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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Ada Negri, Di giorno in giorno, 1932

concordanze di «si»

nautoretestoannoconcordanza
1
1932
Vallone. Cammina adagio, e si capisce che non ha
2
1932
Alcune delle case (brutte, , case di poveri, sporche
3
1932
A guardarla cosí ridotta, si stringe davvero il cuore
4
1932
una volta; ma durò poco, fu sí poco
5
1932
durò sí poco, fu poco «l'Amore»; e
6
1932
degli Olocati», quando non si vedrà piú accanto il
7
1932
accanto il suo Naviglio? ¶ Si ferma, la donna, a
8
1932
sole e, di sera, si fanno piú sicure nell
9
1932
tutti quei giorni non si può. Fin dalla prima
10
1932
spalletta del Naviglio non si distingueva, e aria acqua
11
1932
il visibile e non si sorprende piú di nulla
12
1932
qualche volta, in fretta, si fanno, scantonando davanti alla
13
1932
te. Vedi che mi si porta via tutto. ¶ Ma
14
1932
porta via tutto. ¶ Ma , ma sí: resterà. Guai
15
1932
tutto. ¶ Ma sí, ma : resterà. Guai se non
16
1932
raggiungere Sofia. Là crebbe, si fece onore nelle scuole
17
1932
al mondo che non si creda padrone dell'indomani
18
1932
primo giungere, dell'Italia si sentí innamorata. L'attendeva
19
1932
primi giorni d'adattamento, si trovò bene come ci
20
1932
dentro. Nella vita universitaria si gettò con la gioia
21
1932
altro. A prima occhiata si vede che è qualcuno
22
1932
quattro palmenti: quando studia si punta i pugni sulle
23
1932
sangue pare ch'ella si serva pel rosso de
24
1932
che giovinezza e maturità si prendono per mano, e
25
1932
mano, e il cuore si fa piú illuminato, piú
26
1932
come vivere al Congo. – Si vantava d'essere esperta
27
1932
signorina bionda, laggiú, – come si chiama? – sí, quella che
28
1932
laggiú, – come si chiama? – , quella che ha gli
29
1932
persone che per avventura si trovassero con me. Non
30
1932
lí: l'anima mi si svegliava dentro come il
31
1932
saremmo lasciati mai; intanto si viveva in quell'atmosfera
32
1932
lavoratore, era un orso, si capisce. Odiava i salotti
33
1932
di lei mutava tono, si faceva piú bassa, quasi
34
1932
entrata, e già tutti si respirava il fluido emanante
35
1932
E quasi tutti non si pensava ad altro che
36
1932
giorno, per che cosa si vive, se non per
37
1932
buona o cattiva novella. Si vergognava, però, di chiedere
38
1932
Néné Miraglia, sulla quale si bisbigliavano, da un po
39
1932
volli insistere. Deluso, Marco si ritirò con me nel
40
1932
s'era già rasserenato. Si guardò le due mani
41
1932
come quando viaggiamo. Ci si guarda bene dal metter
42
1932
dinanzi al portiere che si dà le arie d
43
1932
ministro di stato; ma si va in locande di
44
1932
d'avere mai veduto gran folla incrociarsi, ondeggiar
45
1932
indagatori, i miei occhi si fissarono su una signora
46
1932
figure, intorno alle quali si direbbe esista il vuoto
47
1932
dimenticherò mai piú. Ella si mise a tremare, a
48
1932
mostrar loro una cosa. Si convinceranno che ho ragione
49
1932
voglio ritornare. Molto cielo si vede di là. Il
50
1932
Maria del Carmine. Non si stacca nello spazio, altissima
51
1932
in Ciel d'Oro si rincantuccia nell'angolo d
52
1932
arrivi: poiché in essa si custodiscono l'ossa d
53
1932
da quella gioia non si vorrebbe piú uscire. Appunto
54
1932
certezza che qui dentro si conserva qualcosa che appartenne
55
1932
contro la carne. ¶ Chi si confessò in questo modo
56
1932
lavorarono, quante energie vi si esaurirono nella fatica: ogni
57
1932
della sua vita corporea si trova dietro la grata
58
1932
che le accoglie non si leva dalla cassa né
59
1932
leva dalla cassa né si mostra al popolo se
60
1932
fidi monaci custodirono e si trasmisero il tesoro, per
61
1932
insidia e di rapina si rafforzavano le mura della
62
1932
le mura della città, si difendevano con strenua sorveglianza
63
1932
dai piú lontani paesi: si parlava d'un'acqua
64
1932
punto dove il tesoro si nascondeva. Misti alla folla
65
1932
Decimoterzo. Di papa Leone si leggono, su una lapide
66
1932
lo sono dall'acque, si scende nella cripta. Spaziosa
67
1932
scoperta di Dio, e si raccomanda a Lui, che
68
1932
a distanza di chilometri, si fa il silenzio. ¶ L
69
1932
a filo dell'acqua, si direbbe coperta di neve
70
1932
invece, l'intera città si scorge stesa in lunghezza
71
1932
riflessa nel fiume a gran lontananza: la Torre
72
1932
Ma eccolo, che ritorna. ¶ : lo spirito del sole
73
1932
lontano occidente sale e si dilata fino a impregnare
74
1932
dalla nudità dei rami, si disegnano in trine a
75
1932
pioppi e dei salici si animano d'una profonda
76
1932
è tutto nell'acqua. Si spostano i riflessi: si
77
1932
Si spostano i riflessi: si spezzano le armonie: qualcosa
78
1932
ha da morire, e si dibatte contro la fine
79
1932
nessuno ricorda piú: io, . Riodo nella memoria il
