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Matteo Bandello, Canti XI de le lodi de la signora G. di Gazuolo, e del vero amore, col tempio di pudicizia, e con altre cose entro poeticamente descritte, 1545

concordanze di «son»

nautoretestoannoconcordanza
1
1545
divin vostro volto ¶ stato son oso contemplar talora, ¶ quanto
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1545
sacro d'ognintorno. ¶ 23. ¶ Eridania son io, ch'al basso
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limpid'acque, ¶ ch'or son venuta su nel vostro
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Sannazar l'accoglie, ¶ che son di loro etate quelle
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non ch'a noi, son vituperose. ¶ 90. ¶ E questo è
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1545
Ma ne l'Italia son piú chiare e sparte
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Calpe a gli Eoi ¶ son chiari sí ch'ancor
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1545
saggi di consiglio e son di mano ¶ forti, veloci
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1545
altieri e illustri, ¶ che son famosi giá cotanti lustri
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lasciò del suo valore. ¶ Son le sue glorie largamente
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maggior poema, ¶ ch'or son sí noti, sí famosi
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ed onorato tanto ¶ che son l'opre di lui
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1545
t'ho detto, ¶ vi son de gli altri senza
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famosi ed onorati ¶ usciti son di questo buon legnaggio
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nere ciglia, ¶ come nacquer son or e saran sempre
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fra tutti gli altri son sí belli e soli
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vide il mondo mai. ¶ Son schietti senza inganni e
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superno, ¶ che lá su son beati e 'n ogni
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ogni luoco, ¶ a fruir son sí fermi il ben
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or la voglia. ¶ 15. ¶ Vi son ben tai da Dio
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Pluton questi mai non son ghermiti, ¶ ché non s
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ed a quanti vi son sé sempre asconde. ¶ 34. ¶ Molte
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con le corna ¶ che son di bianco argento come
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spirto priva? ¶ 106. ¶ I' non son vivo, ahimè, i' non
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vivo, ahimè, i' non son vivo, ¶ ché di me
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duoli? ¶ 108. ¶ Qui senza te son giorno senza sole, ¶ senz
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questa vita mia? ¶ 109. ¶ Vivo son dunque e tu, Camilla
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sen vive, ¶ ed io son morto privo d'ogni
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spoglia. ¶ 111. ¶ Ma s'io son morto, a che cercar
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le mie speranze e son di vita fòre; ¶ ché
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di vita fòre; ¶ ché son teco, Camilla, i' sono
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fuoco s'infollio. ¶ 122. ¶ Questi son gli occhi dov'Amor
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questi, quanti al mondo son posterga, ¶ c'han di
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ogni macchia pura. ¶ 123. ¶ Questi son gli occhi dov'Amor
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nol possede more. ¶ 124. ¶ Questi son gli occhi che la
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offenda o tocchi. ¶ 125. ¶ Questi son gli occhi sí lucenti
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su la testa. ¶ 126. ¶ Questi son gli occhi e le
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impresa Amor consiglia, ¶ che son del mondo il nodritivo
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regno suo mantiene. ¶ 127. ¶ Questi son gli occhi, anzi duo
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lor si rinovelle. ¶ E son sí belli, sí cocenti
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l mal aggioia. ¶ 129. ¶ Questi son gli occhi l'alte
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tutto si trasforma. ¶ 130. ¶ Questi son gli occhi il cui
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comprende in quella. ¶ 131. ¶ Questi son gli occhi dov'Amor
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fuoco. ¶ 132. ¶ Quest'occhi statue son, collossi e segni, ¶ piramide
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mercé di costei). ¶ Questi son gli occhi sovvra tutti
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miracol non è se son possenti, ¶ avendo sempre seco
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cangian volto e ciglia: ¶ son loschi, storti e zoppi
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vive e chiare; ¶ indi son l'opre lor dette
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ogni or celate. ¶ E son di tal saper profondo
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stil non arriva, ¶ e son le penne scarse a
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fosco, ¶ e genebri vi son con lauri e mirti
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alma, ¶ le due sorelle son quelle moglieri, ¶ c'han
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dolce salma. ¶ Di queste son le voglie ed i
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inalma, ¶ e perché donne son rare e perfette, ¶ furon
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impresa elette. ¶ 96. ¶ Queste, sirocchie son di quel Rangone ¶ di
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e i bei genebri son fioriti, ¶ e carchi d
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lira suona, ¶ ch'erbe son quivi e fior sí
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per amici, ¶ talor ti son contrari e fier nemici
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si copra, ¶ e quanti son che la rimiran, tanti
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inganno ride, ¶ se ben son gli occhi molli per
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le mie voglie conte ¶ son sempre e quanto bramo
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Di cui le fiamme son c'ho qui presenti
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polpa ed osse. ¶ Or son del tutto sí stordito
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gientil, meco non sei: ¶ son, senza te, le mie
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fôra annoverarle: ¶ in questo son felici tutti e' greci
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di cui piene ne son tutte le carte, ¶ che
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ch'era cener, or son tutto fuoco, ¶ e quanto
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piú m'infuoco. ¶ 9. ¶ E son pur giunto in quest
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non sana. ¶ 31. ¶ Or che son tutto fuoco ed arso
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vada? ¶ Ivi non risse son, non son contrasti, ¶ né
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non risse son, non son contrasti, ¶ né venen s
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Quest'eccellenze in te son pur cantate, ¶ nobiltá vera
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e gioia ornato. ¶ 119. ¶ Vi son di quelli poi che
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ch'i benefici suoi son tanti e tali ¶ ch
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a fruir tanta bellezza. ¶ 139. ¶ Son gli altri sensi in
