Aldo Busi, Un cuore di troppo, 2001

capo e collo, davvero… senza che te l’aspetti

compartecipata diventa solo tua, senza più alcuna relazione con

in maniera impersonale, neutra, senza portare acqua al mio

di mamma e papà, senza cioè bisogno di proteggere

si passa lo straccio senza chiedere il suo parere

e finisce in banca, senza disperdersi gratis o per

dei tranelli della mente senza sbocchi che intanto perfeziona

va oggi un uomo senza braccialetto con cui occupare

libera dal cellulare o senza l’orologio di grande

sua di faccia. Piatta, senza espressione, anche gli occhietti

bassa e minacciosa ma senza consistenza, realtà, remota al

e da buon interlocutore, senza aver bisogno di sentirsi

stoccafisso al suo sale, senza ricambiare la stretta nemmeno

stato sincero e magari senza alcuna intenzione di essere

mi è sembrato sguarnito, senza una protezione preventivata, un

di pesare le esperienze senza pregiudizi e di condensarle

E poi: d’amore? ¶ Senza un vero abbraccio mai

come lui la racconta senza neanche rendersene conto, mancano

ci vivo mica anche senza di lui, scrivere per

invece ciò che sono senza. ¶ Improvvisamente, e per caso

si meraviglia se scompari senza salutare, anzi, quasi nessuno

con chi mi pare senza essere respinto, perché i

se ne va così, senza la mia frase, senza

senza la mia frase, senza darmela, senza forse neppure

mia frase, senza darmela, senza forse neppure aver pensato

clericale a modino… e senza battere ciglio, come se

Menes se ne va senza dirmi una parola, la

quella di una salita senza discesa? di una storia

omissione dell’altra voce senza voce in capitolo, vinto

si sia chiesto finora, senza mai farmene cenno, con

autoironia, e il tutto senza ambiguità e greve allusività

con se stessi, e senza offendermi o scoraggiarmi per

capacità di attendere operando senza forzare la mano alle

ha sotto gli occhi senza più ricorrere a te

cedessi alle loro vanità senza sbocchi né futuro… seppure

miei pari in qualcosa senza, per l’appunto, che

magari di imparare oggi senza danni qualcosa che imparerò

la sua ombra inaspettata senza fare una piega, senza

senza fare una piega, senza tradire il caos di

allegre, sicure e inanellate senza mai staccare il pennarello

migliora», e ridacchia, ma senza cattiveria, anzi, con una

si può fare tutto senza ferire nessuno, la famiglia

capito che poteva farcela senza più padroni, diventandolo lui

per dire, aggiunge ma senza moralismo, perché a me

parole, è proprio incisivo senza mai una coloritura di

cose, nature vive ma senza residui desiderati o indesiderati

uscito bello fresco ma senza tanto stupore da una

sana e salva anche senza il taxi del Centro

Mi è piombata addosso senza che me l’aspettassi

da ormai un’eternità senza risultati, e quell’essere

filo per anni, così, senza neppure il preambolo di

cominciato a bisbigliare cose senza senso in direzione della

fare le fusa intorno senza averne l’aria, ma

famigliari ci andrebbe mai senza avvisarlo, sicché ci può

lei e lei anche senza di lui, purché ci

andiamo a camminare insieme senza gli altri, quasi tutti

non c’è passeggiata senza che qualcuno porti il

mi previene e aggiunge senza tirare il fiato che

messe in fila e senza miccia all’inizio né

affetto di quell’altro, senza volerlo una volta mi

altro che mi fissava senza mai né gioia né

l’Alpenstock dal puntale senza bagliori fra un macigno

sul territorio, del tutto senza alcuna intenzione di approfondirlo

quello che ha progettato senza battere ciglio e con

spassarsela per dieci vite senza fare più niente ma

di eucalipto e rientro senza asciugamano davanti e mi

sinistra sulla sua destra, senza premere, e lui non

mette nel mio sacchetto senza sprecarci un’occhiata, così

prendo fingendo entusiasmo e senza ringraziarlo, non ne ho

era come sentirsi dissanguare senza voler correre ai ripari

si ha una donna senza averla, col potere di

modo non provocatorio, e senza abbassare la voce, senza

senza abbassare la voce, senza complessi e senza complicità

voce, senza complessi e senza complicità, semplice, cosa che

può andare in giro senza portafoglio», «Ti sbagli invece

si impara a far senza di tutto», e io

credo… sono andato avanti senza pietà, innanzitutto per me

mobili, ma l’amore senza volontà è una resa

per lui, determinato ma senza sopraffazione, senza accettare sopraffazione

determinato ma senza sopraffazione, senza accettare sopraffazione nemmeno da

che poi si girava senza fare bè e si

era un semplicione giulivo senza complessi di colpa, ripeté

insonnia e cattiva coscienza senza accusare fatica né pentimento

con un altro uomo senza perdere la faccia, anzi

un maialino da latte, senza un pelino, la boccuccia

almeno glielo fa capire senza aspettare che quell’altro

già tutto speciale così senza niente di più; adesso

troppo ravvicinati, da civetta senza volerlo, poveretto, a restare

neanche tempo a sufficienza», senza tirare il fiato, «Ma

ripieno di castagne, ma senza sederci, stavamo lì in

almeno girare i tacchi senza dare spiegazioni. Invece non

ebbi la sensazione che, senza davvero esserne stato consapevole

sfoga così brutalmente e senza alcuna sensibilità con uno

mi metta con qualcuno senza sapere prima chi è

mettendolo sul sedile dietro senza girarsi, mi ha fissato

testa, quella sua frase senza più freno… quel suo

così umana, palpitante, amorosa senza rompere i coglioni a

ha fatto di sfuggita, senza intenzione cattiva, forse solo

preferibile una sicura scopata senza tante moine e tutta

insomma, una nullità emotiva senza alcun principio di realtà

la libertà di entrambi senza più ipoteche sull’interpretazione

Menes sulla mia immaginazione senza capo né coda… tutta

fare la mia firma senza staccare la penna dalla

un nom de plume senza plume… e poi tornarci

come sempre la sorvolo senza capirla e senza ricercarne

sorvolo senza capirla e senza ricercarne il significato e

di un subacqueo rimasto senza ossigeno che sfoglia a

sacchetto di marroni raccolti senza alcun amore e perciò

accecato dal dolore, stolido, senza guardare giù. ¶ A che

è possibile farne parte senza rinnegarsi, ma non mi