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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Viani, Ritorno alla patria, 1930

concordanze di «su»

nautoretestoannoconcordanza
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1930
peso sul compagno vicino. ¶ Su tutti i volti visibili
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1930
visibili era pace, anche su quelli incotti di terra
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1930
scarnita a capo in affissava una grata alta
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1930
un fiocco celeste e su quel celeste filavano le
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1930
tante volte col pensiero su questa casa. Tutto era
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1930
graticolato, dalla grata in su si dominava la tromba
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1930
facevano da posa-carta su un quaderno con una
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1930
un talloncino bianco con su scritto: Liberi pensatori. ¶ Una
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1930
morto. Il gobbo slacciato su di una sedia col
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1930
Dio onnipotente si abbatterrà su di noi! O padri
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1930
pareva un girarrosto gigantesco. Su quel rotone stampato di
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1930
avevano trasformata in Carbonaia, su di un pancaccio ci
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1930
lana. La piletta con su l’Jesus il calice
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1930
chiedoni i quali avevano su tutto il viso una
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1930
davvero starei all’aspetto su per i boschi. ¶ — Ma
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1930
senti, ei malignava anche su questa povera gamba di
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1930
anche anzi era piantata su due gambaracci presi dalla
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1930
in acqua. La mandarono su pei monti dove schiantò
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1930
i sonaglioli. Nei paesi, su poi monti, inventava che
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1930
addossava dietro quattro aste su cui era imbullettato un
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1930
imbullettato due palmi più su della terra, tutti gli
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A te, trogolo: nella su’ Casa non ci mangerei
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1930
sopra il comodino, di su pa’ e di su
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1930
su pa’ e di su ma’ morti. ¶ — Per i
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1930
scalette del Ponte o su quelle delle Cateratte un
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1930
infiammati. ¶ Quando s’imbattevano su per le scale si
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1930
diventato sante ch’egli su ogni scalino doveva recitare
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1930
a spraccare le gambe. Su una seggiolona che la
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1930
s’era portata di su. ¶ — A te, che sito
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1930
sberciava quella che tirava — Donna gravida; chi ne
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1930
si messe a spracchicchio su due murate, gli scafi
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1930
batti, pertugiare e volar verso il cielo. Ma
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1930
parole sacrileghe e vergognose su tutti i luoghi consacrati
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scudo di latta con su due mani strette una
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1930
orrori scardinerà le volte su questa terra maledetta. Le
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ai carnefici e di su quella ruina si leveranno
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1930
amarezze non avevano distrutto su quel volto martoriato l
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1930
suoi, esorbitanti e paradossali, su quelli del libro: — Attratti
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1930
corse una tarantola diaccia su per il fil delle
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1930
avvincò il capo in , squadrò l’insegna su
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1930
sù, squadrò l’insegna su cui lampava il bagliore
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1930
gli occhi piccoli, fissi su di me, pareva mi
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1930
cielo; proveniva dalla Patagonia su di una barca a
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1930
raccontò di aver vissuto su un’isola disabitata della
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1930
qualche spelonca, ripito carponi su per le grotte, leccando
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1930
Cuore intrepido. ¶ S’inerpicarono su per picchi scoscesi nudi
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contristato la vita, perdonami! ¶ — Su, Federico! — disse intrepido Amedeo
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gravame dell’acque, respinti su dai fondali paurosi, avvilucchiati
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1930
giganti che si attristassero. Su tutte le murate gemevano
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1930
rigidi come forche spiccavano su poppe, fiancate, rande, ponti
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1930
muscelli e catarde muovevano su ogni nave un cuore
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1930
tra le strade sassose su cui saltellavano i rospi
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1930
terreno si mostravano sdraiate su dei divani. Il fetore
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1930
gli sanguinavano; arrancava molto su per gli erti carugli
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1930
celeste di cielo con luci di stella. Il
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1930
di bandone d’ardesia su cui crocidavano uccelli neri
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1930
agli scheggioni della rupe su cui si elevava la
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1930
Uomini arcigni prendevano nota su dei libri ed altri
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1930
ardui torrioni di tavoloni su cui strepitavano argani, corde
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1930
di giallo limone, con su un pagliaccio nero che
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1930
enorme ovale rosa campito su tenero nero, lastroni di
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1930
Lanterna s’alzava di su quella sassaia. ¶ Nel centro
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1930
supplichevoli nel fragore possente. Su di una piazza grandissima
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1930
Nella penombra, composti, neri su bianco, con gli occhi
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1930
ultimo sospiro. Il velluto, su cui posava, allagava il
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1930
vivente del cieco. Anche su quel volto esangue, nelle
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1930
