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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Cesare Pavese, La luna e i falò, 1950

concordanze di «si»

nautoretestoannoconcordanza
1
1950
strade d’America non si sente piú da un
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1950
fu tra noi, mi si buttò tra le gambe
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1950
ripeteva Cinto. – Voleva ammazzarmi… Si è impiccato… ha bruciato
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1950
il coltello e allora si è impiccato nella vigna
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1950
e ripeteva: – Il papà si è impiccato nella vigna
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1950
a vedere? ¶ Allora Cinto si buttò sulle mie gambe
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1950
collina di Gaminella non si vede dalla lea, è
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1950
uno sperone. Ma appena si lascia la strada maestra
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1950
la strada maestra e si scantona sul versante che
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1950
nel Belbo, un incendio si dovrebbe vederlo tra le
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1950
correndo. Sotto le canne si capí che qualcosa era
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1950
era successo. Di lassú si sentiva vociare e dar
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1950
andava e veniva e si parlava, lassú al fico
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1950
storse la faccia e si portò i pugni sulle
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1950
la tavola e urlava, si teneva le mani sul
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1950
aveva dato dei calci – si sentivano i colpi – dei
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1950
via. Dalla vigna non si sentiva piú nessuno, se
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1950
Cinto. Cinto dice che si capiva dalla voce che
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1950
aperto il coltello e si era fatto nel cortile
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1950
fuoco. ¶ Anche di lí si sentiva il rumore della
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1950
in quel momento, non si ricordava che cosa facesse
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1950
la brace fosse spenta, si sarebbero potuti riprendere. Noi
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1950
da bere; gli uomini si sedettero a colazione. Faceva
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1950
pagasse, lo mettessero dentro. Si seppe ch’era andata
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1950
in un sacco. Tutto si fece verso sera, di
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1950
c’era un motivo – si capisce, era incinta. Quelli
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1950
prenderle al treno, e si fermarono in giardino a
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1950
già di valere, quando si metteva dietro la griglia
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1950
quelli della mia leva – si beveva, si cantava, si
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1950
mia leva – si beveva, si cantava, si parlava di
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1950
si beveva, si cantava, si parlava di noialtri. ¶ Silvia
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1950
e grigio, un signore – si diceva che comprasse delle
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1950
e immaginare quel che si dicevano – come lui le
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1950
voleva allevare lui, che si sposassero pure se qualcuno
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1950
storia di Lugli finí. Si seppe ch’era scappato
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1950
debiti. Ma Silvia stavolta si rivoltò come un gatto
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1950
non disse niente, ma si capí ch’era in
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1950
fare di testa sua, si sarebbe presto veduto che
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1950
sulla riva del Belbo. Si teneva il libro sulle
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1950
piú un ragazzo che si accontenta di sentir parlare
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1950
di notte la ragazza si sentiva soffocare, usciva nel
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1950
giardino, la portavano via, si svegliava l’indomani in
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1950
me e alla Giulia – si chiamavano la storia della
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1950
cena Arturo, che stavolta si fece furbo e lasciò
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1950
Il sor Matteo non si oppose piú. Erano i
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1950
ride, ma, quando Irene si metteva al piano, lei
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1950
andava di colpo e si appoggiava sul terrazzo o
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1950
cancello, e quasi non si parlavano. Arturo era sempre
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1950
toscano. La signora Elvira si offendeva un’altra volta
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1950
sperando di prendersi Irene, si divertiva anche con l
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1950
dietro per i prati. Si sarebbe visto subito. ¶ Ma
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1950
quell’Arturo – la storia si seppe da Lanzone che
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1950
staccato allora un mazzetto, si batté col frustino sullo
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1950
a passare di lí, si capisce che un uomo
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1950
che tutte le sere si vedevano spuntare da Canelli
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1950
la medica e perché si ricordava che carogne erano
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1950
quelli. Di Nuto non si parla nemmeno. Una sera
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1950
sotto i tigli noi si tendeva l’orecchio per