80
1932
I ragazzetti, ora che si fa buio davvero, vengono
81
1932
lanche. I piú piccoli si scaldano le mani ai
82
1932
e fronde secche. Qualcuno si mette a frignare, chi
83
1932
e faville, fin che si ridurranno in cenere. Non
84
1932
ridurranno in cenere. Non si vedono stelle. Sera mia
85
1932
Tutti però le obbedivano: si capiva a un'occhiata
86
1932
zigomi, tutto in luce, si scolpiva in un'espressione
87
1932
espressione crudele. A tratti si voltava, dava un secco
88
1932
di nastri a sbrendoli. Si mostrava occupatissima a cullare
89
1932
chiesi una volta come si chiamava, e perché non
90
1932
squadrò stupita, indignata: non si degnò di rispondere; ma
91
1932
genere di quelle che si leggono nei vecchi romanzi
92
1932
diritto come una lancia, si sarebbe anche fatta bella
93
1932
bella a modo suo, si capisce. Ma sí! Bellissima
94
1932
suo, si capisce. Ma ! Bellissima. ¶ Per qualche tempo
95
1932
ragazze povere, e non si ferma che il giorno
96
1932
è piú nessuno. Tutto si smussa, s'attutisce, diviene
97
1932
i nemici: altre poi si continuò ad innalzarne, per
98
1932
la casa patrizia che si costruiva la torre piú
99
1932
d'un'energia che si sostiene, lontana da tutto
100
1932
che nel tramonto settembrino si va coprendo di veli
101
1932
appartengono: gli sono necessarie. ¶ , questa è musica: non
102
1932
un albero. Non vi si pensa mai abbastanza. Non
103
1932
Non s'amano né si rispettano abbastanza gli alberi
104
1932
e il canale, vi si specchiano interi, con limpida
105
1932
Po: le loro acque si confonderanno, e in silenziosa
106
1932
pomeridiana, solo quel suono si ode. Vado verso il
107
1932
un tango che ieri si cantava dappertutto e oggi
108
1932
non sembrar vero che si trovi a fianco d
109
1932
la moneta s'arresta: si china, la raccoglie, prima
110
1932
di quelle. Nel sorriso si anima, allargando le narici
111
1932
risponde perché non capisce. Si volge verso il suo
112
1932
Il fiume è calmo: si direbbe che l'acqua
113
1932
chiesa, che a vespro si fa torcia ardente, sfavilla
114
1932
sorella, senza dubbio: lo si vede dalla somiglianza. Pure
115
1932
che la vera bellezza si possa descrivere: è un
116
1932
ch'è lo stesso. Si comprende come il fratello
117
1932
occhi neri dei figlioli, si lasciano prendere dalla melodia
118
1932
uomo strano: un signore, si direbbe, travestito da vagabondo
119
1932
loro autentico carattere ci si scopre per intero, vibrando
120
1932
gioco della morte. ¶ Uno si finge cadavere: è bene
121
1932
sul modo col quale si lascia andare: testa, gambe
122
1932
da questi messeri come si fa a morire. ¶ Ritta
123
1932
scossoni, da far temere si spacchi sul serio la
124
1932
al piú, rimasto indietro, si lascia cadere in terra
125
1932
angusto, e da cui si sbuca per internarsi in
126
1932
per guardarci e parlarci si sforza di sollevare un
127
1932
da maritata. Non mi si lasciava a casa nemmeno
128
1932
di pietra che le si sgretolano intorno. La testa
129
1932
qual turbamento. Turbamento lirico: si può, forse, chiamarlo cosí
130
1932
dove in due non si passa, è tale da
131
1932
Ugo Foscolo: che, prima, si chiamava Borgo Oleario, dai
132
1932
un sol piano, non si distingue dagli altri che
133
1932
chiedo se l'appartamento si può vedere. No. Non
134
1932
può vedere. No. Non si può. È da affittare
135
1932
in Pavia. D'esso si lagna, e d'altre
136
1932
sulle mie finestre e si rovescia sull'anima mia
137
1932
so davvero perché non si trovi nelle antologie per
138
1932
nelle lettere, alla città. Si lagna del clima, dell
139
1932
cesti d'uva «che si vendono in piazza a
140
1932
metà di quel giugno. Si rifugia nei pressi di
141
1932
lastre offuscate dal tempo si possono scorgere, in certi
142
1932
di coloro che vi si mirarono in vita, non
143
1932
sul cui fondo verdastro si ricompongono per me i
144
1932
ora di requie; e si scoperse nel cuore, bell
145
1932
e ai fianchi: né si poteva fare a meno
146
1932
morte ella respirava, non si sapeva come. ¶ Contemplava dall
147
1932
un laico che non si senta di pronunciare i
148
1932
piú, da vivere. Invece si trascinò fino a ieri
149
1932
di Porta San Giacomo. , spero e credo che
150
1932
forma apparente di Lenor. Si camminava sui fiori. Si
151
1932
Si camminava sui fiori. Si pregava, in ginocchio, sui
152
1932
adesso, in quali luoghi si trova la vera Lenor
153
1932
piano: le sue grondaie si rallegrano di molti nidi
154
1932
sale terrene, in fila, si rassomigliano per la tranquilla
155
1932
sembrano piú alti, e si trasfigurano. ¶ Prima d'ora
156
1932
chiacchierano piano: qualcuna cuce: si volgono a me, sorridono
157
1932
Ma è nebbia che si dissipa. Qui v'è
158
1932
le grondaie da cui si spiccano i giovani passeri
159
1932
al fiume che non si vede ma del quale
160
1932
