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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carlo Goldoni, Gl'innamorati, 1759

concordanze di «signor»

nautoretestoannoconcordanza
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ALL'ILLUSTRISS. SIGNOR BARONE ¶ ANTONIO ANCAJANI ¶ NOBILE
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impressa nell’animo, Illustriss. Signor barone, la somma cortesia
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stimato; è questi il Signor Marco Milesi, giovane di
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io dubito che il signor Fulgenzio per oggi almeno
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E il servitore del signor Fulgenzio. ¶ Eugenia. Non ve
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fa buona compagnia il signor Fulgenzio? ¶ Tognino. Quand’è
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aveva ieri sera il signor Fulgenzio d’andare a
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il vostro dovere col signor Conte. (alle donne, con
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io consolarmi... ¶ Fabrizio. Vede, signor Cavaliere? Questa è Flamminia
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dopo Zeusi ed Apelle. Signor Conte, ella si diletterà
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sublime, come quello del signor Conte, non possono fare
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pittor de’ pittori. Vedrà, signor Cavaliere, un quadro spaventosissimo
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inestimabile del Correggio. Tesori, signor Conte, tesori. ¶ Roberto. Voi
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se ne intende il signor Cavaliere. Ho un affare
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Flamminia. (Se arriva il signor Fulgenzio...) ¶ Eugenia. (Che importa
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costei). (parte) ¶ Fabrizio. Vada, signor Cavaliere, s’accomodi. ¶ Roberto
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Che mi comanda il signor Ridolfo? ¶ Ridolfo. Ho necessità
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è amico molto del signor Fulgenzio; ci sarebbe forse
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Oh aspettate. Che il signor Fulgenzio abbia saputo del
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sofisticare. ¶ Eugenia. Serva umilissima, signor Fulgenzio. (affettando allegria) ¶ Fulgenzio
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può soffrir niente il signor delicato. Finalmente chi vuol
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schiocchezze le dite voi, signor insolente. ¶ Fulgenzio. Or ora
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e Ridolfo. ¶ Flamminia. Scusate, signor Ridolfo, la libertà che
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non avete veduto il signor Fulgenzio? ¶ Ridolfo. L’ho
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Eugenia. ¶ Flamminia. Oh caro signor Ridolfo, sono cose da
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bel nuovo, e il signor Fulgenzio è partito gridando
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che è partito il signor Fulgenzio con quella manieraccia
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quietare. Supplico pertanto il signor Ridolfo, volersi prender l
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camera. ¶ Fabrizio. Riverisco il signor Ridolfo. ¶ Ridolfo. Ho fatto
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non l’ha nessuno. Signor Ridolfo, questa vitella è
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mai veduti piccioni simili? Signor no, e signor no
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simili? Signor no, e signor no. Questi sono piccioni
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mie mani. E il signor Ridolfo resterà a favorire
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sopra, e parte) ¶ Flamminia. Signor zio, a quel ch
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camera. ¶ Fabrizio. E il signor Conte dov’è? ¶ Flamminia
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Andatelo a chiamare il signor Conte, che favorisca di
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questo degno galantuomo del signor Ridolfo. Vedrete un gran
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Vedrete un gran cavaliere, signor Ridolfo: un pezzo grosso
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Può essere che il signor Ridolfo le abbia a
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cosa per parte del signor Fulgenzio. Con questa speranza
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venire). (parte) ¶ Flamminia. (Andate, signor Ridolfo, a ritrovare il
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Ridolfo, a ritrovare il signor Fulgenzio, e fatelo venir
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ricorderò). Con sua licenza, signor Fabrizio. ¶ Fabrizio. Come? Andate
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tavola senza di voi. Signor Conte, questi è il
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ha per me il signor Fabrizio, lo fa trascendere
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causa in Milano il signor Conte? ¶ Ridolfo. Ne avevo
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Si lasci servire dal signor Ridolfo, dal principe dei
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nelle di lui mani. Signor Ridolfo, vada a casa
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vada a casa del signor Conte, si faccia informare
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da essere accomodamento. Il signor Conte vuol essere servito
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potentati. ¶ Roberto. Basta, basta, signor Fabrizio. Non mi mettete
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il mio padrone: il signor conte d’Otricoli. Dica
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Non c’è il signor Ridolfo? (Se lo sapeva
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sempre così gioviale il signor Fabrizio? ¶ Flamminia. Lodo la
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Non dice male il signor Conte. Il suo amore
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nè voi, nè il signor Fulgenzio, e non si
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cavalier di garbo, il signor Conte, (ad Eugenia) Convien
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ho veduto venire il signor Fulgenzio). (ad Eugenia) ¶ Eugenia
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solo?) ¶ Lisetta. (Parlava col signor Ridolfo). ¶ Eugenia. (Parveti che
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se ha veduto il signor Ridolfo. (ad Eugenia) ¶ Eugenia
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sè) ¶ Flamminia. Venga, venga, signor Fulgenzio. Questo cavalier forastiere
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servitor umilissimo a quel signor forastiere, e a lor
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fa sempre desiderare il signor Fulgenzio. (allegra) ¶ Fulgenzio. Troppe
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del mondo. ¶ Fulgenzio. Il signor forastiere venuto in questo
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mio padrone. Oh compatisca, signor Fulgenzio; l’avevo preso
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avevo preso per il signor Ridolfo. Bravo; è venuto
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Vi ringrazio, signore... ¶ Fabrizio. Signor Conte, si contenta che
