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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Vittoria Colonna, [Rime], 1538

concordanze di «si»

nautoretestoannoconcordanza
1
1538
interna doglia, ¶ Di che si pasce il cor, ch
2
1538
Che lasciò in terra onorata spoglia. ¶ Giusta cagione
3
1538
E vivo e bello riede alla mente, ¶ Che
4
1538
Come dunque la piaga si rinfresca? ¶ Chi mi lusinga
5
1538
altrui forze spezzasti in brev'ore, ¶ Che 'l
6
1538
fronte, ¶ Dal cui furor gran procella insorge. ¶ Vènti
7
1538
mai di tanto ardor si dolse, ¶ Ma ognor più
8
1538
lieta a grande onor tolse, ¶ Che nè sospir
9
1538
me pensieri o voglia; ¶ m'è soave il
10
1538
che sempre il preme: ¶ le mie pene son
11
1538
nebbie d'ogn'intorno ¶ ch'io provi a
12
1538
pace mi toglie e m'offende, ¶ Ch'ai
13
1538
alma del comun danno si lagna, ¶ Sì largo pianto
14
1538
comun danno si lagna, ¶ largo pianto il triste
15
1538
lagrimar affrena, ¶ E rimangon caldi i miei sospiri
16
1538
Cara unïon, che in mirabil modo ¶ Fosti ordinata
17
1538
Io (benchè lui di bell'opra lodo) ¶ Pur
18
1538
te che 'l nodo si rallente: ¶ Chè a me
19
1538
Il mortal peso lei poco preme, ¶ Che se
20
1538
ch'al mio scampo si presta ¶ Fu già, che
21
1538
luce altera ed alma, ¶ Si gode, e lascia me
22
1538
al cielo, ¶ Avesser fin lungi e amari giorni
23
1538
suo valor lasciò raggio chiaro, ¶ Che sarà lume
24
1538
urna è breve a largo valore. ¶ SONETTO XXV
25
1538
questa grave salma ¶ Lei leggiera, sì presta e
26
1538
salma ¶ Lei sì leggiera, presta e spedita, ¶ Ritiri
27
1538
Se lì s'appaga, si nodrisce e vive, ¶ E
28
1538
alma per star fra dubbiose tempre? ¶ SONETTO XXXI
29
1538
dal carcer cieco ¶ Di grave dolor, tentato ho
30
1538
giunse, il cui valore ¶ Si cerca e brama ognor
31
1538
alta meta ¶ Leggier volasti , che nulla cura ¶ Ti
32
1538
sol s'alluma e si raccende. ¶ Quei raggi caldi
33
1538
M' infiammaro e invaghir , che la vostra ¶ Or
34
1538
mi fa il duol amico, ¶ Che assai mi
35
1538
quel lume santo ¶ Che bel nodo indissolubil strinse
36
1538
che libertà mai più si trove ¶ Nel suo voler
37
1538
ardente face ¶ S'intepidisca che 'l viver giove
38
1538
viver giove. ¶ SONETTO XL. ¶ largo vi fu 'l
39
1538
posti insieme a paro. ¶ Si scorge un error quasi
40
1538
ogn'ora e fa amica, ¶ Ch'io vivo
41
1538
questi due l'alma si stringe: ¶ L'un guarda
42
1538
guerra. ¶ SONETTO XLV. ¶ ARGOMENTO. ¶ Si duole della morte dello
43
1538
l'almo paese ¶ Adornan , che dell'antiche imprese
44
1538
peso ond'or son care alme sciolte, ¶ Viemmi
45
1538
gli altrui onori ¶ Vincon , che nè nuove nè
46
1538
Scorga mia nave fra torbid'onde, ¶ Fra scogli
47
1538
cotanto ardire, ¶ Che a dubbia speranza erga la
48
1538
E far l'alma chiara ch'ella ancora
49
1538
quel ch'or più si duole. ¶ Gloria mi fu
50
1538
della notte ei non si vede, ¶ Nè allor sente
51
1538
cui voler mai non si torse. ¶ Mille accese virtuti
52
1538
pregai ¶ Che fosse eterno dolce soggiorno! ¶ Ma fu
53
1538
tali, ¶ Ch'or mi si toglie e vivere e
54
1538
concetto alle parole. ¶ Di degne eccellenze al mondo
55
1538
mio fe 'l cor altero, ¶ Ch'ogni basso
56
1538
Colta in felice e nobil terreno, ¶ Che 'l
57
1538
non è, da tal si vuole. ¶ E se pietà
58
1538
discopre il sol, quanto si addita ¶ Che del poter
59
1538
seconda, ¶ Tal che tosto si spera in terra e
60
1538
Le fatiche d'Enea chiare e sole ¶ Consacrò
61
1538
ciascun della sua età si dole. ¶ Non toglie la
62
1538
cielo invio, ¶ L'ali preste! ch'a lui
63
1538
LXXI. ¶ Anima eletta, che tosto spinta ¶ Dal proprio