vede ma del quale si sente il respiro, ci
161
1932
il parco del palazzo si snoda un labirinto di
162
1932
passi innanzi, un androne si prolunga in archi fino
163
1932
getto diritto: ed ecco, si ritorna all'anno mille
164
1932
cristianesimo, e nella cripta si respira l'aria delle
165
1932
a dire che Pavia si valga delle sue antiche
166
1932
vecchi che sulle soglie si godono il sole. ¶ La
167
1932
di Paride e Marietta. Si sposarono: ebbero figli: lavorarono
168
1932
il salvatore di non si sa quanti imprudenti, che
169
1932
un pesce, e Marietta si limita a dire: – Se
170
1932
bella che non lo si andasse a salvare. Ma
171
1932
cose, ohibò. Il Ticino, si sa, non scherza. ¶ Insomma
172
1932
Lido», pomposamente; e vi si riposa in allegria. ¶ Alla
173
1932
e mamme coi bimbi. Si portan dietro i costumi
174
1932
portan dietro i costumi, si mutano d'abiti in
175
1932
fiume: giunti al «Lido», si gettano in acqua; fra
176
1932
che hanno libero. ¶ Tutto si compie in un'aria
177
1932
e Tino i giovani si dànno del tu: non
178
1932
una mano. ¶ Perchè non si prende almeno una servetta
179
1932
A sentir lei, ci si provò, a tenere una
180
1932
portamonete in custodia, chi si fida della gente d
181
1932
la sente che chi si ferma. Allora sí che
182
1932
chi si ferma. Allora che le ossa dolgono
183
1932
Dio, col mestiere noi si campa. Donne all'antica
184
1932
pubblici. Ma trovarle, eh, ! ¶ In giovinezza fu bellissima
185
1932
vederla mette soggezione, e si pensa discenda da chi
186
1932
direbbero, senza volerlo, che, , ha sofferto: v'è
187
1932
confessano certe marachelle, volentieri si lasciano tirar gli orecchi
188
1932
sgrida di cuore se si dànno buon tempo con
189
1932
neppur l'indirizzo!» — «Ah, ? Me ne vado dal
190
1932
di barche! Non ci si può nemmeno andare in
191
1932
detta di Porta Palacense, si dipartono alcune strette vie
192
1932
essere senza nome, e si potrebbero pensare quasi senza
193
1932
Francesco e di Chiara, si ritirarono a scontar nella
194
1932
processo di canonizzazione che si tenne tre mesi dopo
195
1932
appena usciti dal nido si stringono, immobili, l'uno
196
1932
i piccoli petti bianchi, si volgono le testine nere
197
1932
nella predicazione di Francesco: si annullò nella sua volontà
198
1932
di loro, ed ella si curva, turbata, al comando
199
1932
labbra, le loro parole si sublimano in fuoco. Piú
200
1932
II, assaltanti il convento, si fa portare, inferma, dinanzi
201
1932
mani il Sacramento: essi si disperdono, le sorelle son
202
1932
porta il suo nome si conserva in Assisi il
203
1932
loro vera vita, che si manifesta in luce. Ignoro
204
1932
greve, dalle cui brume si leva una luna color
205
1932
cento poveri d'Assisi. Si racconta che il suo
206
1932
l'avessero nudo; e si rassomigliano tutte. Ma chi
207
1932
Istintivamente la mia attenzione si distoglie dal troppo fasto
208
1932
dallo zoccolo basso, e si prosterna, rivolta verso l
209
1932
veste nera che le si ammassa sui piedi. Pensa
210
1932
un vento tempestoso. Non si vedono piú i volti
211
1932
vedono piú i volti: si vedono gli spiriti. Il
212
1932
testa (di cui non si distingue, o, meglio, non
213
1932
distingue, o, meglio, non si sente che la crudeltà
214
1932
degli apostoli gridano, singhiozzano, si soverchiano con voci vere
215
1932
rimasta la meno colpita. Si direbbe che il tempo
216
1932
uomini. Il suo ululo si ode dovunque, mi rintrona
217
1932
nemmeno la croce vi si scorgerà, rimarrà pur sempre
218
1932
ondate del loro profumo si mischiavano a quelle dell
219
1932
ombra, qui. Qualche colombo si disseta all'orlo della
220
1932
conto della sua condotta, si tolse di dosso fin
221
1932
divino. Se la pelle si potesse gettar via, Francesco
222
1932
della «perfetta letizia». ¶ Non si può rendersi liberi a
223
1932
liberi a metà. Non si riesce in tal modo
224
1932
maggiori, e in casa, si sa, è la beniamina
225
1932
discendente di maestri, non si direbbe davvero quel che
226
1932
Non è molto che si precipitò dalle scale di
227
1932
li salvò. ¶ Non la si vedeva piú, quest'ultime
228
1932
fatti e misfatti. Ma si sapeva che s'era
229
1932
benedettina la professa non si chiama suora, ma «donna
230
1932
Maria scatta dall'inginocchiatoio, si butta, senza pensiero di
231
1932
all'Eremo delle Carceri si svolge fra siepi di
232
1932
ardore della fede. ¶ Poi si diradano: cessano: incomincia la
233
1932
compagnia delle querce. ¶ Robuste, ; ma aggrondate, contorte: con
234
1932
un rogo che non si può spegnere. Qualche discepolo
235
1932
Francesco, non era cosí. Si prolungava, allora, sino alla
236
1932
che, nascoste nelle macchie, si trovano le grotte dei
237
1932
nella boscaglia. In questa si conserva dietro un cancelletto
238
1932
macerazioni, preghiere ed estasi, si fortificò la Regola francescana
