parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli esordi, 1998

concordanze di «sono»

nautoretestoannoconcordanza
1
1998
Non mi riconosci più? Sono la Pesca!» ¶ 6 ¶ La Pesca
2
1998
scala, fino in cima. ¶ «Sono qui! Vieni!» bisbigliò dall
3
1998
bisogno di qualche cosa? Sono qui...» bisbigliava vicinissima al
4
1998
tavola, dove non ci sono le prolunghe. Poi potresti
5
1998
parte delle fiamme. ¶ «Le sono arrivate le doglie!» sentii
6
1998
centro del cortile. ¶ «Ci sono visite anche per te
7
1998
po’ staccato. ¶ «No, non sono scoperte...» ¶ «E allora?» ¶ «Non
8
1998
voce, un po’ allarmata. ¶ «Sono volate a terra delle
9
1998
a raccontare. ¶ «Ecco... adesso sono rientrati tutti quanti nella
10
1998
davvero?» domandò qualcuno. ¶ «Sì, sono già vicini alla porta
11
1998
Che cosa credi? Non sono il tuo saltimbanco!» mormorò
12
1998
sospirare d’un tratto. ¶ «Sono passati già quaranta giorni
13
1998
luce “... e che occhi sono mai questi, che non
14
1998
Saranno finanzieri...» ¶ «No, non sono finanzieri!» ¶ Il motore cominciò
15
1998
la testa, s’immobilizzò. ¶ «Sono ancora là dietro!» ¶ «Accelera
16
1998
sedile di dietro. ¶ «Sì, sono ancora qui.» ¶ «Non ti
17
1998
rispetto tra le labbra. ¶ «Sono tutte tue!» disse rovesciandomi
18
1998
Strinse le labbra. ¶ «Eppure sono proprio quelli come te
19
1998
teste girate, imbambolate. ¶ «Cosa sono quei leggeri bagliori in
20
1998
al lago?» gli chiedevo. ¶ «Sono cigni.» ¶ Riprendevamo a salire
21
1998
un po’ il cambio, sono stanco.» ¶ Lo vedevo con
22
1998
e quando li trovi sono diventati nel frattempo un
23
1998
li hai raccolti?» ¶ «Ci sono passati su in molti
24
1998
sonora quasi cancellava. ¶ 3 ¶ “Dove sono finito?” ¶ La luce cominciava
25
1998
mio volto. ¶ “Ma come sono lunghe queste sigarette!” mi
26
1998
al loro interno si sono addormentati da tempo, e
27
1998
mi guardavo attorno. ¶ “Dove sono finito?” mi chiedevo. ¶ Il
28
1998
mezzo, a controllare!» ¶ «Ma sono le dieci e venticinque
29
1998
poco a poco coraggio, sono entrati in piazza. Non
30
1998
È vero, non ci sono ancora gli addobbi!» ¶ «Stava
31
1998
mani stavano applaudendo...» ¶ «Ci sono stati anche applausi?» ¶ Lo
32
1998
non glielo so dire... Sono cieco!» ¶ Investivamo uno dopo
33
1998
le assicuro, non ci sono neanche le strade, a
34
1998
per quello non mi sono neanche bastati!» ¶ Cominciava a
35
1998
rumore ritmato della pennellessa. ¶ «Sono da questa parte!» lo
36
1998
ai miei occhi. ¶ «Chi sono i guerrieri?» ¶ «Fra un
37
1998
Porta un mantello?» ¶ «No, sono i suoi capelli!» sbadigliò
38
1998
guardai attorno. ¶ «Non ci sono più quei guerrieri!» ¶ «Sono
39
1998
sono più quei guerrieri!» ¶ «Sono scappati via! Sono spariti
40
1998
guerrieri!» ¶ «Sono scappati via! Sono spariti!» ¶ «Non sono rimasti
41
1998
via! Sono spariti!» ¶ «Non sono rimasti neanche quei corpi
42
1998
quei corpi dei piumanti...» ¶ «Sono già venuti a portarli
43
1998
alle cinque non ci sono più turni d’uscita
44
1998
Che cosa stai facendo? Sono qui!» gridava sottovoce il
45
1998
colore di continuo. “Quelle sono macchie solari, brillamenti!” scopriva
