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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Italo Calvino, Fiabe italiane, 1956

concordanze di «si»

nautoretestoannoconcordanza
1
1956
solitaria e la porta si chiuse alle mie spalle
2
1956
Una volta, suonando, gli si ruppero le corde. «Se
3
1956
presi il largo, quando si levò una gran tempesta
4
1956
fare. Ogni mattina, dunque, si tirava a sorte; e
5
1956
Venne un’aquila e si portò via quel quarto
6
1956
i suoi. ¶ La Signora si mise a pensare quale
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1956
picciotto dentro. L’aquila si posò sulla cima della
8
1956
Greco-levante. Il picciotto si guardò attorno: altro che
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1956
pozzo. Alzò il coperchio, si calò giù, e si
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1956
si calò giù, e si trovò in un bellissimo
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1956
povero picciotto, tutto tremante, si buttò ai suoi piedi
12
1956
fare. Un cavallo allora si voltò e gli parlò
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1956
a un albero e si mettono a giocare. Tu
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1956
aveva detto il cavallo: si rannicchiò in un punto
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1956
colombe. Facendosi piccino piccino si disse: «Zitto che son
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1956
colombe bevvero e poi si tuffarono nell’acqua; quando
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1956
trovare più sua moglie, si gonfiò di rabbia come
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1956
vero quello che dite –. Si mise gli stivali, prese
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1956
la borsa e poi si avvolse nel mantello. – Mi
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1956
montagna del Mago Savino. ¶ Si nascose di nuovo vicino
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1956
fuoco e la bruciò. ¶ – , – disse la ragazza, – ora
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1956
tredici Apostoli, una volta si trovarono affamati in mezzo
23
1956
pietra ognuno –. Gli Apostoli si caricarono una pietra ognuno
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1956
era portato quella pietruzza, si trovò in mano un
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1956
mano un panino, e si sentì schiantare il cuore
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1956
altra volta, disse che si caricassero una pietra. Stavolta
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1956
pietra. Stavolta Pietro, furbo, si caricò un masso che
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1956
caricò un masso che si poteva sollevare appena, e
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1956
la cosa, il Signore si mise a ridere da
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1956
dall’avere quel che si meritava. ¶ III. Una leggenda
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1956
che raccontano i ladri ¶ Si conta e si racconta
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1956
ladri ¶ Si conta e si racconta che ai tempi
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1956
con gli Apostoli, gli si fece notte per via
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1956
suoi pecorai, ma non si mossero nemmeno: stavano spianando
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1956
Maestro e gli Apostoli si fecero piccini piccini, e
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1956
a tutti. ¶ Una volta si trovò a passare per
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1956
virtù di quell’albero, si tennero alla larga; e
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1956
più nessuno. E dappertutto si vedeva gente con la
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1956
finché il Maestro non si decise ad andare a
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1956
mamma di San Pietro ¶ Si racconta che la mamma
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1956
la carità, devota donna? ¶ – … tutti qua dovete venire
42
1956
foglia di porro che si afferri e tirala su
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1956
la foglia di porro si ruppe, e la mamma
44
1956
L’orologio del Barbiere ¶ Si conta e si racconta
45
1956
Barbiere ¶ Si conta e si racconta a lor Signori
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1956
la corda, e non si fermava mai, non si
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1956
si fermava mai, non si stancava mai, e non
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1956
mano? Parla, che ti si rompesse la catena! ¶ E
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1956
si mise a correre, si gettò in mezzo alla
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1956
Il Re fu sbalordito. Si rivolse al Bracciere: – E
51
1956
a morte! – e così si presentò al Re. ¶ Il
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1956
mano manca ¶ Una volta si racconta che c’era
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1956
tempo passa più bella si va facendo? ¶ Dài oggi
54
1956
anche lui questa bellezza. Si mise a cavallo coi
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1956
alla finestra. Il Re si sentì tremare il cuore
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1956
poteva uscire dal Palazzo. ¶ Si vestì da soldato e
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1956
faccia, ma il Re si sfibbiò la giubba da
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1956
me ne vado. ¶ – Maestà, , – e quatta quatta l
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1956
il Re a vederla si sentì svenire. Si levò
60
1956
vederla si sentì svenire. Si levò il guanto, lo
61
1956
tutt’a un tratto si voltò e andò via
62
1956
