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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Cesare Pavese, La luna e i falò, 1950

concordanze di «sotto»

nautoretestoannoconcordanza
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dai campi per vedere sotto il cielo le vigne
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ora prima di allargarsi sotto le mie colline. ¶ Ero
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è sempre quella e sotto il sole sa di
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a ceste nella riva sotto il Salto – una riva
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una pentola d’oro sotto la pila del ponte
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giorno chiari e boscosi sotto il sole, di notte
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banda che istruiva lui sotto una tettoia il sabato
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bevendo un bicchiere, e sotto avevamo la piana del
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vedendo quelle lunghe colline sotto il sole avevo detto
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locale, si era soli sotto le stelle, in un
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a tutto il baccano sotto le stelle. Non voleva
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la radio. Io sentivo sotto la musica, uguale, la
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aveva seguiti in bicicletta, sotto la luna, e suonavano
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con quelle città illuminate sotto la costa. Capii nel
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tetti le vigne bianche sotto la luna. ¶ Nuto che
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uno, tornare a casa sotto il mattino. Uno vuol
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quanti dei ragazzi qui sotto, – dissi, – vorrebbero prendere la
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dal cielo esce da sotto – dalla terra, dal fondo
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in questa stanza». ¶ Arrivai sotto il fico, davanti all
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una volta – erba morta sotto il mucchio delle fascine
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gioco quello? Mi guardò sotto il sole, aveva in
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scalzo, aveva una crosta sotto l’occhio, le spalle
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che diedi un’occhiata sotto il portico, dietro il
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era bisogno, passavo là sotto e mi era venuta
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radi e quella crosta sotto l’occhio – sembrava che
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con la sua crosta sotto l’occhio, seduto contro
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Pa l’ha trovato sotto il fango e le
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Pa, – disse, – è qui sotto. ¶ Io gli chiesi perché
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parlare. ¶ Scendemmo la riva sotto la volta fredda degli
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e uno si fa sotto, felice. Per me tutte
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e arrivammo alla strada, sotto il muretto della riva
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sul letto dell’osteria, sotto il quadro della Madonna
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un giorno col Cavaliere, sotto, davanti alla piazza scottante
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allontanammo per la piazza sotto gli occhi degli altri
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al gomito della strada, sotto le canne. Si fermò
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rossastri e l’erba sotto, rigogliosa, mi ricordavano la
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lasciai nel suo bosco, sotto i pini. ¶ Ripensai a
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quella vigna della Mora, sotto la vendemmia, e veder
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quegli alberi verso Canelli, sotto la costa del Nido
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fatto tante volte. Passai sotto il Salto, passai sotto
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sotto il Salto, passai sotto il Nido, vidi la
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Passai il viale, passai sotto il Nido, passai la
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due cacti nella conca sotto la strada. I sassi
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Il sole era già sotto, la pianura spariva. ¶ Nelle
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conche e nei cacti, sotto le stelle, era possibile
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discorso non dispiacque. Cosí sotto quel sole, sugli scalini
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colline come il mosto sotto i torchi. Tutti eran
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raccomandò qualcosa ai garzoni sotto la tettoia; poi si
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nespole. Cominciai a guardarmi sotto i piedi – le vigne
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altro giorno sono passato sotto la Mora, – dissi. – Non
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estate quando stavamo seduti sotto il pino o sul
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era vicino allo stradone, sotto il Salto. Tante facce
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c’erano in chiesa. Sotto i tigli, dalla parte
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il cavallo da tiro. Sotto la tettoia c’era
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fave e i ceci sotto la strada li calcolavamo
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nel cortile col buio, sotto le stelle. Adesso avevo
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zolfo o il verderame sotto la foglia, che non
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commissioni che mi tenevano sotto gli occhi delle donne
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Io cercavo di sparire sotto il portico. Una volta
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dietro come un cane. Sotto il fico le chiesi
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estate veniva a vegliare sotto il pino – sul terrazzo
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Irene in biroccio passava sotto il pino con un
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con Giulia e Angiolina sotto i noccioli, sotto il
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Angiolina sotto i noccioli, sotto il fico, sul muretto
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e portato a casa sotto la maglia, «tanto, – diceva
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correvano nelle viuzze e sotto i viali, ma quella
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che crescono nei giardini sotto le piante da frutta
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Stazione per una festa sotto i platani – e della
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la testa dallo stradone sotto il Nido, si vedeva
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entrare in quel parco sotto i platani, di trovarsi
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passava sovente nella strada sotto il terrazzo, e salutava
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sigaro e allora, stando sotto la vite vergine secca
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che passava per caso sotto il portico – e gli
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stradone, e quando ripassavano sotto i tigli noi si
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quel cortile – vista da sotto la palazzina era enorme
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sulla ghiaietta che scricchiolava, sotto i platani, e li
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il cielo – visti da sotto non erano piú un
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Irene e Silvia sedute sotto la magnolia parlarne. ¶ Irene
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stivali, s’era fermato sotto la terrazza, aveva parlato
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io la guardavo accovacciata sotto le viti, le guardavo
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Andavamo come due frati sotto la lea del paese
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facevamo un’altra vita. ¶ Sotto la luna e le
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Andammo avanti, quasi correndo. Sotto le canne si capí
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riflessi del fuoco. E sotto la volta del noce
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il padre morto disteso sotto un sacco, se lo
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a passeggiare nel cortile, sotto le ultime stelle, e
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che continua a vivere sotto una pietra. Portava i
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pietra. Portava i capelli sotto un fazzoletto rosso, mostrava
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nessuno, e voleva buttarsi sotto il treno. Il sor
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fortuna. Quelle sere, tornando sotto le gaggíe da casa
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a capo scoperto, anche sotto il sole. ¶ Irene non
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Silvia mi stava vicino sotto il parasole e sapeva
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arrivammo al Buon Consiglio, sotto gli alberi. ¶ C’era
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incenso, tutte quelle candele sotto il sole, i colori
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tutti stavano a vedere, sotto i platani. ¶ La madonna
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a raccogliere il fieno sotto il muso del cavallo
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non essere sbucato da sotto i noccioli o dall
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discesa e in salita, sotto i platani, e i
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veder ballare sul palchetto sotto il tendone. I Seraudi
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Fossi Nuto», pensai. Andai sotto il banco di Nuto
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sa già di vendemmia sotto il sole. C’erano
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le strade, ma passando sotto le sue finestre alzava
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fucilarono i due ragazzi sotto il platano e ce
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cosa Baracca volesse. Passando sotto le cascine i cani
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Nuto aveva visto acceso sotto il portico. Vide una