Cesare Pavese, La luna e i falò, 1950

alla svolta dove la strada strapiombava sul Belbo. Ma

rado, si viveva sulla strada, per le rive, nelle

era l’odore della strada, dei musicanti, delle ville

me nel locale sulla strada del Cerrito. A forza

sull’erba, lontano dalla strada dove passavano le macchine

di finire con quella strada, con quelle città illuminate

Nora mi chiamò dalla strada, per andare in città

dissi, – vorrebbero prendere la strada di Canelli… ¶ – Ma non

Nuto. Soltanto ieri per strada incontrando due ragazzi che

ero tornato su quella strada e pensavo alla vita

salto dal prato alla strada era come una volta

giocato, di lí alla strada, di esser sceso nella

scorticato… ¶ – Cosí vicino alla strada? – dissi. ¶ – No, veniva da

carte; e arrivammo alla strada, sotto il muretto della

dall’altra parte della strada c’era il Belbo

rive. I sassolini della strada erano ancora gli stessi

Ma per Nuto questa strada è fuori mano. Io

sempre l’occhio alla strada, ai passanti, alle ville

arrivati al gomito della strada, sotto le canne. Si

che passavo per la strada di Gaminella, al canneto

anni fa – su una strada, dove i mariti delle

la ferrata, per la strada che ai tempi della

di qui partiva la strada che passava per Genova

fare puntate su quella strada del sud. Era un

nessuna. Non ero sulla strada statale, avevo voluto attraversare

nella conca sotto la strada. I sassi della massicciata

Un venticello scricchiolava sulla strada, mi portava un odore

della ferrata e della strada era tutto il lavoro

avevano messo. Lasciare la strada, inoltrarsi nelle conche e

del mulo strisciare sulla strada. Quei calzonacci bianco sporco

battei i piedi sulla strada per scaldarmeli. La pianura

e nella notte la strada si vedeva appena. Il

Mi piombò addosso sulla strada, illuminandomi dai finestrini l

fossi sull’angolo della strada Bellavista. Adesso rimuginavo che

comincia. Canelli è la strada del mondo. Dopo Canelli

messo loro su una strada o fatto crepare. E

morirà mai su una strada. Puoi dirlo –. Perfino la

i ceci sotto la strada li calcolavamo a sacchi

da Gaminella, perché la strada di Gaminella strapiomba sull

quando lo trovavo sulla strada e gli parlavo, per

chi lo difende… ¶ Per strada gli chiesi se era

nelle vigne sopra la strada zappando al sole, e

le altre ridevano sulla strada. Dissi al sor Matteo

che mi aspettavano sulla strada di Sant’Antonino. Se

si davano coltellate – sulla strada di Camo c’era

e d’inverno la strada era troppo brutta. ¶ XIX

la notte, per la strada si sentivano tornare cantando

guardare chi passava sulla strada. Tutti andavano a Canelli

cominciava a ripassare sulla strada, da dietro la griglia

nella vigna bianca sulla strada. Mi piaceva, accidenti. Nuto

carrozza della vecchia sulla strada di Canelli; Nuto l

medico passava sovente nella strada sotto il terrazzo, e

venni giú per quella strada adagio, in mezzo ai

di là guardava la strada. Quando partiva col parasole

di lassú scrutava la strada, ma Silvia non l

dissi. – Ci fermiamo sulla strada, e Nuto va su

appena si lascia la strada maestra e si scantona

fumo puzzolente scendeva sulla strada. ¶ Cinto non fece resistenza

al camposanto raccogliendo per strada margherite e trifoglio. Il

fumavano, dove passava la strada per Genova. Sapevo che

i cavalli scendevano sulla strada. Io con un occhio

poi nel buio della strada in discesa andai adagio

non era come la strada di Gaminella – davanti alla

Belbo, e riuscimmo sulla strada di Gaminella in mezzo

le nuvole e la strada delle stelle, senza saperlo

guardava intorno, cercava una strada. Io pensavo com’è

Si mise per la strada quasi piana che girava

lasciai parlare. Guardavo la strada, giravo appena la testa

a Canelli per quella strada dietro il cinema, guardava

non avrebbe parlato in strada con un Nuto, non

conoscevo. Abbiamo fatta questa strada d’oggi. Camminammo ch