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1950
di Silvia, ma quando si mordeva le dita insieme
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1950
a Canelli. Di Irene si diceva che parlasse con
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1950
ombre d’invitati – nessuno si fece vivo e mi
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1950
spiantato, questo contino, non si degnò mai di venire
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1950
volta che Silvia piangeva, si torceva sullo sdraio e
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1950
importa di niente… ¶ Silvia si era messa con uno
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1950
che girava in motocicletta, si faceva salir dietro Silvia
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1950
il fracasso della moto, si fermava, ripartiva, e dopo
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1950
una cosa che non si seppe mai bene; se
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1950
Silvia era come matta, si faceva portare tra le
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1950
era felice. Che cosa si dicessero con quel Cesarino
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1950
piede – a Canelli adesso si trovavano. ¶ Arturo aveva chiesto
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1950
in visita dalla vecchia, si prendeva la borsa col
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1950
a Genova la contessa – si diceva perfino che ce
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1950
A meno che Irene si accontentasse di far la
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1950
cosí. ¶ Ma allora, dicevo, si vede proprio che è
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1950
stesse attenta, che non si sprecasse con quella mezza
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1950
allevata. Faceva i capricci, si faceva servire, sfruttava con
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1950
sui bricchi o non si chiudeva dentro casa, a
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1950
era disperata, incagnita, e si fermava nel cortile, nella
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1950
sentirla parlare. Certi giorni si faceva attaccare il biroccio
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1950
può correre una corsa. Si seppe poi che al
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1950
va a finire che si veste da uomo, corre
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1950
comandare una giostra cosí. Si diceva anche a Canelli
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1950
Adesso lei e Matteo si trovavano in un casotto
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1950
a Crevalcuore quel Matteo si faceva vedere con Silvia
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1950
voler mantenere, e cosí si salvava la faccia. ¶ Io
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1950
anno. Ai Santi Irene si mise a letto, venne
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1950
non voleva ma poi si rassegnò. Adesso correre toccò
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1950
sanno che un giorno si guarderanno in giro e
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1950
gente ricominci. In America si faceva cosí – quando eri
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1950
lo conosci ancora? – Poi si godeva la faccia e
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1950
che; io, ero cambiato. Si ricordavano di cose che
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1950
te la ricordi Bianchetta? – che la ricordavo. – Si
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1950
Sí che la ricordavo. – Si è sposata ai Robini
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1950
la lea del paese, si sentivano i grilli, l
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1950
e queste cose non si potevano dire… Ma c
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1950
una parola sentita quando si è ragazzi, anche da
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1950
il sereno. L’inverno si rientrava in cucina con
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1950
e cadeva la neve. Si passavano tante ore a
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1950
autunno a gennaio, bambini si gioca a biglie, e
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1950
una soffitta che ci si saliva per la scala
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1950
ripiano dei padroni, e si stava chinati. Lassú c
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1950
sul ripiano della scala si sentiva Irene suonare; certe
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1950
signore e che tutti si possono accorgere che ho
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1950
riempivano la casa e si dovevano sentire fin nella
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1950
né per noi. Ma si vedeva anche, in distanza
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1950
la sera prima. E si diceva che la matrigna
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1950
per la sua Santina. – sí, valle a tenere
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1950
la sua Santina. – Sí , valle a tenere, – diceva
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1950
e le dicevo «non si sa». ¶ Quando divenne la
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1950
avessi detto questo, lei si sarebbe arrabbiata, mi avrebbe
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1950
altri, – le avevo spiegato, – si fermano a Genova volentieri
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1950
l’Emilia. Allora Nuto si era messo a gridare
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1950
le sere d’estate si sentiva baccano e odor
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1950
i marciapiedi, e dormivano, si divertivano in città. Di
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1950
di farsi conoscere. Come si fosse messa in mente
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1950
in calzoncini nelle piscine, si distendeva sullo sdraio come
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1950
vigne, in quei giorni si sentí dall’Emilia che
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1950
