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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Dante Alighieri, Divina Commedia, 1321

concordanze di «son»

nautoretestoannoconcordanza
1
1321
fame che pria. ¶ Molti son li animali a cui
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1321
e vederai color che son contenti ¶ nel foco, perché
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1321
era tra color che son sospesi, ¶ e donna mi
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1321
ne sia consolata. ¶ I' son Beatrice che ti faccio
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1321
altre no, ché non son paurose. ¶ I' son fatta
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1321
non son paurose. ¶ I' son fatta da Dio, sua
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1321
parole tue, ¶ ch'i' son tornato nel primo proposto
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1321
tanto bassa, ¶ che 'nvidïosi son d'ogne altra sorte
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1321
pàrtiti da cotesti che son morti». ¶ Ma poi che
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1321
de le genti ¶ che son qua giù, nel viso
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1321
non dimandi ¶ che spiriti son questi che tu vedi
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1321
e di questi cotai son io medesmo. ¶ Per tai
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1321
e arte, ¶ questi chi son c'hanno cotanta onranza
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e odono e poi son giù volte. ¶ «O tu
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1321
a farmisi sentire; or son venuto ¶ là dove molto
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1321
i' dissi: «Maestro, chi son quelle ¶ genti che l
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io anima trista non son sola, ¶ ché tutte queste
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che n'aonti. ¶ Giusti son due, e non vi
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attosca». ¶ E quelli: «Ei son tra l'anime più
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1321
d'i ben che son commessi a la fortuna
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altro foco? e chi son quei che 'l fenno
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brutto?». ¶ Rispuose: «Vedi che son un che piango». ¶ E
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E io: «Maestro, quai son quelle genti ¶ che, seppellite
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1321
quelli a me: «Qui son li eresïarche ¶ con lor
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più che non credi son le tombe carche. ¶ Simile
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sepolto, ¶ e i monimenti son più e men caldi
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giace ¶ potrebbesi veder? già son levati ¶ tutt' i coperchi
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cose», disse, «che ne son lontano; ¶ cotanto ancor ne
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Quando s'appressano o son, tutto è vano ¶ nostro
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cominciò poi a dir, «son tre cerchietti ¶ di grado
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que' che lassi. ¶ Tutti son pien di spirti maladetti
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intendi come e perché son costretti. ¶ D'ogne malizia
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1321
a la mente chi son quelli ¶ che sù di
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dove le due nature son consorti, ¶ rispuose: «Ben è
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1321
gran centauro disse: «E' son tiranni ¶ che dier nel
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ragionar m'inveschi. ¶ Io son colui che tenni ambo
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1321
io fui vivo, tal son morto. ¶ Se Giove stanchi
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1321
formata, ¶ e puro argento son le braccia e 'l
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1321
fan via, che non son arsi, ¶ e sopra loro
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la Fortuna, come vuol, son presto. ¶ Non è nuova
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1321
E io, che posto son con loro in croce
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1321
or col piè, quando son morsi ¶ o da pulci
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1321
fianco. ¶ Con questi Fiorentin son padoano: ¶ spesse fïate mi
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1321
castelli, ¶ la parte dove son rende figura, ¶ tale imagine
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la ripa di fuor son ponticelli, ¶ così da imo
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di veder costui non son digiuno». ¶ Per ch'ïo
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fazion che porti non son false, ¶ Venedico se' tu
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che tante lingue non son ora apprese ¶ a dicer
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Via, ¶ ruffian! qui non son femmine da conio». ¶ I
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la faccia ¶ però che son con noi insieme andati
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1321
maggiori ¶ che que' che son nel mio bel San
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1321
mi fec' io, quai son color che stanno, ¶ per
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1321
disse: «Dilli tosto: ¶ "Non son colui, non son colui
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Non son colui, non son colui che credi"»; ¶ e
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sotto al capo mio son li altri tratti ¶ che
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cossi ¶ e ch'i' son stato così sottosopra, ¶ ch
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1321
i tuoi ragionamenti ¶ mi son sì certi e prendon
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per un ch'io son, ne farò venir sette
