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Giovan Battista Marino, La sampogna, 1620

concordanze di «son»

nautoretestoannoconcordanza
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1620
amendue queste qualità si son vedute e si veggono
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1620
nel soccorso di Cravacore, son rimase segnalate e sempiterne
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mio senso, quanto più son venuto avanzandomi nell'età
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arditamente così ora, come son solito di far sempre
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voi. ¶ Questi sì che son personaggi i quali possono
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1620
poich'io non mi son giamai piegato a contrafar
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1620
possono scusare, percioché non son notate nel registro degli
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1620
che (la Dio mercé) son pur lodato da voi
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1620
altri. ¶ Le cose belle son poche et tutti gl
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1620
dubitare di ladroneccio, percioché son luoghi publici et esposti
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1620
sappia da coloro che son versati tra' poeti, né
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belle di quelle che son lor suggerite dalle parole
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le cerca. ¶ Gl'intelletti son diversi, et diversissimi gli
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ridermi et dissimularlo, perché son fanciullacci più tosto da
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di ripigliarlo se non son provocato più che villanamente
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ha dodici profani, et son questi: Arione, Leandro, Endimione
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di Mida. I sacri son tre, cioè Il presepio
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la Polinnia, le quali son fatiche già rivedute, né
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io penso d'aggiugnervi son queste: il Cuore, sopra
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una, intitolata Il poeta, son certo che per molti
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novo anco ala luce ¶ son rapita. ¶ Chi pur là
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merito? ¶ Ingrati, invidi Dei, ¶ son pur quell'io, che
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1620
le vostr'eterne glorie. ¶ Son'io, che dapoi ch
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1620
i campi, ¶ testimoni ne son le piagge e i
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1620
riposano al rezo, io son sentito, ¶ i quai l
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1620
come lor dir voglia: ¶ "Son io, chi mi difende
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io mi lagno ¶ che son troppo presente. ¶ Aspettano ch
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non sanno ¶ ch'io son quivi l'ucciso. ¶ Infuriò
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intelligenza. ¶ Io solo, io son quell'io, ¶ che sol
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malvagio, ¶ oh tradigion perversa! ¶ Son questi gl'imenei, ¶ queste
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1620
questi gl'imenei, ¶ queste son le promesse? ¶ I giuramenti
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1620
perché dal cieco Arciero ¶ son con mille saette ¶ in
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1620
Parca proterva, ¶ se tua son, Teseo mio, ¶ con qual
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traveggole ho davante? ¶ E' son pecore e non piante
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1620
stelle. ¶ Ah no, no, son parpaglioni, ¶ son zanzare, e
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1620
no, no, son parpaglioni, ¶ son zanzare, e farfalloni. ¶ Una
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folli, ¶ dove per voi son giunta! ¶ Vegghio (è pur
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e falsa imago ¶ Giove son io, che posso ¶ apparir
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Fraghe, cornie e cirege ¶ son le labra vermiglie, e
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ventre e di cotogna ¶ son le ginocchia, e tra
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1620
silvestri e boscherecce spoglie ¶ son erbe, e fronde, e
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1620
e quella, a cui son sacre ¶ le rose e
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1620
te troppo preziosa preda. ¶ Son le fetide Arpie, l
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1620
Idre e le Sfingi, ¶ son le Furie di te
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1620
Ahi ch'io non son rapace, anzi rapito. ¶ Or
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1620
di tanta sposa io son consorte! ¶ Su su ferrate
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1620
Appo le tue saette ¶ son le mie (tel confesso
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1620
Lasso me, ch'io son fatto ¶ tra nemici possenti
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1620
mie querele umili. ¶ Non son, qual forse credi, ¶ povero
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1620
procacci, onde si vive. ¶ Son dela quarta sfera ¶ principe
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1620
e costanti, ¶ monarca universal; son di Natura ¶ il ministro
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1620
Cielo. ¶ Or a tal son condotto, ¶ ch'ardendo a
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1620
tanto ¶ ch'io che son degli ardori il fonte
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1620
fuggi poi, ch'io son contento. ¶ Se sapessi, o
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1620
e men fugace. ¶ Io son quel, che 'ntorno intorno