le porte e Irene si sedeva a tavola con
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1950
e pensare che tutto si faceva per loro, per
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1950
due, della signora Elvira, si era dimenticata. Dimenticata o
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1950
porte. Se gli prude, si grattino. ¶ Poi venne vendemmia
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1950
andarci e non potessero. Si sapeva soltanto quel che
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1950
stradone sotto il Nido, si vedeva tutto un fitto
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1950
di canne bizzarre che si chiamavano bambú. Tommasino diceva
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1950
oltre, e di là si scendeva a Canelli, dove
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1950
Santina ci stavano volentieri. Si capisce che la voglia
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1950
è qualche nuvola chiara, si mangia il coniglio con
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1950
con la polenta e si va per funghi. ¶ Noialtri
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1950
sentii che parlavano e si scaldavano e ridevano. ¶ Da
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1950
salutava le ragazze e si parlavano cosí. Poi i
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1950
degli stivali da cacciatore, si batteva il bastoncino sullo
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1950
il bastoncino sullo stivale, si guardava intorno, strappava un
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1950
fuoco nel caminetto, e si sentiva suonare il piano
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1950
Qualche volta quell’Arturo si fermava a pranzo. L
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1950
cosí bionda e buona, si metteva a suonare il
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1950
di corsa, e Arturo si alzava in piedi, salutava
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1950
bel momento Irene, fredda, si dominava e diceva: – Io
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1950
amico lungo lungo che si attaccò a Irene anche
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1950
di musica. Questo spilungone si mise a suonare a
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1950
la vite vergine secca, si sentivano i discorsi. ¶ Veniva
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1950
alla ringhiera. Il toscano si metteva accanto a Irene
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1950
e allora là sopra si sentiva susurrare, agitarsi, qualche
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1950
Alzando gli occhi non si vedeva che la vite
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1950
all’Emilia, ma non si poteva capire come fossero
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1950
a Canelli o tornando, si fermava a dir la
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1950
albere, e il cane si mette a abbaiare frenetico
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1950
Ancora adesso, la mattina si mangiava un peperone e
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1950
gli portava i conti, si chiudevano di sopra in
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1950
conti a memoria e si ricordava di un carretto
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1950
asciugamano sulle spalle, che si faceva asciugare i capelli
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1950
canne. ¶ XVI. ¶ Dalla Mora si scende piú facilmente a
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1950
boschi di albere che si stendono fino ai coltivi
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1950
giornale quei milionari che si drogano e si sparano
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1950
che si drogano e si sparano? Ci sono dei
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1950
che esistono loro non si salva nessuno. ¶ Quando fummo
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1950
al pozzo. Stavolta non si fece aspettare, venne lui
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1950
voce. Fuori il cane si dibatteva e urlava. Sentii
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1950
orina stantía, di aceto. Si capiva che quel verso
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1950
gesto, disse invece: – Se si contenta – e diede mano
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1950
il rosario. ¶ – Possibile? non si lamenta di dolori? ¶ Alla
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1950
a tutte, – disse. ¶ Poi si fece alla proda del
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1950
proda del prato e si mise a urlare «Cinto
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1950
coltello chiuso, col fermaglio. ¶ – ? – disse Cinto, con gli
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1950
occhi aperti. ¶ – Dico di . Sei mai andato a
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1950
XVII. ¶ Nuto dice che si ricorda la prima volta
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1950
tagliar la corda, e si sapeva che andando con
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1950
andando con lui non si facevano soltanto giochi da
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1950
giochi da ragazzi, non si perdeva l’occasione – capitava
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1950
capitava qualcosa ogni volta, si parlava, s’incontrava qualcuno
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1950
parlava, s’incontrava qualcuno, si trovava un nido speciale
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1950
a capire che non si parla solamente per parlare
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1950
mangiato e bevuto», ma si parla per farsi un
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1950
che l’ignorante non si conosce mica dal lavoro
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1950
disse che col treno si va dappertutto, e quando
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1950
non sono osterie, non si beve vino ma bibite
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1950
vigna le guardavo come si guarda due pesche troppo