46
1998
po’ la voce, sorrideva. ¶ «Sono successe un bel po
47
1998
frattempo...» ¶ «Ma come! Se sono passati solo pochi istanti
48
1998
i vostri spostamenti... Come sono felice di rivedervi! Mi
49
1998
sto dando da fare... Sono venuto fin qui apposta
50
1998
sembravano di cera. ¶ «Davvero sono successe tutte queste cose
51
1998
girarsi. ¶ «Oh, no, non sono di qui, vengo da
52
1998
che dovete scusarmi, se sono venuto a quest’ora
53
1998
abbiamo saputo tutto. Ci sono molte denunce contro di
54
1998
prosciuga i conti. Ci sono molte altre nella mia
55
1998
mio marito diceva... Sa, sono vedova...” In poco tempo
56
1998
falci e martelli ci sono in giro, quante sigle
57
1998
da dentro la casa. ¶ «Sono qui, sta’ tranquilla! Adesso
58
1998
ha offerto molte lampadine, sono stato bene.» ¶ Guardavo senza
59
1998
spostamenti... E poi ci sono i manifesti, gli annunci
60
1998
l’aspirasse. ¶ «Che ore sono?» sentivo che mi stava
61
1998
suggeriva il cieco. ¶ «Ci sono ancora sedi in questa
62
1998
al più presto, laggiù sono stati tutti avvisati, sei
63
1998
colpo! Laggiù le cose sono già in moto, andranno
64
1998
la porta, per aprirmi. ¶ “Sono arrivato in leggero ritardo
65
1998
filanti contro il volto. ¶ “Sono tutti qui dentro!” mi
66
1998
di luci impolverate. ¶ “Ci sono anche diversi uffici, a
67
1998
dopo mi svegliai. ¶ “Dove sono finito?” mi chiesi un
68
1998
piano. “Quanti uffici ci sono!” mi accorsi aprendo una
69
1998
data. ¶ “Ma questi giornali sono appena usciti!” mi dissi
70
1998
queste domande di candidatura sono ancora inevase!” mi stupivo
71
1998
di oggetti franati, trascinati. “Sono soltanto i topi...” mi
72
1998
abitata!” ¶ “Da quanto tempo sono qua dentro?” mi dissi
73
1998
proposi. ¶ «E se mentre sono su a mangiare qualcuno
74
1998
Ma come! Se ci sono stato soltanto pochi giorni
75
1998
quelle zone che non sono neanche più periferie eppure
76
1998
nella stanza. “I soldi sono quasi finiti, sono quasi
77
1998
soldi sono quasi finiti, sono quasi a secco...” constatavo
78
1998
il secondo piano, se sono riuscito a tenere bene
79
1998
affacciai alle piccole ante. ¶ «Sono da questa parte!» bisbigliò
80
1998
sedi di provincia che sono qui segnate, e quelle
81
1998
tendina di uno spogliatoio, «sono qui da così tanti
82
1998
aprirla. ¶ «Ma qui ci sono dei soldi!» ¶ L’uomo
83
1998
dal fragore. ¶ «Questa volta sono in ritardo! Devo continuare
84
1998
per la mente, “si sono tutte imbozzolate attorno a
85
1998
ma i fili elettrici sono intaccati, rosicchiati, ed è
86
1998
strappata via la batteria, sono state rubate tutte e
87
1998
ringrazio, non ho problemi! Sono abituato a dormire in
88
1998
per quello, ce ne sono già due nel ripostiglio
89
1998
mese, col furgone, non sono per me i quattrini
90
1998
i quattrini che ci sono dentro... Ma allora chi
91
1998
vetrata?» chiesi soprappensiero. ¶ «No, sono le stelle.» ¶ 15 ¶ Il vice
92
1998
piede se li aspettava. ¶ «Sono sua moglie!» diceva la
93
1998
montagnola un po’ violetta. ¶ «Sono graspe.» ¶ Mi giravo a
94
1998