nera del Bracciere dritto si trovò a passare davanti
63
1956
di mano manca? Non si conosce più, tant’è
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1956
e gialla. ¶ Il Re si mise a pensare e
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1956
pensare e, pensa pensa, si batté una mano sulla
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1956
sua moglie. Alla fine si rivolse a lei: – E
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1956
Corona che m’incoronai! ¶ Si sa che quando giurano
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1956
il pranzo il Re si sedette in disparte con
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1956
dai lunghi capelli, e si mette a danzare accanto
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1956
di rosmarino e non si vide più. Da quel
71
1956
che da un pezzo si domandavano cosa faceva il
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1956
giardino. La più grande si provò a suonarlo e
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1956
niente di nuovo! ¶ – Ah , la pianta di rosmarino
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1956
alla guerra le sorelle si sono messe a suonare
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1956
e la Mamma-draga si addormentarono e lui li
76
1956
suona altre tre, ma ! aveva voglia di fischiare
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1956
oggi stesso, sciagurato! ¶ – Maestà, si calmi, entri un momento
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1956
giardiniere. Appena la ragazza si fu ristabilita, volle sposarla
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1956
come pazzi dalla contentezza. Si misero subito in viaggio
80
1956
ad aspettare i genitori. Si fece il matrimonio e
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1956
di sentir questa risposta, si mise una gran curiosità
82
1956
questa faccenda delle donne. ¶ Si vestì da cavaliere e
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1956
balcone, gli piacque; e si mise lì sotto a
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1956
per tutta la vita. Si sposarono, e una sera
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1956
prima volta. A teatro, si sa le donne come
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1956
meglio non fidarsi. Infatti si sentì la voce di
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1956
Che c’è? Ah, , sì, stavo tanto bene
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1956
c’è? Ah, sì, , stavo tanto bene… Ma
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1956
Chi sta bene non si muova… ¶ – Compare, cosa m
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1956
testa! Compare! Ehi, compare! ¶ – , io ci sto bene
91
1956
la Reginetta all’istante si sentì guarita. ¶ – Maestà! È
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1956
mezzanotte uno di loro si svegliò, vide il chiar
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1956
credette chiar di sole; si vestì da caccia, prese
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1956
amici. Tutti e tre si misero in cammino ed
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1956
ed era sempre notte. Si turbò il cielo, venne
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1956
pulcini; li faccio entrare? ¶ – . ¶ Così entrarono, sedettero davanti
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1956
i Grandi di Corte si partirono, ognuno con un
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1956
in Spagna; prima cosa, si fermò a discorrere con
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1956
bassa fortuna e non si fa mai vedere in
100
1956
quadro appeso al collo, si presentò al Re. ¶ Era
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1956
il mondo e tutti si radunarono nella sala delle
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1956
incontro a cavallo, quando si incontrarono smontò di sella
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1956
neanche il naso, e si voleva bene con la
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1956
cielo già litigando. Ma si sa che Farfarello cerca
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1956
E per questo Vossignoria si confonde? Mi dia solo
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1956
collana preziosa. ¶ I Milordi, si sa, sono re senza
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1956
più bell’abito che si fosse visto e lo
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1956
la vecchia alla Reginella, – si vende questo abito. Lo
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1956
comprato da quella vecchia! – Si mise anche l’anello
110
1956
vedersi fare l’occhiolino, si gira e lo pianta
111
1956
pianta in asso, e si va a sedere a
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1956
rifà l’occhiolino. Lei si gira ancora e va
113
1956
trae la spada e si butta sulla moglie. La
114
1956
La madre fu pronta: si buttò in mezzo e
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1956
a mare! ¶ Il Capitano si prese quella sventurata, e
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1956
La suocera, che le si spezzava il cuore, non
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1956
cuore di dirle niente; si separarono… E tutti intorno
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1956
la principessa restò sola. ¶ Si rifugiò in una grotta
119
1956
su di un bastimento; si perse; mi salvai io
120
1956
sempre con grande affezione, – , al Brasile, dove ho
121
1956
di studio del Notaio si sparse: lo mandarono a
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1956
Segreteria reale. Il giovane si presenta e il Segretario
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1956
punto, la Regina grande si sedette a tavolino e
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1956