64
1538
Il suo cammin! Chè lodata cura, ¶ Sebben non
65
1538
sol s'intende, ¶ Che bell'opre non fa
66
1538
con amari. ¶ Non fur larghi allor, ch'or
67
1538
l'imperfetto bene, ¶ Che si godeva già negli anni
68
1538
lo vede, e ascolta ¶ vere le divine alte
69
1538
vittorie sue tante e chiare. ¶ Quanto pena or
70
1538
fin pavento: ¶ Ma dolce nella memoria 'l sento
71
1538
Mutossi, e in fiamme si nodrisce in modo, ¶ Che
72
1538
per gli occhi amore ¶ spessa pioggia, ed onde
73
1538
L'antica piaga amor larga aprilla, ¶ Che non
74
1538
mio pensiero ¶ Rispose, che si compie oggi il quart
75
1538
contrario il fato, ¶ Non si discerne infin all'ore
76
1538
di mandarla al core ¶ vera e viva a
77
1538
non men l'alma si duole: ¶ Chi la sua
78
1538
Tenermi in vita in si mortale affanno, ¶ SONETTO LXXXV
79
1538
Quasi cieco condur dritto si sente; ¶ Tal son io
80
1538
desiosa e lieta ¶ Sempre si volge al suo celeste
81
1538
voci d'onor, che si ragiona ¶ Le prime glorie
82
1538
quel soggetto raro ¶ Farà degna istoria eterna e
83
1538
bel per occhio uman si scorse, ¶ Anzi la virtù
84
1538
beltade, ¶ In lui rifulser , che tutti voi ¶ Che
85
1538
felice. ¶ Ma 'l ciel largamente non comparte ¶ Le
86
1538
natura ¶ L'ultima forza , che inteser quanto ¶ Circonda
87
1538
voi fu 'l ciel largo, e a me
88
1538
a me la stella ¶ parca, che s'oppon
89
1538
poi non ebbe ¶ Per bella cagion lo stile
90
1538
il foco ¶ Mai sempre, di fuor rasciughi il
91
1538
suo tormento il cor si duole, ¶ Sì ch'io
92
1538
il cor si duole, ¶ ch'io bramo il
93
1538
Ma gli anni tuoi ben dispesi io trovo
94
1538
Ischia (sotto il quale si favoleggiò giacere Tifeo) ¶ è
95
1538
Dal qual può aver lunga e chiara istoria
96
1538
l morir lungo in brev'ora spento! ¶ Ma
97
1538
ardito vaneggiar m'accendi ¶ , ch'io consento il
98
1538
fama e virtù gloria vera ¶ Accolta in un
99
1538
contorse. ¶ Morte mandâr con fallaci larve, ¶ Che lieta
100
1538
mi cuoco, ¶ E per dolce ardor l'alma
101
1538
il loco; ¶ Alla cagion si volge, e prende in
102
1538
aggiorna? ¶ Chi non ammira nuova fenice? ¶ SONETTO CVI
103
1538
interni ¶ Raggi della virtù vivi e tanti? ¶ SONETTO
104
1538
mio chiaro sol voglie altiere, ¶ Che, mio malgrado
105
1538
l'onorata strada ¶ Onde chiaro apparve in sì
106
1538
sì chiaro apparve in breve ora. ¶ Non era
107
1538
qui del suo valor si pasce. ¶ SONETTO CXI. ¶ ARGOMENTO
108
1538
tutto 'n sè stesso si stringe; ¶ Qual sia l
109
1538
fortuna combatte e non si scioglie ¶ Dall'alte cure
110
1538
lumi accende a far degni effetti, ¶ Che 'l
111
1538
spirti eletti, ¶ Che formate bei rari concetti, ¶ Onorate
112
1538
Fosse il cor vinto che 'l settim'anno
113
1538
anno ¶ Non s' udisser lunge i miei sospiri
114
1538
mandato, ¶ Quasi favilla, che si mostra in segno ¶ Che
115
1538
mi spetro ¶ Da terra , ch'io le dipinga
116
1538
breve ora forse ella si dolse, ¶ Quant'io sempre
117
1538
ella a forza ¶ In gran mal sostien quest
118
1538
al mio dolore ¶ Fosser crudo e dispietato inizio
119
1538
in pianti rei. ¶ Seguir si deve il sposo e
120
1538
obietto ¶ Alla mente daria fida aita, ¶ Che non
121
1538
riserba. ¶ Per colui che si fe morendo vivo, ¶ E
122
1538
d'anni ¶ S'allarga , che miei gravosi affanni
123
1538
ma in quest'inganni ¶ dolci ho posto ogni
124
1538
il grave mortal velo, ¶ che tanto splendor non
125
1538
contenda? ¶ Temo sol che lieta i raggi suoi
126
1538
terzo cerchio accende, ¶ Tirar si sente; ma nel quarto
127
1538
non che 'l core ¶ Si sforza ombrarlo ovunque io
128
1538
