Egisto Roggero, Komokokis, 1902

fatti scientificamente provati, e si spinge al di là

testa della schiera coraggiosa si va da qualche tempo

fra i misteri che si nascondono nelle viscere del

fatto davanti a lui – si era arrestato di botto

tua buona laurea!... ¶ — Ah sì, – mormorò con un sospiro

castello! ¶ — Un castello? ¶ — Ma sì, un vecchio maniero! ¶ — Corbezzoli

vicina al luogo dove si sarebbe poi cercato di

a quel momento, come si è detto, eravamo rimasti

nome perfettamente sconosciuto, come si è detto, il buon

a meno di esclamare. ¶ — Sì, o signori, – aveva soggiunto

viaggio un’occasione mi si sarebbe certamente presentata per

con forza, – l’occasione si è ora presentata!... due

Poi l’amico Edoardo si permise di osservare: ¶ — Ma

meta del suo viaggio. ¶ Si fregava le mani, ci

offrì nuovamente degli avana, si ristorò con del cognac

il fondo della vallata si aprì come uno scenario

molte ore ancora, finchè si arrestò. ¶ — Qui dobbiamo scendere

piedi perfettamente sveglio e si slanciò sopra la sua

ecco il sogno che si cambia in realtà!... ¶ Tutto

là. ¶ E il treno si mosse, ansò, sbuffò, quindi

costumi, le vacche che si vedevano pascolare quietamente nei

momento nessuno di noi si curava di ascoltare. ¶ Un

fascia chiara, che rapidamente si fe’ più decisa e

più decisa e quindi si accese di un bel

annunziò che il sole si degnava finalmente di venir

il delicatissimo roseo-lilla si fe’ d’un bell

rapido incendio corse e si propagò di cirro in

solitudine e di mistero si dileguava! ¶ Noi che avevamo

precipizio nella valle. Vi si arriva per una viottola

Saint-Malin! ¶ — Ereditato? ¶ — Ma sì, perchè il buon signor

perder l’anima, forse.... ¶ — Si vede proprio, – esclamò Edoardo

molto interesse alla storiella, – si vede proprio ch’era

Ma dove il vecchione si manifestava proprio Diavolo era

su, verso il Castello, si vedevano luccicare due lumi

male. Tutto ciò, non si può negare, è abbastanza

Comune, visto che nessuno si presentava per reclamarlo, lo

Ma per molti anni, si capisce, nessuno volle saperne

pietre del Diavolo. Finalmente si presentò un giorno il

un’importante scoperta. ¶ — Ah sì? ¶ — Voi saprete che veniva

fruga. Sotto quella nicchia si apre un buco, un

a toccarlo mai. Se si butta una pietra potete

questa strana cosa che si arrampicano lassù ogni anno

Ed il caro amico si guardò intorno, cercando di

osteria, ansante, trafelato.... ¶ Egli si gettò a sedere davanti

esempio il nostro stomaco si risvegliò.... ¶ E ricominciammo! ¶ Il

a torrenti, il pane si sprofondò a montagne negli

secolo, parte de’ soffitti. ¶ Si componeva di una stretta

del primo piano. Quivi si apriva un vasto salone

oro. ¶ Accanto ad esse si apriva la vastissima sala

alla sala della biblioteca, si apriva nel muro la

detto, sotto la quale si sprofondava il buio di

presto fatta, perchè, come si è veduto, il vecchio

monte era stato tentato sì fieramente da S. E

avvenisse in seguito non si sa bene.... ma la

fitte ombre dei secoli. Si trattava di un paesello

donne, fanciulli e fanciulle si eran dati anima e

terribile Nemico. Cose orrende si narravan di ciò che

a chi troppo le si accostava – ed era perciò

Come ho detto, essa si componeva esclusivamente di vecchie

Montagne d’Armenia dove si posò l’archa del

saggi con lui.» ¶ Come si vede il buon frate