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gran divizia, ¶ rispuose: «Malizioso son io troppo, ¶ quand' io
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fassi. ¶ Di fuor dorate son, sì ch'elli abbaglia
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gola; ¶ e s'e' son morti, per qual privilegio
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la gran villa, ¶ e son col corpo ch'i
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me: «Le cappe rance ¶ son di piombo sì grosse
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dissi: «Va, ch'i' son forte e ardito». ¶ Su
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e nardo e mirra son l'ultime fasce. ¶ E
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mul ch'i' fui; son Vanni Fucci ¶ bestia, e
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tu chiedi; ¶ in giù son messo tanto perch' io
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disse: «Dentro dai fuochi son li spirti; ¶ catun si
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rispuos' io, «per udirti ¶ son io più certo; ma
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1321
come tu sai; però son due le chiavi ¶ che
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1321
io là dove vedi son perduto, ¶ e sì vestito
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1321
fuor vivi, e però son fessi così. ¶ Un diavolo
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1321
però che le ferite son richiuse ¶ prima ch'altri
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1321
a me, che morto son, convien menarlo ¶ per lo
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porti, ¶ sappi ch'i' son Bertram dal Bornio, quelli
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è tra costoro ¶ che son quinc' entro, se l
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1321
l duca disse: «I' son un che discendo ¶ con
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sì vedrai ch'io son l'ombra di Capocchio
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non ci ha. ¶ Io son per lor tra sì
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1321
io a lui: «Chi son li due tapini ¶ che
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1321
per le membra che son gravi, ¶ ho io il
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conio», ¶ disse Sinon; «e son qui per un fallo
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1321
strano, ¶ sappi che non son torri, ma giganti, ¶ e
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1321
torri, ma giganti, ¶ e son nel pozzo intorno da
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1321
Se vuoi saper chi son cotesti due, ¶ la valle
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1321
vivo, troppo fora?». ¶ «Vivo son io, e caro esser
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1321
ti dirò perché i son tal vicino. ¶ Che per
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vicini a te punir son lenti, ¶ muovasi la Capraia
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1321
convegna». ¶ Rispuose adunque: «I' son frate Alberigo; ¶ i' son
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1321
son frate Alberigo; ¶ i' son quel da le frutta
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1321
ser Branca Doria, e son più anni ¶ poscia passati
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1321
fa la valle inferna? ¶ Son le leggi d'abisso
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1321
la quale i' mi son messo. ¶ Mostrata ho lui
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1321
sarà sì chiara. ¶ Non son li editti etterni per
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1321
me non lega; ¶ ma son del cerchio ove son
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son del cerchio ove son li occhi casti ¶ di
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volta ¶ là dov' io son, fo io questo vïaggio
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l'esca, ¶ perch' assaliti son da maggior cura; ¶ così
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Poi sorridendo disse: «Io son Manfredi, ¶ nepote di Costanza
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fui di Montefeltro, io son Bonconte; ¶ Giovanna o altri
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ricorditi di me, che son la Pia; ¶ Siena mi
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dicendo: «O Mantoano, io son Sordello ¶ de la tua
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terra per noi crucifisso, ¶ son li giusti occhi tuoi
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d'Italia tutte piene ¶ son di tiranni, e un
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per Ottavian sepolte. ¶ Io son Virgilio; e per null
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ti mostra? ¶ S'io son d'udir le tue
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dolente regno», ¶ rispuose lui, «son io di qua venuto
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suonan come guai, ma son sospiri. ¶ Quivi sto io
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letto. ¶ Padre e suocero son del mal di Francia
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là dove le stelle son più tarde, ¶ sì come
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stelle ¶ che vedevi staman, son di là basse, ¶ e
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là basse, ¶ e queste son salite ov' eran quelle
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1321
chiamato Currado Malaspina; ¶ non son l'antico, ma di
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donna, e disse: "I' son Lucia; ¶ lasciatemi pigliar costui
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sacra, ¶ che di metallo son sonanti e forti, ¶ non
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veder novitadi ond' e' son vaghi, ¶ volgendosi ver' lui
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ale; ¶ disse: «Venite: qui son presso i gradi, ¶ e