d'ardor l'alma si pasce: ¶ Colui sel sa
129
1538
per languir qua giù si nasce! ¶ SONETTO VI. ¶ ARGOMENTO
130
1538
Là 've l'invio, breve gioia avanza ¶ Qui
131
1538
del vero accesa era caro. ¶ Ond'io tremando
132
1538
Da quel celeste ardor leggiere ali, ¶ Ch'io
133
1538
Di lui ch'a pregiata gloria e bella
134
1538
del suo rimedio altri si pente; ¶ Così dal fuoco
135
1538
ardente, ¶ Ove l'alma si strugge, ove s'onora
136
1538
Nè solo il pianto si risolve in danno; ¶ Ma
137
1538
quasi infermo ch'omai si disperi, ¶ Ch'attende al
138
1538
sol pensiero ¶ Che non si volga a lui, seco
139
1538
augello altier, che non si duole ¶ Scacciar lungi da
140
1538
cor di foco ancor si pasce ¶ Tanti anni e
141
1538
Il sublime valor non si comprende. ¶ Ma poi che
142
1538
e quasi un angue ¶ Si nudria in seno; ond
143
1538
il sacro corpo esangue; ¶ ch'io scriva nel
144
1538
aspira, ad altro monte ¶ Si poggia, u' piede uman
145
1538
sovra sè l'alma si sente, ¶ Che fuor del
146
1538
onore ¶ O vaghezza mortal si duole e sdegna. ¶ Quasi
147
1538
l'angusto erto sentiero, ¶ ch'io scorgessi in
148
1538
è ch'ei non si mostri almo e sincero
149
1538
Il cibo e quella, si rallegra e gode, ¶ E
150
1538
dentro al nido suo si strugge e rode ¶ Per
151
1538
fedel lieto e sicuro, ¶ Si dissolve per grazia il
152
1538
ghiaccio duro ¶ Che sovente si gela intorno al core
153
1538
è schivo e sottile, ¶ ch'un basso pensier
154
1538
amor l'anima intesa ¶ Si mova al volo altero
155
1538
a noi tanti e possenti segni ¶ Della bontà
156
1538
Aprir nostra natura, almen si degni ¶ Mirar sè stessa
157
1538
Di sentirsi intricata in gran mali. ¶ Vedrà come
158
1538
a cui sembra ei adorno, ¶ Ch'a uopo
159
1538
face ¶ Del calor vero si rinchiude e serra? ¶ Non
160
1538
per mia colpa non si stende ¶ A tanta altezza
161
1538
divino e l'uman, giunte insieme ¶ Ch'è
162
1538
la mente; ¶ E non breve raggio, che sovente
163
1538
tanto s'ingombri, ¶ Che si purghi e rinnovi, onde
164
1538
vil breve tesoro: ¶ E cieco guadagno e van
165
1538
verde alloro. ¶ Ma non si corre a Dio, che
166
1538
da tanta gioia allor si sente, ¶ Che quanto giace
167
1538
n quel breve soggiorno ¶ mi scaldasse il suo
168
1538
verde non riede. ¶ Purgami , che rimanendo i' teco
169
1538
meco ¶ Vien dunque omai, ch'io frutto felice
170
1538
in te, degno a onorata pianta! ¶ SONETTO XXXII
171
1538
e 'l male in poche ore ¶ Contra il
172
1538
affanni insieme colse, ¶ Onde si piange ancor l'antico
173
1538
bennata pianta, ¶ Onde vita si coglie; e l'arbor
174
1538
all'ombra santa ¶ Scorger si può quanto s'intende
175
1538
Terrena è spenta, nè si cangia il core ¶ Per
176
1538
più dal cammin dritto si parte. ¶ L'occhio sinistro
177
1538
Per vorace umiltà più si fa certo ¶ Dei sacri
178
1538
dritto dal torto ¶ Mal si discerne infin all'ultim
179
1538
umil fede; ivi tutto si strugge ¶ Per rinnovarsi all
180
1538
più dentro a lei si sta romita. ¶ SONETTO XXXVI
181
1538
che 'l fa) sotto si vede ¶ L'aere e
182
1538
e frali. ¶ Quant'ei si vuol talor mostrar, discerne
183
1538
quei vivi stromenti, ¶ E move ad un fin
184
1538
sommo cielo, ¶ U' non si perde mai tuono o
185
1538
tuono o misura, ¶ Nè si discorda il bel concento
186
1538
i chiari spirti insieme. ¶ Si vede l'alma allor
187
1538
alma allor, poi che si sgombra ¶ Nella porta del
188
1538
del caro figlio; e bel modo, ¶ Non men
189
1538
vivace ardore ¶ Penetrar dentro ch'ardendo godo, ¶ E
190
1538
dall'ultima alla prima ¶ Si miran tutte nel gran
191
1538
l'orrore, ¶ Che ci si avventa quasi oscuro e