un certo punto dove si metteva con grandi e

queste “...et havendo sentito si facto romor.... ne scopremmo

con queste sue parole?... – si chiedeva egli perplesso. ¶ La

viva curiosità che ormai si era accesa vivamente nel

la fune a cui si affiderà: provi ed osi

parole: “et avendo udito si facto romor.... ne cercammo

le parole del postillatore si dovrebbero riferire a qualcosa

Parla, – gridò Edoardo. ¶ — Che si tratti delle rovine appunto

valle e.... ¶ Sorrisi. ¶ — Sopra sì.... è vero, noi la

cercato.... ¶ — Ed abbiamo trovato. ¶ — Sì, abbiamo trovato il documento

zio, che ha lasciato sì ben esposto il vecchio

parole che la muffa si è compiaciuta risparmiare per

la fune a cui si affiderà.” ¶ — Che te ne

gente seria, come generalmente si suppone. ¶ — Deve essere proprio

di scopritori! ¶ — Sicuramente. Non si sa mai.... ¶ — Speri di

il luogo. ¶ Il pozzo si trovava, come il lettore

alla Biblioteca. Sul muro si apriva una non larga

nicchia, che un tempo, si vedeva, doveva esser stata

arrugginiti. ¶ Sotto la nicchia si apriva la bocca del

gancio da me ideato, si sarebbe continuato a discendere

I due uomini – che si sarebbero scelti fra le

ed appositi segnali. ¶ E si sarebbe tentato!... ¶ Chissà cosa

d’ispezionarne il fondo! – si mostrarono sbigottiti anzi che

quali mettevano capo e si riunivano poi ad un

Era Jean Bonnin! ¶ Egli si arrestò davanti al nostro

vi analizzo.... vi spio, sì, vi dirò anche la

questi due bravi giovanotti si stancano a tenerci così

e che la torcia si consuma, quindi.... – disse Edoardo

tenevo sollevata in alto si abbattè un istante verso

della trazione della cesta si disgregavano sempre più.... ¶ Feci

spirito. ¶ Se il condotto si fosse all’improvviso ristretto

la cesta e noi si rimanesse così sospesi sull

tepore pieno di benessere si diffondeva in tutte le

mia mente, ottenebrata ancora, si formulò vagamente l’impressione

non comprendo.... galleggiamo! ¶ — Galleggiamo? ¶ — Sì, è ben acqua questa

direi anch’io. ¶ — Ma sì! L’eredità dello zio

caduta.... quest’acqua cheta.... ¶ — Sì, sì è vero. Si

quest’acqua cheta.... ¶ — Sì, sì è vero. Si direbbe

Sì, sì è vero. Si direbbe che il Fato

A un tratto Edoardo si frugò nelle tasche, ne

muoviamo.... meno male, – esclamò. ¶ —Sì, – ripetei io, – quest’acqua

dice che la corrente si accentua.... noi procediamo con

Dove? ¶ — Vedilo là che si dilegua! ¶ — È vero. ¶ — Eccone

non conosciamo! ¶ — Dunque qua si può vivere.... almeno fino

parlare: ¶ — Noi dunque camminiamo. ¶ — Sì, – feci io. ¶ — Sta bene

tutto!... ¶ Intanto egli continuava: ¶ — Sì, poichè la temperatura è

calda! non ti sembra?... ¶ — Sì, è vero. ¶ — Ebbene, – esclamò

oscurissima, non potendo dormire si accorse con sua grande

e direi vaporante luce si sprigiona da ogni parte

vôlte della caverna, diceva, si abbasseranno, tu assisterai al

d’una tenuità ideale si fondevano con certi sprazzi

bagliori tenui o ardenti si fondevano in un solo

ripetei. ¶ Il mio amico si volse a me. ¶ — Edoardo

una rapida illusione.... ah sì, certamente! ¶ — Lo credi tu

intanto osservavamo ch’essa si andava sempre più slargando

mondo differente del nostro si alzavano certi sottili steli

lati: e le rive si facean sempre più folte

creature vegetali. ¶ La zattera si teneva, per effetto della

sotto di noi era sì limpida che vedevamo i