cateratta spaventosa si aprì su noi: arranca, vira, ammaina
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1930
sul tavolo, si tirò su in piedi, si forbì
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1930
il fuoco al fasciame su cui i battimazza ribadivano
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1930
nei camiciotti celesti, con su ’l capo i berretti
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1930
e tutte guardavano in . Dalle finestre della casa
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1930
al posto gli invitati su dei sofà di percalle
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1930
denti d’avorio, con su ’l capo riccio un
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1930
sull’impiantito teste inebriate su capelli abbisciati e piedi
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1930
in altana, fu sdraiata su un divano e uno
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1930
che ella aveva dilatato su tutta l’orbita con
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1930
la ragazza, così seduta su quel divano imbottito di
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1930
acque e cadeva invece su un divano uguale a
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1930
divano uguale a quello su cui sfiniva la ragazza
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1930
oscurità. Scìe azzurre palpitavano su tutta la linea della
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1930
sul firmamento abissato, e su quello, dai flutti aperti
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1930
d’oro che scampanavano su sentieri celesti lineati da
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1930
battito dell’ugne. ¶ VIII. ¶ Su di un promontorio accampato
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1930
mare. ¶ Una vela bianca su cui son dipinte con
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1930
dorme il guardiano intabarrato. ¶ Su tutte le imbarcazioni vi
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1930
pietre gialle calde fiorivano su alberi spogli, triangoli, quadrati
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1930
il Tarmito, lo calarono su di una piccola barca
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1930
seguiva quella gente spratichita su per gli angiporti come
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1930
di nero con teli su cui si scioglieva un
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1930
scendeva come un deportato. Su certe fiancate bianche riverberate
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1930
diventando losanghe, spade, spigoli. Su altre pareti apparivano gigantesche
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1930
fuoco s’era diacciato su quei volti e vi
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1930
muraglie, valicò ponti, ondeggiò su tavoloni stesi sopra abissi
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1930
antenne gigantesche calocchie tenute su da cordami, i vapori
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1930
lo scheggione d’ossa su cui la manica non
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1930
di capelli pareva incollato su due occhi neri e
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1930
il prurito alle cervella; su per le canne del
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1930
stanghe di un carretto su cui era ripiegato un
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come se lo stampo su cui la gente basava
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1930
sui “lunari”: tre dadi su cui cantavano un galletto
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1930
gli occhi della ragazza, su quel volto di sparmaceto
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cravatta verde rospo, con un chicco di vetro
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1930
della ragazza passavano carezzevoli su quel volto orrido e
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1930
e si fossero posati su quel prato verde. ¶ Gioia
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1930
e svergognato, aspettò che su di lui calasse il
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1930
inorecchito. Anche le mani su due braccia corte che
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1930
sotto un lampione acceso su una cantonata, la mano
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1930
città, alberi neri raddoppiati su l’argento della strada
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1930
alfabeti neri e bianchi su ventole quadrate piantate col
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1930
manico nel pietrame con su incantati cuochi di carta
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1930
sponda, saltò sull’erba, su quel cielo il corpo
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1930
nell’intrico della foresta, su i lor tronchi arabescati
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1930
spire, l’albero, restavano su come colonne ritorte. ¶ Sul
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1930
bilancia con due piatti, su di uno tu ci
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1930
che non ti levi su, purchè tu ci consegni
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che zappavano le prode. ¶ Su da levante s’alzarono
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1930
vento come copertoni funebri. Su teli d’argento volavano
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1930
neri. Uccelli bianchi volavano su drappi luttati. ¶ — Arrancate, tempesterà
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là dal mare. Io, su dalle pianacce, ho tante
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1930
chiuse come un cardo su cui spuntarono delle spine
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1930
una di quelle barchette su cui i santi traghettavano
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1930
scavato di fresco con su confitta una croce fatta
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1930
belve. Di qui in su non troverete vestigia di
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1930
Isaia lesse queste parole su di un libro, che
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1930
esplodevano come una ricciaia. Su questa statua molle non
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sopra l’ecatombe come su un campo di battaglia
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1930
nel folto della foresta su la traccia di antiche
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1930
camminò tutto il giorno su di un terreno crepato
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1930
certo Nicodemo aveva transitato su quel terreno riarso. I
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1930
un campo di palme, su quella viottola riapparvero gli
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lo scoramento dei deportati. ¶ Su quel pelago d’acque
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1930
Finalmente ricondusse la carovana su un viottolo largo che
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1930
spera di acqua lucente su cui tremolava il riverbero
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resto della carovana, corse su di un piccolo praticello
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1930
