Oreste Lo Valvo, Eugenio Biondo, 1938

sorpresa. ¶ L'anima che si diparte lascia la spoglia

un istante all'altro, si piega, al passar della

la rigogliosa messe o si abbattono alberi vegeti e

vita, che più non si riprende, come un corpo

corpo in moto, che si arresti di botto, senza

da violenta notturna bufera, si è vista, al primo

l'ignominiosa sorte, fan sì che, di fronte a

persone, delle quali, purtroppo, si è constatata la fine

la fine, delle quali si è composta, amorosamente, la

materiale della vita, sussiste, si agita, agisce, opera, sopravvive

altri, per cui non si crede alla realtà della

realtà della loro fine; si parla di un brutto

di un brutto sogno, si ha l'impressione di

un'assenza temporanea o si crea l'illusione del

ultime laboriose dinamiche giornate si rassegnava a credere che

vieppiù venne rafforzandosi e si mantenne, nel contrasto tra

di cui viveva e si animava la sua adorata

dei loro effetti, faceva sì che, sebbene trapassato, pareva

impressione ch'egli tuttavia si aggirasse per le corsie

e la sua fortuna, si distinse come lavoratore appassionato

delle sue nobili fatiche, sì da potere riposare tranquillamente

della vita sociale, che si avvale appunto del prezioso

il tempo che loro si appartiene, ma anche a

di quell'avvenire che si eleva vieppiù sulle grandi

Uomo, del quale oggi si piange la perdita, va

ricco di censo, malgrado si sentisse acciaccato dalla soverchia

dalla soverchia fatica, non si diè la desiderata tregua

casa che s'apre, si schiudono i loro cuori

tradiscono. ¶ Quelle apparizioni non si dimenticano più, per tutta