Il Bracciere disse di : prese con sé un
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1956
raccontando gli occhi le si empivano di lacrime. ¶ – Bene
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1956
data udienza. – Milord, qui si cola l’oro. Come
127
1956
va dietro una tenda, si veste come la Reginella
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1956
s’era tagliata e si ripresenta alla suocera, al
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1956
fatto gli studi e si mise alla Corte del
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1956
baciava il ritratto. – Allora si può sapere chi baciate
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1956
vista neanche un grillo? ¶ – , con vostra sorella! ¶ – Siete
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1956
mentitore. ¶ Così, dopo molti: – , è vero! – e: – No
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1956
siete un mentitore! – e: – , è vero! – parlò il
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1956
cominciò a sentire cosa si diceva in giro di
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1956
ogni giorno il Bracciere si sentiva la testa sempre
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1956
vecchia, ba-ba-ba!, si mise contro il portone
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1956
portone e la vecchia si rannicchiò dentro. – Ba-ba
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1956
che le avevano assegnato. ¶ Si rannicchiò di nuovo e
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1956
stare, apritemi! ¶ La padrona si risvegliò e diede ordine
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1956
i tre peluzzi e si prese una gran mancia
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1956
disse Don Giuseppe e si coperse il viso con
142
1956
nella mia casa? – e si mise a pensare come
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1956
i miei gioielli –. Poi si fece fare un vestito
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1956
che era una meraviglia, si mise a correre, si
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1956
settimana; dopo pochi giorni si licenziavano tutti. Gli capitò
146
1956
Giuseppe, quando vide come si mettevano le cose, andò
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1956
non spendere un soldo, si farebbe cavare un occhio
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1956
ma vossignoria perché non si sposa? Ormai ha già
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1956
giorno prende un ventaglio, si fa vento, e così
150
1956
fa vento, e così si toglie l’appetito. E
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1956
una faccia paffuta che si direbbe mangi bistecche. ¶ – Be
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1956
e dopo otto giorni si fece il matrimonio, e
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1956
giorno andava a tavola, si sventolava col ventaglio e
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1956
Principessa e il cameriere si facevano delle belle scorpacciate
155
1956
gonna e l’orlo si riempiva di monete appiccicate
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1956
di monete appiccicate. Quando si ritirò in camera sua
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1956
Principe ci ripensò e si pentì. «Adesso chissà quanto
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1956
senza spendere un quattrino. ¶ – , sì, Principe, ma fate
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1956
spendere un quattrino. ¶ – Sì, , Principe, ma fate presto
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1956
In men che non si dica ebbe una chiave
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1956
questa la mia casa? – Si strofina gli occhi, si
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1956
Si strofina gli occhi, si volta, torna indietro. – Ma
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1956
in camera sua e si buttò a letto lungo
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1956
tutto a vostra moglie? , ho capito. Va bene
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1956
lo scroccone. ¶ (Palermo) ¶ 157 ¶ Erbabianca ¶ Si conta e si racconta
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1956
Erbabianca ¶ Si conta e si racconta a lorsignori che
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1956
comare la prese e si disse: «Che posso fare
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1956
bocca asciutta. Lo stesso si ripeté il giorno dopo
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1956
che ne aveva compassione, si mise dietro alla cerva
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1956
a poco, la bambina si svezzò, e cresceva, e
171
1956
e sul più bello si smuove una tempesta: acqua
172
1956
fuori del suo Regno, si trovava in compagnia di
173
1956
di Cavalieri, e ognuno si mise a lodare la
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1956
può aver nessuno. ¶ Gli si rivolse uno di quei
175
1956
Cavaliere partì. A Palermo, si mise a passeggiare giorno
176
1956
avesse la Regina. ¶ – Vossignoria si metta l’animo in
177
1956
somma di danaro e si mise in viaggio. Il
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1956
viaggio. Il giorno stabilito si presentò al Re e
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1956
descrisse minutamente la figura. ¶ – , è così, – rispose il
180
1956
Il Re impallidì: – Ebbene, . ¶ Il Cavaliere porse al
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1956
po’ di strada, Alì si batté una mano sulla
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1956
padroni. ¶ La giovane, quando si svegliò, e si sentì
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1956
quando si svegliò, e si sentì bagnata di sangue
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1956