tratto, – debbon essere farfalle. ¶ — Sì, farfalle di specie nuove

Edgardo. ¶ — Hai veduto? – mormorai. ¶ — Sì.... una figura umana! ¶ — Questo

là! dietro gli arbusti... si china.... si rialza.... prosegue

gli arbusti... si china.... si rialza.... prosegue.... Ah! Non

magico spettacolo che ci si schiudeva dinanzi. ¶ Le onde

cupolette: la placida distesa si prolungava infinita, senza orizzonte

nostra zattera.... ¶ — A nuoto? ¶ — Sì, affidandoci a quest’acqua

un nuovo ardente vigore si accese in tutte le

ci avvicinavamo, lo spettacolo si faceva più limpido e

eran popolate le rive si facean più grandi e

una voce. ¶ La figura si volse e noi scorgemmo

Questa volta sobbalzai. ¶ Egli si esprimeva in latino! ¶ Il

dire altro, io ripresi: ¶ — Sì, dirò anche meglio dalla

avete detto.... ¶ — A Komokokis?... ¶ — Sì. ¶ Il vecchio pareva titubante

vostro potere? – chiese Edoardo. ¶ — Sì.... ma temo per la

come il buon vecchio si preoccupava della quiete de

alla vostra foggia.... ¶ — Oh sì, – rispose il vecchio. E

che solo in sogno si posson immaginare. ¶ Sottili ombrelline

creature di quel mondo sì nuovo per noi. Giovani

le piccole case, occupati, si vedeva, ciascuno a qualche

come l’impressione che si prova ingoiando un liquore

non riesco ad esprimere, si faceva padrona del mio

che non so dire, si spandeva dal cuore per

il nostro stomaco non si sia risentito in qualche

sulla mia spalla e si contentò di rispondere: ¶ — Il

Il Maestro v’insegnerà, – si contentò di rispondere la

e meravigliarti ciò che si svolgeva sotto i nostri

città della pace suprema”, – si degnò rispondere questa volta

che questo benedetto cronometro si deve essere fermato.... proprio

lontana. ¶ Lo guardammo stupefatti. ¶ — Si direbbe che sentano senza

un grido. ¶ — Komokokis! – gridammo. ¶ — Sì, —disse il vecchio, e

aria calda del bosco si faceva meno grave, più

circostante. ¶ Sotto di noi si stendeva la valle tutta

azzurro: ma lo sguardo si perdeva nell’atmosfera luminosa

cupola, la nostra guida si arrestò. ¶ — Siamo giunti, – disse

la tenda ed entrò. ¶ Si trattenne alcun tempo dentro

un cenno, ed egli si avvicinò. ¶ Parlarono alcun tempo

compresi essere un saluto, si avviò verso la tenda

indicato la nostra guida, si volse a noi e

in questi regni sotterranei sì, ma non tenebrosi, come

noi gente terrestre.... non si oblìa mai. Voglio dire

questi bisogna annoverare, lo si vede, voi, o signori

è dunque ancora chi si ricorda di me..... lassù

vostra cara Terra, buona sì, ma pettegola come una

ora ascoltatemi. ¶ Il vecchio si raccolse un istante poi

terrestre, voi lo vedete, si apre un altro mondo

migliore! ¶ — Migliore?... – mormorai. ¶ — Ah sì, lo esclamerete anche voi

voi c’inizierete.... – mormorai. ¶ — Sì, ma come avrete compreso

In vapore?... – gridammo dubbiosi. ¶ — Sì, in un lieve pulviscolo

quaggiù, nel vostro mondo? ¶ — Sì. ¶ — Per sempre? ¶ — Per sempre

qualsiasi! Come siamo discesi.... si potrebbe trovare anco il

paese sotterraneo, dove non si mangia, non si beve

non si mangia, non si beve, non si fuma

non si beve, non si fuma, non si paga

non si fuma, non si paga nè gas nè

nè luce elettrica.... e si arriva, senza tutto ciò

mondo ignoto che ci si apriva dinanzi!... ¶ Noi ricordavamo

di bassopiano nel quale si raccoglieva il grande lago

