Francesco Muzzopappa, Affari di famiglia, 2014

lisci che scivolavano dolcemente su spalle ampie e possenti

leggermente all’insù, stretto, su due labbra polpose zeppe

intendersi come quell’arnese su cui mettere distrattamente le

rapporto è basato esattamente su questo: la discrezione. ¶ All

posa silenziosamente la colazione su un supporto pieghevole in

capito. ¶ Orlando!, gli dico. Su questo numero di «Scandaloso

saldo da qualche parte su Internet. ¶ Molto spesso si

campestri. ¶ Ora, per risparmiare su acqua e giardinieri, il

vita tua sei salito su un solo cavallo. ¶ È

produzione e sporadici articoli su giornali di attualità e

di attualità e costume su cui di solito è

del Tussauds. ¶ Mi tiro su dalla poltrona, fissando il

camiciola di seta confezionata su misura da Krizia. Ora

prego. Dimmi che siamo su un programma televisivo e

tuoi testicoli all’asta su ebay? ¶ Mamma, quel vampiro

la testa in fiamme. Su «il Sole 24 Ore» si

attaccato alla schiena con su scritto «sono un idiota

tasca propria la seduta su cui Vittorio Emanuele II

trovo ingobbita a scrivere su un quadernetto dalla copertina

Se ne parla ormai su tutti i giornali economici

cui si discute anche su «il Sole», stamattina. ¶ Inteso

miei discorsi, ho stampato su questo foglio un grafico

sincero ma basato esclusivamente su cifre e numeri ormai

vedi, sono degli animali su due zampe che a

mio sguardo è incollato su quella pistola che ciondola

prima vettura e salire su questa nuova auto color

color rosso rubino, perfetto su un abito lungo da

gala quanto totalmente inadeguato su una macchina che appartiene

mentre la macchina sobbalza su buche e piccoli dossi

una margherita direi, con su scritto Villa Armonia, uno

autoradio, li vedo accartocciati su una seggiola, a lume

Giunti davanti alla porta su cui campeggia la scritta

lavoro appesi al muro su una rete metallica costellata

a remi, molto piccola, su cui si erge felice

Sa, mi dice, sedendosi su uno sgabello in legno

Sa cosa?, rispondo, accomodandomi su uno strano cubo rivestito

Ho indossato abiti confezionati su misura dalle sorelle Fontana

sono chilometri di pellicola su di me, ne sono

camera mi inquadra seduta su un treppiedi in legno

tra i quali spiccava su tutti un giovane e

leggere pennellate di colla su un sottile cartoncino bianco

riparo guardando qualche programma su Real Time. ¶ Non ho

con saccenteria un dito su un tablet color grigio

la sua materia grigia su una fetta biscottata e

e cerco di sintonizzarmi su un qualunque canale che

che, al solito, passeggia su e giù a bordo

sacchetti di fumo, seduto su una lapide a bordo

vita sua se non su qualche sito di lingerie

lingerie o, più realisticamente, su YouPorn. ¶ Il ragazzino spacciatore

vita e infradito verdi, su cui si ergono zampette

ne vada in giro su un vespino truccato, aggrappata

muta di cani, trafitta su un balcone da una

l’ipotesi di schiattare su uno scooter guidato da

mi servì ogni pasto su un vassoio Sheffield fin

vassoio in finto bambù su cui il fido Orlando

vassoio in plasticona verde su cui viene appoggiato il

che si appiattisce sbordando su un fianco della pinta

TV color, tutti sintonizzati su uno stesso canale che

Al massimo si discuteva su quanto sciroppo d’acero

televisori riesco a tirare su per una cifra del

stanno entrando in coma. ¶ Su tutti i canali c

mi ritrovo a riflettere su come sarebbe bello legarla

che Amedeo mi portò su quella giostra con le

impone di mettermi seduta su qualche scranno, in prima

saprei come muovermi, discutendo su quanto sia importante arroccare

rubrica fissa di costume su una rivista da parrucchiere

Gaio Cilnio Mecenate seduti su un gradino a osservare

versetti del Deuteronomio, sorridendo su alcune frasi. E per

così la facciamo finita. Su quei pantaloni di cotone

Campanile (scrivetemi in privato su Facebook, vi suggerisco altri

romanzo, ritornando molte volte su nomi, luoghi e fatti

in onda durante Fahrenheit, su Radio3 (abbiamo profanato il