192
1538
core? ¶ Con queste armi si può l'ultima guerra
193
1538
l terrestre affanno. ¶ Non si dee con tal guida
194
1538
con tal guida e verace, ¶ Che per guidarne
195
1538
incenerito, arso, conviensi ¶ Coprirgli che non si mostrin
196
1538
Coprirgli sì che non si mostrin fuore; ¶ Quanto più
197
1538
mostrin fuore; ¶ Quanto più si conviene a tutte l
198
1538
trova, il procelloso orgoglio ¶ Si frange, e cade in
199
1538
fido, ¶ Viva pietra Gesù; che quand' io ¶ Voglio
200
1538
che sol nell'anima si sente: ¶ E dice: non
201
1538
Dell'alta sua bontà si lascia andare. ¶ SONETTO XLIX
202
1538
dei sensi a noi spesso ¶ L'asconde, che
203
1538
priva. ¶ Sei presso ove si passa all'altra riva
204
1538
c'hanno il cor duro. ¶ Spezza dell'ignoranza
205
1538
di Terra Santa. ¶ Già si rinverde la gioiosa speme
206
1538
altri è vivo seme ¶ fecondo, che sol ben
207
1538
Securo altri cammina in bel giorno, ¶ Che gli
208
1538
il proprio sangue. ¶ Ivi si vide aver nudo ed
209
1538
nèttar le onde, ¶ E si vestan di gemme le
210
1538
e creder sempre a bel segno; ¶ Seguendo poi
211
1538
Tacendo quasi agli altri si scoverse; ¶ Per me' celarlo
212
1538
Fu giusto freno a pietoso ardire ¶ Dicendo: ristorar
213
1538
alta bontà di Dio si stese ¶ In parte al
214
1538
ond'ogni fedel petto ¶ Si fe più forte alle
215
1538
ed ogni alto intelletto ¶ Si diè prigione al vero
216
1538
spirti al nostro mal pronti ¶ Delle catene lor
217
1538
vivo fonte, ¶ Ond'ei si pasca, e riverisca insieme
218
1538
così vivo ardore ¶ Non si consuma come cera o
219
1538
s'erge la mente ¶ che, d'altra virtù
220
1538
spira. ¶ E s'alcun si confida in fragil opra
221
1538
dove l'infinita ¶ Provvidenza si mostra, mi parea ¶ Veder
222
1538
che diede a noi dolce vita. ¶ Era lucida
223
1538
lucida e chiara e gradita, ¶ Ch'io lieta
224
1538
voce in ciel, che si dolea ¶ Ch'ella fosse
225
1538
glorïoso segno. ¶ Pregar dunque si dee con le man
226
1538
carte questa legge non si scrisse; ¶ Ma con la
227
1538
Che a te furar si possa il tuo bel
228
1538
scorta; ¶ La castità, benchè si fosse accorta ¶ Che l
229
1538
timida, al ritorno ¶ Le si fe incontro pallidetta e
230
1538
candor già dal foco ordinato, ¶ Che le tesse
231
1538
rinato, ¶ Le parti insieme si vedran conteste ¶ Divine umane
232
1538
l core? ¶ O non si sciolse l'alma? e
233
1538
petto ¶ Spirava a Simeon vera vita, ¶ Che con
234
1538
Il quale a Simeon addentro giunse, ¶ Che pregò
235
1538
la mente aggia, e del suo onor carca
236
1538
onor carca, ¶ Che non si volga a men pregiata
237
1538
che nell'ira sua si giacque, ¶ Con dolce amor
238
1538
mortai, ch'intorno avea ¶ accese, a lui parean
239
1538
luci fisse ¶ Tenne, pregando , ch'al ciel prescrisse
240
1538
avaro ¶ Fu in pregio , come a lui quella
241
1538
un momento, ond'ei si vide erede ¶ Del ciel
242
1538
n quel virgineo cor ben s'impresse. ¶ Ma
243
1538
con pura alma dolcezza ¶ vivo del tuo sol
244
1538
valore ¶ Un fedel servo , ch'ogni vigore ¶ Ha
245
1538
cotal scudo e lui; ¶ forte e interna fu
246
1538
chiari nomi e quei veri detti, ¶ Che han
247
1538
il piè lasso conforta ¶ , ch'alle nozze eterne
248
1538
ire, ¶ Trovando pace in fieri contrasti. ¶ L'alma
249
1538
te, che sei virtù rara. ¶ Tu combatti per
250
1538
erri o la man si disarmi; ¶ Chè vive entro
251
1538
Con sigillo d'amor vive impresse ¶ Gesù l
252
1538
Del divino vêr noi grande amore: ¶ Poi seco
253
1538
distrinse, ¶ Che scolpìo dentro , ch'apparver fore ¶ Le
254
1538
suo grave dolor seco si lagna. ¶ SONETTO CXXII. ¶ Divina