a zig-zag che si vanno a perdere, senza

poteva dirci nulla. Quando si pensi che il tragitto

era stato impossibile valutare, si può asserire che noi

adatto per far ciò: si raccoglievano, pensavano a Dio

esperienza – quella che sol si raggiunge con la vita

testa con tanto sangue si combatte, giorno per giorno

una impalpabile cosa siderea, si allontanava, noi due, i

procurarsi il cibo, come si è visto, e perchè

uomini che le donne, si occupavano della pulizia non

villaggi, fanciulli e fanciulle, si raccoglievano in Komokokis, sede

essere quelle morali. ¶ Che si agitava in quelle fronti

acciocchè le vostre anime si purifichino e possan acquistare

ad un certo punto si ramificavano fantasticamente, lo contornavamo

cenno di arrestarci: e si genuflesse a terra, a

paludamento, due mani che si agitavano dolcemente. ¶ E l

dell’al di là – si determinò sicura, in tutta

strana e secreta, quasi – si fe’ padrone della mia

benigno. ¶ La sua bocca si mosse, ma nè a

ai nostri occhi. ¶ Kalika si alzò. ¶ — Avete veduto? – disse

Avete veduto? – disse egli. ¶ — Sì, – mormorammo, – noi abbiamo veduto

mormorammo, – noi abbiamo veduto. ¶ — Si sarebbe anche desiderato poter

dichiarò Kalika, – ma quando si saranno come i nostri

quassù, sulla nostra testa, si agitano tutt’ora sopra

Non lo obliate. ¶ Kalika si fermò un istante e

vi hanno tormentato lassù si farà signore della vostra

Avete ben compreso, figliuoli? ¶ — Sì, Maestro, – rispondemmo, vinti nostro

aria perplessa, egli continuo: ¶ — Sì, vado a compiere l

nel suo candido paludamento si avviò alto e severo

con lo sguardo. ¶ Come si era trasformato il mio

disposta alle idee trascendentali, si era subito aperta alla

me, dal nostro mondo, si agitava misteriosamente in me

misteriosamente in me e si ribellava. ¶ Ah! io non

neve, Kamelia mi attendeva. ¶ Si alzò appena mi vide

appena mi vide e si avanzò verso di me

come in sogno, mentre si bagnava con altre sue

sembri triste.... ¶ — Kamelia sospirò. ¶ — Sì, ho qualcosa qui dentro

io ho paura.... ¶ — Paura? ¶ — Sì, ho paura.... di te

Di me? – mormorai sorridendo. ¶ — Sì, qualcuno.... che non so

in te.... ¶ — Di straniero? ¶ — Sì, dal vecchio padre che

dovere che tu conosca.... Sì, lo sento, e lo

vero! – mormorò tutta smarrita. ¶ — Sì, è vero, ma non

il suo volto. ¶ E si reclinò sul mio petto

candidi fiori della notte si reclinano sullo stelo al

fila dei fratelli genuflessi si alzarono i Maestri – tutti

del Creatore. ¶ Poi egli si ritirò e si avanzaron

egli si ritirò e si avanzaron quattro giovani fratelli

radioso, in alto: poi si dissolse nella vaga penombra

luminosa. ¶ E i fratelli si chinaron ad adorare: mentre

assentimento. ¶ Tutti i fratelli si alzarono. ¶ I quattro più

Titubai. ¶ — Pel mio bene? ¶ — Sì. ¶ — Come lo sai? ¶ — I

fa temere per te si è che tu ami

in lei.... ¶ — In lei? ¶ — Sì, nella bella e purissima

ami tu davvero? ¶ — Oh, sì! È qualcosa di nuovo

E vuol sapere, e si turba, e ne soffre

Ah, lo temeva! ¶ — Ah, sì, amico mio. Ed è

una idea. ¶ — Un’idea?... ¶ — Sì, domandare consiglio a lui

dirti. Forse hai ragione. ¶ — Sì, io ne sono convinto

mormorò. ¶ — Per sempre, – ripetei. ¶ Sì, per sempre! Ella sarebbe

de’ miei passi egli si voltò e lo riconobbi

lei, non è vero? ¶ — Sì, – risposi. ¶ Egli corrugò le