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1950
guardando lontano oltre Belbo si vedeva Gaminella, i canneti
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1950
era Nuto presente: Nuto si mise a fischiare e
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1950
e tutta la sera si parlò dei miei soldi
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1950
ancora peggio – una volta si ammazzavano, si davano coltellate
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1950
una volta si ammazzavano, si davano coltellate – sulla strada
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1950
carabinieri, e piú nessuno si muoveva. I vecchi dicevano
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1950
cani non fossero bestie si metterebbero d’accordo e
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1950
scatenati dal padrone perché si ammazzassero e i padroni
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1950
la Giulia mi aspettava, si ricordavano di me. Io
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1950
notte, per la strada si sentivano tornare cantando, ridendo
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1950
Ma da un pezzo si aspettava quella festa: Canelli
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1950
loro pisciavano. ¶ Un carrozzino si fermò al cancello. – C
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1950
Signorina Irene! – Il cane si mise a abbaiare, io
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1950
sacchi, chi aveva vinto. Si fermavano a parlare volentieri
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1950
e sentii Cirino che si alzava per andare al
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1950
tempi era che tutto si faceva a stagione, e
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1950
adesso i cani tacevano; si sentivano sospiri, ombre di
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1950
spavento. ¶ XII. ¶ Nuto non si era sbagliato. Quei due
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1950
padrona di vigne – e si mise a gridare ch
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1950
È tutta gente che si è messa il fazzoletto
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1950
I due morti non si poteva riconoscerli. Li avevano
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1950
Chi non chiuse ma si mise d’attorno fu
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1950
Ragazzi, – disse. – Ragazzi che si sono trovati a far
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1950
d’accordo. Siccome non si poteva denunciare nessun ex
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1950
raccontargli anche questa. Lui si grattò dietro l’orecchio
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1950
E cosí la domenica si fece il funerale. Le
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1950
s’erano commessi e si commettevano tanti delitti. Bisognava
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1950
sapeva anche lui. ¶ XIII. ¶ Si riparlò di questa storia
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1950
sotto la tettoia; poi si volta e mi fa
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1950
Salto. Da principio non si parlava, o si diceva
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1950
non si parlava, o si diceva solamente: «L’uva
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1950
è l’inferno. ¶ – Bastasse. ¶ – Si comincia. Canelli è la
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1950
cacciò un sospiro e si fermò. Mi soffermai anch
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1950
peggio. In quei giorni che s’era fatto
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1950
per mettersi in guerra. Si capisce, in tutto quel
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1950
poi? com’era andata? Si era smesso di stare
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1950
di stare all’erta, si era creduto agli alleati
214
1950
era creduto agli alleati, si era creduto ai prepotenti
215
1950
pianeta, e di qui si distinguevano pianori, alberetti, stradine
216
1950
e scosse la testa. – Si è fatto tutti qualcosa
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1950
tagliare perché i pezzenti si fermavano all’ombra e
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1950
non gli basta che si è mangiata mezza la
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1950
nemmeno che un povero si fermi all’ombra e
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1950
come, è sparita? Non si sa cos’ha fatto
221
1950
ha fatto? ¶ Nuto disse: – Si sa. La cagnetta. ¶ – Che
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1950
cortile, a vegliare – passanti si soffermavano al cancello, donne
223
1950
il sor Matteo, dicevano « sí giovanotti, sí sí
224
1950
sor Matteo, dicevano «Sí giovanotti, sí sí ragazze
225
1950
dicevano «Sí sí giovanotti, sí ragazze… pensate a
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1950
Sí sí giovanotti, sí ragazze… pensate a crescere
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1950
dicevano i nostri nonni… si vedrà quando toccherà a
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1950
cortile cosí grande – ci si stava in tanti e
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1950
invece del frutto e si raccoglievano, servivano alla signora
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1950
tutte le volte che si sentiva strillare. ¶ La sera
231
1950
per il cortile e si tirava i baffi. – Tu
232
1950
trovato una casa come si deve. Ringraziami. Là ti
233
1950
e il Belbo gelò – si stava al caldo in
234
1950
e davanti al cancello, si andava a prendere un
235
1950
Natale, Capodanno, l’Epifania; si arrostivano le castagne, tirammo
236
1950
figlie, il sor Matteo si facevano attaccare il biroccio
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1950
Con la bella stagione, si trattò di uscire nei
238
1950
passava gente, alle otto si sentiva il fischio del
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1950
la foglia, che non si fermassero a discorrere in
240
1950
cicca. – Sta’ attento come si fa, – mi diceva Cirino
241
1950
il cappello. ¶ Dalla piazza si vedeva la collinetta dove
242
1950
al paese ma neanche si ricordavano di zappargli la
