Giuseppe Parini, Il giorno, 1801

Ah il tuo mattino ¶ Signor questo non è. Tu

al letto ¶ Del mio signor t'innoltra o tu

Or te questa o signor leggiadra schiera ¶ Al novo

servi ¶ Che di nobil signor ministri al fianco ¶ Siete

Ora è tempo o Signor che il fido servo

messagger sen rieda ¶ Magnanimo signor già non starai ¶ Ozioso

là sovente ¶ Il mio signor vedrai morder le labbra

nobil petto. Il tuo signor vedrai ¶ Mansuefatto a te

Tu appresta al mio signor leggiadri studj ¶ Con quella

tatto. ¶ Tu pertanto o signor tu che se' il

Fia ricordare al mio signor di quanti ¶ Leggiadri arnesi

innanzi a gli altri ¶ Signor venga a formar tua

ancora. ¶ Ma a possente signor scender non lice ¶ Da

te cura mi punge ¶ Signor, ch'io spero un

spregia. ¶ Or comanda o signor che tutte a schiera

meno. ¶ Ma rimembra o signor che troppo nuoce ¶ In

tuo lavoro? Il tuo signor fia tosto ¶ Campion de

seggio s'adatta. ¶ Tu signor di tua mano all

A le promesse di signor preporre ¶ Villanamente: e contemplati

presuma ¶ I membri di signor che un lustro a

Tal ei parla o signor: ma sorge in tanto

e in van novello ¶ Signor sperò; chè le pietose

senza scorta ¶ Inerudito andrai signor, qualora ¶ Il perverso destin

caro, ¶ E a te signor sua dolce cura e

membra ¶ Del suo infermo signor chiedere aita ¶ Da la

dunque ¶ Non disdegna o signor volger talora ¶ Tu' amabil

barbe. ¶ Ma guardati o signor guardati oh dio ¶ Dal

cavalier le labbra. ¶ Tu signor che farai poi che

che brami ¶ Rivederti o Signor prima che l'alpe

palagi ¶ Fuor conduca o Signor voglia leggiadra? ¶ Fia la

vaglia ¶ Questa carta o signor serbata all'uopo; ¶ Or

tu vegli. ¶ E tu signor tronca gl'indugi. Assai

loro ¶ Nuove del mio signor virtudi ascose ¶ Tacito apprenderò

sai, ¶ Fuggi ratto o signor, fuggi da tanto ¶ Pernicioso