di me, di Kamelia? ¶ — Sì. ¶ — Gli hai parlato del

amore? Della mia decisione? ¶ — Sì. ¶ — E che ti ha

ma per lei.... ¶ — Come? ¶ — Sì, perchè sarebbe lei a

ci salverà. ¶ — Lo credi?... ¶ — Sì, lo sento. ¶ — Che cosa

rassicurati. Kalika ora non si occuperà punto nè di

dunque.... e rifletti. ¶ — Oh sì, – mormorai, gettandomi sul morbido

sfuggendo da que’ luoghi. ¶ Sì, fuggire; ma come? ¶ Io

con l’amore.... ¶ Ah sì: era ormai inutile ch

cosa sola: fuggire. ¶ — Fuggire? ¶ — Sì, fuggire! m’intendi? È

dal momento che ci si impedisce il nostro più

creatura il giorno che si abbandonasse al tuo amore

mormorò Edoardo profondamente. ¶ — Ah sì, lo sento! Essa mi

cosa intendi dire? – mormorò. ¶ — Sì, tu.... che farai? rimarrai

possibilità di questa fuga? ¶ — Sì. ¶ — Ma come? ¶ — Non so

sentiero in salita, che si allontanava dalle rive del

era necessario, ormai. ¶ Edoardo si gettò a terra, Kamelia

seno. ¶ Sotto di noi si stendeva il lago luminoso

salivamo la luce mancava. ¶ Si stendeva sotto di noi

più fitta. ¶ La salita si era fatta ripidissima. ¶ Ad

Ci fermammo inquieti. ¶ — Come si fa ora? – mormorò Edoardo

qualche tempo averlo invaso. ¶ — Sì, come si fa ora

averlo invaso. ¶ — Sì, come si fa ora? – ripetè egli

ora? – ripetè egli. ¶ — Come si fa? – risposi, – in un

per non precipitare. Kamelia si teneva stretta al mio

che nelle tenebre ci si apriva dinanzi. ¶ Un momento

orifizio del terribile passo, si lasciava cadere al mio

a malincuore che Edoardo si decise ad alzarsi per

trovarla. ¶ — O dunque? ¶ — La si fa. ¶ — Ma occorreranno, m

mancare una cosa semplicissima sì ma indispensabile. ¶ — L’ascia

al pari di te, – si contentò di rispondere Eduardo

che, silenziosa e tremante, si affidava in tal modo

stretta a me, mi si avviticchiò più tenacemente. ¶ — Cos

siamo fermi. ¶ — Fermi? ¶ — Purtroppo, sì. Arenati, forse.... ¶ La cosa

ci preoccupò. ¶ — Purchè non si finisca per restar qua

fortemente da me, Edoardo si calò nell’acqua. ¶ Lo

la cui calma non si smentì neppure in quel

la nostra barca, non si decidan a rimettersi in

tutti e tre. ¶ — Oh sì, – mormorò Kamelia, – sono stranamente

impressioni. ¶ — Perbacco! – esclamò Edoardo, – si corre a precipizio ora

mio cuore. ¶ E Kamelia si abbandonò nuovamente tutta a

assordante, lo scroscio impetuoso, si faceva sempre più vicino

parlare: la mia voce si perdette nel frastuono orrendo

luce del sole! ¶ — Come? ¶ — Sì. Guarda. ¶ Ed Edoardo mi

forza per liberarnela, ma sì! pareva murata da secoli

a piedi? ¶ — Direi di sì. Vedi che le rive

mormorò fiocamente la fanciulla. ¶ — Sì, quasi giunti.... ancora poco

è il sole?... – mormorò. ¶ — Sì, mia adorata, il nostro

luce intorno a noi si faceva sempre più viva

Ad un tratto Edoardo si fermò. ¶ L’apertura della

saprei. ¶ — Il mare! ¶ — Come? ¶ — Sì, il mare! Comprendi? la

Oh, non importa! purchè si esca una buona volta

noi l’azzurro immenso si stendeva terso, senza una

limpido e azzurro, che si stendeva sereno dinanzi a

tanto sereno? ¶ Queste domande si affollavano confuse e rapide

mi fa paura. ¶ Egli si chinò sulla bianca creatura

salvala, salvala tu! ¶ Egli si alzò, andò a prendere

invano; le sue dita si contrassero lievemente.... ¶ Posai la

baciava.... ¶ Come mi parve si accingessero a sollevarla per

dunque, povero amico?... Ella si dissolve nella luce!... Il