Francesco Biamonti, L'angelo di Avrigue, 1983

Andiamo immediatamente, – disse Gregorio. ¶ – Senza paramenti, senza aspersorio? – chiese

disse Gregorio. ¶ – Senza paramenti, senza aspersorio? – chiese una voce

crepuscolo, mostrando una bellezza senza pulviscolo, triste e quasi

uno squarcio nella corteccia: senza dubbio un suo ramo

Pensò a suo figlio senza precauzioni, senza cautele, dalla

suo figlio senza precauzioni, senza cautele, dalla notte del

usciti fuori per parlare senza che nessuno li udisse

chiese. Avrebbe ancora risposto senza logica e fissato sulle

dire «cosí fu!», pur senza mettersi il cuore in

osteria aperta nella piazza senza vita. ¶ Dentro, i soliti

bordo, appoggiati alle murate senza scalette... Solo chi era

terra, grembo affettuoso, giaciglio senza dolore. ¶ – Mi sento in

stridio del ferrame. ¶ Andava, senza bisogno della pila, dall

Trovò il bar chiuso, senza un biglietto attaccato alla

con la pila stalle senza porta, scale senza scalini

stalle senza porta, scale senza scalini, gradini con l

traluceva in un cielo senza atmosfera. ¶ La capra tornò

del paese. ¶ Eppure ripassava senza rancore il mare, quando

albero di san Sebastiano: senza frutto e senza foglie

Sebastiano: senza frutto e senza foglie. Rametti e tutto

avevano mai potuto eseguirla senza che si levasse un

Gregorio salutò Edoardo e senza piú indugiare si avviò

nelle tasche della giacca, senza trovarla (dove poteva averla

il cappotto sulle spalle senza neppure indossarlo, tanto sarebbero

Per un attimo restò senza volto, le braccia innalzate

paese sul culmine, è senza riparo e mormora sempre

Egli chinò il capo senza parlare. Ester tornò a

buono d’animo. Tornava senza mensile alla prima sosta

La aspettavano viaggi, disse, senza meta e senza nome

disse, senza meta e senza nome, tormentosi itinerari per

calore», allora aveva giocato senza sistema, basandosi su strane

di nuovo insieme; e senza essere interrogato, senza farsi

e senza essere interrogato, senza farsi pregare, il giovane

sua vita all’improvviso, senza la minima pretesa di

quel che piú sorprende, senza essere portati da una

Vi invidio, – disse quasi senza accorgersene. ¶ – Ci invidia? ¶ – Voi

la raggiunse alla cassa senza avere ancora deciso cosa

sera, ma accentuata e senza rimedio, questa bellezza lontana

indica maior» sul ciglione senza riparo. Solo il mare

veloce e leggero, e senza voltarsi. Gregorio si domandava

fa pensare? – lei sussurrò senza stupirsi. ¶ – Ne hai tutto

ne andò a casa senza fermarsi. Verso mezzogiorno doveva

magaglio, ondulando nel chinarsi, senza spostare i piedi. La