243
1950
Il discorso cambiò, ma si vede che il Vecchio
244
1950
sapevo. Tacque un momento, si interessò, si stupí, scosse
245
1950
un momento, si interessò, si stupí, scosse il capo
246
1950
un morto che ci si rassegna, che ci si
247
1950
si rassegna, che ci si pensa con fiducia. – Ho
248
1950
strada, sotto le canne. Si fermò e balbettò: – Lei
249
1950
morto? ¶ Feci cenno di . Parlava con le mani
250
1950
disse. Dietro le canne si vedeva un pino. – Ho
251
1950
dissi. ¶ Ai nostri piedi si vedevano quei quattro filari
252
1950
per i conigli. Cinto si trovava sovente al ponte
253
1950
e gli raccontavo come si pesca in alto mare
254
1950
in alto mare e si tira ai gabbiani. Di
255
1950
gabbiani. Di qui non si vedevano né San Grato
256
1950
ma di qui non si vede. Il Piola dice
257
1950
sa perché mai, – dissi, – si fanno questi fuochi. ¶ Cinto
258
1950
Dappertutto accendono il falò. ¶ – Si vede che fa bene
259
1950
com’è che lo si accende sempre fuori dai
260
1950
rive, nei gerbidi… ¶ – Non si può mica bruciare la
261
1950
vigna, – disse lui ridendo. ¶ – , ma invece il letame
262
1950
del Morone, e Cinto si tirava su, diceva, come
263
1950
capire se con me si fermava per creanza o
264
1950
di Genova e come si fanno i carichi e
265
1950
marinai e quanti giorni si sta in mare, lui
266
1950
c’era la guerra? ¶ – Si sentiva? ¶ – Altroché. Dicono ch
267
1950
Chi andava chi veniva, si lavorava e si parlava
268
1950
veniva, si lavorava e si parlava… Adesso Cinto è
269
1950
o che gli umori si svegliassero, fatto sta che
270
1950
coltivi dove sull’orlo si accendeva il falò davano
271
1950
gli innesti, se non si fanno ai primi giorni
272
1950
era il porto, questo , c’erano le facce
273
1950
portato dentro senza saperlo si sveglia adesso al tintinnío
274
1950
piacevano – salvo a Nuto, si capisce, che cercava lui
275
1950
che su quelle colline si facesse ancora una vita
276
1950
dalla piana del Belbo si sentivano le donne urlare
277
1950
urlare quando il Valino si toglieva la cinghia e
278
1950
desse da mangiare e si era messo a girare
279
1950
sorellastre, a vedere se si ricordavano ancora di me
280
1950
grosso platano era là. Si capiva che i soldi
281
1950
Canelli contavano, di qui si apriva una finestra spaziosa
282
1950
tre anni che cosa si poteva riconoscere? Dovevan essere
283
1950
è da pigliarsela? – dissi. – Si sa. ¶ Ma Nuto rimuginava
284
1950
ronzío della corrente come si fa da ragazzi. Quella
285
1950
mente tante cose che si raccontano, storie di gente
286
1950
in cui la gente si ammazzava, in cui nessuno
287
1950
paese come questo? Eppure si adattavano, andavano a cercare
288
1950
nella notte la strada si vedeva appena. Il vento
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indomani della festa? Dannati, si rompono la schiena per
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Lasciò che la banda si sfogasse, poi sbirciandomi sempre
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chiamavano il Ghigna, che si dava del comunista e
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Hai ragione. ¶ – E poi, si comincia cosí, si finisce
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poi, si comincia cosí, si finisce con scannarsi e
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le viti che sembra si sia mangiato ogni verde
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mi vedono passare e si chiedono se sono venuto
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nel paese piú nessuno si ricorda di me, piú
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stato, qualche donna che si annoia dietro le persiane
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scalini, il cane impazzí. Si buttò in piedi, ululava
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buttò in piedi, ululava, si strozzava. Seguitai a salire
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che rantolava. Il ragazzo si alzò dalla ruota – si
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si alzò dalla ruota – si alzò a fatica, puntando
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grosso del suo braccio, si tirava il piede dietro
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di nuovo il cane si avventò), dissi ch’io
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borbottò inquieta; l’altra si chinò e raccolse il
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me a lui, che si mise a ridere – rideva
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il trapianto. Lui cianciava, si dava importanza mi disse
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sul ghiaccio. La settimana si faceva saltando su una
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nelle case del paese, si sentiva far festa, e
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del Nido laggiú – allora si vedeva, non c’erano
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sembrava il fuoco, e si vedevano passare le ombre
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era brutto, perché non si poteva neanche andare nella
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Cinto, ci fece sorridere. Si sente spesso questa voce
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voce sulle colline. ¶ – Non si capiva piú come l
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era cosí asciutto. Lui si chinò a far su
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inzaccherati, quasi celesti, che si mettono per dare il
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funghi, o a fascine. Si animò per un momento
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il Valino incespicò e si drizzò. Cinto, in fondo
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salici in braccio. Non si voltò nemmeno quando fu
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la vigna del Morone. Si vedevano in cima, sopra
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frutto maturo e uno si fa sotto, felice. Per
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giocavano per vivere e si giocavano le case e
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paese, gli dissi, dove si giocava con la pila
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ne sapeva niente. Qualcuno si giocava anche la moglie
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e sono questi che si chiamano i bastardi. ¶ – Il
