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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Bernardino Martirano, Aretusa, 1618

concordanze di «si»

nautoretestoannoconcordanza
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e perfido Enobarba ¶ guardar si vanta il gran regno
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gioco, ¶ ecco Fortuna che si cangia il manto ¶ e
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tra le Ninfe mesta si lamenta. ¶ 10 ¶ Narciso, a cui
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le incudi, ¶ come quando si fer l'arme d
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pensar la cagione, ¶ che tosto ha mutato il
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et hai l'alma fiera, ¶ fa' di tua
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i crin d'oro si straccia, ¶ si batte il
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d'oro si straccia, ¶ si batte il petto, e
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ch'eran tante: ¶ e si ben Morte al cor
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a le piante, ¶ pur si consola tanto l'infelice
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a' prieghi miei nulla si move; ¶ e che le
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e genti nove? ¶ Ma si questa è del mio
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ragione. ¶ 28 ¶ Disleal, poi che poco ti è cara
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gente insieme uccide: ¶ onde si vede poi per l
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pochi dal foco ancor si danno vanto. ¶ 32 ¶ Proteo vedrai
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non ha legge, ¶ che si trasmuta in mille forme
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guerra, ¶ che gli Dei si fuggiro in lochi strani
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poser sopr'ossa. ¶ 39 ¶ Allor si dice che sudò Vulcano
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e turchi e mori, si guarda e difende ¶ con
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irti i capei ¶ e si farà la barba lunga
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piangendo, mesto e grave ¶ si parte e parte ancor
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in sé, guardando intorno, ¶ si vede appresso star molta
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furor e al duol si dà, ¶ ch'or vuol
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duro al ciel aperto ¶ si gettò la infelice sotto
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scoperto ¶ e 'n pianto si disfà, com'al sol
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sospira e piange e si lacera e dole, ¶ sparse
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duri lamenti ¶ pietosamente in fatte parole: ¶ - O voi
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e per tu' amor si sface ¶ fai guerra, qual
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mestier non era andar lunga via, ¶ perche tua
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nobil vittoria. ¶ 64 ¶ Ma non tosto fia fuor di
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disse la misera e si tacque, ¶ ché di nuovo
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l'erbe, quant'era, si giacque, ¶ posando il capo
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mani e co' piè si fa la fossa. ¶ Perduta
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chiare e dolci acque, ¶ per lo fresco e
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per lo fresco e per la bontade: ¶ da
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vuol patir ch'un degno liquore ¶ sia nascosto
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meraviglie ¶ di che tanto si vanta il secol prisco
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la milizia segue, chi si dona ¶ al pastoral exercizio
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Et al fin poi si vede, a man sinestra
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che per veder cosa strana e nova ¶ condusse
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e nel suo ospizio si posò tre giorni. ¶ 79 ¶ Or
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par che nel pianto si distille. ¶ 83 ¶ Onde, poi che
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distille. ¶ 83 ¶ Onde, poi che si veden fuor di speme
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sé davanti, ¶ né pietosa si pente, né si crede
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pietosa si pente, né si crede ¶ dever render ragion
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da presso e poi si scosta, ¶ lascia Miseno e
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in Monza col campo si metta. ¶ 98 ¶ Si vede appresso
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col campo si metta. ¶ 98 ¶ Si vede appresso come a
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svizzar non contese, ¶ quando ben l'ispano scoppio
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la bella Milano. ¶ 99 ¶ Correr si vede poi com'un
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terra. ¶ 100 ¶ Più oltra poi si vede molta gente ¶ venir
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al fiume Sesi. ¶ 101 ¶ Poi si vede al caval volger
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sempre con lui sol si consiglia ¶ e ne le
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le braccia sue tutto si dona: ¶ prende ogni terra
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altro avea. ¶ 102 ¶ D'indi si vede in Lombardia tornare
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Pavia nel venatico chiostro ¶ si vedeno i duo exerciti
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istoria fe' scolpir, mentre si dole: ¶ e monumento più
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meno ella di lui si mostra a dito. ¶ 109 ¶ Di
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freddo e per tutto si spande, ¶ allor che stando
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e del suo vincitor si gloria il vitto. ¶ 115 ¶ Veggio
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Algier, ch'a lui si rende. ¶ 121 ¶ Ma chi è
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è il suo cader avventuroso ¶ che cade vincitor
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chiusi dove il mar si stagna: ¶ ecco ch'ogni
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l'altro poi quindi si fugge, ¶ tanto il timor
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prieghi suoi l'alto si piega ¶ e de l
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qual è bella, o si tiene -. ¶ Ecco quanto piacer
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Narciso, ch'ode in vere parole ¶ vaticinando da
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fine, ¶ d'esser stato tardo ben li dole
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adduce: ¶ e come pazzo si mette a chiamarla, ¶ ma
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afflitto, lagrimoso e stanco ¶ si getta in terra appresso
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del liquore. ¶ 149 ¶ E son alti i suoi sospiri
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ti attorse il filo infelice e rio? ¶ In
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che un corpo umano si trasmuti in rio? ¶ Rispondi
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risuoni: ¶ e mentre ella si dole et io mi
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mentre il poverel così si lagna, ¶ vedesi in pianto
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di pianti e sospir si pasce e d'acque
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più ne l'acqua si sommerge, ¶ tanto più Amor
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com'al sol neve si dilegua e sface: ¶ et
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in due bianche radici ¶ si trasmutaro e tutto il
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tra l'erbe felici, ¶ si sente nel tatto alquanto
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suo bel viso ¶ amando, si fe' fior ne la