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diria sermone. ¶ Ahi quanto son diverse quelle foci ¶ da
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Quando i P che son rimasi ¶ ancor nel volto
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io, «padre, che voci son queste?». ¶ E com' io
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là dove i cuor son fatti sì malvagi. ¶ O
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in quel chiostro». ¶ «Io son d'esser contento più
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tosto sieno spente, ¶ come son già le due, le
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a le cose che son fuor di lei vere
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da l'etterno fonte son diffuse. ¶ Non dimandai "Che
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la torre. ¶ Le leggi son, ma chi pon mano
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m'hai perduta! Io son essa che lutto, ¶ madre
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dir: 'Beati ¶ pacifici, che son sanz' ira mala!'. ¶ Già
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da l'odio proprio son le cose tute; ¶ e
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mio intento rivolto. ¶ «Io son», cantava, «io son dolce
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Io son», cantava, «io son dolce serena, ¶ che ' marinari
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mezzo mar dismago; ¶ tanto son di piacere a sentir
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come vedi, qui ne son punita. ¶ Quel ch'avarizia
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Ugo Ciappetta; ¶ di me son nati i Filippi e
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tormento. ¶ E io, che son giaciuto a questa doglia
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ché riso e pianto son tanto seguaci ¶ a la
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di riso dimostrommi?». ¶ Or son io d'una parte
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le vere ragion che son nascose. ¶ La tua dimanda
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secca; ¶ però, s'io son tra quella gente stato
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lo sai: ¶ dimmi se son dannati, e in qual
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di te, dì chi son quelle ¶ due anime che
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vita, ¶ cinqu' anni non son vòlti infino a qui
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a lui: «I' mi son un che, quando ¶ Amor
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di pace stato, ¶ non son rimase acerbe né mature
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mie di là, ma son qui meco ¶ col sangue
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di me volere scemo: ¶ son Guido Guinizzelli, e già
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dimanda ¶ ch'i' mi son Lia, e vo movendo
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Tutte l'acque che son di qua più monde
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reserva: ¶ «Guardaci ben! Ben son, ben son Beatrice. ¶ Come
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ben! Ben son, ben son Beatrice. ¶ Come degnasti d
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secondo che le stelle son compagne, ¶ ma per larghezza
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lumi in mano ¶ che son sicuri d'Aquilone e
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sì come da me son porte, ¶ così queste parole
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altre cose ¶ dette li son per me; e son
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son per me; e son sicura ¶ che l'acqua
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sazio; ¶ ma perché piene son tutte le carte ¶ ordite
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pur le creature che son fore ¶ d'intelligenza quest
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remoto. ¶ Ma ditemi: che son li segni bui ¶ di
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a vòto: ¶ vere sustanze son ciò che tu vedi
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ma riconoscerai ch'i' son Piccarda, ¶ che, posta qui
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affetti, che solo infiammati ¶ son nel piacer de lo
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sentenza di Platone. ¶ Queste son le question che nel
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e sole, fuoro e son dotate. ¶ Or ti parrà
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da mia natura ¶ trasmutabile son per tutte guise! ¶ Come
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pervenne. ¶ Cesare fui e son Iustinïano, ¶ che, per voler
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di lor falli, ¶ che son cagion di tutti vostri
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i buoni spirti che son stati attivi ¶ perché onore
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muovon queste stelle non son manchi, ¶ e manco il
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piene ¶ ten porti che son nate in questa spera
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e i dottor magni ¶ son derelitti, e solo ai
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elette ¶ di Roma che son state cimitero ¶ a la
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quella materia ond' io son fatto scriba. ¶ Lo ministro
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se le fantasie nostre son basse ¶ a tanta altezza
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cura de' mortali, ¶ quanto son difettivi silogismi ¶ quei che
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di latte vòte. ¶ Ben son di quelle che temono
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stringonsi al pastor; ma son sì poche, ¶ che le
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le mie parole non son fioche, ¶ se la tua
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nutrice, ¶ come dicesse: 'Io son venuto a questo'. ¶ Oh
