Marco Missiroli, Senza coda, 2005

sempre l’ordine della stanza. ¶ “Basta, per favore. Sta

lo portò alla sua stanza. Lì appoggiò la cartella

respiro. ¶ Arrivarono all’ultima stanza, quella adiacente al bagno

fermò in fondo alla stanza, accanto al comodino con

volare per tutta la stanza. Erano piccoli soli colorati

porte. Era una grande stanza altissima, chiusa su tre

gonfio, al centro della stanza. ¶ Si avvicinò al telo

po’ di luce nella stanza. Era una luce magica

Adesso, al centro della stanza c’era lei. Lei

del motore invase la stanza, salendo per le pareti

fino al centro della stanza, aggirando il tavolo e

arrivò chiara dall’altra stanza. ¶ Pietro si sentiva le

immobili, al centro della stanza, mentre dalla finestra il

altri passi scivolarono nella stanza. ¶ “Signora, signora! …Oh, Dio

stendeva bianca per la stanza. Illuminava le gambe della

si infilò nell’ultima stanza, quella segnata dalla lettera

spostata a destra della stanza, una cassapanca mangiata dai

meccanico nell’angolo della stanza. Era tornato con un

veloce in un’altra stanza, dopo aver baciato il

guardarla mentre usciva dalla stanza. Solo a quel punto

arrivava, ritornò nella sua stanza. ¶ Ingannò quei pochi minuti

suo padre fu nella stanza, alle loro spalle. “Già

la porta della sua stanza. Aspettò lì, in piedi

aveva ascoltato dalla sua stanza. Solo a quel punto

lenti. ¶ Pietro entrò nella stanza dei suoi genitori. ¶ Sua

e sua madre. ¶ Nella stanza non c’era nessun

armadio in fondo alla stanza. Lo seguì fino all

era tornato nella sua stanza a guardare il barattolo

sulle pareti della sua stanza, sul letto, sulla sua

seguendo mentre uscivano dalla stanza. Le fissava una per

a prendere. Era nella stanza di fronte al pendolo

il buio debole della stanza. Poi, entrò. Il russare

rantolo spaventoso riempì la stanza. Una specie di lamento

dall’altra parte della stanza, cadde. Qualcosa che la