e dalla corsa, ci si buttò sopra e cadde
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1956
su una poltrona che si stava riposando. Gli si
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1956
si stava riposando. Gli si sedette vicino. ¶ Lasciamo quel
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1956
la nostra bambina! ¶ E si mise in cammino. In
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1956
Il medico e Alì si sedettero su altre due
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1956
la lasciò per terra. Si trovò a passare di
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1956
impedirgli di scappare. Gli si buttarono addosso tutti e
191
1956
corsero di sopra e si buttarono in ginocchio davanti
192
1956
Adesso ditemi voi come si fa. ¶ E i savi
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1956
una scaletta di seta, si calò giù e corse
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1956
una tovaglia in bocca? ¶ – , – rispose il giovane, – quella
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1956
colomba sono io. ¶ – Voi? ¶ – . ¶ – E come? ¶ – M’hanno
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1956
neppur starci a pensare, si sedette alla finestra. La
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1956
sputò. ¶ La povera ragazza si sentì morire. Prese a
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1956
le tue serve. ¶ Così si misero in cammino e
199
1956
pontile. Centinaia di donne si misero a coglier rose
200
1956
non ci poteva andare. Si diceva che la spina
201
1956
sempre; dopo quaranta giorni si seppe che la malattia
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1956
girato e l’Imperatrice si stava rimettendo. Quando seppe
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1956
al palazzo. Il Re si strappava i capelli. ¶ Cominciò
204
1956
aveva perso la testa, si fece preparare un cataletto
205
1956
candele, e fingendosi morto si fece portare sotto le
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1956
a sentir quella frase, si ricordò di quel che
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1956
e le domandò perdono. Si aperse subito Cappella reale
208
1956
subito Cappella reale e si sposarono. Il Re voleva
209
1956
Misiranti, che a mezzogiorno si sognava il pranzo e
210
1956
per terra una fava. Si chinò a raccoglierla. Si
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1956
Si chinò a raccoglierla. Si sedette su un paracarro
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1956
fa lui. – Con chi si deve trattare? ¶ – Con la
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1956
quassù. ¶ Don Giovanni Misiranti si mise a pensare, e
214
1956
E Don Giovanni Misiranti si vestì di tutto punto
215
1956
segue la donna e si presenta alla padrona dei
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1956
mia figlia. ¶ – Da sposare? ¶ – , ancora da sposare. ¶ – Ne
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1956
figlia tutta contenta disse . ¶ L’indomani Don Giovanni
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1956
dal suo compare e si fece prestare un altro
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1956
lenzuola e biancheria. Quando si vide tanti danari davanti
220
1956
danari davanti, Don Giovanni si sentì un altr’uomo
221
1956
più che scusa trovare. Si scervellava e tratto di
222
1956
da vedere, Don Giovanni si disse: «Ora cerco una
223
1956
locanda e le aspetto». Si guarda intorno, e vede
224
1956
a riva, il bambino si vestì bello pulito, mise
225
1956
figlia del Re, che si chiamava Pippina e voleva
226
1956
suoi. A diciassett’anni si presentò un figlio di
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1956
sposato Pidduzzu o non si sarebbe sposata mai. Il
228
1956
s’affacciò Pippina. Appena si videro, a gesti, a
229
1956
la ciurma sbarcarono e si portarono un palo. A
230
1956
ancora. Sollevata l’ultima, si vide una scala. Don
231
1956
Don Pidduzzu scese e si trovò in una galleria
232
1956
e mare, ecco che si fanno all’orizzonte le
233
1956
rogna –. Don Pidduzzu non si contentò della parola: volle
234
1956
la sera la pelle si cambiò. Il terzo giorno
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1956
Pidduzzu, – ora vorrei mi si preparasse una galleria per
236
1956
da toeletta, belle cose, , niente da dire. Il
237
1956
da Don Pidduzzu: appena si trovò davanti a quello
238
1956
il Reuzzo fece: – Ah! – si voltò, si mise a
239
1956
fece: – Ah! – si voltò, si mise a correre, scese
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1956
tre giorni i fidanzati si sposarono. ¶ Don Pidduzzu mandò
241
1956
che sono là che si lavano, una con un
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1956
bella fanciulla che mai si fosse vista. S’attaccò
243
1956
inglese. Dal palazzo reale si vedeva il mare; il
244
1956
a mettersi in mostra, si vestì in un batter
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1956
occhio. Salita a bordo, si trovò di fronte a
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1956
a vedere che cosa si può fare. ¶ Andarono alla
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1956
alzò. La scena non si può descrivere. S’abbracciarono
248
1956
può descrivere. S’abbracciarono, si baciarono, il Re ordinò
249
1956
Caterina la Sapiente ¶ Qua si racconta, Signori, che c
250
1956
provò tanto dolore che si chiuse nella sua stanza
251
1956
fu subito d’accordo. Si mise a dirigere lei
252
1956
fa niente: il carbonaio si deve sedere a fianco
253
1956
Reuzzo ci volle andare. Si veste in gran tenuta
254
1956
Aprirono Cappella reale e si sposarono. ¶ Dopo lo sposalizio
255
1956
levata» alla sposa. ¶ – Non si può entrare, – disse il
256
1956
il Reuzzo, – Caterina non si sente bene. ¶ Poi andò
257
1956
Non sapendo cosa fare, si tolse una stecca dal
258
1956
stecca dal busto e si mise a fare un
259