239
1932
potere assoluto, assoluta ricchezza. , tu hai ragione d
240
1932
a me dirette, spesso si firmava Lenor. ¶ A partire
241
1932
si soffre per nascere, si soffre per morire, sofferenza
242
1932
sogno e ciò che si chiama realtà. ¶ Cosí, spalancando
243
1932
lanosi dei pioppi, che si staccano e cadono appunto
244
1932
Che delizia! Dunque ci si comprendeva: finalmente m'era
245
1932
mandorli; e i mandorli si cangiassero, volta a volta
246
1932
in quella trasparenza, mi si rivelava per vera. L
247
1932
un certo punto gli si posò sulle ginocchia: lo
248
1932
un fante. L'ufficiale si volse allora, sporco, col
249
1932
in sereni pensieri; e si percorrono con gioia da
250
1932
delle rose rampicanti. Tutto si allaccia a catena. ¶ Sedetti
251
1932
al tronco. La bimba si metteva a giocare sul
252
1932
invece, la vedo: mi si rivela come cosa nuova
253
1932
regale e di selvaggio: si direbbe che l'altre
254
1932
cortina: ontani robinie betulle si tendono, svettando, verso il
255
1932
ghiareto verso le colline si perde in tortuosi serpeggiamenti
256
1932
Nulla che sia vivente si forma senza dolore: alla
257
1932
Vorrei sapere quanti nidi si son fatti gli usignoli
258
1932
nel parco il pino si fa cipresso e la
259
1932
cipresso e la magnolia si cangia in platano, e
260
1932
alberi mutano posto e si fanno visita, preceduti da
261
1932
troppo isolata, e non si muove. Resta dov'è
262
1932
quali donne vorrei sapere si rifugiarono là sotto; quanti
263
1932
prato, esitante. Il prato si popola d'improvviso: schiere
264
1932
piú svariati giochi. Quali si rincorrono, quali cantano e
265
1932
superbia d'albero solitario si vela di benevolenza, per
266
1932
sorrido: le dico di , e la lascio andare
267
1932
RONDINE ¶ — Rondine, perché? ¶ — Ma . Mi sembrate una rondinella
268
1932
Ma, al secondo sguardo, si ritrovano i begli occhi
269
1932
incantatore, rimasto intatto. Basterebbe si mettesse a gorgheggiare l
270
1932
quelle trine morbide»; e si sarebbe a teatro, nel
271
1932
niente d'allora; e che non è molto
272
1932
bimba. Splendevano per me, si rimodulavano in me: come
273
1932
Ah, non credea mirarti ¶ presto estinto, o fiore
274
1932
impressione d'una che si sia salvata da un
275
1932
le vesti illese, e si riposi in un prato
276
1932
Eh, già, ho capito. Si metta addirittura una sigaretta
277
1932
cuore? Senza voce non si canta: d'accordo. Ma
278
1932
il volo nei quali si libera la loro superbia
279
1932
due volti, cosí diversi, si rassomigliano: i due poteri
280
1932
rassomigliano: i due poteri si riconoscono. San Bernardino deve
281
1932
fóri quadrati, che mi si dicon lasciati tal quali
282
1932
uno scalino della loggetta (si chiama Marcella, e ha
283
1932
sulle prime hanno paura, si sa. E allora le
284
1932
nei muri, a sostegno. Si direbbe non vi abiti
285
1932
agli altri? Che ci si viene per voto? Per
286
1932
grano, – pane del corpo, – si leva l'immateriale argento
287
1932
Per esse il cielo si fa piú basso, diviene
288
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di grande bellezza, e si votò al Signore la
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terra. Quando simili perché si rendono chiari al nostro
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come turchi, davvero non si sa in che modo
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caso che la donna si tenga un bimbo fra
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dove passeggio io. – Tutto si move, sulla terra e
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e le fabbriche nuove: si direbbe ne sorga una
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vallette: le masse verdi si restringono, si fanno piú
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masse verdi si restringono, si fanno piú intime e
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a me. ¶ S'arriva, si scende, ci si trova
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arriva, si scende, ci si trova in uno spiazzo
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erba e lo spiazzo si snoda la strada. Di
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e di qui non si vede. La riva opposta
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un verde-bronzo: e si prolungano a occupar buona
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viottolo erboso a scalinata, si sale a una chiesetta
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solitaria villa sulla collina. Si guardano, si conoscono. Ma
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sulla collina. Si guardano, si conoscono. Ma un'altra
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ne seguono la curva. Si sale, invece, per una