255
1538
pietra ¶ Sfavilla in noi chiaro e sì beato
256
1538
noi sì chiaro e beato, ¶ Ch'ogni gelato
257
1538
agli amici in quel bel morire ¶ Il grave
258
1538
mio sempre vêr voi dolce amore. ¶ Lo quale
259
1538
e sospetto: ¶ Non vuol grande e sì possente
260
1538
vuol sì grande e possente obietto, ¶ Che 'l
261
1538
quanto in sè stessa si compiace ¶ Di grazia acquista
262
1538
Con catene d'amor ben contesto, ¶ Che l
263
1538
nera ¶ Prigion terrestre, ove si vede involta, ¶ Indebilirsi; ond
264
1538
erbe ed imperfette ¶ Arder , ch'abbian poi l
265
1538
prova ¶ Mostrarsi ardito a felice impresa. ¶ Già la
266
1538
mercede, in pace gode ¶ , che la guerra sprezzi
267
1538
e di fango omai carca, ¶ Pietro, la rete
268
1538
altra sponda, ¶ È grave ch'a gran periglio
269
1538
divin giudicio ha in poche ore. ¶ Vede 'l
270
1538
che avaro ¶ Di fuor si mostra al tempo freddo
271
1538
armate squadre ¶ I miei larghi campi, ed odo
272
1538
la verga in pace ¶ Si rese il mondo e
273
1538
simil, mentre l'uom si strugge e affanna ¶ In
274
1538
io riguardo il mio grave errore, ¶ Confusa al
275
1538
Chi crede in me, ch'or l'alma
276
1538
zelo ¶ Del quale ardesti , che consumasti ¶ Te stesso
277
1538
insieme. ¶ SONETTO CXLV. ¶ Non si può aver, credo io
278
1538
cui luce verace ¶ Gioia si vive, ed opra per
279
1538
lume del ciel chiaro si scopre, ¶ Arma di fede
280
1538
di dritto e buon si vede, ¶ Si vide o
281
1538
e buon si vede, ¶ Si vide o si vedrà
282
1538
vede, ¶ Si vide o si vedrà nel mondo errante
283
1538
rischiara ¶ L'occhio immortal, ch'ei scorge per
284
1538
alma s'umilia e si disgombra ¶ Dalle sue immagin
285
1538
tien seco unita, ¶ Onde si sente in lui chiara
286
1538
scintilla arde d'amore: ¶ puro e di tal
287
1538
Tutta al raggio immortal, ch'ombra e luce
288
1538
e raccolta; ¶ Ma non nuda ancor, che spesso
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ma son quei lumi ¶ chiari, che riporta arra
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dal vero suo lume si parte. ¶ L'occhio sinistro
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mente. ¶ Per verace umiltà si rende certo ¶ De' sacri
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tanta esperienzia e con grave ¶ Modo rivolge l
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rivolge l'acqua, e a misura, ¶ Che ove
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macchia è impressa ivi si stende. ¶ Diede per quasi
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costante. ¶ SONETTO CLVIII. ¶ Non si scusa il mio cor
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Conto dei tanti miei mal spesi anni, ¶ Mostrando
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che 'l celeste sol forte allume ¶ Alcune anime
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Alcune anime elette, e dappresso, ¶ Che 'l raggio
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lume! ¶ E pur lampeggian , che fan quest'ombra
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In questo vaso tuo eletto e puro. ¶ Tu
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sete sempre ¶ Del tuo largo mar per lei
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la nebbia oscura, ¶ Che chiaro splendor vi tien
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Scioglier potrebbe ove or si trova involto. ¶ SONETTO CLXIII
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in buon terren con profonde ¶ Radici, che 'l
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nudriva, ond'ella ancor si sente ¶ Mancar sì, che
