza neppure accendere la luce
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anche quello ondulato e senza mattonelle, di nudo cemento
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cera. ¶ Oltrepassammo un varco senza porta, tra una stanza
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sorridendo in silenzio e senza aprire gli occhi. ¶ Avevo
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tanto, per un po’, senza neppure ricordarmi di tenere
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come ridendo nella polvere, senza riuscire a rizzarsi del
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ciocche dei capelli. Intanto, senza che in apparenza nessuno
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e il tucano guardavano senza battere ciglio la grande
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porta, nelle loro intelaiature senza stucco, neppure quando a
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tratti più larghi e senza ghiaia. Sollevava tutt’intorno
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il bicchierino. Lo guardava senza parlare, il suo volto
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ondeggiava vicinissimo al varco senza davanzale della bifora, che
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e rientrasse subito dopo senza accorgersi di nulla. Trattenevo
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staranno parlando?” mi chiedevo senza fiatare. ¶ Quando ritornarono infine
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o tre volte, poi, senza neppure provare a discendere
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poi fuggire irradiate e senza peso, fino al punto
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mentre continuava a inveire senza rendersene conto contro il
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la casetta dei fagiani senza aver rasentato la ghiacciaia
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Bortolana stava adesso seduto senza forze in una delle
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piccionaia, per la scaletta senza pioli. Non capivo come
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restare sospeso nei punti senza pioli. Stavano tutti dietro
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a spiegarsi quell’evento senza precedenti, mentre Bortolana, senza
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senza precedenti, mentre Bortolana, senza far caso a loro
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due o tre volte, senza riuscire a puntellarsi del
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commensali si stessero guardando senza più vedersi. La tavolata
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stesso verso la porta, senza neppure posare il tovagliolo
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la poltroncina veniva su senza il minimo sforzo, come
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tucano ci guardavano passare senza battere ciglio, in bilico
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su per la scaletta senza pioli, o raggiungendoli all
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Lo Ziò l’ascoltava senza distogliere gli occhi dalle
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rischiarato dal bagliore sembrava senza lineamenti. Nel punto centrale
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là la bicicletta ormai senza carrettino stava appoggiata contro
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infine riuscii a sterzare senza deragliare, la Pesca si
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al muro delle scuderie senza farla cadere per terra
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porta ancora spalancata. Salii senza fare rumore per le
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serra vibravano nelle intelaiature senza stucco, molte ali svegliate
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Invece qualche istante dopo, senza che potessi impedirlo in
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sempre più neri e senza fondo. ¶ Poi anche la
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poi riprendeva, lo ascoltavo senza capire di cosa si
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suora nera!” mi dissi senza fiatare. ¶ Un istante dopo
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rimaneva immobile e già senza collare, in piedi vicino
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si arrampicava. Saliva apparentemente senza sforzo, ma i tendini
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lo disse egli stesso, senza che glielo dovessi chiedere
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mettere anche in tasca senza per questo smettere un
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rapidamente, lasciandosi scivolare giù senza le mani, con gli
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finita dall’altra parte, senza per questo staccarsi dal
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Mi svestii in fretta, senza girare la testa verso
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in abiti borghesi, e senza neppure accostarsi ai sacramenti
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porte e finestre ancora senza infissi erano apparsi tendaggi
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e volavano nell’aria, senza peso. Se qualcuno le
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incamminai verso l’uscita, senza respirare, giusto in tempo
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quasi più nessuno. Tornai senza fare rumore nella camerata
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posavano i mattoni forati senza fare rumore, quasi per
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mentre celebrava la messa senza mai pronunciare una parola
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allontanando. Dovevo avere prodotto senza volerlo alcuni suoni in
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attraverso un’altra finestra senza serramenti. Arrivavo fino alla
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Tornavo vicino al finestrone senza serramenti, dove la parete
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nei mattoni forati ancora senza calce, e i muri
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a staccarmi dal finestrone senza infissi. Nel cortile tutte
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si limitavano a sorridere senza dare risposta, muovevano le
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ai lati della via, senza neanche fermare la moto
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neanche fermare la moto, senza rallentare. I gradini erano
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sue ruote giravano vorticosamente senza avanzare di un millimetro
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Dea. ¶ Oltrepassai la porta, senza richiuderla perché lo stucco
