Giuseppe Parini, Il giorno, 1801

dell'alba ¶ Dinanzi al sol che di poi grande

paro ¶ La nascente del sol luce rifrange. ¶ Allora sorge

è. Tu col cadente ¶ Sol non sedesti a parca

lato i rai ¶ Del sol ch'eccelso a te

coppia; e in un sol regno, ¶ E d'un

Allora fu che il sol mai sempre uniti ¶ Vedea

micidial potresti a un sol momento ¶ Più vite insidiar

lusso il lusso ¶ Oggi sol puote dal ferace corno

titol di monsù: nè sol dà leggi ¶ A la

forza: ¶ Ma il primo sol le rivedea più belle

s'ei perde ¶ Un sol per te de' preziosi

alto del cielo il sol fuggendo ¶ Verge all'occaso

Ognaltro ¶ Tacciasi; ma tu sol curvato alquanto ¶ Seco susurra

necessario in prima era sol tanto, ¶ D'amabile e

posti ¶ A più fervido sol ne' più sublimi ¶ Colli

e tue ragion difende. ¶ Sol de la fida sposa

Dritto sacro a lui sol, ch'altri giammai ¶ Audace

musa a voi desia ¶ Sol quanto piace a voi

l'amor di sè sol, baldo scorrendo, ¶ Porge un

favorevol loco, onde al sol esca ¶ De' brevi studj

a la mensa; e sol da questo ¶ Plauso cerca

cose a un tempo sol nell'alto ingegno ¶ Tu

tu da un lato ¶ Sol con la dama tua

gioco eleggi, ¶ Che due sol tanto a un tavoliere

spogliàro i mariti, al sol diletto ¶ La dama e

dall'eccelse ¶ Rocche il sol manda gli ultimi saluti

ingombri; e d'un sol atto ¶ Rendi l'amico

almo de' mali! Oh sol concesso ¶ Facil commercio a

Rompea gli orrori tuoi sol quanto è duopo ¶ A

e vezzeggia: in ciò sol tanto ¶ Non simili tra

la pioggia e del sol ben forte armata, ¶ Mille