1956
filo di luce, e si sentì rivivere. Allargò il
260
1956
Il negoziante disse di e intanto cominciò a
261
1956
lui: i bastimenti piccoli, si sa, camminano più dei
262
1956
fecero molte cerimonie, poi si sedettero a conversazione. Disse
263
1956
lì a otto giorni si sposarono. ¶ Dopo nove mesi
264
1956
mandò un ambasciatore. Lei si dichiarò contenta di riceverlo
265
1956
dichiarò contenta di riceverlo. ¶ Si misero a far conversazione
266
1956
E dopo otto giorni si sposarono. ¶ Stavolta Caterina ebbe
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1956
Genova e Venezia. Lei si veste da regina qual
268
1956
da regina qual era, si prese per mano Napoli
269
1956
che dichiararsi vinto. – Questo è lo schiaffo che
270
1956
e il Re, smarritosi, si riparò in un casolare
271
1956
Re, stesi i panni, si gettò a dormire su
272
1956
dormire su un giaciglio. Si svegliò a notte, sentendo
273
1956
Non vedendolo in casa, si fece sulla soglia. Era
274
1956
Era tornato sereno e si vedevano le stelle. Il
275
1956
la vita. I soldati si sparsero per la città
276
1956
tutt’a un tratto, si fece pallida e cominciò
277
1956
sera in un bosco. Si buttò a piè d
278
1956
Ve lo siete sognato! ¶ – , figlio mio: sono io
279
1956
guardò negli occhi, e si disse: «Perso per perso
280
1956
e giunsero in Spagna. ¶ Si presentò dal Re. – Dov
281
1956
Guardie, arrestatelo! ¶ Le guardie si fecero avanti, e allora
282
1956
e allora il vecchio si aperse sul petto le
283
1956
Corona! – e il Re si inginocchiò ai suoi piedi
284
1956
i pianeti. ¶ S’abbracciarono, si baciarono e combinarono le
285
1956
E i due vecchi si misero a piangere di
286
1956
sé. Un giorno, mentre si pettinava, lasciò la pettinessa
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sul davanzale. Sul davanzale si posò una colomba, prese
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L’indomani, la Reginella si stava di nuovo pettinando
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e gioielli senza uguale. Si misero intorno a Nina
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dalla testa ai piedi, si mise in carrozza, andò
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accorse d’esser seguita, si sciolse le trecce e
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come galline sul becchime, si buttarono sulle perle e
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com’era prima. ¶ E si trovò spogliata e vestita
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avremmo scambiata per te… ¶ – , io ero qui con
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se ne andarono. Ninetta si volse subito al ramo
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segno ai servi. Quando si vide seguita, Ninetta tirò
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più a lungo, e si squagliava d’amore come
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fatto che mio figlio si consuma per te. Non
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Il povero mercante, quando si sentì chiamare dal Re
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Palermo) ¶ 149 ¶ Sfortuna ¶ Una volta si racconta che c’era
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risparmiare lasciò il palazzo; si ridussero in una casupola
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questo, la figlia piccola si risveglia e vede la
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e me ne vado –. Si vestì, fece un fagotto
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vuoi servire? ¶ – Sissignora. ¶ E si mise a scopare e
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entrare in un paese, si fermò davanti a una
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sentirono un fracasso e si levarono: le botti erano
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trovò sui sacchi che si lamentava come in sogno
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li andava raccogliendo. Poi si mise a rammendare, poi
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seguente, il Reuzzo, che si doveva maritare e ci
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bucellato. ¶ La Sorte, che si stava ammansendo, venne brontolando
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pane; allora Sfortuna le si buttò addosso, l’afferrò
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addosso, l’afferrò e si mise a lavarla con
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come un serpente, quando si vide bella pulita in
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devo sposare e ora si scopre che all’abito
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tutto il Regno non si trova del gallone uguale
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fidanzata di prima e si sposò con Sfortuna. Per
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La madre tutta contenta si mise in viaggio con
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bello? che sua moglie si mise ad aspettare un
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madre, appena la videro, si misero a piangere: – Figlia
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nella paglia, un giorno si mette a dire: – Mamma
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le infilò in petto, si fece prestare un guardinfante
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dentro la mano e si cavavano quattrini. ¶ Così la
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spiegarono tutto quel che si doveva preparare, e combinarono
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Palermo, trovarono tutto preparato: si lavarono le mani, impastarono
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rispettare da tutti, perché si sa che, come dice
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fuori dal suo paese ¶ Si finge conte, duca e