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ancor si sente ¶ Mancar , che virtù vivace ardente
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di quel largo mare ¶ Si gusta, come in breve
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ardor viva di fede, ¶ che lo spirto, allor
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in fede or rinnovar si sente: ¶ Onde l'effigie
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avvien che l'un si ciba, e serra ¶ Agli
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nostra guerra ¶ Vinse; allor si vedrà securo e sciolto
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immagine tua alma gentile, ¶ ch'io risorga del
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Nè trova pace in continua guerra. ¶ Del vero
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un sol giorno, ¶ Per maraviglioso estremo effetto, ¶ Vario
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s'offerse. ¶ Di quei si scrive glorïosa istoria, ¶ Che
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Il vigor dentro, intorno si raggira, ¶ Nè cosa trova
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L'avea legata con dolci nodi. ¶ SONETTO CLXXIX
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il ciel quand'ei si mostra avaro. ¶ Se chieder
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Poscia l'affermi con forti chiodi, ¶ Ch'ogni
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per tante prove ¶ E bei lumi l'alma
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nel mondo piove; ¶ Ivi si purga e sazia, ivi
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ivi di nove ¶ Acque si lava, ivi si specchia
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Acque si lava, ivi si specchia e vede, ¶ Che
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e move. ¶ Onde da abbondante e largo fonte
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promessa, allor la fede ¶ Si fa più forte, allor
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Che all'occhio vivo lucente appare; ¶ L'altro
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croce, ov'egli stesso ¶ Si mostra a noi sì
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Si mostra a noi vivo e sì dappresso
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noi sì vivo e dappresso, ¶ Che l'alma
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ella sen va sospesa ¶ , che se giunge al
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erra e vaneggia, ¶ Mal si puote fermar nel lume
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ben lampeggia, ¶ Pur non si mostra mai chiaro ed
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aprirgli ognora ¶ In quel chiaro e lucido soggiorno
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ultima guerra, a noi dura, ¶ Dell'oste antico
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e contenti, ¶ Serba ancor vivaci e sì lucenti
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ancor sì vivaci e lucenti, ¶ Ch'io mirando
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cibo dell'alma; onde si sforza ¶ D'accostarsi a
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spesso ingombra ¶ La vista , ch'a quel chiaro
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Del cieco mondo, e che qui si muoia
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e sì che qui si muoia ¶ E 'n Dio
