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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alessandro Manzoni, Il conte di Carmagnola, 1820

concordanze di «sono»

nautoretestoannoconcordanza
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e a mio avviso sono questi: quale sia l
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addotti contro di esse, sono ancora da moltissimi tenute
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unità di tempo, non sono regole fondate nella ragione
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del poema drammatico; ma sono venute da una autorità
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II. Queste regole non sono in analogia con gli
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fanno alle tragedie dove sono trascurate le due unità
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gran prova che non sono necessarie alla illusione è
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rappresentazioni dove esse non sono osservate; e il popolo
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che nel greco non sono mai state stabilite per
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più celebri, quelli che sono riguardati come i poeti
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o non se ne sono curati; che i tedeschi
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In Italia queste regole sono state seguite come leggi
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della regola, e si sono messi in un campo
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che il poco. Ci sono ragioni più che sufficienti
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Ma le licenze felici sono parole senza senso in
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senza senso in letteratura; sono di quelle molte espressioni
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regole possono essere, e sono spesso, più generali di
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sostenitori stessi delle regole sono costretti a riconoscerla. Confessano
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quei critici i quali sono sempre di parere che
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a quella di luogo, sono ugualmente confessati dai critici
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loro conosciuti ed esaminati sono immorali: l'altro che
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Cori dei greci non sono combinabili col sistema tragico
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e sui fatti che sono l'argomento di essa
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e particolarmente quelli che sono accennati o rappresentati nella
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tragedia. Alcuni di essi sono raccontati così diversamente dagli
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scelto quelle che mi sono parse più verosimili, o
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racconti degli storici lo sono poco meno. Ma l
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gli storici, anche veneziani, sono d'accordo in questo
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quegli avvenimenti che si sono scelti per farne il
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braccio ¶ e quanto io sono è cosa vostra: e
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Serenissimo Doge, Senatori; ¶ io sono al punto in cui
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io, dove in periglio sono ¶ di riportar, forza è
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so; ma io non sono ¶ nato a questo; e
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mi tengo, e il sono. Se volesse alcuno ¶ de
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aperto ¶ nemico aperto io sono. All'util vostro ¶ io
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de' miei consigli il sono: ¶ quando sien fidi, ei
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più de' nostri ¶ ti sono amici; ma non tutti
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ma non tutti il sono. ¶ Di più non dico
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mi sia, disciplinate; ¶ e sono avvezze ad aspettar la
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or noi che numerati ¶ sono i momenti, e non
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Sofferite... ¶ MALATESTI ¶ Io il sono. ¶ Omai vano è più
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ora è vero. ¶ Gli sono a fronte: ecco mi
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volentier pochi momenti or sono; ¶ pur convien ch'io
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han combattuto; e nostri ¶ sono i prigioni. ¶ IL CONTE
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E' son perdenti; e' sono ¶ tornati in libertà; si
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come i soldati il sono; ¶ ma se cosa or
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ma le promesse sue sono pei prodi; ¶ e o
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ma che certo io sono ¶ ch'ei non volea
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Soldati e duci ¶ tutti sono per lui, l'ammiran
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dimenticarmi che patrizio io sono, ¶ né a voi tacer
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dubbio tal m'offende. ¶ Sono un di voi: la
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gran clemenza. ¶ MARCO ¶ Io sono amico al Conte: ¶ questa
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nol nego, io il sono: ¶ e il ciel ringrazio
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guerrier che dica: io sono ¶ più degno di tenerlo
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loro! ¶ Ei non gli sono amici!... Io non doveva
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virtù l'infrangerlo? Non sono ¶ che all'orlo ancor
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di questo io nulla ¶ sono in pensier. Troppo a
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somigliarle. Non temer; non sono ¶ di me scontenti; e
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a me: dite, quai sono ¶ i tradimenti miei? ¶ IL
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per uscire) ¶ IL DOGE ¶ Sono ¶ lunge di qui. Soldati
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provocate la milizia. Or sono ¶ in vostra forza, è
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prometto. ¶ IL CONTE ¶ Or sono ¶ contento. E quindi, se
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resta. ¶ FINE DELLA TRAGEDIA ¶ (1) Sono differenti in questo (l
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riguardo, sapendo bene che sono mancanze le quali, lungi
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drammi immortali di Shakespeare sono una confutazione tanto evidente