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modo salutando. ¶ Mi allontanai senza fare rumore. Ma, prima
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pioli non troppo traballanti, senza neppure tenermi con le
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si sfilava dal muro senza opporre resistenza, quando dovevo
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sospeso da solo e senza una ragione. Tutta la
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guardava a sua volta senza dire niente, il suo
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leggero dislivello. Le guardavo senza fiatare, il loro rumore
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vetri ballavano nelle intelaiature senza stucco. Erano state spalancate
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Dirce per la vita, senza neppure darle il tempo
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già muovendo. La seguivo senza fiatare, ruotando di tanto
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della Pesca, invece, frusciava senza peso. Mi pareva di
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cristallo, assistevano alla scena senza battere ciglio. Vedevo dappertutto
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si allungava nell’aria senza mai spezzarsi. ¶ Il cane
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vetro tremavano nelle intelaiature senza stucco, mentre tutte le
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incalcolabile. Indossavo la veste, senza collare per il caldo
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nel tronco, sparava ancora senza spostare di un millimetro
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della villa, li guardavano senza riuscire a mascherare un
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sospetto che facessero parte senza saperlo di un unico
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avessero iniziato a baciarsi senza neppure togliersi la sigaretta
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braccia levate e quasi senza più respirare per rimpicciolirsi
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sul ponticello di ferro, senza fare rumore per non
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un po’ di luce senza dover accendere l’accecante
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quando mi ero affacciato senza veste, che qualche strumento
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in mezzo al parco, senza che ce ne fosse
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sotto le sue scarpette senza tacco, che si allargavano
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sotto le coperte, mulinava senza fare rumore gambe e
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volta sotto le coperte, senza fretta, mettevo i piedi
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che, oltre i finestroni senza serramenti di quell’ala
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bagnato ci passava dentro senza devastarla, la vedevo aprirsi
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di celluloide sulla camicia senza collo, badando di tenerlo
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in due e rimontata senza precisione, a causa di
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refettorio, accelerando il passo senza mostrare di accelerarlo, e
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occupato da un altro, senza farsi scorgere, o si
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dentro a occhi chiusi senza accorgersi di essere rimasto
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gli abbeveratoi. Dal finestrone senza serramenti guardavo per un
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come fingendo di passeggiare senza meta in quella zona
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priore allargò le braccia, senza dire niente. ¶ Il Gatto
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almeno dieci minuti e senza averne avuto alcuna esplicita
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tranquilli, dopo un po’, senza accorgersi e neppure lontanamente
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udito la mia risposta senza per questo averla dovuta
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averla dovuta pronunciare, e senza creare negli ascoltatori il
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brani ad alta voce senza pronunciare una sola parola
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quell’occasione a parlare senza emettere alcun suono, quando
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e due gli schettini, senza però alzarmi in piedi
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a uno dei finestroni senza serramenti, riuscii a guardare
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della ringhiera di marmo, senza staccare gli occhi dalla
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stava pulendo i denti senza spazzolino, dopo essersi spremuto
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alcune fucilate. Le visualizzavo senza fatica nel cielo, mentre
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e rimettersi i collari, senza neanche infilare sotto il
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tagliuzzato. ¶ D’un tratto, senza che nulla in apparenza
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fila lungo le scale senza gradini e senza ringhiera
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scale senza gradini e senza ringhiera. Ma, arrivati quasi
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seminaristi si scambiavano occhiate senza aprire bocca, perché era
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all’altezza delle costole, senza aprire gli occhi, mentre
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unico gesto della mano, senza fatica, perché le asole
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da uno dei finestroni senza serramenti, vidi che il
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dei sei fragorosissimi batacchi senza in realtà muovere la
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lo si può manovrare senza emettere il minimo suono
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stava muovendo le labbra senza emettere alcun suono, mentre
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che lo faceva apparire senza spalle. Guardavo i vari
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scorrere la catenella centrale senza farla tintinnare, perché erano
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guardarla per un po’, senza riuscire a fare un
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fermarmi dietro i finestroni senza serramenti nello stanzone degli
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semichiuso. Minuscoli aerei decollavano senza sosta dall’interno della