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che raccoglie i bastardi. Si vede che il Maurino
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o sbucava dalle canne. Si appoggiava al muretto con
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l’albergo dell’Angelo si rifece tranquillo e quando
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ragazzo. Lontano da casa si lavora per forza, si
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si lavora per forza, si fa fortuna senza volerlo
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confronto con me non si è mosso. Lui non
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a lui che non si è mosso è toccato
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mondo, una bella mattina si trovava in una stanza
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in una stanza cosí, si lavava le mani nel
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mignolo e piegandosi avanti. ¶ Si soffermava tutti i giorni
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bastava lasciarlo dire e si capiva che il Vecchio
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e incontrandomi ogni volta si toglieva il cappello. ¶ Dalla
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stanze di città dove si affitta, si vive un
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città dove si affitta, si vive un giorno o
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anni, e poi quando si trasloca restano gusci vuoti
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intorno, e ballavano, bevevano, si picchiavano, portavano a casa
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e i pugni rotti. Si fa l’uva e
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l’uva e la si vende a Canelli; si
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si vende a Canelli; si raccolgono i tartufi e
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raccolgono i tartufi e si portano in Alba. C
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di mano. Queste cose si capiscono col tempo e
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confronto con me, non si è mai allontanato dal
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Ovada, dalla parte dove si leva il sole. Ne
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ai miei tempi ci si veniva di rado, si
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si veniva di rado, si viveva sulla strada, per
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andato il ballo, e si sentivano le macchine, le
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impomatati e figliole superbe, si scontravano, si prendevano, si
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figliole superbe, si scontravano, si prendevano, si ridevano in
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si scontravano, si prendevano, si ridevano in faccia e
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è appeso all’armadio; si cammina sui trucioli; li
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dappertutto davanti alle cucine si trovava l’idiota, il
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le cene di cui si raccontava alla Mora, cene
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piú ballare? La gente si è divertita diverso, negli
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dicevamo: Quei due non si parlano mica, si suonano
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non si parlano mica, si suonano… ¶ Questi discorsi li
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casa riderebbero». Ma non si zappa in California. Sembra
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il mare della baia, si vedevano i lampioni di
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della luce del locale, si era soli sotto le
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cassa, tendeva l’orecchio, si agitava, ma Nora non
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Ma se sapevo che si beve questa roba… Mica
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la luna. ¶ Nora, irritata, si aggiustava i capelli. Si
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si aggiustava i capelli. Si girò sulla sedia e
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amico strinse le spalle, si chinò e mi disse
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suonato, la gente non si muoveva piú, s’era
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e allora la banda si fermava e cominciava un
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notte, se anche Nora si fosse lasciata rovesciare sull
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ogni tanto sulle strade si trovava una ragazza strangolata
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per quanto ne avesse si fermava, e le campagne
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Neanche tra loro non si conoscevano; traversando quelle montagne
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conoscevano; traversando quelle montagne si capiva a ogni svolta
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svolta che nessuno lí si era mai fermato, nessuno
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Ma queste cose non si dicono a nessuno, non
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come nel fumare, quando si smette bisogna smettere davvero
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da me quel che si fa e quel che
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fa e quel che si dice, ascoltava col mento
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Andando sembra piú facile. Si sentono tanti discorsi. A
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l’hai presa. Perché? ¶ Si sanno queste cose? Perché
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e sorniona. Aspettai che si facesse coraggio e si
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si facesse coraggio e si levasse quel peso. Ho
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due frega l’altro? ¶ – Si fregano a turno, – dissi
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anche all’Emilia, ma si sapeva che fuori delle
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Elvira – invece di gridare si mise a ridere con