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tornata in gran fortuna, si fece riconoscere, conobbe la
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una grande invidia, e si mise in testa di
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a Parigi di Francia si viaggia prima per mare
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amica. E questa invidiosa si consumava dalla rabbia, pensando
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a dire: – Pippina, qui si soffoca: apriamo! ¶ – Per carità
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sulla Pippina e lei si fece serpe, una serpe
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te li trovo? ¶ – Ma , – fa lei, – ditelo a
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la moglie del giardiniere si svegliò e sentì una
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schiariva e la fanciulla si trasformò in serpe e
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quando il Re le si fece accanto. La fanciulla
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un leoncino. La madre si prese una gran paura
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bevve il latte e si disse guarita. Il giorno
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comare orsa per guarire. ¶ – , compare, – disse l’orso
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orsa e l’orsacchiotto, si sentì quasi mancare il
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po’ del vostro latte. ¶ – , compare, – disse la tigre
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tigre e un tigrotto si disse anche lei: «Questo
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orsacchiotto e il tigrotto si slanciarono e se lo
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miei figlioli per giocare», si disse. ¶ I figlioli lo
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Prese a dire: – Non si capisce come ha fatto
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figlio del muratore», pensò. ¶ Si combinarono le nozze. – Io
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tuo figlio il granchio. ¶ – , – rispose il muratore, – basta
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intorbida, piangimi per morto. ¶ Si divisero i danari e
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divisero i danari e si salutarono. ¶ Il maggiore arrivò
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un piccione; a chi si poserà sulla testa, lo
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testa, lo faremo Re. ¶ Si posò sulla testa del
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testa del fratello maggiore. Si vide circondato di carrozze
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in piedi dalla fame. Si buttò in un prato
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appena l’ebbe addentata, si trasformò in un asino
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nutrirò d’erba.» E si mise a brucare un
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che faceva ritornare uomini, si vestì da ortolano e
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una alla bocca e si trasformò in un’asina
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per conto del Re. Si fece ingaggiare anche lui
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dato! ¶ E i fratelli si riconobbero e si gettarono
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fratelli si riconobbero e si gettarono uno nelle braccia
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faceva sputare quel che si aveva in corpo ed
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possa diventare un pesce! ¶ Si vede che quel giorno
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fondo e cosa ci si vede! ¶ Cola Pesce ubbidì
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Cola Pesce ubbidì e si mise a nuotare tutt
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vedere dove poggia. ¶ Cola si tuffò e stette sott
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credere e allora Cola si fece dare due bottiglie
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al largo. Cola Pesce si tuffò di lassù in
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tre, ma Cola non si rivedeva. Finalmente venne fuori
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a convincerlo, il Re si levò la corona dal
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lasciarvi sole. ¶ – E vossignoria si confonde? – gli disse la
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che è piccola e si deve lasciar dire. ¶ Il
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di datteri per Ninetta si dimenticò. Quando s’imbarca
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Quando s’imbarca e si trova in mezzo al
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né indietro. ¶ Il capitano si disperava. – Ma da dov
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disse la più grande. ¶ – , voglio scendere a pigliarlo
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fiori, alberi e frutti. Si aperse un varco spostando
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punto coi mattoni che si muovono. Aspetta l’indomani
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esser stata scoperta, non si fece calare più nel
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giovine. Perché allora tutto si spiega. ¶ Il Re fa
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tutto: che se non si sposa questa ragazza non
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fosse un ballo e si misero a cucire i
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con la morte non si scherza. ¶ – E io che
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d’averne due. ¶ E – che devi venire! – e
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ne furono uscite, Ninetta si rivolse al suo ramo