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della sua crosta molle, senza neppure lacerarla. Si levavano
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eppure senz’altro scopo, senza alcuna pretesa di redenzione
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la mano nella fiamma senza correre il minimo rischio
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un po’, mentre intralciavo senza volerlo un’azione vittoriosa
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gironzolava da un po’ senza fare niente ai margini
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in quello più lontano, senza accorgermi di avere sconfinato
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Mi capitava di colpirlo senza sapere dove mi trovavo
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testa il pallone infangato senza che la crosta gelatinosa
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il cielo grigio e senza spari. Cominciava a fare
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in faccia. Li aspetta senza mutande dietro il muro
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vibrare, scintillare. ¶ Mi accostai senza fare rumore, fin quasi
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dei corpi cambiava posizione senza neanche svegliarsi, quando il
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una larga poltrona quasi senza molle, vicino a un
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come se niente fosse, senza accelerare. Si toglieva con
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di rifugi...» ¶ Lo guardavo senza fiatare. Stava fermo sul
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un po’ infreddolita, andando senza parlare nelle vie. Non
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ad arrivare fin qui, senza mai deragliare, senza mai
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qui, senza mai deragliare, senza mai scontrarsi, scivolando dalla
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accesa!” ¶ Mi guardavo attorno senza fiatare, continuando a premere
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invece sorridendo da solo, senza fare rumore. ¶ “Sonnolenza... chi
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se non sbaglio...” ¶ Uscii senza fare rumore, chiusi piano
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di campanelli, cercarne qualcuno senza il nome vicino o
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meglio le ciabattine, uscì senza fare rumore dalla stanza
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limitano a restare seduti senza quasi toccare la ruota
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la sua spalla toccava senza volerlo la mia spalla
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stradina poco distante. Salivo senza fiatare, sentivo con infinito
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in un ufficio. ¶ Rimaneva senza parlare, per un po
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all’alba, le scarpe senza stringhe, ispezioni corporali, le
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dei piumanti scivolava quasi senza rumore sulla stradina sepolta
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guscio d’uovo staccarsi senza fare rumore dalle cime
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entrare dal retro!» disse senza girarsi il guidatore. ¶ C
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suoi spostamenti.» ¶ Lo guardavo senza fiatare. Mi osservava. ¶ «Ma
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le dita. Mi appisolavo senza volerlo, sentivo quei rumori
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del grande caseggiato. Restavo senza fiatare, per un po
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una rampa, mi avvicinai senza fiatare a una porta
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sono un guerriero!» disse senza guardarmi. ¶ Stava toccando la
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le portiere, di colpo, senza fare rumore, balzano fuori
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sulle loro piccole teste, senza far rumore, ‘sono così
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una nei suoi fori senza più guarnizioni. ¶ “Le gettano
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fino a scoppiare, strappano senza farsi vedere quelle labbra
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istante per poterle osservare senza quel velo di terra
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verso la porta. ¶ Girai senza fiatare la maniglia. ¶ «Fortuna
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il nodo della cravatta senza mai allentarlo. ¶ «Da quanti
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ancora. ¶ Si guardò attorno senza fiatare. ¶ «Dorme in questa
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Mi passò davanti come senza vedermi, andò senza fare
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come senza vedermi, andò senza fare rumore in cucinino
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editore!» disse l’uomo senza guardarmi, all’improvviso. ¶ Arrossì
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ho trovata!» ¶ Lo guardavo senza fiatare. ¶ «C’è un
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funzione!” mi dissi andando senza vedere. ¶ L’asfalto luccicava
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tagliato di netto e senza più cornetta. “Se la
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insieme a quei fori senza più guarnizioni, per guardare
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telefonata...» provai a dire senza fiatare. ¶ «Mi spiace... è
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uscivo dopo la cena, senza sparecchiare. “Starà andando a
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cabina intensamente illuminata e senza più la porta, “dovrò
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della cabina già illuminata, senza più le porte. ¶ Poi
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Ecco... risponde!” mi dissi senza fiatare. ¶ Si riusciva a
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naso, che avrò incrociato senza neanche vedere, per le
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strade. ¶ Le macchine andavano senza fare rumore nelle piazze
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possibile che lei tenga senza ritegno la lingua fuori
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corsa...” mi dicevo andando senza vedere, senza respirare “non
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dicevo andando senza vedere, senza respirare “non devo allontanarmi
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di posare gli occhi senza volerlo su quelle locandine
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quei versolini che sfuggono senza volere di bocca, quando