la donna, controvoglia. ¶ «Vieni! Sono da questa parte!» sentivo
95
1998
scarpetta appuntita, di vernice. ¶ «Sono scarpe da ballo!» mi
96
1998
Me li lasci vendere! Sono vedova, non ho nient
97
1998
altro. Ne ho bisogno. Sono stata rovinata, uno dei
98
1998
falci e martello ci sono in giro, quante sigle
99
1998
ha rubato tutto... Mi sono rimasti solo questi locali
100
1998
da dietro, per guardare. ¶ «Sono pieni anche questi di
101
1998
lo spago, vediamo se sono compilate!» ¶ Il vice si
102
1998
po’ morte che ci sono comunque in ogni attività
103
1998
distesa nelle vie. ¶ «Ci sono un po’ di problemi
104
1998
il mediatore. ¶ «I fili sono tutti rosicchiati...» ¶ «Avete provato
105
1998
accendere le luci. ¶ «Ci sono problemi di contatti?» si
106
1998
ad aprirle assonnato «mi sono alzata dal letto in
107
1998
letto in silenzio, mi sono vestita al buio senza
108
1998
sentire. Mi scusi se sono un po’ spettinata, ma
109
1998
buio, alla cieca, mi sono lavata in fretta, con
110
1998
dalla sua stanza, mi sono profumata in qualche modo
111
1998
Sul tappeto, per terra. Sono bionda, lo vede... Mi
112
1998
questi lividi sulle cosce, sono ancora freschi... tocchi qui
113
1998
sì, ero a Guadalajara, sono stato anche sul fronte
114
1998
volta. “Da dove vieni?” “Sono la figlia di Rosa
115
1998
sulla sedia. ¶ «Rosa Luxemburg! “Sono la figlia di Rosa
116
1998
e senza sogni, mi sono svegliato all’improvviso. Lei
117
1998
letto era vuoto. Mi sono alzato. Sono andato a
118
1998
vuoto. Mi sono alzato. Sono andato a cercarla attraverso
119
1998
piedi, in silenzio. Mi sono avvicinato, da dietro, le
120
1998
accorgevo guardando alla finestra. ¶ «Sono passata anche dal parrucchiere
121
1998
cumulo di neve. “Non sono neanche passati a ritirarli
122
1998
e alcool, fissandoli mentre sono ancora così, e stanno
123
1998
il professore. “Ma ci sono migliaia di verste, è
124
1998
solo apparentemente non ci sono, o non possono verificarsi
125
1998
nella sala in penombra. ¶ “Sono Anastasia Nikolaevna Romanova!”» ¶ «Sta
126
1998
nello stanzino rovente. “Non sono ancora convinto, non capisco
127
1998
la carrozzella?” domandavo. “Dove sono andati a finire i
128
1998
dall’altra parte, controfuoco. ¶ “Sono caduti in avanti” sentii
129
1998
ho capito se si sono gettati tutti e due
130
1998
subito dopo. Non si sono guastati neanche tanto, solo
131
1998
pronto a telefonare, se sono fuori casa, altrimenti non
132
1998
capelli. “E adesso dove sono andati a finire?” mi
133
1998
degli occhi. ¶ «Chissà perché sono sempre così pallido...» considerava
134
1998
cucina era deserta, illuminata. ¶ «Sono già andati a dormire
135
1998
il taglio della bocca. ¶ «Sono il sindaco di questo
136
1998
occhi sbarrati, mentre sorrideva. ¶ «Sono arrivate fin qui le
137
1998
è finito Sonnolenza? Dove sono finiti tutti gli altri
138
1998
continuando a guidare. ¶ «Ecco, sono arrivato!» disse l’uomo
139
1998
com’era, controluce. ¶ «Mi sono tinto i capelli.» ¶ La
140
1998
disse senza girarsi «mi sono messo in proprio.» ¶ La
141
1998
d’acqua. ¶ «Non ci sono più cigni!» ¶ «Sono scoppiati