della selva. Colpi battuti su un gigantesco tamburo mettevano
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Quando sorse la luna, su il suo disco gigantesco
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1930
frappa intaccata d’oro. Su tutta la foresta era
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cuscino di muschi e su questo vi furono poste
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e trasvolavan la pianura su cavalli barbari per comprare
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1930
vertice destro, il Tarmito su quello sinistro. Egli aveva
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arca un tappeto nero su cui era in giallo
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1930
Isaia aprì un giornale su cui erano scritte in
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stagno d’acqua morta. Su quelle pareti, aveva letto
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clava selvaggia. Isaia, deportato su queste terre adolescente, dove
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lento il ponte, parando su i ragazzi. Il vecchio
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v’erano molti in su con l’età. Accosciato
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piedi, due palmi più su del pietrato, gli teneva
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del cieco accattone e su quelle del compagno che
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sè stesso a meditare su quello che gli aveva
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fuori banda alla nave, su quello fu collocato l
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l’atto d’avventarsi su lui, il cane, come
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v’erano pietre con su scolpito il bastimento che
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rupe; egli salì anche su quella, di là gli
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come uno stagno con su tante barchette nere, da
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formiche che trafficavano in su e in giù sempre
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l’arco riducevano sagome. Su grandi telai ribaltati alle
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tiri. I viventi proiettati su quei teli, mettevano la
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i denti avorio trampolavano su degli zoccoli rinceppati d
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carbone. — La donna sfondava su un paese nero: l
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frana. ¶ — Sicchè il perdono su di me non lo
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Tarmito salì lo scalone; su ogni ripiano udiva rantoli
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gettò sul pancaccio vestito, su quello vicino c’era
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un muro, si sciolse su un oliveto incenerito. La
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udivano di lontano chè su tutte le porte delle
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azzurre. La tradotta rullava su delle piane vacue come
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levò e fu istradato su una grande via maestra
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le è morta la su’ mamma ¶ e se l
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stillava in un botro, su di un prato verde
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ceppe delle stipe strinate su cui erano come infilzati
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tenda piombato, e giaceva su quattro rami di faggio
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Sconosciuto. ¶ Il battaglione avanzò su una strada aspra come
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della Croce. ¶ Lettere scritte su carta scederina di prima
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fosse col greto magro. Su spranghe di ferro si
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muovevano lenti dei cenci. ¶ Su quel pietrame apparve la
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di paratìa s’illuminò: su di una tavola bianca
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schiantati. Sotto una selvetta su un piazzale i tre
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di violette mammole conteste su di un cercine di
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Il prete si pietrificò su di un libro di
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sotto una lapide incisa su di una pietra serena
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eran presi dalla ròsa su tutto il corpo: i
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dormitorio. I reticolati calciati su gengive tumefatte azzannavano un
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di sassi erano franati su dei cadaveri austriaci schiacciati
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fila indiana si tiravano su l’uno tocca l
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pozzanghere, i fossati straripavano, su i ciglioni scoppiavano fiori
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giubba raffredddava il dente su cui dondolava il teschio
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anche spento nell’anima. Su quelle spinte s’erano
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schiezze e ci ricoglieva su la carne maciullata. ¶ Le
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le altre briciole cadute su gli abiti come gli
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in segno festevole, camminano su tre zampe e annusano
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pesci infiocinati li infilavano su dei giunchi per le
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sopra una croce piantata su di un tumulo sperso
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una crocetta laccata con su un Cristo lustrente d
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le vertigini al sangue. ¶ Su tutti i ricordi uno
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brunita dal tannino. ¶ — Prendete su che questo è come
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picchia sodo. ¶ — Ma rimette su. ¶ In fondo all’aia
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Il bicchiere sarebbe la su’ bocca. ¶ Giovanottino che schiocchi
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piedi li aveva infilati su certi zoccoli taccheggiati che
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io prendo il perdono su di te — disse risoluto
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quella di centottanta mesi. ¶ Su di un tavolinetto nell
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di legno dentata imperniata su di un manico su
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su di un manico su cui gira vertiginosamente e
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acciaio lastricavano il pietrato. Su qualcuno, come su di
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pietrato. Su qualcuno, come su di un’arca, giacevano
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aspettava che si rovesciasse su gli uomini. La terra
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gli uomini. La terra su cui il Tarmito posava
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morso. Egli la tenne su con un pugno. Le