Indro Montanelli, XX Battaglione Eritreo, 1936

moto, van da sé, senza che più ci si

battaglione e poi, talvolta senza averci mai rivolto la

rivolto la parola e senza avere abbreviato di un

per la via diretta, senza badare a chi ne

è avvenuto al XX, senza che quasi ci ponessimo

voragine d’acqua chiara, senza venature di limaccio letterario

chiamarmi: un uomo, sostantivo senza aggettivi. Parrà poco, a

parte dal suo paese senza cartolina precetto, né busta

né fascia al braccio; senza addii né abbracci; senza

senza addii né abbracci; senza il saluto del podestà

il saluto del podestà; senza fanfare alla stazione; senza

senza fanfare alla stazione; senza le lacrime di mammà

calpesti i tetti erbosi senza sospettare che sian tetti

non fa nulla, ma senza il quale nulla si

sterrato. Una pausa. Poi, senza graduazione, attacca a pieno

pese che s’infilano senza esitare sugli spini esili

bianche che lo infiorano senza pause di verde e

svizzeri. Ma ci ripenso senza nostalgia. ¶ Più scabra è

Possono fare cento chilometri senza sostare; sessanta al giorno

strada per la strada senza desiderio di meta, contagioso

Muntaz, ascolta il chiacchierio senza prendervi parte, intervenendo solo

interminabili controversie fra ascari senza mai sbagliare e difende

alba vi scivola su senza alterarle, tralucono attraverso la

valle; scandisco il mormorio senza pause di Masciò Temebrò

Poi, il sole sorge, senza transizione di colore e

all’ufficiale italiano: pienamente, senza reticenza, senza riserva: tutto

italiano: pienamente, senza reticenza, senza riserva: tutto esigendo perché

non fanno un passo senza cantare) e l’unica

è di una bellezza senza sorriso, incurante di se

sfondo si svolgeva. ¶ Re senza corona, ras Seium ha

dolore. Ghizzoni lo guarda senza dire niente. ¶ MAGGIORE: Come

bimba. È una vita senza scosse, quasi monotona. Abbiamo

Voltandogli le spalle e senza tendergli la mano): Addio

È roba che passa senza dottore, questa. Vedrà: fra

protesta. Vengono alla marcia senza dir niente, aggruppandosi intorno

per conto suo, poi senza un attimo d’indecisione

un’atmosfera più tetra, senza canti a sera, senza

senza canti a sera, senza osmosi fra le gerarchie

ginocchi di ferro, caracollava senza un tentativo di ribellione

questo. E, sornione, sorridi senza sforzo. ¶ Gli ascari si

difficile, al buio e senza corde. Poi Gheremenschìl, saltando

avvezzarmi a veder sangue senza lasciarmene sconvolgere è una

le rende come vacue, senza peso. Tutta la vita

smisurato mi ridda intorno senza pausa. Solo mia madre

una sciarmutta fastosa; ripiegato senza grinze dentro una fascia

ribelli che t’assalgono senza farsi vedere. «Uàh!» dicevano

E Tesemmà procedeva torvo senza più osar di protestare

Tesemmà moriva in fretta, senza rantolo. Non faceva nulla

buongiorno a un ufficiale senza prima mettersi a rapporto

suo Signore e Padrone senza prima mettersi a rapporto

prese il fanus e, senza che fra lui e

sparò e Tesemmà cadde, senza più alzarsi. Ricerche furono

vedessero. A un tratto, senza essere preceduto da nessun

cortinaggio sfarzoso – e pensi, senza riderne: «Un po’ d

Adigrat e di lì, senza esitazione, su Macallè: quarantott

su Macallè: quarantott’ore senza scender di sella se

paesaggio squallido, dall’orizzonte senza fine, dove l’occhio

di luce: a terra, senza fumare, reagendo come si

inceneriti. Ce le additammo senza parola, ammiccando. A me

la nostra, un’attesa senza nervosismo. Gli ascari respiravano

scoperto, era la strage senza remissione. Tre soli riuscirono

Sessantotto» contò il maggiore senza voltarsi. ¶ Sassahà ¶ Un silenzio

passo dopo l’altro senza esitare. Il forte era

a fustigare un colpevole senza torcere lo sguardo, come

tutto dai suoi ascari, senza aver l’aria di

Forte Barbante e «parlare senza voce», misteriosamente, con qualcuno

I Goitana bianchi sarebbero senza dubbio uomini perfetti, molto

noi sognamo sempre questo senza avere bevuto tech, vuol

e rimase sull’attenti senza dir niente. ¶ Sassahà sorrise

e sempre si ripeteva senza pausa – che Terù sognasse

in un’aria smorta. Senza più il suo dolce

e dicevano che ora, senza Sassahà, non più bello

quando dilaga una notte senza luna. Ma sento la

amarsi di molti amori, senza sospettosa gelosia: per la