142
1998
ci sono più cigni!» ¶ «Sono scoppiati tutti!» rise il
143
1998
sbadigliò. ¶ «Li pagano bene. Sono molto richiesti dagli istituti
144
1998
domandavo. ¶ «Ma certo che sono venuto! Ti ho preparato
145
1998
po’ affannato. ¶ «Le strade sono piene di gente, c
146
1998
ferma a guardare mentre sono intenta a cucirla di
147
1998
luminose... Scavalcano così come sono la muraglia, li vedono
148
1998
non sa neanche chi sono, non li vede in
149
1998
Ma quanti ce ne sono, là dentro?” mi chiedevo
150
1998
sfiancata, tutta respirata. ¶ «Eppure sono sicuro che questa era
151
1998
sua volta, deglutiva. ¶ «Ci sono un po’ dappertutto spezzoni
152
1998
con intenti che non sono neanche più gli stessi
153
1998
so neanche se ci sono ancora da qualche parte
154
1998
nel frattempo non si sono già sciolti a loro
155
1998
loro volta, o non sono diventati un’altra cosa
156
1998
neanche più di chi sono l’emissario, chi mi
157
1998
schiumare, imperversare. “Ma allora sono in un posto di
158
1998
accorto, ieri sera, quando sono entrato dall’altra parte
159
1998
a chiacchierare tra loro. “Sono finito per sbaglio su
160
1998
è questa sede? Dove sono?» provavo a camminargli vicino
161
1998
quelle lunghe scope... ci sono quei batuffoli di detersivo
162
1998
levarsi, anche dopo che sono state già risciacquate e
163
1998
allargate” mi dicevo, “si sono bendati il volto...” Mi
164
1998
mai di che colore sono quando viaggiano tutte scoppiate
165
1998
con due dita, se sono fradice d’acqua per
166
1998
Ma come faranno, se sono di vetro, a sventolare
167
1998
C’è ancora qualcuno, sono ancora svegli!” mi dissi
168
1998
preso un secchio. ¶ «Ci sono sempre montagne di piccole
169
1998
chiedevo. “Da quanto tempo sono in giro così, da
170
1998
tutti questi anni? Dove sono stato?” ¶ Tiravo una lunga
171
1998
leggero vapore della rasatura. ¶ «Sono alloggiato proprio qui vicino
172
1998
che lasciano andare quando sono già lì da troppo
173
1998
posto?” mi chiedo quando sono già a letto, a
174
1998
visto che tempo? Mi sono dovuto mettere il pastrano
175
1998
farle vedere dove mi sono accampato questa volta!» ¶ Mi
176
1998
acqua, appiccicate. “Ma quelle sono stelle filanti!” mi dicevo
177
1998
sporgenti, abbacinate. ¶ “E ci sono ancora quei due! Mi
178
1998
giornali? Ma non ci sono più i giornali!» ¶ Vedevo
179
1998
hai fatto ai denti? Sono tutti neri...» ¶ «Li ho
180
1998
passavo a ritirarli. Mi sono dovuto cercare un altro
181
1998
stiamo andando? Che cosa sono quei mucchi sempre più
182
1998
i guantoni. ¶ «Non credere... sono pratico di questo lavoro
183
1998
colpo, mi svegliavo. “Non sono ancora le quattro!” constatavo
184
1998
le luci nella vettura sono chissà per quale ragione
185
1998
testa leggermente inclinata. ¶ «Adesso sono un guerriero!» disse senza
186
1998
quella rotellina. ¶ «Ma ci sono ancora i guerrieri?» provai
187
1998
alzava. ¶ «Altroché se ci sono!» ¶ Venivano dagli appartamenti vicini
188
1998
città dell’emisfero boreale ¶ “Sono ancora qui, ancora in
189
1998
grandi finestre che ci sono qui in alto, sembrano