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un’aria maligna e si portò la mano sulla
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disse niente a nessuno. Si seppe poi due giorni
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faccia di una morta – si mise a letto e
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nella stanza vicino e si spaventò e cercava di
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Arturo e suo padre si davano il cambio, gli
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conveniva piú che Irene si sposasse e portasse via
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niente, era assai se si ficcava il cucchiaio in
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e la signora Elvira si sfogò con la Serafina
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in una casa nuova, si rimise intorno al padre
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rise come Silvia. ¶ Poi si rimisero a parlare dei
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e di bersagli e si sentivano di tanto in
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era tempo, e allora si misero a cercare i
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non suonava ancora, ma si sentivano nell’aria gli
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la chiesa di dove si vedeva tutta la collina
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gambe di dietro perché si svegliasse. Laiolo prese a
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correrete voi. ¶ Il Bizzarro si mise a ridere e
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mise a ridere e si asciugò il sudore col
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la funzione della madonna. Si misero in fila davanti
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strizzò l'occhio, sputò, si pulí con la mano
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Irene bionda bionda che si turava le orecchie. Ero
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vicino il Bizzarro che si mise a bestemmiare, poi
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e fece un salto; si strappò il fazzoletto dal
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i Seraudi ballavano e si davano zuccate come le
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altra parte, il Bizzarro si buttò sul prato e
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sul ballo e attaccavano. Si sentiva suonare e ridere
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dei banchi. I ragazzi si chiamavano, si rubavano il
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I ragazzi si chiamavano, si rubavano il torrone, facevano
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delle ragazze cantavano. Uno si offrí di accompagnarle a
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poco alla volta Silvia si calmò e un bel
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Levati da tavola, Nuto si decise. Pigliò al volo
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adesso sopra i filari si vedeva il noce, enorme
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il buco della cantina si trovava – la maceria l
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Allora partimmo, e lui si mise avanti per i
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parevano la colata che si vede di notte nel
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mai salito, da ragazzo. Si vedeva lontano fino alle
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Ero ragazzo. Di lassú si vedevano i paesi piú
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stavano ancora alla Mora… ¶ Si voltò e disse: – Si
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Si voltò e disse: – Si va? ¶ Riprese a condurmi
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Di tanto in tanto si guardava intorno, cercava una
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di quelle cavernette dove si tengono le zappe, oppure
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avevo sempre saputo che si masticano e poi si
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si masticano e poi si mettono sulle scorticature per
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C’ero anch’io. ¶ Si mise per la strada
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su se le tendine si muovevano. La gente ne
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la notte, tutti dicevano: «Si sapeva che finiva cosí
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alla Casa del fascio, si ubriacava e andava a
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carni sono buone e si equivalgono, ma è per
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per questo che uno si stanca e cerca di
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uno scudo d’argento si caricavano un bastardo dell
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le disse soltanto dei e dei no. ¶ Poi
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che a Canelli non si trovavano, gliene aveva offerte
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di prima?… almeno questi si difendono… Adesso mi tocca
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scappò sulle colline e si mise coi partigiani. Nuto
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armata anche lei e si faceva rispettare. Non fosse
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ne morirono tanti, Santa si difese tutta una notte
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cose a voce bassa, si soffermava ogni tanto guardandosi
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eravamo arrivati adesso, nemmeno si vedeva dal Belbo; tutto
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i cani abbaiavano, nessuno si muoveva, non c’erano
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non capiva perché Santa si fosse difesa con lui
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ragazzi dei migliori. Adesso si trattava di pigliarla a
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la cintura, e non si capacitavano adesso di averla
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fuori. Lei sulla porta si voltò, mi guardò e
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donna come lei non si poteva coprirla di terra