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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Luigi Tansillo, Stanze a Bernardino Martirano, 1540

concordanze di «si»

nautoretestoannoconcordanza
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gran peso real, che vi preme; ¶ e 'l
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il primiero ¶ temendo, che poco oggi si teme
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che sì poco oggi si teme, ¶ vi fate con
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Musa, ¶ com'ella amando si trasforma in pietra, ¶ e
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come ambi al vento ¶ si dan, fuggendo le paterne
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poi ch'ebbe fin alto incendio ancora. ¶ 7 ¶ Or
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verso quest'altro, onde si scopre ¶ l'alba che
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incontro a noi mai lucente e puro, ¶ che
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che qui dentro occhio si chiuda; ¶ onde sen van
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ogni altro che sentir si possa ¶ in alto, egli
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il mar s'ingrossa ¶ che non ha riposo
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ruota. ¶ 13 ¶ Colui che non si pente d'aver posto
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Ma che dirò quando si cruccian l'onde, ¶ e
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ciel s'asconde, ¶ né si vede altro, ch'acqua
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e batte tanto, finché si fa porta, ¶ e saltar
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saltar dentro e insignorir si vede. ¶ Et io non
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ad or ad or si crede! ¶ Ma, perché spesso
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l'alma da' membri si rimuove, ¶ pena maggior non
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maggior non credo che si senta; ¶ anzi avverrà che
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avverrà che men talor si prove, ¶ ché, come è
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periglio non sgomenta; ¶ chi si vede una volta a
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Ma come donna, che si dole e pave ¶ a
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voto e consiglio, ¶ finché si vede a lui tratto
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e raro invecchia chi spesso in seno ¶ si
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sì spesso in seno ¶ si corca de le figlie
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sia dannoso) ¶ qui non si ritrovasse e la speranza
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non ave il mar intenso ¶ e grave mal
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poca età di onor onusto, ¶ che ardisco dir
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fatto ¶ e fanno ognor di seguirlo vago, ¶ che
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mento; ¶ e di valor perigliose scale ¶ ascender giovinetto
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Non meno a gloria si terrà il gran Pietro
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gran Pietro ¶ aver di bel frutto adorno il
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conservato il nome, ¶ che si macchia talor, né si
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si macchia talor, né si sa come: ¶ 26 ¶ e avergli
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avea, ¶ perché sul mar si sieda e sulla terra
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le sue lode, ¶ non si tempra da me, né
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d'onor degna non si note. ¶ Dico adunque, tornando
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che, se nel mar si puote ¶ commodo alcuno aver
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la sua mercé, mi si procaccia. ¶ 30 ¶ Io mi godo
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raro; ¶ e m'innamora di lui talvolta, ¶ che
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invidio il Ciel, che bell'alma ha tolta
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noto, ¶ che 'l sonno si deponga ove si piglia
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sonno si deponga ove si piglia: ¶ ché quando levo
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pensier move procella; ¶ non forte però, che del
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e il cor non si gli spezzi? ¶ E chi
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Fortuna, liberal dispensi, ¶ e del vero in te
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che a te conviensi, ¶ alto le tue lodi
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l'anima mia non si scompagna; ¶ ma quando avien
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e, per difendermi, ei si muta ¶ in mille forme
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la man convien che si ritegna: ¶ ché oggetto degno
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terra e tanto mare ¶ si pongan tra noi due
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gelo, ¶ e l'acqua , ch'ella si stampi
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acqua sì, ch'ella si stampi d'orma, ¶ e
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mi divise; ¶ né per lungo tempo il duol
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già mai non le si toglie, ¶ acciò ch'io
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gli occhi tuoi, che nell'alma ho fissi
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istorie, ¶ che norma eterna si sarebbon fatte ¶ a chi
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anni e gl'inchiostri. ¶ 56 ¶ contento io vivea di
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rai, ¶ che di quanto si sta sotto la luna
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cosa che m'acqueti; ¶ tempestosi e mesti son
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mio destin, che qui si sechi ¶ il filo, Amor