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u' leggerebbe "I' mi son quel ch'i' soglio
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altro la coarta. ¶ Io son la vita di Bonaventura
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cura. ¶ Illuminato e Augustin son quici, ¶ che fuor de
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respetto ¶ ai regi, che son molti, e ' buon son
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son molti, e ' buon son rari. ¶ Con questa distinzion
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voi è manifesta, ¶ diversamente son pennuti in ali; ¶ ond
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ali; ¶ ond' io, che son mortal, mi sento in
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levate sì, ch'i' son più ch'io. ¶ Per
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di quei ch'or son vivi. ¶ Ma la cittadinanza
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molto, e le vite son corte. ¶ E come 'l
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io vidi quei che son disfatti ¶ per lor superbia
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Molti sarebber lieti, che son tristi, ¶ se Dio t
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cui tutti li tempi son presenti; ¶ mentre ch'io
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sue. ¶ Non se ne son le genti ancora accorte
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ché pur nove anni ¶ son queste rote intorno di
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Poi giunse: «Figlio, queste son le chiose ¶ di quel
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dietro a pochi giri son nascose. ¶ Non vo' però
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s'io al vero son timido amico, ¶ temo di
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poco argomento. ¶ Però ti son mostrate in queste rote
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pur l'anime che son di fama note, ¶ che
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non perde foglia, ¶ spiriti son beati, che giù, prima
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vigna che guasti, ancor son vivi. ¶ Ben puoi tu
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esser giusto e pio ¶ son io qui essaltato a
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che tutte le cose son ripiene, ¶ non pò da
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1321
cantava, e dicea: «Quali ¶ son le mie note a
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1321
di tutti lor gradi son li sommi. ¶ Colui che
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la bocca, «Che cose son queste?», ¶ mi pinse con
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come; ¶ sì che, se son credute, sono ascose. ¶ Fai
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1321
altre rivolgon sé onde son mosse, ¶ e altre roteando
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1321
chi li meni, ¶ tanto son gravi, e chi di
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1321
mal disposta; ¶ e quel son io che sù vi
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qui è Romoaldo, ¶ qui son li frati miei che
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1321
e le cocolle ¶ sacca son piene di farina ria
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mi si dimostraro ¶ quanto son grandi e quanto son
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1321
son grandi e quanto son veloci ¶ e come sono
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occhi e riguarda qual son io; ¶ tu hai vedute
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carne si fece; quivi son li gigli ¶ al cui
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occhi di là giù son sì ascose, ¶ che l
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1321
l ver mi dischiude, ¶ son l'opere seguite, a
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che non per sapere ¶ son dimandati, ma perch' ei
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1321
poi; sì ch'io son pieno, ¶ e in altrui
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stole nel beato chiostro ¶ son le due luci sole
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1321
a la mia caritate son concorsi: ¶ ché l'essere
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ed eccelse ¶ sì uniforme son, ch'i' non so
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distinto, ¶ ma li altri son mensurati da questo, ¶ sì
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vere. ¶ Fede e innocenza son reperte ¶ solo ne' parvoletti
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le poppe volgerà u' son le prore, ¶ sì che
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più divine, ¶ quant' elle son dal centro più remote
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posson quanto a veder son soblimi. ¶ Quelli altri amori
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interna. ¶ In essa gerarcia son l'altre dee: ¶ prima
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nel tuo disïo già son tre ardori. ¶ Né giugneriesi
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se le parole ¶ mie son ricolte, sanz' altro aiutorio
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1321
sue invenzioni; e quelle son trascorse ¶ da' predicanti e
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essa si recepe, ¶ quanti son li splendori a chi
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rider de l'erbe ¶ son di lor vero umbriferi
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condizioni: ¶ ché tutti questi son spiriti asciolti ¶ prima ch
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di lor costume, ¶ locati son per gradi differenti, ¶ sol
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esser propinquissimi ad Agusta, ¶ son d'esta rosa quasi
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i devoti prieghi le son grati; ¶ indi a l
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mente non riede, ¶ cotal son io, ché quasi tutta