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fin tanto che il signor Conte sta in Milano
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Ci sta molto il signor Conte in Milano? (a
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quell’uomo celebre del signor Ridolfo. ¶ Fulgenzio. (E queste
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dicono a caso). ¶ Fabrizio. Signor Conte, io ho degli
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a Roberto) ¶ Roberto. Sì signor, l’ho veduta e
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che è qui il signor Conte? (a Fabrizio) ¶ Fabrizio
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bugie patenti). ¶ Fabrizio. Oggi, signor Fulgenzio, avrete l’onor
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da sè) ¶ Fabrizio. Via, signor Fulgenzio, faccia un’azione
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Mi maraviglio di voi, signor Fulgenzio, che vi fate
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il perchè. Ha ragione, signor zio. Non l’obbligate
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degli schiaffi). ¶ Fabrizio. Via, signor Fulgenzio, mi lasci andare
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Flamminia. E viva il signor Fulgenzio. ¶ Fabrizio. Ma facciamo
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le cose ben fatte. Signor Fulgenzio, Eugenia mia nipote
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io lascio fare al signor Fulgenzio. ¶ Fabrizio. Pregatelo. (ad
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signori. ¶ Flamminia. Dove va, signor zio? ¶ Fabrizio. Succianespole si
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oggi deve fare il signor Fulgenzio. ¶ Fulgenzio. E a
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avessi il merito del signor Conte. ¶ Roberto. Io non
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sue inclinazioni. ¶ Flamminia. Il signor Conte non è capace
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il sangue per voi. Signor Conte, da dove viene
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vede che freme.) ¶ Flamminia. (Signor Conte, vorrei pregarvi di
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ancor io. ¶ Flamminia. Caro signor Fulgenzio, siete assai sospettoso
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di là, perchè il signor Conte non dica. (Sorella
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ad Eugenia) (Abbiate carità, signor Fulgenzio). (piano a Fulgenzio
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Vada, vada, che il signor Conte l’aspetta. ¶ Eugenia
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Povera me!) Eh dico, signor Fulgenzio. (timorosa, vedendo il
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Ma perchè addomesticarvi col signor Conte? Perchè trattarlo subito
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Oimè! che dirà il signor Fabrizio, se mi ha
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miei piedi). ¶ Clorinda. (Povero signor Fulgenzio! mi dispiace che
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è venuto male al signor Fulgenzio? ¶ Eugenia. Mi par
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No, non tema, Illustrissimo Signor Barone, ch’io voglia
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che maggiormente risplende nel Signor Comendatore di Lei Fratello
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Ella per altro. Illustrissimo Signor Barone, che sa conoscere
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cui solete trattare il signor Fulgenzio. Egli è innamorato
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tanta compassione per il signor Fulgenzio? ¶ Flamminia. Ho per
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stato del mio. Il signor Fulgenzio, che vi ama
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a recarvi incomodo. Il signor Fabrizio, a forza di
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simili confidenze. ¶ Clorinda. Male, signor cognato; quando si ama
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Eugenia. Che ha il signor Fulgenzio, che è ammutolito
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Gioca in casa il signor Fulgenzio? (a Clorinda) ¶ Clorinda
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signora Clorinda e il signor Fulgenzio. ¶ Tognino. La mia
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attenzioni, che usa il signor Fulgenzio alla signora Clorinda
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la cognata distragga il signor Fulgenzio dall’assiduità di
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scudi. Dubita che il signor Fulgenzio la stimi e
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a lei che il signor Fulgenzio facesse la corte
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Lisetta. Subito che il signor Fulgenzio l’avrà sposata
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queste afflizioni). ¶ Lisetta. Il signor Fabrizio è in collera
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Ho veduto che il signor Ridolfo gli parta, ma
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dal mondo. Già il signor Fulgenzio è annoiato di
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facciate apposta, perchè il signor Fulgenzio si stanchi, e
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vien suo consorte, il signor Fulgenzio ha finito. ¶ Eugenia
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di no. Se il signor Fulgenzio vi sposa, non
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Flamminia. Non le badate, signor Fulgenzio. Io la conosco
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derivano le smanie del signor Fulgenzio. Ecco lo sforzo
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l’amor del cielo, signor Fulgenzio, non le badate
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l’ha condotta il signor zio, perchè non può
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ha presa? ¶ Fulgenzio. Il signor Fabrizio è sdegnato; non
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sdegnata meco? ¶ Eugenia. Andate, signor protettore. (come sopra) ¶ Ridolfo
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Fabrizio) ¶ Fabrizio. La vede, signor Conte? Questa è la
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è un’impertinente. ¶ Eugenia. Signor Conte, siccome non avrete
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mano. ¶ Fabrizio. Come? il signor Conte si degnerebbe di
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una gloria immortale. Il signor conte d’Otricoli, cavaliere
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voi impazzita per il signor Fulgenzio? per quello stolido
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Fabrizio. Oh brava! sente, signor Conte? Queste si chiamano
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Bisogna vedere, se il signor Conte la può assicurare
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Eugenia. È arrivato il signor Anselmo? (meno sostenuta) ¶ Fulgenzio
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i suoi convenevoli col signor Fabrizio e colla signora
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Ridolfo. Ecco qui il signor Conte, il quale persuaso
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si contenterà che il signor Fabrizio gli faccia una
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semplice scusa. ¶ Fabrizio. Scusatemi, signor Conte. Il cielo ha