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le rispose subito: – Sì, , andiamo! – Era ancora buio
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pregò e scongiurò e si fece dare i suoi
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Re. Anche il Re si mise a guardare con
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di danari. ¶ La voce si sparse e per prima
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sparse e per prima si presentò a raccontare la
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raccontare la sua storia. ¶ Si riconobbero, si fecero festa
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sua storia. ¶ Si riconobbero, si fecero festa, e il
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e ricca! ¶ La cameriera si spaventò e non voleva
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la cameriera le riferì, si domandò: «Cosa possiamo fare
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mi dài tua figlia. ¶ Si fecero le nozze. Il
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le nozze. Il serpente si sedette a tavola al
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cert’ora il serpente si sveglia e chiede alla
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che aveva una figlia. Si misero d’accordo sul
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le cinque, il serpente si svegliò e domandò alla
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padre s’alza e si mette a battere al
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a un serpente, e si consultò con sua moglie
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levi tu», e lui si leverà la seconda pelle
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ogni veste che lei si levava, il serpente si
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si levava, il serpente si levava una pelle, finché
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di bellezza mai veduta. Si coricarono. Verso le due
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in cui mio padre si mette a cena. ¶ E
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in cui a Corte si teneva società. La Principessa
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bene seduta e non si voleva alzare. Al Re
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La Principessa s’alzò, si mise a ballare con
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cavaliere vestito di nero, si mise a danzare con
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della Corte, la Principessa si mise a ballare con
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tutt’a un tratto si trasformò in uccello, un
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che il loro figlio si liberasse dall’incantesimo e
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Sempre diritto. ¶ La Principessa si mise in cammino e
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Ma l’uccello non si muoveva. ¶ La Principessa s
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me, marito mio! – e si mise a piangere e
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che erano sull’albero si mossero a pietà e
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ridiventò cristiano. A Corte si fecero grandi feste, e
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ora, – disse la Madonna. Si lavò la faccia e
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voleva tornarci più perché si vergognava. ¶ Allora il Principe
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Principe, pensa e ripensa, si fece fare una cassa
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cassa da morto, ci si sdraiò dentro, e si
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si sdraiò dentro, e si fece portare sotto le
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ne prendeva. Alla sera, si fece scuro vicino a
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legò alla cintola. Subito si sentì addosso una forza
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lì salirono sei briganti, si sedettero a tavola e
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sapevano cosa pensare e si misero a mangiare come
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a tavola era vuoto. Si contarono, e s’accorsero
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vado a vedere cosa si dice nella sala dello
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portò nel palazzo e si misero ad alloggiare là
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La vedova così fece: si finse ammalata e disse
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latte della leonessa, muoio. ¶ – , mamma, – fece lui. – Vado
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per mia madre ammalata. ¶ – , compare, – gli disse il
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sgherri, fino a quando si era sposata. Il fratello
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cicoria grande grande e si mise a tirare per
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non veniva via. Ci si mise con tutte le
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umana nella pentola e si ritirava spaventata. «Come faccio
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acqua. «Ormai è sparita, – si disse, – e il Drago
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Mano, dove sei? – Allora si sentì la voce della
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grossa testa di cicoria. Si mise a tirare, e
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più tornare Concetta e si disperarono. – Due ne abbiamo
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La terza figlia, che si chiamava Mariuzza, disse: – Mamma
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andò a caccia. Mariuzza si lambiccava il cervello per
