Francesco Muzzopappa, Affari di famiglia, 2014

CAMPANILE ¶ 1 ¶ Quando ti dicono signora, spinga, di solito ti

santo? ¶ La sua glicemia, signora. ¶ Già. La mia maledetta

tutti sanno quanto la signora ami il suono del

da Miami. ¶ Mi spiace, signora. ¶ Ludmilla Coprova, ripeto, passeggiando

portarsela da casa. ¶ Capisco, signora. ¶ E ora, per favore

prenderla diversamente. ¶ Posso assicurarle, signora, che rispetto all’ultima

è sfuggito? ¶ Ho capito, signora. Non insisto. Mi ritirerò

la porta. ¶ Ha chiamato, signora? ¶ Orlando! Finalmente. Ho bisogno

camice bianco. ¶ Mi spiace, signora. ¶ Che disastro, bisbiglio, lasciando

la tarantola. ¶ Mi spiace, signora. ¶ Immaginavo per me una

quel bimbo, Orlando? ¶ Heidi, signora. ¶ Esatto. Lui! Ma ti

non fece sconti. ¶ Ricordo, signora. ¶ Non avrei mai immaginato

sarà distrutta... ¶ Lo è, signora. ¶ Se credi, puoi portarle

le nove? ¶ Lo so, signora. È molto presto. ¶ Hai

dico con voce squillante. ¶ Signora Maria Vittoria, che piacere

tu, come stai? ¶ Bene, signora. Mi spiace averla convocata

no. ¶ La casa, sì, signora. ¶ Stringo forte l’impugnatura

Ball Silicon Tits? ¶ Esatto, signora. ¶ So di cosa parli

questo. ¶ Il suo casato, signora Maria Vittoria, stavolta rischia

Qui è al sicuro, signora! Stia tranquilla, dice sorridendo

la mela in testa. ¶ Signora, ho un’idea. ¶ Come

scena con sgomento. Una signora dietro le transenne piange

chiedo, sinceramente incuriosita. ¶ No, signora. ¶ Lo guardo con più

intuito non sbaglia mai. ¶ Signora, sinceramente... non ho... alcuna

non capire. ¶ E poi, signora, se posso essere sincero

tutto impettito. Sembrava una signora così per bene. ¶ Senta

Ero qui con la signora Maria Vittoria e poi

luce sulle lame affilate. ¶ Signora!, mi fa il rapinatore

come avrebbe fatto Amedeo. ¶ Signora, ho preso una decisione

miei velieri. Per cui, signora, io vado. ¶ «Vado» nel

in mezzo alle piazze. ¶ Signora, io ho la mia

la cena è servita, signora» o «il bagno caldo

diamante. Ricordiamo che la signora dal Pozzo della Cisterna

di insistere. ¶ Se crede, signora, posso mostrarle il nuovo

era poi così piatta. ¶ Signora. CE L’HO! ¶ Cosa

entrato all’improvviso e ¶ Signora, ho fatto prima che

lei, giovanotto... ¶ Mi dica signora, mi fa, stropicciando gli

di una figlia minorenne. ¶ Signora, mi starò anche affermando

con ingenuità. ¶ I rapitori, signora! I suoi rapitori!, ripete

di peluche urlandomi «tieni, signora»! ¶ Quanto li odio, i

con i riccioli. ¶ Bentornata, signora!, mi fa con la

alle direttive di Orlando, signora. Sono qui per servirla

panino al prosciutto. ¶ Ciao signora! ¶ A fine serata il

motivi floreali. ¶ Ha chiamato, signora? ¶ Sì, Orlando. Lascia anzitutto

un parere. ¶ A disposizione, signora. ¶ Ho come l’impressione

più di un’impressione, signora. ¶ Allora ho fatto bene

di dama? ¶ È così, signora. ¶ Fammi capire: io sono

ma di ferro. Orlando? ¶ Signora? ¶ Abbiamo dei vasi in

lanciare alla gente? ¶ Controllo, signora. ¶ Mamma, la stai prendendo

una bellezza folgorante. ¶ Buongiorno, signora. E bentornata! ¶ E lei

le dico, abbracciandola. ¶ Grazie, signora. Bentornata a lei! Sono

seguito i suoi consigli, signora, mi fa sottovoce. Ma

Manu, stiamo disturbando. La signora credo stesse per pranzare

le spalle. ¶ Molto belle, signora!, risponde Anna, sempre pronta

esattamente come avrei voluto, signora. ¶ E cioè? ¶ Ludmilla ha

Ricordavo altro. ¶ Non succederà, signora Maria Vittoria. Suo figlio

inutilmente impellicciati. ¶ TUTTO BENE, SIGNORA? ¶ Accidenti, Orlando! Cos’è

ben diversa. ¶ Lo scusi, signora... ¶ Nessun problema, Orlando. ¶ Sì

di velieri. ¶ Mi perdoni, signora. ¶ E poi mi sembra

Temo di non capire, signora. ¶ Non ti ho mai