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scaletta esterna; e ci si ritrova su una specie
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ombra degli altri: sembra si pieghi, si storca, si
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altri: sembra si pieghi, si storca, si martirizzi per
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si pieghi, si storca, si martirizzi per accrescerla. Tra
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ha un rosignolo, che si sgola a canto spiegato
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di terra, qui. ¶ Mentre si sta per risalire in
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un albero. ¶ La terra si lagna sommessamente, col gemere
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rinascere. Per quella che si spegne, mille ne sbocciano
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orizzonte s'incurva e si fa piú chiaro? Non
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loro passaggio quasi non si avverte di qui: nelle
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se stesso; poi, guardingo, si snoda, s'allunga, riprende
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cammina. Sa dove va. Si dirige verso il prato
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della forma; e che si trova senza difesa accanto
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poltrona. Perché cosí immobile? Si direbbe una statua, di
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battenti, che la sera si chiudeva a catenaccio, e
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la stessa sensazione che si riceve immergendo le mani
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pazzo, da ridere, ma , da ridere e da
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ramaglia è piú rada, si scorge l'irrequieto trasvolare
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vento stacchi dagli alberi. Si levano, improvvisi, in lievi
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Fremito, canto e volo si fondono in accenti di
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tutti spalancati: presto ingialliranno, si corromperanno, come la carne
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passa per la strada: si fermano dinanzi alla casa
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Udita dietro una porta, si sarebbe detta la voce
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allegra e senza pensieri. Si portavano nel giardino tavolini
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signora che muore; e che la porta della
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cosí piano che ti si sente solo noi. ¶ La
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di sera il rantolo si fa intermittente: le pause
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è presa e involata. Si piangerà dopo: ora bisogna
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Nulla s'arresta, nulla si volge indietro. Una mano
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a qualcosa che non si vede se non quando
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attesa, sul rosaio: domattina si schiuderanno. Avanti l'alba
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della villa: – «Vitamorte, mortevita, si soffre per nascere, si
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corso Vittoria incomincia, e si stende, ampio e diritto
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lí quando meno ci si pensava, sospesa sul bel
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di sette anni non si fidano punto che uno
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alto degli altri: mi si riaffacciava da un comignolo
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diverso. Movimenti e rumori si attenuavano (o cosí mi
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i piú disparati elementi si fondevano in una gioia
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animavano di fatui luccicori: si sarebbero detti campi sparsi
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base, sottile alla cima, si divideva in rametti minori
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che per naturale impulso si propagavano alle cose intorno
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erano fitti, compatti, innumerevoli: si sarebbero potuti credere roselline
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impeto di vita che si esprimeva in armonie di
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aspetta le rondini e si diverte a fare estrosi
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s'allungano, aria che si riscalda, prati che rinverdiscono