190
1998
non si capisce se sono atri di case o
191
1998
del vetro che ci sono giù in basso, nelle
192
1998
tante feste che ci sono in giro nelle case
193
1998
teste, senza far rumore, ‘sono così fatte che non
194
1998
Il messo dell’editore ¶ «Sono il filtro dell’editore
195
1998
cuscino. ¶ “Ma che ore sono? Per quanto tempo ho
196
1998
mano, dove gli affitti sono meno cari...” Il suo
197
1998
fino agli occhi. “Non sono neppure riusciti ad arrivare
198
1998
forte, in quella luce. ¶ «Sono il messo dell’editore
199
1998
lo chiama, anche se sono già andati via tutti
200
1998
dopo che se ne sono già andati a casa
201
1998
e i tasti mi sono morti sotto le dita
202
1998
a svuotare e ci sono solo due o tre
203
1998
solo da casa, se sono proprio sicuro di starci
204
1998
ha pregato più volte. “Sono teste un po’ permalose
205
1998
venendomi vicino da dietro, “sono incontri che possono avvenire
206
1998
so molto bene che sono tutte penne caricate ad
207
1998
a respirare. “Accidenti! Dove sono arrivato!” mi accorgevo quando
208
1998
si capisce mai se sono le teste o i
209
1998
aria. “Ma quei due sono ciechi!” ¶ Cominciai a comporre
210
1998
si soffiava il naso. ¶ «Sono un po’ raffreddato...» si
211
1998
strade. ¶ «In questo momento sono in riunione...» sentii che
212
1998
su quelle locandine che sono appese anche di notte
213
1998
svolazzano in alto o sono mezze stracciate perché c
214
1998
guardarmi. “E non ci sono solo dei gatti, a
215
1998
si apriva. «Eccomi qui... sono la segretaria!» si presentava
216
1998
lana, per il freddo. «Sono disposta a correrle dietro
217
1998
rialzate. ¶ “Forse non ci sono neppure le tapparelle...” mi
218
1998
si girò per guardarmi. ¶ «Sono pronta, cominci!» ¶ Vedevo i
219
1998
con tutta la poltroncina. ¶ «Sono come un uomo svegliato
220
1998
con le mani «eppure sono disposto a gettarmi assieme
221
1998
occhio addormentato... Non ci sono più neppure i passaggi
222
1998
è venuto il momento, sono pronto!» gridava mentre ancora
223
1998
si capisce più chi sono gli scagliatori, gli scagliati
224
1998
capiscono neanche più dove sono, cominciano piano piano a
225
1998
quelle cosine che ci sono dentro, isolate, illuminate... potrai
226
1998
quelle bestiole che ci sono sui cofani delle auto
227
1998
continuando a tirare. ¶ «Mi sono già messo in contatto
228
1998
continenti. “State pronti!” mi sono sentito in dovere di
229
1998
una storia lunga. Mi sono dovuto reinventare di nuovo
230
1998
dopo, mentre me la sono passata sugli occhi ancora
231
1998
un proletariato di casi, sono tutti già in fila
232
1998
che le giornate si sono talmente allungate, illuminate...» lo
233
1998
volta, sul suo taglio. ¶ «Sono ancora qui in mezzo
234
1998
poi persino prevomitati, ci sono qui con me i
235
1998
socchiusi, sbadigliava. ¶ «Chissà se sono ancora là dentro?» si
236
1998
senza fare rumore, ritornava. ¶ «Sono andati via tutti, non
237
1998
spente di colpo, e sono ancora estasiate, ancora impreparate
238
1998
zona molto lontana. “Ma sono vestiti in modo completamente
239
1998