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in una calza e si nascose la calza sotto
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che risuscitino, no? ¶ – Io che posso farli risuscitare
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Ma va’! Tu! ¶ – Io … Io ho l’unguento
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non morirai mai? ¶ – Io … La colomba nella gabbia
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entra la colomba? ¶ – Se si taglia la testa alla
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testa alla colomba le si trova un uovo nel
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cervello… e se mi si spacca quell’uovo sulla
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Drago addormentato. Il Drago si scosse, fece qualche movimento
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aperse la stanza e si mise a ungere i
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era un Re che si riscosse come se avesse
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morra, e chi vince si prende chi vuole. ¶ Giocarono
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vinse un Re e si prese la più grande
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a un Principe e si prese la seconda, poi
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un altro Re e si prese Mariuzza. ¶ Intanto un
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tutti. – Allora niente paura! – Si presero un cavallo ciascuno
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presero un cavallo ciascuno, si divisero le ricchezze del
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aperse un caffè e si mise al banco; e
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il fratello piccolo, che si chiamava Francesco, avendo pochi
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La mattina, la Bella si mise a discorrere col
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e dopo pochi giorni si sposarono. ¶ Un giorno, mentre
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Sett’abito sull’albero? ¶ – che lo vedo! – rispose
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se un qualche uccello si posa là sopra e
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agli uccelletti, un uccello si posò proprio sopra il
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sua vista. Ciccillo allora si ricordò dell’avvertimento della
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per la finestra, e si posò davanti al tavolo
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abito con attenzione, e si chiese a qual donna
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padrona del Sett’abito, si presentò al palazzo, dicendo
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una stanza, aspettando che si svegliasse. Alla mattina andò
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vestito di rosso non si poteva trovare. ¶ Un giorno
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fratello che t’assomigliava? ¶ – che l’avevo, – disse
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appena lo vide egli si mise a piangere gridando
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e con quest’erba si mise a ungere la
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e ricordandosi dell’avvertimento, si vestì di rosso e
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per la città dove si doveva celebrare il matrimonio
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e videro una stalla. Si coricarono in mezzo alla
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ubriaco che russava e si rivoltolava nel sonno; volta
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il trombone. Al mattino, si svegliò per prima la
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danari, le rispose subito: – , sì, andiamo! – Era ancora
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medici per distrarlo. ¶ Non si può dire lo spavento
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La giovane tremando ubbidì. Si tolse la prima sottana
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sentito bene. ¶ La giovane si tolse la seconda sottana
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orecchio. Così la giovane si toglieva a una a
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mie mani. ¶ Il Re si strinse nelle spalle e
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la farina; la figlia si chiuse in camera con
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e uno staccio e si mise a setacciare. Sei
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ecco il mio fidanzato! Si chiama Re Pipi.19 ¶ Il
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Venne il Re e si mise a discorrere con
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anche una Regina che si chiamava la Turca-Cane
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ne restò incantata e si mise in testa di
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almeno per la salute! ¶ – , sì, papà. Anch’io
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per la salute! ¶ – Sì, , papà. Anch’io oggi
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di rapire Re Pipi, si mise a seguirli con
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di suo padre e si mise in cammino, alla
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cantando e piangendo, le si fece giorno. ¶ Se n
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andata, tutta disperata, quando si ricordò del consiglio del
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indomani se ne accorse, si strappò i capelli uno
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non ebbe più capelli si strappò la testa e
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grandina. Il povero padre si accorò tanto di questa