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Appetiti da i saggi son chiamati, ¶ o sfrenato talento
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insane. ¶ 140. ¶ Questi gli amanti son di Circe maga, ¶ che
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Amor fatti e produtti, ¶ son la cagion ch'a
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dicon che 'n Amor son pene e guai, ¶ mettendo
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detto, ¶ or tutti dui son uopo, ed anco il
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insieme col pensar quando son netti. ¶ Con questi si
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cor divelle. ¶ 14. ¶ Ministri questi son d'Amor perfetto, ¶ che
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chiamarsi inetto, ¶ perché noiosi son, lascivi e furi. ¶ Dunque
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mira s'i pensier son netti o impuri, ¶ guarda
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d'Amor tre sensi son capaci, ¶ dir ne convien
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altro di piacersi sempre. ¶ Son questi i casti, sono
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col veder e udire ¶ son di perfetto Amor ministri
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detto? ¶ 26. ¶ Due cose, dice, son ch'ogni mortale ¶ devrebbe
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si conserva ogni ora. ¶ Son gli altri sensi, come
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Amor in tutto fòra: ¶ son ministri del corpo vili
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pur un picciol pelo? ¶ Son stati i vati, che
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ch'ogni or li son soggiette quelle menti; ¶ ma
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perfetto. ¶ Ma perché molti son gli Amor, direi ¶ che
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detto: ¶ e queste voci son sí proprie sue, ¶ come
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il lume. ¶ 86. ¶ Tre gradi son diversi in le crïate
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sommo Crïatore. ¶ Sotto un son gli elementi e l
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che 'n tutto sciolte son da le catene ¶ de
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il fine ¶ a che son fatte, e quell'allor
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e rio. ¶ 100. ¶ Di qui son nate quelle openïoni ¶ che
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ratto si sfan, sí son caduche e frali: ¶ indi
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d'onestate e cortesia. ¶ 108. ¶ Son varii effetti per rispetto
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Queste possanze in noi son gemine ale, ¶ che puon
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del diritto i gradi son serbati. ¶ Ché se del
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primo bel conosce che son segno, ¶ che con l
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l'ore al corso son sí pronte, ¶ e lungamente
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Amor, e donne ancor son note. ¶ Aperte sempre son
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son note. ¶ Aperte sempre son tutte le porte, ¶ né
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porte, ¶ né sue promesse son d'effetto vote. ¶ Questo
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vivo? ¶ 33. ¶ Bisogna dir che son d'Amor due speci
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e alato dèo, ¶ ove son sdegni, pianti, rabbie ed
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e disama. ¶ 77. ¶ Quanti ci son che mentre sono in
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uomini per altro non son fòri, ¶ se non per
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si fa, che non son tutte ¶ con vero senso
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commodo e beltá vi son le cose, ¶ che quando
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in sua possanza, ¶ che son la Terra, con la
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e cole. ¶ In noi son dette poi maschil e
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un poco, ¶ ch'i' son quasi dal dir venuto
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prim'era, adesso non son io, ¶ e sento tutta
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gradi in quante vi son cose. ¶ V'è le
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a tondo a tondo ¶ son le cagion ne le
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pari sempre, ¶ tra simili son medeme tempre. ¶ 38. ¶ Vedesti massa
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temprato; ¶ ma se diversi son li freddi e ardori
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ambe mani, ¶ ch'ivi son veri Amor, vi son
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son veri Amor, vi son gl'insani. ¶ 59. ¶ Allor cieleste
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dir adesso come misti ¶ son gli elementi insieme, come
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regni Amore ¶ in quante son crïate al mondo cose
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Amor puro e sincero ¶ son gli altri, non so
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1545
una ad una. ¶ Queste son buone, son maligne quelle
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una. ¶ Queste son buone, son maligne quelle, ¶ cotal effetto
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sacro e imperïale, ¶ infiniti son seggi in varia schiera
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tra lor d'essenzia son tutte un medemo, ¶ di
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cose e da dottore ¶ son, che mai sempre dentro
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argomenti qui mai rota. ¶ Son l'arti liberali a
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amori, ¶ poi che non son di quel ch'andiam
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suoni, certo credi ¶ che son per trarti de la
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e 'l giorno, ¶ cosí son carche tutte queste strade
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Ti replico che tutti son figmenti, ¶ che l'avversaro
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la selva, tanti ci son mostri; ¶ ma certo il
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colpi di fortuna, ¶ i' son quell'uno, dove strazii
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che del lungo stentar son giunto al fine, ¶ e
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fier, aspro nemico, ¶ uscito son da tante sue roine
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l'uomo a velenar son sempre ingordi. ¶ 43. ¶ Veggiendo tanta
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e quanti ce ne son di fama degni. ¶ Tersi
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E per che rari son ch'osservin questo, ¶ ché
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e l'eroine ¶ or son del sacro Tempio li
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lei: ¶ che sciocco i' son, se despiegar mi fido
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lodi d'elle, ¶ che son di vostr'etate l
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vili ¶ prive di grazia son, le manca l'arte
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mio potere. ¶ 155. ¶ Ben mi son messo a tralatar il
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perché col schietto cor son gli atti schivi, ¶ leggiadri
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suoi pensier dal nome son diversi, ¶ che perla orïental
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cresce e monta, ¶ piú son di migliorar gli studi
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conta, ¶ e l'accoglienze son sí oneste e pure