il parabrezza. “Non si sono neanche accorti che la
240
1998
dicevo senza fiatare. “Che sono così grandi eppure nessuno
241
1998
teste del padre priore?» ¶ «Sono morte entrambe.» ¶ La strada
242
1998
i tuoi passi quando sono già a letto e
243
1998
letto e le strade sono tutte veramente deserte, è
244
1998
esistite, ma che forse sono state soltanto sognate, immaginate
245
1998
impastata, ancora trasognata. ¶ «Ma sono Heathcliff e Sylvia Plath
246
1998
in quella luce. “Come sono cresciute quelle radici!” mi
247
1998
ragione? Lei chi è?» ¶ «Sono il suo biografo.» ¶ «Il
248
1998
al punto in cui sono, in queste condizioni. Invece
249
1998
proprio a Ducale?» ¶ «Perché sono nato lì!» ¶ Lo vidi
250
1998
filo del collo. «Ma sono proprio stelline?» si accertava
251
1998
diceva senza guardarmi. «Mi sono arrivati quei disturbetti della
252
1998
fissava per qualche istante. ¶ «Sono costretto a metterti un
253
1998
Ma poi, cosa credi... Sono proprio quelli i migliori
254
1998
flebite, una trombosi...» ¶ «Ma sono stato via mezz’oretta
255
1998
alla discarica grande...» ¶ «Mi sono dovuto reinventare di nuovo
256
1998
mi sta baciando, e sono già tutta schiacciata contro
257
1998
chiese d’un tratto. ¶ «Sono venuto qui con lo
258
1998
Ah, sì? E dove sono? Li hai qui?» ¶ «No
259
1998
Li hai qui?» ¶ «No. Sono stati seppelliti con lui
260
1998
giorno prima. “Eppure ci sono sempre i cartoni, sulle
261
1998
fuori i sacchetti quando sono già nella pressa del
262
1998
ancora più avanti, quando sono già tutti stritolati e
263
1998
più niente, non ci sono quelle stradine, non c
264
1998
successo qualcosa, gli si sono svuotati gli intestini, di
265
1998
queste rotelline... E ci sono in giro dappertutto quelle
266
1998
del cucinino. Ridiscesi. ¶ “Ci sono ancora diverse finestre accese
267
1998
dalla sua porta, si sono accese di colpo anche
268
1998
sobbalzare. ¶ “Le ruote si sono mosse di colpo... sta
269
1998
casa cantoniera... E ci sono altre macchine parcheggiate sotto
270
1998
tubino e spalle quadrate, sono le cercatrici di pidocchi
271
1998
deformati, di portata, ci sono dentro degli ossibuchi, anche
272
1998
in quell’altro ci sono dei fiori di zucca
273
1998
la Pesca. ¶ «Allora ci sono tutti!» ¶ Girai un po
274
1998
la porta della cucina... Sono tornate con due zuppiere
275
1998
cercatrici di pidocchi si sono finalmente divise, una sta
276
1998
Pascal e Cervantes si sono andati a sedere su
277
1998
a seguirlo sul balconcino, sono rientrati accaldati, adesso lei
278
1998
assieme a Bartleby, si sono fermati eppure stanno ancora
279
1998
ancora abbracciati, non si sono neanche accorti che il
280
1998
sfondata, troppo illuminata. ¶ “Si sono messi tutti quanti ad
281
1998
su quell’attaccapanni, ci sono le porte di altre
282
1998
ripartivo. ¶ “Chissà che ore sono? È tutto spento nei
283
1998
più contorni. ¶ «Eccomi qui! Sono contenta di essere colei
284
1998
di tanto in tanto... “Sono come una gestante che
285
1998
questo momento nella testolina. “Sono come chi si prepara
286
1998
continuando ad andare. “Si sono messi sotto quella barriera