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Giacomo Leopardi, Canti, 1837

concordanze di «son»

nautoretestoannoconcordanza
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d'altrettali ¶ Oggi vedove son le tue contrade, ¶ Né
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che di te lasciasti, ¶ Son bronzi e marmi; e
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e morto ¶ Io non son per la tua cruda
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non si toglie. Io son distrutto ¶ Né schermo alcuno
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Nostri sogni leggiadri ove son giti ¶ Dell'ignoto ricetto
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Scemo il valor natio, son vostre colpe? ¶ Ad atti
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instiga, altro che gioco ¶ Son l'opre de' mortali
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campi ¶ Dell'inquiete larve ¶ Son le tue scole, e
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ahi, poscia che vote ¶ Son le stanze d'Olimpo
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il sonno, ¶ Disse colei. Son morta, e mi vedesti
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L'ultima volta, or son più lune. Immensa ¶ Doglia
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mia diletta, ed io son vivo, ed era ¶ Pur
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fato odii sottrarre. ¶ Giovane son, ma si consuma e
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Disse, che di beltà son fatta ignuda? ¶ E tu
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menti e nostre salme ¶ Son disgiunte in eterno. A
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gelando, ¶ Impallidir; come tremar son uso ¶ All'amaro calcar
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spiri; ¶ Di qua dove son gli anni infausti e
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officine, ozio le vegghie ¶ Son de' guerrieri e il
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saggi, io d'ammirar son pago. ¶ In questo specolar
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riso e di trastullo, ¶ Son dottrina e saper; che
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non so. Fantasmi, intendo, ¶ Son la gloria e l
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miseria. E sebben vòti ¶ Son gli anni miei, sebben
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somigliar d'un lampo ¶ Son dileguati. E qual mortale
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tu, mille discopri, ¶ Che son celate al semplice pastore
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tornar sempre là donde son mosse; ¶ Uso alcuno, alcun
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sedendo, più che mai son lunge ¶ Da trovar pace
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vento. ¶ O natura cortese, ¶ Son questi i doni tuoi
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a lei. ¶ Che divenute son, fuor di te solo
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ancor tornerei, ¶ Così qual son de' nostri mali esperto
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pongo in obblio! ¶ Tali son, credo, i sogni ¶ Degl
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Questi ch'oggi ti son piangendo intorno? ¶ Asciutto il
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tuoi moti e pensieri ¶ Son così di leggeri ¶ Da
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esser dischiuso ¶ Dovea, già son molt'anni. Illuminate ¶ Meglio
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Illuminate ¶ Meglio ch'or son, benché sicure al pari
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fogli ¶ Per novo lavorio son di mestieri; ¶ Così natura
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Dipinte in queste rive ¶ Son dell'umana gente ¶ Le
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pene, ¶ Dice, a goder son fatto, ¶ E di fetido
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a petto a lor son terra e mare ¶ Veracemente
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banda, a cui sgabello ¶ Son le sepolte, e le