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1620
vanto et ogni raggio. ¶ Son arcier di chiara prova
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1620
non fuggirmi, arrestati. ¶ Non son, qual forse imagini, ¶ pastor
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aborri e schifimi, ¶ perché son rozo e sucido ¶ et
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1620
ombre illumina, ¶ ale corna son simili. ¶ Questo rossor di
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1620
di tosto rivedersi. ¶ Apena son partiti, ¶ che dal'indugio
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1620
superba, ¶ la tomba, ove son l'ossa ¶ (come narra
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1620
che di cor mi son privo, ¶ ad Amor, ch
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1620
e leggi, ch'io ¶ son d'intender pur troppo
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1620
brunetta ¶ sovra quante ne son purpuree e bianche, ¶ dicendo
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1620
porpore e di rose, ¶ son del divin pennello ¶ pitture
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1620
ho la scorza, ¶ dentro son pura e bianca; ¶ là
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1620
e 'l furto ¶ falli son degni del supplicio estremo
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1620
miei occhi negri ¶ negri son, Lidio mio, perché son
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1620
son, Lidio mio, perché son schiavi ¶ già conquistati in
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1620
in amorosa guerra. ¶ Schiavi son tuoi, ch'or gli
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1620
ma vostri vaghi sguardi son faville ¶ vigorose e cocenti
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1620
e sguardi e cenni ¶ son parolette e voci, ¶ e
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1620
parolette e voci, ¶ e son tacite lingue, ¶ la cui
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1620
gli aspidi stessi, che son sordi al canto, ¶ umiliar
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1620
perché fuggirmi? ¶ Già non son, non son io di
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1620
Già non son, non son io di questi boschi
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1620
e difforme, ¶ se ben son mostro misero d'amore
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1620
occhi mesti, atti dolenti ¶ son di tacito cor messi
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1620
fischi orrendi ¶ in sospir son rivolti; ¶ le lingue, che
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1620
saettavano altrui rabbioso tosco, ¶ son saette soavi, ond'Amor
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1620
beltà sol si deriva. ¶ Son quelle, che possiedi, ¶ fuggitive
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1620
fui bella, invano, or son dolente. – ¶ Così poi finalmente
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1620
miei, questi miei detti ¶ son pur (s'io non
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1620
spaventi e minacci. ¶ Non son queste, non sono ¶ le
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1620
Canzon? non vo' canzoni; ¶ son di versi satolla: ¶ tanti
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1620
sospir, novelle e fole ¶ son ombre e nebbie e
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1620
Io, che diva non son, vo' pur almeno ¶ del
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1620
e libera mi fai, ¶ son publiche ricchezze, ¶ da Natura
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1620
ma dimmi, ¶ che titoli son questi? ¶ Hai tu forse
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1620
mortal pallore, ond'io son tinto, ¶ ti può mostrar
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1620
scherzi; i tuoi scherzi ¶ son saette pungenti, onde trafigi
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1620
che quantunque mi viva ¶ son di vita diviso, ¶ e
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1620
tu l'omicida, io son l'ucciso? ¶ Selvaggia ¶ Aguzza
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1620
disamo me stesso; onde son degno, ¶ e per ragion
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1620
a tuo senno, ¶ io son ferma e disposta ¶ di
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1620
voleri, e d'ambiduo ¶ son contrari i pensieri, a
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1620
tuoi begli occhi, ¶ queste son dunque, ingrata, ¶ queste l
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Piaghe, fiamme, catene ¶ non son pene bastanti al mio
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1620
voglia ¶ non sia (come son l'altre) al vento
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chimere, ¶ ch'a predicar son belle, ¶ ma raro in
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altrimenti che i vapori son generati dalla virtù attrattiva
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d'altro pastor non son men bel, né meno
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1620
di poderi. ¶ LII ¶ Non son questi i tesori, e
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1620
nella nostra lingua, mi son lasciato prevenire da molti
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primi ad esser fatti, son gli ultimi a comparire
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Amor l'eterne menti: ¶ son catene d'amor queste
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fan notte, e giorno ¶ son del fabro d'Amor
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1620
suo grembo chiusi ¶ gemiti son d'amor, tronchi, e
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stringe, e seco striscia, ¶ son baci i morsi, et
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Vite. ¶ Che se pur son già mai da scuri
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1620
scritto si legge – Io son di Clori, ¶ non sia