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muoia ¶ E 'n Dio si viva, e lui s
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in quel gran pelago si sente ¶ Tirar con dolce
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consente ¶ Che, se non si discioglia, almen s'allente
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indegno ¶ Voler s'asconde ch'ella non vede
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del gran lume un bel segno, ¶ Che dal
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raggio in ambedue risplende ¶ vivo, che son rare
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Soccorso e guida a giusto pensiero, ¶ Tal che
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L'ali troncar che superbe spande! ¶ A un
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il cor di gioia ¶ , che per gli occhi
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porge noia; ¶ Chè or si rinfresca l'alma, or
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rinfresca l'alma, or si raccende ¶ E per l
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lavoro ¶ D'intorno fregia , ch'altra vaghezza ¶ Non
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del suo splendor fatto adorno, ¶ L'occhio immortal
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d'intorno ¶ L'acqua pura, che vi lascia
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opre al mondo mai chiara ¶ Ch'a noi
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Dell'acqua sacra sua largo rivo; ¶ Ma sol
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splendore. ¶ Era ancor lungi ch'un'altra mente
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Gli occhi, e intenti , che di quel poco
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qua su vien dolor si tolga, ¶ E di vero
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sappi tra noi quanto si dolga ¶ Che in terra
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vera qui, che non si scema ¶ Pel variar dell
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allor seco mi strinse ¶ , che nel suo splendor
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ascose. ¶ Ond'io potea, del suo bel mi
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gioire: ¶ Però dinanzi a novo cospetto ¶ Non mi
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con le man giunte si deve, ¶ Perch'ei sostenne
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formò il cielo, ¶ E pietosa al mio priego
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in questo error; nè si concede ¶ Al sempiterno sol
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disciolga. ¶ SONETTO V. ¶ ARGOMENTO. ¶ Si duole per la morte
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mondo a noi rendean pura e chiara, ¶ Ha
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di verde speme, nè viva ¶ Che agli occhi
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Il sempre contra me irato cielo, ¶ Pria che
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sol s'interna e si raccende, ¶ Splendesse or qui
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lei ben nata che chiaro segno ¶ Stampa del
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del suo piacer fatta amica, ¶ Che lieta all
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lieta all'ombra lor si sta raccolta; ¶ Con l
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nostro, aspra nemica ¶ Di obliquo sentier, util fatica