Francesco Guicciardini, Ricordi, 1530?

la cittá ha uno stato tollerabile benché con qualche

nostra cerca mutazione di stato per interesse suo non

uomini. ¶ 60. La grandezza di stato è desiderata universalmente, perché

ti contenti del suo stato, con considerare gli andamenti

le condizione del suo stato, si governa con rispetto

cosa. ¶ 97. Ne' discorsi dello stato ho veduto spesso errare

bene, e mi è stato buono amico. ¶ 103. Le cose

avere meglio in uno stato stretto, vi correrebbono per

l'onore. ¶ 107. Mi è stato sempre difficile a credere

abbino a godere lo stato di Milano, non tanto

in Siena sia uno stato savio, quando noi siamo

che vi fussi uno stato disordinato, perché piú facilmente

di potenti. ¶ 111. In uno stato populare è a proposito

cosa peggiore a uno stato, e a loro si

è e sará, è stato in altro tempo, e

l'avessi proposto, sarebbe stato ributtato, si è ridotto

tempo suo, io sono stato pregato di esserne mediatore

naturalmente la ruina dello stato Ecclesiastico, e la fortuna

pontefici tali, che sono stato sforzato desiderare e affaticarmi

che uno acquisti lo stato, gli diventa presto inimico

inquieti, chi ha lo stato in mano gli piglia

ha aiutato o è stato causa che uno salga

tutti essere migliore lo stato di uno quando è

in Firenze con uno stato come è questo de

che sia poi lo stato e levatosi el popolo

sicuro che in uno stato di uno o di

che sono conforme allo stato in che sei nato

sua a conservare lo stato in Firenze, che non

però chi reggeva lo stato non aveva lo universale

importava poco vedere lo stato piú in mano di

pochi che in uno stato stretto confidano di potere

chi è padrone dello stato, parendogli sia stato tolto

dello stato, parendogli sia stato tolto a sé medesimo

potersi fare capo di stato se non è della

da farsi capo di stato, è pazzo a ingolfarsi

ingolfarsi tanto in uno stato, che corra tutta la

chi è capo di stato, che non abbia causa

che lo effetto sia stato malo, che se in

a volere governare lo stato loro in molte cose

potendo piú tenere uno stato stretto in Firenze se

gli ordini di uno stato stretto, massime in escludere

in ogni cosa uno stato stretto, ed è pazzia

e' Medici perderono lo stato nel '27 per averlo governato

cose a uso di stato. La ragione di queste

conclusione è che lo stato de' Medici, che era

cavassino beneficio assai dello stato, dall'altro si cognoscessino

fondamento di amici allo stato de' Medici; e se

bene piacessi loro quello stato, non vi avevano però

tenerlo a uso di stato non è possibile, se

verissimo, che piú è stato difficile a' fiorentini a

dua papati conservare lo stato di Firenze molto piú

avuto a combattere lo stato con la potenzia di

condizione. Ma oggi essendo stato gustato el Consiglio Grande

mutato che sia lo stato, ti oblighi a uno

che tu, che sei stato causa o m'hai

che chi aveva uno stato era quasi impossibile lo

campagna, era perduto lo stato; primo el signor Prospero

credessimo trovare in uno stato stretto migliore condizione, vi

questo fu proprio lo stato del '12. ¶ 69. Se voi osservate

uno cibo che è stato in prezzo in una

Tutto quello che è stato per el passato ed

in un'altra. Sono stato felice io in quelli

loro, il che è stato spesso cagione agli uomini

abbino a godere lo stato di Milano, el quale

quelli che governano lo stato, tra' quali non è

alcuni casi che è stato impossibile che la legge

guardarti sempre. ¶ 132. Io sono stato di natura molto libero

difficile quello che sarebbe stato facile; in modo che

si confonde. ¶ 156. Io sono stato di natura molto resoluto

quello di che è stato fatto, a parlare propriamente

le fussino difficile. ¶ 181. Sono stato undici anni continui ne

che non sono nello stato desiderano: guardatevi drieto e

qualcuno che ne sarebbe stato alieno, è farne capo

di roba o di stato; però da quelli in

non rubino: io sono stato nettissimo, ed ho avuto

el contrario. ¶ 205. Io sono stato dua volte con grandissima

che io non ero stato piú in guerra alcuna

stringate; però sarebbe forse stato meglio scerre di questi

comportamenti loro, non dallo stato in che si truovano

È ingenuitá, chi è stato autore di una deliberazione