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ultimo intervento della giornata, senza neanche il camice addosso
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versi che si emettono senza pensare, senza calcolare. «Lui
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si emettono senza pensare, senza calcolare. «Lui si chiude
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la situazione” mi rimprovera senza guardarmi, “si è sentito
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morde improvvisamente le labbra, senza farmi male. Va a
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l’accarezza...” mi dissi senza fiatare “la starà toccando
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a spostarmi più forte, senza accelerare. Mi ritrovavo come
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è Mignon!” mi dicevo senza riuscire più a respirare
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salire le scale, allungavo senza fiatare la mano verso
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per le strade. Andavo senza neanche vedere, per un
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più forte, nelle strade senza più quella neve, tutte
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macchina è?” mi chiedevo senza fermarmi. “Sembra una macchina
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cui ha appena mangiato senza vestiti, senza la tovaglia
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appena mangiato senza vestiti, senza la tovaglia, e si
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stanza, mi faceva sedere senza neanche parlare, se veniva
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rintracciarlo...» provavo a dire senza guardarla. Si torceva le
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Si torceva le mani senza parlare, la vedevo un
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è neanche qui!» dicevo senza fiatare. La sentivo smaniare
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sua richiesta.» La guardavo senza parlare, mentre si torceva
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lei!» provavo a dire senza guardarla. «Gli dica che
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suo romanzo?» La guardavo senza fiatare. «Non si riesce
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andando verso il corridoio senza neanche vedere. «Ma allora
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a bocca spalancata. ¶ Uscivo senza vedere niente, sentivo per
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strattoni. ¶ «Va bene!» disse senza guardarmi. «Ha detto che
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arriva!» disse la segretaria senza fiatare. ¶ Un uomo era
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andiamo?» provai a dire senza girare la testa, senza
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senza girare la testa, senza respirare. ¶ «Nella sala delle
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sentii che stava dicendo, senza neanche guardarmi. ¶ Si passò
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riprendo...» provai a dire senza girare la testa, senza
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senza girare la testa, senza respirare. ¶ «Ancora come quando
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lo fanno ormai quasi senza neanche volerlo, senza più
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quasi senza neanche volerlo, senza più saperlo. Scagliano la
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uscire dalla tua porta senza che nessuno sospetti di
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traduzioni. Cominceremo a sghignazzare senza fermarci, piegati in due
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delle circonvallazioni interne, spostandomi senza neanche vedere, per un
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auto strappare sugli stradoni senza più marciapiedi, senza più
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stradoni senza più marciapiedi, senza più le labbra. Cominciavo
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Il mio gomito urtava senza volerlo la forma ammassata
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strade, dovevo sbadigliare. ¶ «Passava senza avvisare» sentivo che stava
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intarsiati, ingioiellati... Mi guardava senza parlare, per un po
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si girava di colpo, senza dire niente, com’era
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così lontane, ad andare senza pensare, a sbadigliare. Scorgevo
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mano, socchiudevo la porta senza fiatare. Mi sporgevo appena
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pare...» provai a dire senza muovere un passo. ¶ Il
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che ti passa accanto senza neanche vederti di quanto
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con le orecchie diritte, senza pensare, senza quasi guardare
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orecchie diritte, senza pensare, senza quasi guardare, per le
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proseguire?” ti dici andando senza più controllarti, per la
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devastare e poi oltrepassare, senza guardare in faccia nessuno
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guardare in faccia nessuno, senza che si siano creati
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dentro la testa, entrava senza fare rumore, ritornava. ¶ «Sono
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qui!» provavo a dire senza guardarla. ¶ «Saranno usciti dall
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fermavamo vicino al portone, senza parlare, sentivo un istante
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per salutarmi. ¶ Mi spostavo senza vedere. Riconoscevo molto tempo
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nell’aria!” mi dicevo senza fiatare. “Che sono così
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rasoiata...» provavo a dire senza guardarlo. ¶ Non rispondeva. Sentivo
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più forte mentre andavamo senza parlare, senza respirare. ¶ «A
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mentre andavamo senza parlare, senza respirare. ¶ «A proposito...» mi
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dicendo stremato, emozionato. ¶ Andavamo senza parlare, per un po
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improvvisamente. Continuavo a spostarmi senza neanche vedere. Coprivo grandi
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addormentata. “Infilano quegli spinotti senza neanche guardare” mi dicevo
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la sigaretta alle labbra, senza aprire gli occhi... per