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alberi da frutto che si fanno bianchi e rosa
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Non meritavano che vi si fermasse, le mie strette
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presenza, e dove non si trovava nemmeno una coppa
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di primavera, senza saperlo si serviva di me per
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pari. ¶ Oggi, però, non si direbbe (almeno per il
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A mezzo aprile ci si crederebbe: per il momento
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per il momento. Sole, ; ma velato. Calma l
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qualcosa di nuovo: non si sa. Ho lasciato sull
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bigio e il rossigno si lava, invece, indifferentemente il
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insalata, alberelli rachitici. Dovunque si fabbrica: l'erba ha
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dietro gli occhi spenti. Si svolgono dal suo buio
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della sera non ci si pensa: poi, a un
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e d'una fragranza penetrante nella sua tenuità
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corto, la testina che si piega, una grazia occulta
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quell'amore. ¶ Vorrei sapere, , vorrei sapere che cosa
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estraggono il nèttare, splendendo e no nel vibratile
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fulve, che a toccarle si dissolvono e fuman via
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or alto, or basso: si fa piú complesso: clangori
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d'un flauto che si spezza, si sbriciola in
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flauto che si spezza, si sbriciola in brevi singulti
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a grado a grado si fanno piú lontane e
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rotonde, a scudo, non si movono nella stessa guisa
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perché imparino, e non si faccian male: e ogni
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come un fiume: col « sí, sí sí» dei
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un fiume: col «sí , sí sí» dei grilli
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fiume: col «sí sí, sí» dei grilli, che
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col «sí sí, sí » dei grilli, che incrina
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sommesso d'uccellino, che si sveglia nel folto; e
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là dai fanciulli. Vi si formano profonde ombre verdastre
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capricci del sole, vi si sbizzarrisce in brividi pei
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accendono sulla scabra superficie, si torcono, s'inseguono, scompaiono
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polvere di gemma; e si mettono a svolicchiare, stancandosi
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corpo. A distanza, non si vedono strette quali sono
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e celate dalle sponde. Si vedono, forse, le vene
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visti una volta non si dimenticano piú. ¶ Da ragazza
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feci reagire. Ella, infatti, si calmò: fors'anche pensando
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a poco i ricordi si sgrovigliarono. ¶ “Verso il 1912 le
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una casa amica, dove si davano serate musicali; e
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ricca ed estesa. Non si poteva udirla cantare «Che
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libere, – magari la domenica, – si adattava a fare l
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il vero carattere gli si legge negli occhi, d
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una passione, quel che si dice una passione, il
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perché gli è stata, si può dire, messa fra
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schegge che spesso gli si conficcano fra unghia e
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tutto passa, anche se si tratta di chiodi rugginosi
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preparando un bel maschietto. Si sa, dev'essere un
