Gian Pietro Lucini, Revolverate, 1909

Tutti i fiori vi son, che, pei giardini urbani

Fui là giú e son qui, ¶ Palo di ferro

i petali di rosa son meno teneri e profumati

ed ancheggio e sbadiglio: ¶ son la bellissima fatalità. ¶ Sono

i rivi torbidi. ¶ Perché son la Città ora riassunta

morbido paese. ¶ Però, non son difficile, ma bramo rimutare

gli è dato; ¶ non son geloso, né permaloso; ¶ sto

indomiti e schietti? ¶ Io son fiero e tenace cantatore

fiero e tenace cantatore, ¶ son l'instancabile vigilatore, ¶ avviso

psicologica. ¶ "Oh Contessa, Signora, ¶ son venuto per Voi, ¶ Non

in poi, salvo cavalleria, ¶ son divenuto pratico. ¶ Amo sfoggiare

deserto soffici e dorate ¶ son stese e preparate, ¶ cimitero

mi difesi e mi son vendicato. ¶ Ho difeso e

nel presente dolore!) ¶ mi son difeso, protetto, conservato. ¶ Ho

prezioso alla fiera ufficiale. ¶ Son tutto tenero e rugiadoso

tutto tenero e rugiadoso; ¶ son lo sposo novello di

novelle memorabili. ¶ Le memorie son labili, ¶ incidere convien, perennemente

chez un grand seigneur son ami, après avoir examiné

mese d'Ottobre: ¶ vi son dell'Imbecilli inzimarrati, ¶ gravi

dell'impotenza. ¶ Molti Imbecilli son che veston bene, ¶ ed

sanguina. ¶ Molti dell'Imbecilli son canuti: sono i piú

alle galere. ¶ Altri ancora son calvi: son li spavaldi

Altri ancora son calvi: son li spavaldi della menzogna

presto delli Eroi ¶ che son de' sognatori. ¶ Egli li

e l'Asinello, ¶ che son delli animali biblici e

carnevale, divertiti per dio!" - ¶ - "Son troppo stanco di danzare

nel paese del the. ¶ Son stanco d'inchinarmi ¶ alle

udire le solite menzogne; ¶ son stanco d'ammirare il

qui ¶ per le contrafazioni. ¶ Son ritornati i giorni d

une personne maîtresse de son libre arbitre, mais d

poppe e natiche scoperte ¶ son l'esche erotiche di

comandano i Signori che son la sciccheria; ¶ han moglie

testina e non intendi: ¶ son le grida di omaggio

nella vita del mondo. ¶ Son giulivi sembianti pei boschi

e le mani piccine ¶ son martoriate dalle manopole. ¶ Sopra

tremare; tutti li Dei son morti, ¶ dal Dio-Bestia

nostre virtú. ¶ VIII ¶ O son man: . . . . . . . . . . . . . . . ¶ O royal, o

spia, ¶ ma i rigogli son tardi a sbocciare ¶ e