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piú neri ma non si possono ancora dir bianchi
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se lo scioglie, ci si mette sul serio, e
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un angolo, cuce. Dove si lavora non ci si
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si lavora non ci si ricorda di nulla: né
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hanno presa, il legno si fa oro, la sega
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una catena vivente, che si perde nel passato e
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nel passato e non si sa dove giunga nell
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invece; e morí presto. ¶ — ? Le assicuro che la
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naturali passaggi per cui si giunge al pieno sviluppo
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quell'impressione non ci si provava neppure. ¶ Tutto il
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di rado: quando usciva si buttava sul grembialone un
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Quel volto rispondeva di alla vita, per dura
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completa, indiscussa. Ben diversa – si capisce – dall'autorità dolcemente
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pel caffè-latte. Cosí si cominciava la giornata. Era
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singolari, delle quali non si pensa abbiano avuto padre
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quell'atto. Ma ella si volse, a fatica perché
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soave di Palma. Pure, , qualcosa c'era: che
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e Calista (l'aria si nutre delle nostre anime
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ricca, che dall'inferma si trasmetteva alla sorella e
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acuto era lo spasimo, si metteva a cantare per
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ragazze dell'istituto, quando si riuniscono nella mia camera
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per tutti quelli che si dibattono nel mondo. Sono
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rude d'aspetto, come si guarda una teca di
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e le nubi che si movevano in cielo riflettendosi
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resa guardinga dai dispiaceri, si serviva della propria indipendenza
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del fanciullo, separarsi non si poteva: nessuno dei due
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finalmente. Ma che miseria! Si demolisce, è vero, una
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ammogliato: ove ella appunto si trovava ad assistere la
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decrepita signora, Gianna Arconti si rifugiò nel proprio appartamento
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tirò il chiavistello interno: si fece scaldare, in cucina
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di se stessa, ora si chiedeva in qual modo
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la sbaglia: indietro non si torna, agli errori non
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l'unica vita che si possiede, che non si
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si possiede, che non si può dare in cambio
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l'anima? L'anima si deve pure salvarla. Ne
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del tavolino da notte, si svestí, si pose a
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da notte, si svestí, si pose a letto, prese
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le parole del pensiero si sovrapponevano a quelle del
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a un certo punto si fece trasparente ai suoi
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capiva. ¶ Accanto a lui si sentiva giovine: della matura
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era figlia loro. Non si poteva immaginare creatura piú
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dal fondo e non si versa se non nei
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ma tornare indietro non si può piú.» «Non si
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si può piú.» «Non si può piú.» ¶ Completamente sveglia
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radici dei capelli inacerbirsi. Si mise ritta sulla schiena
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guardava. In essa non si riconobbe. Un'estranea, coi